Marco d'Aviano è grande per la santità della vita, per l'apostolato del tutto straordinario, che esercitò per tanti anni, con immenso frutto per le anime, per la missione che Dio gli affidò in uno dei momenti più critici della storia della Chiesa, per i quali il suo intervento è stato decisivo, fino al punto di salvare l'Europa dall'invasione turca, che certamente non si sarebbe fermata a Vienna. Ma, salvando l'Europa, ha salvato il cristianesimo.
È ammirabile per la ricchezza dei doni e delle grazie gratis a lui date con sbalorditiva abbondanza, dinanzi ai quali si mantenne sempre umile.
Gli effetti della sua ardita azione continuano a perdurare anche nei nostri giorni.
Come si sono comportati i cristiani nei confronti della violenza, delle armi e della guerra? Le hanno accettate o rifiutate? L'autore cerca di rispondere a queste domande guidandoci in un percorso che va dai primi secoli fino ai giorni nostri, delineando gli sviluppi delle posizioni dei cristiani e delle chiese. Idee, eventi e persone si intrecciano in una narrazione che, evitando miti e luoghi comuni, induce a riflettere su quali responsabilità abbiano auto i cristiani nel percorso che ha potato l'umanità sulla soglia del baratro della catastrofe nucleare.
"Dio ci dà i comandamenti perché vole educarci alla vera libertà. Ascoltarli e metterli in pratica non significa alienarsi, ma trovare il cammino dell'amore autentico.
I comandamenti non limitano la felicità, ma indicano come trovarla". Benedetto XVI
Clero e formazione è un binomio difficile, che Antonio Gerace affronta indagandone le radici in età medievale, a partire dalla fondazione delle scholae. Centri di studio annessi alle cattedrali furono voluti dal Lateranense III (1179) e poi rafforzati nel Lateranense IV (1215) per affermare, per la prima volta, la necessità di un clero alfabetizzato. Le difficoltà contingenti nel raggiungere questo obiettivo determinarono una cospicua produzione di manuali. Fra questi, alcuni in particolare ebbero un lunghissimo successo editoriale. Il volume analizza in special modo quello che divenne un vero e proprio best seller e che fu tradotto in moltissime lingue: il Manipulus curatorum di Guy de Montrochen, capace di sopravvivere persino all'istituzione dei seminari nel 1563.
«In principio era il Verbo», dice il Vangelo di Giovanni. Questa frase - e le parole di tutti e quattro i vangeli - è al centro degli insegnamenti della Chiesa cristiana e ha plasmato l'arte, la letteratura, il linguaggio e la mente stessa dell'Occidente. Ma in realtà negli anni successivi alla morte di Cristo non c'era un solo Verbo, né un particolare consenso su chi fosse davvero Gesù o perché fosse così importante. C'erano, anzi, molti Gesù diversi, tra cui un Gesù aggressivo che disprezzava i suoi genitori e storpiava coloro che gli si opponevano, uno che vendette il suo gemello in schiavitù e uno che fece crocifiggere un altro al posto suo. E oltre a Gesù c'erano molti altri Salvatori, molti altri figli di dèi che guarivano i malati e curavano miracolosamente gli storpi, in un intrecciarsi di tradizioni religiose i cui confini erano tutt'altro che chiari. Con il diffondersi del cristianesimo, molte narrazioni alternative furono progressivamente dichiarate eretiche e scomparvero alla nostra vista. Con "Gli altri figli di Dio" Catherine Nixey racconta la storia straordinaria delle eresie e delle molteplici narrazioni religiose dei primi secoli dell'era volgare; è un racconto fatto di contingenze, di caso e di pluralità di opinioni e credenze. In questo libro si legge la storia di ciò che avrebbe potuto essere e non è stato.
La Storia della Chiesa, inizialmente percepita come disciplina confessionale, ha maturato nel tempo uno statuto scientifico. Il libro ricostruisce tale processo storico applicando lo stesso metodo sia ai peculiari strumenti di lavoro - enciclopedie, dizionari, repertori, manuali, riviste - con cui si è via via attrezzata, sia alle fonti che sono state valorizzate in relazione ai nuovi interessi di ricerca. Negli ultimi anni gli studi storici hanno visto un rapido mutamento: la rivoluzione digitale ha cambiato le modalità di lavoro, i nuovi mezzi di comunicazione di massa hanno lasciato depositi - materiali sonori e audiovisivi in particolare - che non possono essere ignorati; la globalizzazione ha comportato la revisione dei parametri di un sapere che si era professionalizzato nel quadro degli Stati nazionali. Raccordare a questa nuova realtà la precedente tradizione di studi costituisce una sfida cruciale.
