Questo libro intende ritrovare i presupposti poetici e spirituali di un'Insurrezione che procede da tempo e che è innanzi tutto un processo interiore: la rivoluzione da un Io centrato su se stesso (ego-centrato) a un Io che si scopre in relazione con la Fonte del proprio essere. Questo drammatico passaggio epocale viene documentato dall'Autore attraverso l'analisi delle opere di quei poeti che per primi avvertirono profeticamente la fine della modernità e l'inizio di una nuova era: tra gli altri, Rimbaud, Hölderlin, Rilke, Campana, Trakl, Celan, Char, Luzi. Il volume raccoglie e rielabora nove seminari tenuti dall'Autore all'interno della programmazione del Centro Internazionale Eugenio Montale di Roma e, pur nella complessità, mantiene un tono colloquiale e diretto, che costituisce tra l'altro la prima sperimentazione di quel sapere dialogico che poi si sviluppò nei Gruppi "Darsi pace".
Quale rapporto c’è tra l’appartenenza cristiana e quel cammino che ci rende maggiormente capaci di umanità? Nel vangelo non vi è un codice religioso, bensì una fede, il cui orientamento di fondo è una prassi umanizzata. L’umanesimo evangelico − che trova la sua più alta espressione nell’amore del prossimo, fino all’amore per il nemico − oltrepassa la semplice prospettiva morale e si basa sul modello di Gesù che nella propria vita ha manifestato l’umanità di Dio: ciò che Gesù ha di eccezionale non è di ordine religioso, ma umano. La salvezza, infatti, è nel cammino di umanizzazione dell’uomo e Gesù ne ha dato l’impulso, insegnandoci a guardare a Dio come al Padre di tutti.
Joseph Moingt (Salbris 1915), gesuita, è considerato uno dei più grandi teologi francesi. Ha insegnato alla Facoltà dei gesuiti di Lyon-Fourvière, all’Institut catholique e al Centre Sèvres di Parigi. Dal 1968 al 1997 ha diretto la rivista Recherches de Science Religieuse. Presso le nostre edizioni ha pubblicato Gesù è risorto! Storia e annuncio (2010).
La morale sessuale cattolica viene ripetutamente rimproverata di avere «avvelenato l’eros» e di essere un accumulo poco aderente alla realtà di divieti ostili al corpo, caratterizzati in modo unilaterale da una visione maschile e celibataria della sessualità. In altri termini, l’etica proposta dalla Chiesa di Roma non risponderebbe in modo adeguato alla complessa realtà della vita e alle molteplici forme di relazione tra le persone.
Nel volume il teologo Lintner accoglie la sfida di esaminare a fondo questi rimproveri e assume come filo conduttore una sessualità concepita come forma che crea relazione e dona vita, come linguaggio dell’amore e fonte di gioia e di piacere. Tuttavia, essa è anche il luogo in cui si esprime la vulnerabilità delle persone e dei loro rapporti, fino alle degenerazioni dello sfruttamento e dell’abuso sessuale.
Con quale chiave antropologica la teologia morale vuole affrontare temi come peccato, perdono, misericordia? Quale proposta può essere realmente incisiva per la vita dell'uomo contemporaneo? La riflessione proposta vuole essere la ripresa del fermento, proprio della stagione post-conciliare, presente nella figura di Josef Fuchs. Il moralista di Colonia, spesso frainteso, viene qui letto alla luce del suo legame con Karl Rahner. La pretesa che l'opera si pone è portare alla luce quelle parole implicite sul peccato, parole di cui si riconosce il bisogno, al fine di non fraintendere la totalità dell'impostazione proposta necessaria al presente. È davvero il tempo di accantonare quelle intuizioni presenti nel dibattito di cui il nostro autore è stato protagonista, oppure vale la pena rispolverare i "vecchi" volumi e riprendere quello spirito a cui il Concilio aveva dato vita? Il dialogo Fuchs-Rahner vuole richiamare ad un passato ricco da cui attingere, per poter entrare in relazione all'uomo di oggi, alle problematiche concrete del nostro tempo. Prova di ciò sono le questioni non lontane, bensì vicine e interne alla Chiesa stessa, basti pensare alle riflessioni del Sinodo sulla Famiglia e più vicino ancora l'indizione del Giubileo straordinario della Misericordia.
