L'aspetto che più profondamente ha influenzato il modo di pensare nella teologia e nelle sue discipline settoriali è il pensiero binario, cioè l'abitudine a catalogare la realtà secondo coppie in contrapposizione. Questa abitudine mentale così radicata va superata mediante la prospettiva di genere. Essa non è semplicemente una prospettiva tra le altre, ma rappresenta una svolta programmatica nel modo di trattare le domande antropologiche e quelle etiche. Interrogarsi sull'essere umano attraverso i concetti e le teorie proposte dagli studi di genere significa adottare un nuovo approccio epistemologico e metodologico che porterà a un'antropologia e a un'etica teologica arricchite e più capaci di cogliere la complessità dell'esistenza umana e del suo vissuto, nonché le sfide che viviamo nel presente.
Una delle peculiarità del messaggio biblico sta nel fatto che Dio non si incontra nella staticità della natura ma nel dinamismo della storia. Con questo volume, Romano Penna si interroga sul tempo e sulla storia quali elementi costitutivi dell'identità cristiana a partire dall'evento di Gesù, Verbo di Dio che si fa carne e quindi anche storia. Il credente si trova a vivere già nella pienezza perché in Gesù il tempo si è compiuto. Ciò significa che il tempo storico è gravido di prospettive perché abitato da una pienezza costituita dal dono della presenza del Risuscitato; è colmo di momenti favorevoli, in cui poter vivere secondo il ritmo della speranza che apre al futuro; e quanto si realizza in esso è decisivo per la pienezza ultima, per il futuro assoluto e definitivo. La comparsa di Gesù dischiude per i suoi ascoltatori e discepoli un compimento che riguarda la loro storia personale. È in questo senso che il chrónos diventa kairós, cioè il tempo di tutti diventa il tempo di ciascuno.
Questo percorso formativo sulla parrocchia, ideato dall'equipe dell'Istituto Pastorale Pugliese, intende accompagnare le comunità a ripensare l'identità e la missione delle parrocchie in questo tempo, perché la loro azione pastorale sia sempre più sinodale e orientata alla missione. Il percorso ha coinvolto per la seconda tappa circa cento partecipanti da tutta la regione, presbiteri e laici insieme, secondo un metodo che parte dal racconto e dall'ascolto delle pratiche parrocchiali, le approfondisce con i contributi teorici e, attraverso il discernimento comunitario, orienta possibili scelte pastorali. Una necessaria conversione pastorale, capace di valorizzare i doni e i ministeri di tutti i battezzati. Inoltre il testo offre la possibilità di accedere online al materiale formativo (schede, preghiere, attività, ecc.) per riproporre l'esperienza in contesti diversi.
Lo Spirito di Cristo nello spirito dell'uomo: un unico mistico "sé". Questa espressione suggerisce l'intuizione che si intende teologicamente giustificare e presentare con questo saggio. Il fine per il quale Dio per amore ha dato avvio alla realtà creata, ovvero l'intenzione che da principio lo ha mosso a porre innanzi a sé un essere simile a sé, è quello di non lasciare che l'altro amato, pur creato a sua immagine e somiglianza, rimanga altro, lontano, infinitamente distante, ma di impiantare l'estraneo che gli sta di fronte in se stesso, in una maniera tale da realizzare una comunione così intima da fare dell'amato il suo stesso "sé", senza con ciò dissolvere o annichilire, nell'oceano infinito della sua maestà divina, la sua individualità e personalissima identità. In altre parole, l'intenzione dello studio è quello di fare emergere come lo scopo ultimo dell'intero Mistero divino, che va dalla creazione alla redenzione, fino a giungere alla piena divinizzazione, sia quello di portare, per grazia, l'intima interiorità dell'uomo, il suo "sé" cosciente e volitivo, non solo ad essere conforme a quello di Cristo, ma unito al suo, anzi partecipe del suo, tanto da realizzare, più che "un'unica mistica persona", "un unico mistico sé".
