Ci sono molte buone ragioni per conoscere la matematica. La matematica serve per capire meglio il mondo che ci circonda: da come è fatta una casa al perché di un certo evento politico, dai conti della spesa (che diventano i grandi calcoli economici) alla struttura di un cristallo o di una sinfonia, ma serve anche per misurare il cambiamento del mondo e la velocità di questo cambiamento. E con la matematica si può perfino avventurarsi nel calcolo della probabilità che entro un certo tempo il genere umano si estinguerà. Con un libro dedicato a tutti, ma soprattutto a coloro che sono convinti di avere un'idiosincrasia, congenita o contratta per contagio, per la matematica, Roberto Vacca ci conduce direttamente nella quarta dimensione, e soprattutto nella logica, con esempi curiosi e paradossali, ma anche con utili strumenti. Alcuni programmi di computer permetteranno ai lettori più esperti di eseguire con le macchine i calcoli più complessi.
Solo un radicale ripensamento del nostro rapporto con la natura può salvare l'equilibrio ecologico del nostro pianeta. Questo ripensamento è però assai di là da venire. Al Gore, proponendo una summa del pensiero ecologista, presenta dati e teorie sullo sviluppo della terra e del suo inquinamento, affrontando problemi all'ordine del giorno fra cui l'effetto serra, l'esplosione demografica, la sostenibilità dei diversi stili di vita, le risorse energetiche, la desertificazione e lo scioglimento dei ghiacciai, l'innalzamento delle acque. Per Al Gore, la crisi ambientale affonda le sue radici in ogni aspetto della vita sociale e la risposta deve essere commisurata alla gravita della situazione. È necessaria una mobilitazione mondiale senza precedenti che incida anche sulle tendenze demografiche, sulle scelte tecnologiche, sull'educazione.
Nel 1836 Charles Darwin ha ventisette anni ed è appena sbarcato dal Beagle; dopo cinque anni di navigazione intorno al mondo. Del lungo viaggio appena concluso gli rimangono appunti e osservazioni sparse, oltre a una raccolta di preziosi reperti naturalistici. Non ha ancora le idee chiare, ma è già un rinomato naturalista e geologo e nella sua mente sta prendendo corpo una sfocata intuizione riguardo alle modalità di "trasmutazione" delle specie. Comincia così a buttare giù appunti frammentari, a ruota libera, su alcuni piccoli taccuini. Ecco come inizia l'avventura intellettuale che lo porterà in pochi mesi a elaborare la teoria della selezione naturale. Editi in Inghilterra solo nel 1987, questi taccuini giovanili rivelano un profilo intellettuale di Darwin del tutto inedito, dalla sua sconcertante capacità di collegare idee lontane alla pioniera indifferenza verso i confini disciplinari e, soprattutto, all'irriverente atteggiamento di sfida verso le teorie dei maestri più blasonati dell'epoca. In queste pagine Darwin dimostra di avere piena consapevolezza della portata e delle inevitabili conseguenze delle sue scoperte, la cui pubblicazione ("The Origin of Species by Means of Natural Selection" fu edito la prima volta a Londra nel novembre 1859), nella buona società anglicana dell'epoca equivaleva né più né meno che alla "confessione di un delitto". Questa edizione riporta il Red Notebook (primo taccuino della serie), il Taccuino B ed E. Niles Eldredge firma la prefazione.
Una guida alla comprensione delle ragioni dell'eccesso di pressione esercitata dagli esseri umani sulla biosfera. Una storia complessa, con una trama fitta e inaspettata che arriva fino a oggi. Che cosa ha portato le società del nostro tempo a minacciare, con il loro carico di veleni e il consumo crescente di risorse, la sopravvivenza degli esseri viventi che popolano il pianeta? Non c'è dubbio che i problemi che abbiamo di fronte non sono il risultato di processi recenti. All'origine ci sono cause più o meno remote. Come siamo arrivati sin qui?
L'astronomia moderna nasce nel momento in cui gli uomini puntano consapevolmente un cannocchiale verso il firmamento: non più per l'osservazione estatica del cielo stellato pieno di fascino e mistero, ma con l'attenzione rivolta solo a una minima parte di esso che si presta a essere studiata e analizzata. Un gesto semplice, dettato dalla curiosità e dalla sete di conoscenza, da cui scaturiranno le teorie e i grandi principi che sono alla base dall'astronomia moderna. Questo volume considera, oltre ai primi secoli della ricerca dopo Copernico, Ticho Brahe, Kepler, Galileo, Newton, il Settecento e l'Ottocento, le tecnologie di cui si servono gli scienziati (la spettroscopia, la radioastronomia, i veicoli spaziali, la fotografia, etc.) e le descrizioni di un primo gruppo di corpi celesti, del Sole, della nostra Galassia e delle novae e delle super-novae. L'invenzione e la realizzazione di strumenti ottici e grafici, dai primi rudimentali cannocchiali di Galileo Galilei ai telescopi odierni, sia ottici sia basati sulle onde radio, hanno consentito una conoscenza sempre più approfondita e ampia dell'universo che si è ulteriormente allargata con il lancio di satelliti artificiali, sonde e veicoli spaziali. Età di lettura: da 10 anni.
