La raccolta di canti della Riforma della studiosa Margherita Fürst-Wulle trae origine e procede dai corali luterani, fondamenta della musica sacra evangelica, la cui fonte ispiratrice è la parola di Dio: la traduzione italiana rinasce quindi, per così dire, dalla musica per serbare l’originario, intimo rapporto tra testo e melodia.
Il libro propone un’analisi del rapporto tra Kazimir Malevic -l’artista che più di ogni altro ha affrontato il problema della visione dell’invisibile- e la dimensione estetico-filosofica dell’icona. Dopo aver ripercorso i fondamenti teologici e spirituali di questa grande tradizione dell’Oriente cristiano, l’Autore prende in esame l’opera del fondatore del Suprematismo a partire dal celeberrimo Quadrato nero -uno dei miti e dei riti istitutivi dell’arte moderno-contemporanea- e di questa vera e propria ultima icona fornisce una lettura che corre in parallelo con il De visione dei (1453), uno straordinario scritto del filosofo e teologo Nicola Cusano, che di quell’opera seminale sembra paradossalmente rappresentare il commento anticipato. Nell’opera di Malevic assume nuova vita il problema artistico e teologico-filosofico dell’icona. Ciò significa che in realtà le avanguardie non operano una tabula rasa (la “parola d’ordine” con la quale sempre si sono autopresentate) della cultura artistico-filosofica precedente, ma che l’intreccio tra appartenenza e modificazione si anima anche in quei casi ove più enigmaticamente evidente ci si offre il tratto dell’azzeramento radicale, della rielaborazione più innovativa.
Chi percorre la storia della liturgia, in più occasioni si è trovato di fronte a documenti che testimoniano la vitalità dell'antica Chiesa di Aquileia, il cui più noto esponente è senza dubbio il vescovo Cromazio, vissuto tra il IV a il V secolo. Aquileia è stata una di quelle Chiese locali che ha saputo esprimere la fede anche attraverso un proprio linguaggio liturgico. Il rito aquileiese, con la testimonianza di forme liturgiche peculiari, costituisce un segno eloquente di una vitalità che ad un certo punto ha cessato di esistere, confluendo nel rito romano. Il grande patriarcato aquileiese, che si estendeva fino in Baviera, in Austria, nella Slovenia e in Croazia, già nel sec. XV era stato smembrato, e progressivamente aveva perduto quella vivacità a vantaggio di un nuovo ordinamento territoriale delle Chiese, in particolare del ruolo di Venezia. Presentazione di Manlio Sodi e postfazione di Giuseppe Cuscito.
Nel secolo XX, le 226 diocesi italiane hanno lavorato intensamente nella costruzione di nuovi complessi edilizi, chiese e opere parrocchiali per offrire luoghi d'incontro religioso e sociale alla comunità che, lasciando le montagne e le aree meno dotate di servizi, si costituivano nelle periferie urbane e nei piccoli e medi centri della penisola. Fino a pochi anni fa di questo vasto cantiere erano noti solo alcuni casi, riferibili a diocesi come Torino, Bologna, Genova, Milano e ad architetti di fama come Giovanni Muzio, Giovanni Michelucci, Ludovico Quaroni, Roberto Gabetti e Aimaro Isola. Ora, grazie al censimento promosso dalla CEI, è possibile conoscere in modo analitico quante e quali chiese sono state costruite nell'arco del secolo appena trascorso, in quali diocesi e regioni (come illustra l'ampio repertorio fotografico che impreziosisce questo libro). In alcuni casi, come Milano e Roma, siamo di fronte a numeri imponenti: nella diocesi di Roma sono state costruite più di 300 complessi parrocchiali e più di 400 a Milano. Ma si può dire che tutte le diocesi, in tutte le regioni, si sono attivate. Resta ora da completare il quadro e da approfondire caso per caso, studiando da vicino le storie delle comunità, i loro rapporti con gli architetti, il profilo delle architetture, più di cinquemila, che sono ormai entrate a far parte del paesaggio italiano.
Funzioni e "segni" sono elementi interpretativi indispensabili per la lettura storico-artistica di un monumento. Leggendo l'arte medievale, in stretto rapporto con il contesto culturale che l'ha prodotta, questo libro interpreta al meglio la nuova stagione che la storia dell'arte sta vivendo. Senza la relazione con il contesto, le chiese medievali, dal tardoantico al Gotico, rischiano infatti di non essere colte nel loro pieno significato. Nel caso specifico questo contesto è costituito da spazi liturgici che ne svelano orientamento, percorsi, complessi scultorei e pittorici. La funzione più importante di una chiesa, sia questa una costruzione dedicata ad un martire o una grande cattedrale metropolitana, è infatti il culto. Prendendo le mosse dagli studi di de Blaauw sulle prime tre basiliche romane, si giunge con questo volume, sontuosamente illustrato da una campagna fotografica realizzata appositamente, cui hanno collaborato insigni studiosi della disciplina, a dare un quadro interpretativo a tutto tondo dell'arte medievale. Se l'orientamento della basilica paleocristiana è spesso quello in direzione dell'altare, come suggeriscono le figure musive di Sant'Apollinare a Ravenna, ancora prima i pavimenti delle aule teodoriane della cattedrale di Aquileia rimandano a direzioni diversificate e a diverse fruizioni degli spazi, che rendono così l'interpretazione complessa e multisfaccettata.
