Il volume è la prima introduzione italiana alla Control-Mastery Theory (CMT), una teoria della psicopatologia e della psicoterapia elaborata da Joseph Weiss e Harold Sampson a partire dagli anni Cinquanta del Novecento e verificata empiricamente dal San Francisco Psychotherapy Research Group negli ultimi quarant'anni. Con un linguaggio semplice ma preciso, l'autore introduce il lettore ai concetti fondamentali della CMT e lo guida nella pianificazione e conduzione di interventi psicoterapeutici a essa ispirati. Come far sentire al sicuro un paziente? Come comprendere e modificare le sue credenze disfunzionali? Come rispondergli in modo ottimale quando ci mette alla prova? Come comunicare con lui? Come utilizzare al meglio i suoi suggerimenti? Come lavorare con i sogni e le fantasie? Come adottare l'atteggiamento migliore per i problemi di ogni specifico paziente? Sono questi alcuni degli interrogativi a cui il libro dà risposta. Nella seconda parte, George Silberschatz, già presidente della International Society for Psychotherapy, passa in rassegna le principali ricerche empiriche che hanno verificato la correttezza delle ipotesi della Control-Mastery Theory, e vengono descritte le applicazioni di questo modello alla terapia di bambini, coppie, famiglie, gruppi e pazienti adolescenti, i risultati degli studi clinici ed empirici da esso influenzati. Infine, il libro è corredato di una serie di strumenti empirici che possono essere utilizzati tanto nella clinica quanto nella ricerca.
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<tr><td align="right">Date:</td><td>Monday, May 9, 2022 at 10:39:20 AM</td></tr>
<tr><td align="right">Script:</td><td><a href="/demo/obtain_abstract.php?codice=978886030864">/demo/obtain_abstract.php?codice=978886030864</a></td></tr> </table>
Nella vita di ogni donna, scandita da tappe biologicamente e culturalmente prestabilite, le occasioni di ripensamento e di svolta si presentano a scadenze più o meno regolari, e bisogna accettare le perdite e gli svantaggi che le alternative fatalmente comportano. Tuttavia, è alla soglia della maturità che si arriva a un bivio decisivo: effettuato un consuntivo globale, dobbiamo guardare in faccia la realtà e interrogarci sulle scelte fatte in amore, lavoro, famiglia, maternità, amicizia... Nella migliore delle ipotesi le confermeremo, nonostante qualche insuccesso o delusione, oppure saremo chiamate a rivedere la pianificazione del nostro futuro, confidando nella benignità dell'istinto che ci suggerisce la deviazione. In ogni caso, scegliere consapevolmente diventa un imperativo non procrastinabile da porsi su ogni fronte, fosse anche per scegliere, alla fine, di accettare. Ivana Castoldi ci accompagna in questo percorso con la sua acuta capacità di riflettere e far riflettere. Il libro è punteggiato dalle storie di donne intraprendenti che hanno saputo usare le tre parole chiave dei bilanci della vita: consapevolezza, coraggio e cambiamento, per affrontare un indispensabile esame di realtà e trarne le dovute conseguenze. Il "premio" consiste in un meritato incremento del benessere psicologico personale e relazionale. Se non ora, quando?
Un libro prezioso, pensato per aiutare i genitori nel difficile compito di educare i figli all’autonomia della vita adulta. Brigitte Racine si sofferma in particolare su come esercitare il ruolo di guida nell’infanzia e nell’adolescenza, quando non si possiede ancora una completa maturità, e su come accompagnare i figli al raggiungimento di essa. Frutto dell’esperienza di madre dell’autrice, che lavora come terapeuta familiare, il libro pur fornendo suggerimenti specifici e linee di condotta, lascia ampio spazio alle soluzioni alternative, commisurate alla varietà e mutevolezza dei caratteri e delle situazioni. Grande attenzione è riservata al ruolo della tenerezza e al riconoscimento di torti e di abusi involontari da parte degli adulti, ma allo stesso tempo è rivendicato il ruolo di guida del genitore, nel rispetto dei valori e dei ruoli della famiglia. Un capitolo è dedicato a una vasta casistica di situazioni problematiche (il risveglio mattutino, i pasti, i rapporti con gli amici e la tecnologia, i dettami della moda ecc.).