Il titolo del presente volume risponde alla sensibilità religiosa che ha bisogno della luce della Parola di Dio e della Teologia. Invocazione del Salmo 63: «O Dio, tu sei il mio Dio, dall'aurora io ti cerco, ha sete di te l'anima mia». Ed ancora: «Come la cerva anela ai corsi d'acqua, così l'anima mia anela a te, o Dio» (Sal 42). È l'aridità dell'anima in cerca del ristoro che le può venire da Lui, dalla Sua Presenza, dalla Sua Grazia, dal sentirci suoi Figli amati. La comunione con il Signore o è viva e luminosa, da Cuore a cuore, oppure si rende come inconsistente; Dio è Fuoco di amore verso le sue creature, è sempre il Roveto ardente, che non si consuma e intende accendere nei cuori fiamme di carità e di prossimità.
"Questi Esercizi spirituali ci aiutano a fermarci, a meditare, a non accontentarci dell'apparenza, a guardare in profondità, a "fissare lo sguardo", a guardare con "compassione" le folle di oggi sempre stanche e sfinite perché senza pastore, per capire il prossimo e il mondo intorno a noi. La domanda iniziale - «È l'umanità che ha abbandonato la Chiesa o è la Chiesa che ha abbandonato l'umanità?» (T. S. Eliot) - in realtà accompagna tutta la riflessione per aiutare a trovare la risposta nella vita. L'incontro con Cristo, che tocca il cuore, che genera vita e libera dalla paura di vivere, creativo, avviene nella vita stessa, non fuori da questa, nella nostra miseria - qualcuno direbbe - da mendicanti, come siamo. Il testo ci aiuta ad aprire tante domande. Spesso per noi certezza della fede significa credere di avere una risposta per tutto e non cambiare. Giustamente l'autore ricorda come la «certezza della fede non estingue l'inquietudine, al contrario, la esalta, poiché la certezza della fede non è un "pensiero chiuso" ma "aperto"». Nel deserto del nostro mondo non giudichiamo facendoci maestri a distanza, ma tornando all'origine per rendere possibile l'incontro con una presenza viva." (dalla prefazione del Card. Matteo Maria Zuppi)
Il libro redatto in memoria di Aldo Natale Terrin prende in esame una delle sue ultime fatiche su una materia altamente sensibile esplorata dalle neuroscienze e riguarda il rapporto tra coscienza e cognitivismo, con attenzione particolare all’intelligenza artificiale. Su questo fronte, in cui l’uomo si sente esaltato e insieme minacciato, si gioca il versante epistemologicamente più rilevante che riguarda anche la sopravvivenza delle religioni. Roberto Tagliaferri e Giorgio Bonaccorso, discepoli e colleghi di Terrin, dialogano e si confrontano su questa frontiera, che rappresenta un problema incandescente nell’attuale dibattito culturale.
Informazioni sugli autori
Roberto Tagliaferri, teologo interessato ai fenomeni culturali che destabilizzano l’Occidente e il cristianesimo, tenta di interfacciare i punti critici che agitano la Chiesa e il mondo contemporaneo alle prese con la complessità e con la fine del paradigma riduzionistico etnocentrico del positivismo. Ha al suo attivo una vastissima produzione scientifica, con diversi contributi e numerosi volumi pubblicati negli ultimi due decenni.
Giorgio Bonaccorso, docente all’Ilp di Padova, ha esplorato problematiche attinenti alla performance rituale. I suoi interessi spaziano dalla linguistica alla fenomenologia alle neuroscienze, con particolare attenzione al superamento del dualismo classico all’insegna della “mente incorporata”.
Aldo Natale Terrin è stato storico e fenomenologo delle religioni di fama internazionale, che ha saputo ibridare diverse competenze accademiche attorno al sacro e alla performance rituale, diventando un riferimento all’Ilp di Padova per una scienza liturgica fondata pastoralmente.
Risurrezione indica un avvenimento nuovo e originario, non inquadrabile a partire da esperienze già note. Eppure si tratta di qualcosa che corrisponde al desiderio umano di una pienezza di vita. È un evento irriducibile che riguarda Gesù di Nazareth e che attraverso di lui vuole raggiungere ogni persona come forza di vita nuova, fino a trasformare il mondo intero e il nostro modo di abitare la realtà. La risurrezione cambia tutto e il mondo, con essa, è diventato altro. Siamo al principio e al cuore dell’esperienza cristiana, colta nel suo fondamento in Cristo, nella sua dimensione salvifica e nella sua portata cosmica.