Nella Prefazione dell'Instrumentum Laboris per il prossimo Sinodo Ordinario sulla famiglia, si ricorda che la Relatio Synodi, che viene inviata come Lineamenta, si è conclusa con queste parole: "Le riflessioni proposte, frutto del lavoro sinodale svoltosi in grande libertà e in uno stile di reciproco ascolto, intendono porre questioni e indicare prospettive che dovranno essere maturate e precisate dalla riflessione delle Chiese locali nell'anno che ci separa dall'Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi" (Relatio Synodi n. 62). In seguito, facendo riferimento a questo anno di approfondimento, si parla del coinvolgimento delle istituzioni accademiche in questo periodo. Accogliendo questa proposta, la Facoltà di Diritto Canonico della Pontificia Università della Santa Croce, in collaborazione con le altre Facoltà della stessa Università, ha organizzato, il 12 e 13 marzo del 2015, il Convegno Matrimonio e famiglia. La questione antropologica e l'evangelizzazione della famiglia, i cui frutti sono raccolti in questo volume, nel quale ci sono due linee guide che hanno illuminati tutti i lavori. Nella prima parte del volume sono presentate le diverse relazioni, che ruotano attorno al tema fondamentale dell'antropologia del matrimonio, affrontata da diverse prospettive: teologica, filosofica, giuridica. Vengono anche studiati alcuni argomenti fondamentali sui quali Papa Francesco ha ripetutamente invitato ad una riflessione seria e approfondita...
Il testo consiste in una rilettura spirituale del libro biblico di Tobia, della sua vicenda e di quella della sposa Sara. L'autore intende tracciare le caratteristiche del cammino di maturazione di Tobia e Sara come individui e come coppia sulla base di una precisa attenzione esegetica al testo. Tobia si presenta come il modello del ragazzo che diventa adulto, sa assumersi le responsabilità e arriva alla maturità. È tuttavia anche l'immagine dell'uomo fragile e limitato, che però ripone la sua fiducia in Dio. Infine Tobia è paradigma dell'amore coniugale: la storia di Tobia e Sara insegna ad amare e a lasciarsi plasmare dall'amore e può offrire un valido aiuto per rispondere nel contesto odierno a domande quali: quando un giovane diviene maturo? Perciò il commento biblico proposto dall'autore non è mai teorico ma è sempre attualizzato nella realtà quotidiana di oggi, con stimoli e riflessioni per la vita personale e coniugale di oggi. Il testo quindi risulta essere un valido supporto per un percorso prematrimoniale, in quanto stimola ad approfondire alcune dinamiche che si vengono a creare all'interno del rapporto di coppia, specialmente nel fidanzamento.
In queste pagine viene presentato, con tratti rapidi quanto profondi, il contributo offerto da Edith Stein, Theresia Benedicta a Cruce (1891-1942), alla comprensione della missione umana ed ecclesiale della donna. Edith Stein, che ha formalmente parlato del ruolo della donna già alla fine degli anni venti del secolo XX, interviene ancora nella discussione rimessa all'ordine del giorno nel dibattito teologico a ridosso del Concilio Ecumenico Vaticano II e in quello odierno.
Indagine teologica sull'uomo dal punto di vista storico-salvifico; per evidenziare l'origine dell'essere umano, il suo destino ultimo, la sua funzione nel creato, la sua più profonda e completa dignità. Argomenti trattati: la creazione del mondo e delle cose; le creazione dell'uomo; creazionismo-evoluzionismo; rapporto tra teologia e scienze naturali, giustizia e peccato originali, aspetti costitutivi della persona.
La fede nell’uomo sa che cosa c’è nell’uomo di deviante, di temibile. Ma crede che l’essere umano può trovare cammini di sapienza, di amore, di verità. L’essere umano appare di una ricchezza inaudita. Ma in questo mondo così frammentato e “postmoderno” quale fede può ancora sussistere e ricomparire? Non sarà forse la fede nell’uomo? Si tratta infatti degli uomini e delle donne posti di fronte al rischio che la loro umanità si disgreghi. La fede nell’uomo sa abitare ogni avventura umana, sa trasformare ciò che sarebbe bassezza e distruzione in cammino, in movimento verso il capolavoro di scienza e di vita.