Quest'ultimo volume della serie "La storia dell'astronomia e del cosmo" è il racconto dell'evoluzione della materia cosmica dalla sua origine, non ancora pienamente compresa e spiegata. Un racconto avvincente e una storia affascinante: racconto, perché le varie fasi presentano una drammaticità difficilmente immaginabile; storia, perché l'universo non è statico, immobile e sempre uguale a se stesso, ma è qualcosa di mutevole e in costante movimento, una successione continua di eventi, di processi e di trasformazioni. La storia dell'universo coincide con quella dell'evoluzione dei viventi e quindi con la storia della vita sulla Terra e principalmente della vita intelligente. Gli uomini, quindi, sono al centro del cosmo e con l'intelligenza, lo spirito critico e l'immaginazione, ne spiegano le leggi che lo regolano, ne svelano i misteri e ne tracciano la storia. La Terra non è che uno sperduto granello di sabbia nell'immensità cosmica, ma essa ha il merito di aver favorito la nascita della vita e di essere stata la culla dell'unico essere vivente conosciuto dotato di pensiero originale e costruttore, di libertà di azione nei confronti delle stesse forze che regolano la vita dell'universo, sia pure in forme e in condizioni diverse. Età di lettura: da 10 anni.
La matematica, forse più di qualsiasi altra attività, si presta ai giochi che richiedono strategia, astuzia, immaginazione. Una punta di malizia, un tocco di logica e una manciata di perseveranza costituiscono la migliore ricetta per affrontare un gioco matematico. Non si richiede la conoscenza di linguaggi e teorie matematiche particolarmente impegnative. L'enunciato è intrigante, sorprende e pone una sfida a colui che lo legge, suscitando la curiosità e la voglia di saperne di più. La stessa soluzione diverte e persino, a volte, stupisce per la sua semplicità.
IL LIBRO
Molti lamentano la crisi della cultura scientifica e la diffusione di un analfabetismo scientifico e tecnologico che inizia nella scuola e sarebbe alimentato da una diffusa ostilità nei confronti della scienza. Il modo di curare questa malattia consisterebbe nel propinare una overdose di informazione e divulgazione scientifica improntata a immagini positive e in contrasto con la cultura umanistica «parolaia».
Questo libro si propone di dimostrare che il male ha cause ben diverse. La crisi attuale è alimentata dai fautori di un rozzo scientismo di stampo positivistico, dai divulgatori che presentano in modo magico e acritico ogni risultato scientifico-tecnologico e da coloro che escludono la scienza dalla cultura, riducendola a tecniche di «problem-solving », a mera abilità pratica, in definitiva priva di attrattive per chi continui a nutrire interesse per la conoscenza.
Il volume collega la crisi della cultura scientifica a un disastro educativo che sta sgretolando le fondamenta delle strutture dell’istruzione. Sotto l’influsso di teorie pedagogico-didattiche sedicenti progressiste la scuola si sta trasformando da luogo di formazione e di cultura in un laboratorio di metodologia dell’autoapprendimento. Come ha scritto Jean-François Revel, «la decadenza dell’insegnamento da trent’anni è conseguenza di una scelta deliberata secondo la quale la scuola non deve avere come funzione la trasmissione della conoscenza».
Il libro è concentrato sul caso italiano ma molte delle riflessioni sviluppate hanno valore più generale e mettono in luce un processo che è espressione di una crisi della cultura occidentale in alcuni dei suoi nodi nevralgici: la cultura scientifica, la scienza e il suo insegnamento.
L'AUTORE
GIORGIO ISRAEL è professore ordinario di Matematiche complementari presso l’Università di Roma «La Sapienza». È membro dell’Académie Internationale d’Histoire des Sciences ed è stato professore presso l’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi. È autore di più di duecento articoli scientifici e di una ventina di libri tra cui: The Invisible Hand. Economic Equilibrium in the History of Science (con B. Ingrao), MIT Press, 2000; La visione matematica della realtà, Laterza, 2003 (3ª ed.); The Biology of Numbers (con A. Millán Gasca), Birkhäuser, 2002; La macchina vivente. Contro le visioni meccaniciste dell’uomo, Bollati Boringhieri, 2004; Liberarsi dei demoni. Odio di sé, scientismo e relativismo, Marietti, 2006.
RECENSIONI
«Liberal», 6 marzo 2008
«Lungi dall’essere una noiosa anamnesi di date, documenti e interventi che a vario titolo hanno accelerato il collasso, Chi sono i nemici della scienza? […] si segnala come un’analisi originale e impietosa di alcune tra le più grandi e troppo spesso taciute aberrazioni ideologiche che hanno tramutato la scuola in una creatura acefala e deforme.»
L’autore di queste pagine ribalta molte delle affermazioni correnti sulla fede, la scienza e la tecnica. La fede, innanzitutto, non è un’invenzione umana: è vero il contrario, l’uomo è una creatura della fede. La scienza, invece, è un prodotto dell’uomo. «L’aspirazione verso la verità e la comprensione – ha scritto Albert Einstein – sorge dalla sfera della religione.»
