Noi esseri umani possiamo dirci soddisfatti: siamo la specie dominante su questo pianeta, facciamo avanzare a grandi passi scienza e tecnologia e il nostro progresso sembra infinito. Abbiamo posto noi stessi e la nostra intelligenza al centro dell’universo e stiamo pensando di attribuirci un nuovo nome, Homo deus, per le nostre capacità quasi divine. Eppure, se osserviamo il nostro operato con occhio più disincantato, il nome che ci meritiamo davvero è Homo narcissus, in omaggio al nostro sfrenato egocentrismo e alla nostra incapacità di vederci come parte di un mondo che stiamo devastando.
Il ritratto che fa di noi di Nicholas P. Money è un salutare bagno di realtà, necessario a ridimensionare l’altissima stima che abbiamo della nostra specie. In brevi e incisivi capitoli Money ricostruisce la nostra carta d’identità biologica: come ci siamo evoluti, come funzionano i nostri corpi, come ci siamo diffusi sul pianeta, come nasciamo e come moriamo. Non siamo poi così speciali rispetto ad altri animali: i nostri organi sono più o meno gli stessi; abbiamo altrettanti geni di un pollo ma meno di molte piante; squali e vongole sono molto più longevi di noi. E, soprattutto, la nostra intelligenza è un’arma a doppio taglio: ci ha permesso di conquistare il nostro ambiente, ma al costo di trasformarci in vandali su scala planetaria, col risultato di portare intere specie sull’orlo dell’estinzione. La nostra coscienza scatena il terrore per la morte individuale, ma restiamo ciechi di fronte alla tomba collettiva che ci scaviamo giorno dopo giorno.
La scimmia egoista è una fotografia spietata e oggettiva dell’umanità, un ultimo grido di allarme per farci scendere dal piedistallo e salvare il nostro futuro. Possiamo anche non ascoltarlo, ma non dobbiamo sorprenderci se, quando ci saremo finalmente estinti, il resto del pianeta tirerà un sospiro di sollievo.
In un tempo in cui la maggior parte dell'umanità si è allontanata da una vita a contatto con la natura, dirigendosi verso una eccessiva medicalizzazione anche dei più piccoli disturbi fisici, l'autrice - in contatto con i più famosi monasteri e conventi d'Italia - ha scelto di farsi raccontare la sapienza erboristica e medica che monaci e frati hanno coltivato fin dai tempi più remoti. In un viaggio entusiasmante Anna Maria Foli ha incontrato abati e madri badesse, priori e superiori, attingendo ai codici medievali della tradizione sul cosiddetto "giardino monastico" e ai ricettari della farmacia di San Salvatore a Gerusalemme, scoprendo che l'interesse per la psicosomatica e la terapia olistica fiorì proprio negli antichi conventi. Un grande prontuario di ricette terapeutiche, tutte naturali, attinte dall'antica sapienza di monasteri e conventi. Una guida pratica al riconoscimento delle erbe officinali e al loro uso medicinale, cosmetico, aromatico, dietetico. Di ogni rimedio, la storia, gli aneddoti, le caratteristiche, le proprietà curative, la preparazione e le modalità di utilizzo.
Da Assisi al monte della Verna, nel Casentino, da Moncasale nei pressi di Sansepolcro, nella Valtiberina Toscana, all'Alpe di Catenaia e all'Alpe della Luna, le montagne attraversate da Massimiliano Ossini sono luoghi mistici, in cui natura e spiritualità trovano il loro equilibrio e in cui la bellezza di spazi incontaminati abbraccia fede, storia e cultura. Massimiliano Ossini, in questo libro, ripercorrendo anche molti luoghi toccati da san Francesco nel suo peregrinare, ci accompagna lungo un itinerario in cui il trionfo naturalistico delle nostre montagne e la loro carica mistica ci permettono di riscoprire e di rendere più chiaro ciò che abbiamo dentro.