Maurice Bellet (1923), presbitero, ha conseguito il dottorato in teologia sotto la direzione di Claude Geffré e si è laureato in filosofia con Paul Ricoeur. È collaboratore della rivista Christus e la sua ricerca si colloca al crocevia di filosofia, teologia e psicanalisi.
Salute, potenziamento dell'intelligenza e immortalità sono le principali mete da raggiungere secondo le nuove correnti di pensiero denominate Transumanesimo e Post-umano. I più recenti sviluppi della genetica, della nanotecnologia, della robotica, della neurofarmacologia, della bionica e delle scienze informatiche consentirebbero, infatti, di creare un homo novus in grado di raggiungere perfezione, resistenza e stabilità psico-fisica esercitando nel contempo un controllo totale sull'evoluzione. Gli interrogativi teologici suscitati da queste nuove correnti del pensiero si rivelano inquietanti e attualissimi e si sommano a quelli sollevati dagli inevitabili aspetti collaterali dell'eugenetica e della manipolazione biotecnologica. Si può sostituire l'amore con il perfezionismo e la tecnologia? E la salvezza cristiana con una versione secolare di immortalità prodotta dall'uomo? Si può concepire la redenzione limitandola al solo corpo? E sostituire il creatore con esseri che si ritengono a tutti gli effetti co-creanti e non più bisognosi di alcun Dio?
La differenza tra l'uomo, maschio e padre, e la donna, femmina e madre, ritenuta un dato essenziale e imprescindibile della natura umana, è oggi posta in discussione dalla più recente cultura sessuale, che contesta la naturalità della differenza sessuale e rivendica il diritto di definire altrimenti il genere sessuale di appartenenza. Con l'intento di offrire gli elementi interpretativi e i criteri valutativi per orientarsi nel dibattito sulla cosiddetta questione del gender, il testo provvede, anzitutto, a delineare lo sviluppo delle teorie di genere e la loro incidenza sul piano politico-giuridico. Considerando poi la posizione della chiesa cattolica a livello di diplomazia, magistero e tendenze ecclesiali, opera una distinzione fra ideologia gender e prospettiva di genere, segnalando i limiti della prima e i pregi della seconda. Suggerisce, infine, alcune prospettive antropologiche e indica delle coordinate bibliche essenziali. L'idea sottesa alla riflessione proposta in queste pagine è che l'attuale questione gender non è certo priva di pericolose insidie per l'identità sessuata e le relazioni sessuali degli esseri umani. Tuttavia, costituisce anche una sfida antropologica che sollecita una nuova cultura delle relazioni tra uomo e donna, capace di scongiurare la prevaricazione dell'uno sull'altra e di valorizzare, anzi, la loro differente identità in vista del reciproco amore.
Il posto delle donne nella Chiesa: non è una questione nuova, e neanche semplice. Perché non si tratta solamente di aprire alle donne posti di potere e di prestigio finora negati, ma di andare dritti al cuore del cristianesimo stesso, a quel "maschio e femmina li creò" che ci restituisce l'immagine completa di Dio, a quell'audacia originaria dei Vangeli che raccontano i rapporti rivoluzionari di Gesù con le donne della Galilea patriarcale. Occorre insomma che il cristianesimo torni alla dirompente novità delle sue fondamenta e in un certo senso restituisca il dono ricevuto secoli fa. Solo in questa prospettiva, ricongiungendosi alle proprie radici, si può arrivare a una nuova concezione del ruolo femminile: interrogandosi, rileggendo con occhi nuovi la Bibbia, riscoprendo con rinnovata attenzione le vite e gli scritti delle donne che sono state protagoniste della storia millenaria della Chiesa. È questa la disposizione che anima gli autori degli interventi qui raccolti: donne e uomini che, accogliendo l'invito di Papa Francesco a impegnarsi in una "profonda teologia della donna", dialogano fra loro mettendo in luce prospettive, criticità, esempi e proposte di vita. La loro interazione, la loro disponibilità verso le specificità di ognuno e le somiglianze reciproche, diventa essa stessa modello della corretta ricerca di quella che Lucetta Scaraffia, curatrice del libro, chiama "complementarità diseguale", un dinamico alternarsi di ruoli all'interno della collaborazione...