Informazioni sull'autore
Alberto Cozzi è professore ordinario di Teologia sistematica nella Facoltà Teologica di Milano e membro della Commissione Teologica Internazionale.
«La ricerca studia una delle dimensioni della Chiesa messe in evidenza dall’ecclesiologia conciliare. Tra queste, particolare enfasi è posta sulla dimensione escatologica della Chiesa, finalmente recuperata all’ecclesiologia, specialmente nei capitoli I, II, VII e VIII di Lumen Gentium. Il presente studio «si applica a questa riscoperta, a partire dal binomio Chiesa-Regno di Dio, indicata da don Mario Gullo come il punto sorgivo da cui nasce questa riscoperta. Si tratta di un argomento originale, peraltro poco studiato nella letteratura teologica post-conciliare, nonostante l’evidente interesse che poteva rivestire per la ricerca» (dalla Prefazione di don Dario Vitali).
La novità più evidente che rischiara il volume, e che costituisce anche il guadagno più significativo della ricerca, è la declinazione del tema in prospettiva ecclesiale e non individuale: non sono anzitutto i singoli a dover entrare nel Regno con una vita in linea con le condizioni fissate per ottenere la felicità eterna, ma è la Chiesa stessa ad essere in cammino verso il Regno, chiamata già qui ed ora, in forza di tale orientamento escatologico, ad essere figura e anticipazione di quel Regno che attende, che persegue e anche affretta quando la sua vita è misurata sulla radicalità di esso.
Informazioni sull'autore
Mario Gullo, presbitero della Diocesi di Acireale (Ct), ha conseguito il Dottorato in Teologia dogmatica nella Pontificia Università Gregoriana di Roma e si è laureato in Filosofia all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata con una ricerca sulle vie della conoscenza di Dio in Edith Stein. Ha pubblicato diversi volumi e articoli di carattere teologico e spirituale. Attualmente è docente di Teologia dogmatica presso lo Studio Teologico “San Paolo” di Catania e parroco.
Noi mangiamo veramente il corpo di Cristo e beviamo il Suo sangue. Gesù non è un fatto privato, intimistico, Lui è davvero il Logos del mondo, è il senso di ogni cosa, è la logica delle cose. Quando una persona è lontano da Gesù è il caos, si comporta in modo assurdo. Chi sta attaccato a Gesù invece funziona, non è che lo dice a parole, lo dimostra la sua vita, la sua macchina va più veloce, funziona meglio. L'Eucarestia è il centro di tutto. E queste catechesi ci spiegano il perché. Prefazione di Costanza Miriano.
«La complessità della tematica, lo smarrimento diffuso tra i genitori e gli educatori, la sensibilità acuta fino alla suscettibilità di parti dell'opinione pubblica non possono indurre a scegliere la reticenza rispetto a un tema irrinunciabile dell'educazione cristiana delle giovani generazioni. La dimensione sessuale, affettiva e la sua destinazione relazionale sono benedette da Dio fin dall'intenzione originaria del Creatore. Abbiamo la responsabilità di annunciare e condividere la benedizione di Dio sulla persona umana in tutte le sue dimensioni. Il corpo non è una prigione, non è un contenitore dell'anima, è invece una dimensione della persona che orienta al compimento della vocazione.» (Dalla prefazione di mons. Mario Delpini)
Tabù, contaminazione, sacrifici e sacerdozio al tempo dei cristiani: Origene commenta per la prima volta il Levitico. Il volume è il secondo ed ultimo dei due dedicati alle "Omelie sul Levitico di Origene", 16 discorsi pronunciati dal Maestro alessandrino a Cesarea di Palestina dopo il 245 e a noi giunti nella traduzione di Rufino del 400-404. Esso contiene traduzione e commento storico-filologico delle omelie 8-16 e dei Selecta in Leviticum, frammenti del Commento a scolii sul Levitico di Origene, di cui abbiamo notizia da Girolamo, qui per la prima volta in versione italiana. I frammenti sono stati posti a confronto con il testo rufiniano, in modo da valutare le modifiche e inserzioni ascrivibili a Rufino e quelle, del commento scolastico sul Levitico.