La sua immagine è dappertutto. Su tazze, magliette, sui muri delle città, su spille e borse; e le sue frasi e i suoi aforismi sulla scienza e sulla vita sono citati ogni giorno. Albert Einstein è il vero scienziato iconico del secolo scorso; il suo nome – anche per chi fatichi a masticare le teorie fisiche – è sinonimo di genio eccentrico (famoso l’aneddoto che vuole il suo guardaroba pieno di completi identici così da non perdere tempo al mattino a pensare come vestirsi); saggezza bonaria; ma anche risolutezza (si pensi a quando scrisse al presidente Roosevelt invitandolo a dare il via a quello che sarebbe stato il programma nucleare americano che portò alla prima bomba atomica). Il suo aspetto in apparenza trasandato ha ispirato decine di trasposizioni cinematografiche con al centro uno scienziato bizzarro (basti pensare al mitico Doc di Ritorno al futuro, il cui cane non a caso si chiama Einstein!). Con la sola forza della sua mente e delle sue idee Einstein ha rivoluzionato il modo in cui concepiamo e interpretiamo il mondo e l’universo, e se basta una sola formula dal potenziale dirompente – E=mc2 – per decretarne l’immensa eredità intellettuale, l’immagine che oggi percepiamo supera quella del semplice scienziato. Einstein è diventato una vera e propria icona pop, sinonimo di genialità assoluta, visionarietà, fonte di ispirazione e modello per milioni di persone. Un simbolo. È proprio da qui che prende le mosse Einstein Forever, il racconto appassionato di come un «semplice» fisico abbia cambiato il mondo e sia diventato un genio iconico e un personaggio universalmente riconosciuto. Con il suo stile personale e coinvolgente Gabriella Greison ci fa rivivere gli anni americani di Einstein, la sua vita e i suoi pensieri, ripercorrendo le tappe che lo hanno portato a stravolgere letteralmente la nostra concezione del mondo e dell’universo. A seguito di ricerche, interviste, incontri sul campo in America, e dopo la consultazione di materiale d’archivio nei centri di ricerca di tutto il mondo, Greison ci restituisce un Einstein quanto mai umano, immerso nel suo tempo, un sognatore instancabile preoccupato del destino dell’uomo e un divulgatore capace di incantare con le sue storie. Einstein Forever è una spudorata dichiarazione d’amore nei confronti di un uomo fuori dall’ordinario che ha insegnato – e continua a insegnare – a tutti noi a superare i limiti dell’immaginazione e del pensiero.
Medici autorevoli sostengono che l'omeopatia non ha alcuna efficacia. Affidabili siti internet scrivono nero su bianco che nei preparati omeopatici non c'è nulla se non acqua o zucchero. Eppure ci sono altri medici che prescrivono e farmacisti che vendono cure omeopatiche, e molte persone che conosciamo, di cui non possiamo mettere in dubbio né l'intelligenza né la buona fede, affermano di avere tratto grandissimi benefici dall'omeopatia. In questo libro, Roberto Burioni passa in rassegna bugie, leggende e verità di un metodo di cura seguito da oltre 9 milioni di italiani. Parla delle idee di Samuel Hahnemann, il fondatore, duecento anni fa, dell'omeopatia; della teoria dei quattro umori e del salasso come rimedio universale; di un elusivo batterio che un medico francese alla disperata ricerca di una cura per l'influenza spagnola trovò in grande quantità nel fegato e nel cuore di un'anatra muschiata; della tecnica delle infinite diluizioni alla base delle preparazioni omeopatiche, del numero di Avogadro, delle leggi della chimica e dell'esperimento che trent'anni fa rischiò di farle saltare, ipotizzando l'esistenza di una "memoria dell'acqua"; di un illusionista innamorato della razionalità scientifica; delle prodigiose proprietà della luce di Sole, Luna e Saturno, della nota Fa e del Muro di Berlino, tutti infinitamente diluiti; di effetto placebo e di sperimentazioni "in doppio cieco"; di omeopatia e Servizio sanitario nazionale. Questa appassionante carrellata di storie, personaggi, fatti incontrovertibili e opinioni a confronto - alla ricerca della verità, senza diluizioni - si conclude con una domanda: gli omeopati hanno qualcosa da insegnare ai medici "tradizionali"? La risposta ci sorprenderà.
La pace che cammino di speranza: dialogo, riconciliazione e conversione ecologica.