Nella bellezza dei mosaici e dell’architettura del duomo di Monreale, con l’annesso monastero benedettino, è incisa la fede dei nostri Padri.
Una storia che il lettore può qui rivivere idealmente, come se fosse un monaco del XII secolo, seguendo lo stesso percorso che i chierici della cattedrale compivano quotidianamente per andare a svolgere le celebrazioni liturgiche, fissando lo sguardo nel Cristo pantocratore.
Prefazione di Michele Pennisi
«La musica è capace di far vivere esperienze e mondi che amplificano il reale e ciò è ancor più vero quando l'uomo unisce alla musica la sua voce per far nascere il canto. Nel canto spirituale, in cui le melodie e i ritmi si fondono con corpo, mente e spirito, l'uomo comunica se stesso ed entra in dialogo con lo Spirito del Dio Altissimo. Tanti sono i trattati di tecnica del canto, anche dal punto di vista teologico... La mia esperienza, che descrivo in queste pagine, è una sorta di sintesi di un po' di tecnica di base, un pizzico di teologia e di tanto amore per il canto come strumento di comunione tra gli uomini e con Dio» (fra Alessandro).
"Cosa cantiamo all'inizio della messa? E alla comunione? Non di rado la scelta è determinata dal "mi piace" o "non mi piace", ma questo non può diventare il criterio ultimo per la scelta dei canti. Il libretto di Suor Elena Massimi intende offrire criteri e schede utili , con suggerimenti legati anche Repertorio Nazionale della Chiesa italiana, a chi voglia mettersi al lavoro per celebrare in fedeltà alla sana tradizione e con nobile semplicità.
In questo volumetto sono raccolti una serie di articoli che furono scritti e rivisti nel corso di vari anni. Essi furono pubblicati prima sulla rivista "La Vita in Cristo e nella Chiesa" e poi ripubblicati con molti aggiornamenti ne "Il messaggio del cuore di Gesù". Con essi si vuole offrire una piccola guida alla celebrazione della Messa nella sua forma ordinaria e al ruolo che in essa ha la musica sacra, ruolo che si è andato sempre più confondendo e diradando nel corso dei decenni che hanno seguito il difficile postconcilio che stiamo vivendo. Si è consultata anche una letteratura ampia, senza preclusioni ideologiche, anche facendo riferimento ad autori e correnti che non sono tra i riferimenti liturgici e culturali dell'autore di questi articoli. Si spera essi saranno un punto di partenza per poter celebrare "in spirito e verità", ripieni di quella bellezza che è sempre stata cifra privilegiata del culto nell'ambito della Chiesa Cattolica.
Come quando copriamo col cemento un corso d'acqua e la sua forza trova lo sbocco per uscire verso la foce, così è cantare, per la sua originaria e universale bellezza. Una bellezza intrinseca che genera, alimenta e accoglie tutta la nostra vita. E quando Cristo, l'eterna bellezza, ci viene incontro, il canto trova nella dimensione rituale la forma e lo spazio che gli dà senso. Un senso che la stessa liturgia darà alla vita, perché verrà trasformata, trasfigurata, redenta dall'amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
"Dobbiamo chiederci che cosa deve essere oggi la cattedrale, in una chiesa non più 'reggente' la società; in una comunità cristiana che è in missione, che vuole raggiungere gli uomini e le donne là dove sono, non avendo più la possibilità di convocarli. E in una chiesa che si vuole sinodale, cosa significherà la cattedrale?" (Enzo Bianchi). Il modo più autentico per conservare il patrimonio artistico e architettonico è quello di abitarlo integralmente per renderlo sempre più vivo, facendo di esso il simbolo di una chiesa capace di stare nell'oggi della storia. Il XVI Convegno liturgico internazionale di Bose attraverso i contributi di storia, architettura, arte e liturgia espone le ragioni scientifiche, culturali e teologiche per comprendere il valore e il significato delle cattedrali, il loro compito e la loro missione oggi.
In Scintille l'arte incontra la trascendenza, nella ricerca di senso e di infinito che caratterizza l'umano. Si racconta di persone, di opere, di amore, di percorsi: dal sé all'altro e poi agli altri, fino alla percezione del "noi". Dove il medium di questo cammino, non può che essere la bellezza, secondo tutte le sue - non finite - forme. Si riflette sull'idea di comunità nella diversa prospettiva laica e religiosa. Si parla di contaminazioni con Nicola Spinosa, di inquietudine con Mimmo Jodice, di meraviglia con Yannick Vu Jakober, di luce con Silvio d'Ascia, di magnanimità con Laura Mattioli, di metamorfosi con Michal Rovner, di armonia con George Pehlivanian, di ponti con Angelo Casati, di resistenza con Marisa Albanese, di dialogo con Stefan Kraus, di bellezza con Wolfgang Laib, di possibilità con Giancarlo Santi e di altro, altro ancora. In un dialogo informale e con un linguaggio familiare si discute con i Protagonisti dell'arte del nostro tempo, delle loro vite, del loro intrecciarsi con altre - quelle di Chagall, di Beuys o Kounellis - del loro modo di essere nell'arte e per l'arte.
Gli Incontri si sono tenuti nella sezione san Luigi della Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale a Napoli, città simbolo del Mediterraneo, il mare senza confini, dalle danze e dai pani comuni dell'opera Love differences di Michelangelo Pistoletto.