Genitori che faticano a diventare adulti, figli che faticano a crescere. È la famiglia adolescente. Nessuno vuole emanciparsi, nessuno sembra volerlo davvero, perché la famiglia adolescente ha natura vischiosa e il distacco è molto più complesso che nel passato. Si mangia tutti assieme, insieme si guarda la tv. I nostri figli ci seguono quando viaggiamo, quando si va fuori con gli amici. Discutiamo di fronte a loro di quasi ogni argomento e, talvolta, li coinvolgiamo nei nostri contrasti coniugali. Condividiamo con loro i modi di vestire, i gusti, i comportamenti. Li difendiamo con i professori, parliamo con loro delle prime esperienze amorose e sessuali. A prima vista sembra una condizione ideale. Ma siamo proprio sicuri che sia così? Uno dei più importanti psicanalisti italiani racconta i nuovi rapporti tra genitori e figli.
"La maggior parte di noi passa un buon terzo della propria vita dormendo, eppure non abbiamo la più pallida idea di ciò che il sonno fa per il nostro corpo e il nostro cervello." Prendendo le mosse da questa apparente contraddizione, David K. Randall si è avventurato in un'indagine sulla misteriosa scienza del sonno. Dai soldati che mettono a repentaglio la propria lucidità assumendo gomme da masticare alla caffeina per restare svegli più a lungo, al modo in cui la differenza di fuso orario patita dai giocatori di football in trasferta incide sulle loro probabilità di vittoria (e sull'attività dei bookmakers), dallo studio dei sogni e delle loro interpretazioni, ai diversi pareri su quale sia la maniera "migliore" di gestire la camera da letto e il riposo dei propri figli, fino alla scoperta di come nel Medioevo esistessero due tipi di sonno intervallati da una breve veglia riservata allo studio e ad altre attività (tra cui quella sessuale): partendo da spunti originali e casi emblematici, la ricerca di Randall svela un mondo quello in cui ci addentriamo quando spegniamo la luce e adagiamo la testa sul cuscino ricco di sorprese e curiosità. Inoltre, fra le tante informazioni pratiche riguardanti i problemi più comuni ma troppo spesso sottovalutati (l'insonnia, l'eccessiva sonnolenza diurna, il russare, il sonnambulismo, l'apnea notturna), l'autore ci rivela come una buona consapevolezza dei meccanismi del sonno aiuti a dormire (e vivere) meglio.
Le nuove dipendenze vengono esplorate come l'espressione più dolorosa e significativa della tendenza emersa nella cultura contemporanea di negare che la coscienza sia il centro della condizione umana. Per comprendere la relazione tra questa tendenza culturale e le dipendenze il libro propone un percorso conoscitivo che si sviluppa in tre tappe. Nella prima vi sono alcune incursioni corsare nella cosmologia, nella paleoantropologia, nel linguaggio omerico, nella storia e negli archetipi dell'inconscio collettivo. Nella seconda tappa, vengono descritti i motivi per cui l'emersione della coscienza nella vita umana è sempre esposta al rischio di una regressione, di cui le dipendenze sono un esempio incontrovertibile. È necessario ricordare che negli ultimi decenni alla dipendenza distruttiva dalle droghe si è aggiunta quella, altrettanto distruttiva, da alcuni comportamenti. Comportamenti che normalmente fanno parte della vita quotidiana delle persone poiché riguardano il gioco, il sesso, l'attività sportiva, il lavoro, gli acquisti, l'uso di internet, il cibo e gli affetti. Infine, nella terza tappa le nuove dipendenze sono descritte e analizzate da due punti di vista differenti ma complementari. Il primo evidenzia lo stretto legame di queste dipendenze con le trasformazioni socioculturali che segnano il tempo presente, mentre il secondo le analizza utilizzando il contributo della psicologia contemporanea, soprattutto della psicopatologia, di stampo prevalentemente cognitivo.