Se il Concilio Vaticano II non è l'unica spiegazione della crisi senza precedenti che attraversa oggi la Chiesa, è innegabile che esso sia all'origine di un terremoto teologico, liturgico e pastorale che ha avuto conseguenze disastrose sulla fede cattolica. Sessant'anni dopo, questo libro si concentra sulla storia della presa del potere dottrinale da parte dei sostenitori del modernismo e della nuova teologia: grazie a reticenze e ambiguità, oltre che a un'impostazione adogmatica, l'assemblea conciliare ha messo al centro la libertà religiosa, l'ecumenismo e il dialogo con le religioni non cristiane, spianando la strada al relativismo moderno. Resta dunque aperta una domanda: è lecito pensare che la fede cattolica scompaia dal mondo?
Ragione e fede sono state spesso rappresentate come opposte, inconciliabili tra loro, con grave detrimento dell’una e dell’altra.
Infatti una ragione che non sia chiusa in sé stessa scopre un’intima vocazione a ciò che la precede e la supera, a una pienezza che l’uomo non può darsi da sé e che pure attende.
Proprio l’esperienza di una inestinguibile attesa porta l’uomo a mettersi in cammino per scoprire ciò che può dare alla propria vita una prospettiva di ferma e sicura speranza.
A sua volta la fede, se non vuole cristallizzarsi e ridursi a dottrina, ha bisogno dell’uomo che interroga e che cerca. Ciò che la ostacola non è il domandare, ma, al contrario, la chiusura a ogni forma di domanda.
Queste pagine ripercorrono il magistero di Benedetto XVI, seguendo quello che lui stesso ha indicato come filo rosso del suo pensiero: il rapporto tra fede e ragione. Non si tratta di una questione accademica, bensì del futuro di ciascuno, della Chiesa e dell’intera umanità.
Una fede separata dalla ragione, infatti, è inevitabilmente separata dalla vita e non sa più indicare la strada dove si incontrano la libertà dell’uomo e il dono che Dio fa di sé.
Prefazione di Christoph Ohly
Postfazione di Andrea Bellandi
Che cos'è il Giubileo? Quando è nato? A che scopo? Dove lo si celebra? Qual è stato il più sfarzoso? E quello più austero? A queste e altre curiosità risponde la ricostruzione storica di Anna Maria Foli, studiosa di religioni e storia della Chiesa, che sulla base di nuove scoperte e documenti racconta una tradizione millenaria, per certi versi ambigua, fatta di trionfalismi, interessi economici, lacerazioni e religiosità popolare. Nella tradizione cattolica il Giubileo è un grande evento religioso. Un libro per conoscere i segreti dell'Anno Santo a partire dalle sue antiche radici ebraiche fino al Giubileo indetto da Papa Francesco che si celebrerà nel 2025.
Che uomo è stato Joseph Ratzinger? L'autrice ne ha conosciuto qualità che stridono con l'immagine pubblica, e interpella collaboratori e amici. Ogni conversazione regala una prospettiva e diversi episodi: emerge il rapporto del professore con gli studenti, la ferrea organizzazione del lavoro, ma anche il quattordicenne poco sportivo che macina cinquanta chilometri in bicicletta per andare a un concerto al Festival di Salisburgo, il giovane perito che durante il Concilio raccoglie firme per una petizione a Paolo VI, l'anziano papa che regala al suo portavoce una sintesi del proprio colloquio con Fidel Castro... Di Ratzinger sapevamo molto a livello teologico e magisteriale, lo sguardo della cronista aggiunge fotogrammi di umanità. Prefazione di p. Federico Lombardi.
Una donna ricca, laica, potente - la donna più potente del suo tempo - a un certo punto della sua vita ritiene che la sua vocazione sia di fuggire, ritirandosi a vita claustrale. Un laico della sua corte, Giovanni, tenta di convincerla - leggendo per lei il testo classico della vita contemplativa: il Cantico dei cantici, in una maniera che nessuno prima di lui aveva fatto, e nessuno farà dopo - che invece soltanto assumendo in pieno il ruolo che la storia le affida e che la Chiesa si attende da lei (la resistenza armata contro Enrico IV, l'imperatore scismatico), ella potrà realizzare la sua vera vocazione e trovare la sospirata dimensione di unione con Cristo: insomma, le propone la teoria e la pratica di una vita contemplattiva. Un testo di assoluta contemporaneità nel dibattito sul ruolo della donna nella società e nella Chiesa.