La tecnica, poi, è stata rappresentata come il frutto dell’albero della scienza. Anche in questo caso è vero il contrario: la scienza è una teoria sulle ragioni che fanno funzionare la tecnica. La locomotiva è nata prima della termodinamica, i vaccini prima dell’immunologia, l’allevamento equino prima della teoria dell’evoluzione. Come ha ammesso Francis Bacon: «A dire il vero, col sorgere della scienza esatta, la scoperta delle cose utili cessò».
In uno slancio di concretezza, la scienza moderna ha smarrito l’anima e scoperto il cervello. Si accinge ora a decifrare il destino, nostro e della specie, negli oscuri meandri del DNA. Ci si augura che, al di là delle elaborazioni dei bio-tecnologi, essa non rifiuti l’eterno profumo di mistero e di incanto che emana dalla natura, e seguiti a provare un’accorata nostalgia dell’anima.
L'AUTORE
GIUSEPPE SERMONTI (Roma, 1925), genetista dal 1950 presso l’Istituto Superiore di Sanità in Roma, ha fondato la genetica dei microrganismi produttori di antibiotici e ha presieduto la International Commission for Genetics of Industrial Microorganisms. Nel 1964 vince una cattedra di Genetica e nel 1970-71 presiede l’Associazione Genetica Italiana. Nel 1980 è eletto alla vicepresidenza del XIV Congresso Internazionale di Genetica a Mosca. Lo stesso anno è chiamato alla direzione della «Rivista di Biologia» (fondata nel 1919). In quel periodo inizia la sua critica allo Scientismo e all’Evoluzionismo darwiniano, che lo isola dall’establishment accademico. Nel 1982 l’Accademia Pontificia lo invita a partecipare a un gruppo di lavoro sull’Evoluzione dei Primati. Nel 1986 è tra i fondatori, a Osaka, del gruppo degli Strutturalisti dinamici, di cui la «Rivista di Biologia» diviene l’organo. Alla ricerca dei significati non utilitaristi della scienza, indaga e scopre leggi naturali e tecniche chimiche nelle fiabe del focolare. Scrive e rappresenta drammi sui protagonisti della scienza. Nel 2004 riceve il Premio per la Cultura della Vicepresidenza del Consiglio, per le sue ricerche e critiche scientifiche. Pubblica indagini sulla nascita degli alfabeti dalle costellazioni dello Zodiaco.
Tra le sue opere scritte o riedite negli ultimi anni, Il mito della Grande Madre (2002), Il crepuscolo dello scientismo (1971, 2002), Dimenticare Darwin (1999, 2003), Fiabe di tre reami (1986-92, 2004), Why Is a Fly Not a Horse? (2004), Tra le quinte della scienza (commedie, 2007), Il Tao della biologia (Lindau, 2007).
Da quando l’uomo osserva la volta celeste ipotizza che lassù tra le stelle ci siano mondi abitati da esseri viventi intelligenti. Oggi alcuni scienziati ritengono che esistano elevate probabilità di trovare forme di vita strutturalmente semplici come i batteri in pianeti che orbitano attorno a stelle simili al Sole. Se ciò si rivelasse vero potremmo pensare che su altri corpi celesti si replichi in futuro – o si sia già ripetuto – quanto è avvenuto sulla Terra, dove la vita sarebbe appunto comparsa con i batteri dopo la formazione dei primi mari.
Non sappiamo quanto sia grande l’universo e quindi non possiamo dire quanti pianeti esistano. Sappiamo però che nella nostra galassia ci sono almeno quattrocento miliardi di stelle e che l’universo è popolato da almeno cento miliardi di galassie, ognuna formata da decine o centinaia di miliardi di stelle. Grazie al progresso tecnologico la scienza si muove a una velocità sempre maggiore, scava in profondità, scardina certezze, disegna nuovi scenari, pone interrogativi. Le ipotesi sul terreno, scrivono Battaglia e Ferreri, sono molte, non tutte supereranno la prova dei fatti ma chiunque sia mosso da un autentico desiderio di conoscenza vi si deve confrontare, innanzitutto su un piano culturale. Perché dovremmo ritenere che la Terra sia unica? Perché, se le leggi fisiche che conosciamo sulla Terra valgono in tutto l’universo, non dovrebbe essere lo stesso per le leggi biologiche? Porsi queste domande significa prepararsi a riconoscere che non siamo soli, una prospettiva che fino a ora avevamo raccontato come una fantasia, confinandola nel mondo immaginario, a volte sogno, a volte incubo.
Un viaggio a fianco delle famiglie per approfondire tutti gli aspetti principali del mondo biologico, del consumo e dell’agricoltura sostenibile: caratteristiche, origini, controllori, prodotti, prezzi, marchi, qualità, indirizzi e anche un sito internet www.biologicoblog.it/bioequamente imparare a spendere meglio per la propria alimentazione, salvaguardando salute e portafoglio.
Luca Reteuna, classe 1960, giornalista dal 1981, ha scritto soprattutto di scienza e di tutela dei consumatori. Al biologico si è avvicinato professionalmente durante l’esperienza di quadro direttivo del sistema camerale.