"I pensieri sono pesanti come il fango: solo lo sguardo interiore libero è capace di portarci in un'altra dimensione di noi stessi. Una dimensione in cui le cose avvengono senza che neppure ce ne accorgiamo. Si sta con se stessi, senza alcun giudizio. Diventi vuoto, diventi nulla e sei come una pianta che germoglia. Sbocci come il fiore, il tuo fiore, e arrivano le parole dell'indicibile." (Raffaele Morelli)
"Danny Penman dimostra che restare imprigionati nelle vecchie abitudini - e colpevolizzarci ogni volta che accade - riduce la creatività. Solo se distinguiamo chiaramente queste abitudini mentali e riconosciamo i molti modi in cui potrebbero farci cadere in trappola, riusciamo a tirarcene fuori e a liberarci dal loro potere. Come dice Danny nel libro: 'Capire la tua mente - e il modo in cui involontariamente si aggroviglia - è una delle capacità centrali della mindfulness. II fulcro della mindfulness è accettare che non siamo creature perfette né onniscienti. La mente spesso è un luogo rumoroso e irrazionale. Ma negli spazi di tranquillità possono nascondersi momenti di penetrante intuizione'. Questo libro spiega come trovare quegli spazi." (Mark Williams, coautore di Metodo Mindfulnes)
L'Europa era ancora coperta dalle ceneri del secondo conflitto mondiale, quando si aprì il processo di Norimberga, un procedimento internazionale per giudicare e perseguire i crimini di guerra. Uno psichiatra, Douglas Kelley, e uno psicologo, Gustave Gilbert, cominciarono allora a indagare la psicologia dei capi nazisti. Li sottoposero a lunghe interviste, eseguirono test per valutare il loro quoziente d'intelligenza e la loro personalità. Si trattò del primo studio sistematico su leader che avevano orchestrato uccisioni di massa. Prima del processo si pensava che i gerarchi e gli ufficiali nazisti fossero dei folli sanguinari. Ma i colloqui e i test rivelarono una realtà più complessa. I risultati furono così sconcertanti che una parte dei dati rimase nascosta per decenni. E la loro stessa interpretazione fu oggetto di accese discussioni. Secondo Gilbert la malvagità dei criminali nazisti derivava dalla loro psicologia corrotta. Kelley li considerava invece moralmente imperfetti, uomini comuni, prodotto del loro ambiente. Chi dei due aveva ragione? Joel E. Dimsdale riprende in mano quei risultati ed esamina nel dettaglio quattro criminali di guerra: Robert Ley, Hermann Göring, Julius Streicher e Rudolf Hess. E attraverso strumenti diagnostici sempre più precisi, scopre un notevole spettro di patologie. "Nella mente dei criminali nazisti" è un viaggio complesso e inquietante per dare un senso al male più estremo.
Come può un'intelligenza sopra la media essere un peso da portare anziché un dono di cui essere fieri? Com'è possibile che ostacoli, anziché favorire, la nostra felicità? E come invece possiamo sfruttare al massimo il nostro pensare e sentire fuori dal comune? L'autrice, celebre psicologa francese, si occupa per la prima volta della plusdotazione intellettiva degli adulti: una condizione quasi impossibile da diagnosticare, e che riguarda in realtà un numero altissimo di persone. Caratteristica peculiare di questa condizione, oltre all'iperattività cerebrale, è l'ipersensibilità emotiva - e quindi nervosismo, tendenza alla depressione, empatia eccessiva, amplificata reattività emotiva. L'intelligenza è una grandissima forza, certo, ma anche un continuo, estenuante interrogarsi che può generare sofferenze, incomprensioni, derive esistenziali. "Strani rapporti" - ha scritto Maurice Blanchot "l'estremo pensiero e l'estrema sofferenza aprono forse il medesimo orizzonte? Forse soffrire è, in definitiva, pensare?"
Semplici e "complicate". Storie di vita familiare ascoltate e raccolte da don Stefano (sacerdote e psicologo) durante la sua esperienza tra la gente, tra moglie e marito, tra ex moglie e marito, tra figli e genitori, tra figli voluti e mai arrivati o altri non desiderati abbastanza. Uno spaccato di esperienze nel quale riconoscersi e riflettere, dove la famiglia è guardata attraverso l'esperienza della fragilità umana e non sotto la lente dell'analisi sociologica.