Messaggio del Santo Padre Francesco per la celebrazione della 53ma Giornata Mondiale della Pace 1° gennaio 2020
Come eseguire a mente un'operazione che sembra impossibile? Come stupire gli amici con magici giochi di carte? C'è un segreto per risolvere velocemente un Sudoku? E per leggere il pensiero? Occorre fare i conti con la matematica! La matematica è quella cosa, dice Eastaway, che «spesso ci fa sentire stupidi e anche un po' arrabbiati», ma grazie a questo libro, che ne mette in mostra l'aspetto giocoso, diventerà semplice e divertente, persino sorprendente: riusciremo così a trasformare la nostra frustrazione e il nostro senso di inadeguatezza in coraggio intellettuale e voglia di metterci alla prova. Eastaway lancia una sfida a tutti coloro che non si sentono portati per la matematica, una sfida che davvero vale la pena di raccogliere, per scoprire quanto interessante, creativo e stimolante può essere il mondo dei numeri e della logica.
Il libro analizza i caratteri biologici e culturali dell'identità. In tal senso, l'Identità di un vivente coincide con l'Informazione che esso possiede: con la sua quantità, e soprattutto con il suo livello di organizzazione. L'Informazione non cognitiva corrisponde al livello biologico, mentre l'Informazione cognitiva è quella cosciente che presuppone uno psichismo evoluto, e che si manifesta con i modi della Cultura. Al contempo, l'Identità non è un assetto statico, ma essenzialmente in divenire. In quest'ottica, s'intreccia continuamente con l'Evoluzione.
In trentadue anni - tra il 1900 (primo articolo sui quanti di Planck) e il 1932 (formulazione rigorosa della teoria da parte di von Neumann) - il mondo è cambiato come mai prima di allora. Non la fisica: il mondo. Fino ad allora tutte le scoperte e le teorie scientifiche avevano messo sotto la lente angoli nascosti della realtà, troppo piccoli o troppo grandi per essere osservati, troppo veloci o troppo lenti per essere descritti. Ma la realtà era sempre lì, non era messa in discussione: solo si dimostrava più elusiva del previsto, ma in definitiva sempre conoscibile. Il trentennio dei quanti - e la lunga, magnifica ed epica disputa tra Einstein e Bohr - ha rotto completamente gli schemi: se la meccanica quantistica è corretta (e lo è), allora la realtà, là fuori, non è compiutamente descrivibile. Nemmeno in linea di principio. Abbiamo sbagliato qualcosa (come voleva Einstein) e le cose si risolveranno? O non abbiamo sbagliato niente (come voleva Bohr) e semplicemente dobbiamo rinunciare alla descrizione completa del mondo (che per quanto ne sappiamo, potrebbe anche non esserci)? Domande pesantissime, che la fisica ha imposto all'indagine filosofica.
La prima è Ipazia, astronoma e studiosa eclettica nella dotta Alessandria tra il IV e il V secolo, rimasta vittima di un pogrom ante litteram. Poi vengono Ildegarda, la visionaria che intuì l'importanza del corpo (idea pericolosamente controcorrente nel Medioevo), Madame de Chatelet, compagna di Voltaire, e Sophie Germain, amica di Gauss, entrambe amanti della scienza e donne anticonformiste nell'Età dei Lumi. Questo è solo l'inizio di una meravigliosa sfilata femminile, anch'essa controcorrente. A essere presentate in Il genio delle donne non sono infatti le classiche top models ma menti brillantissime che dovrebbero essere considerate "vere modelle" da ambo i sessi. È una sfilata che, per fortuna, diventa sempre più numerosa man mano che passa il tempo, grazie alla graduale caduta degli stereotipi sessisti e degli ostacoli nell'accesso agli studi scientifici. Con maschile ammirazione, Odifreddi ricostruisce i percorsi di vita, le difficoltà affrontate, i colpi di genio, la dedizione assoluta e la libertà di pensiero di figure quali Rita Levi Montalcini e Maryam Mirzakhani (prima Medaglia Fields in rosa), Marie Curie e l'astronauta Judith Resnik, l'imbattibile scacchista Judit Polgár e la farmacista cinese Tu Youyou, Nobel per la Medicina. La lettura di questo libro è un viaggio entusiasmante nella versatilità della mente femminile, capace di raggiungere le massime vette in tutte le discipline portando avanti il cammino dell'umanità. Al tempo stesso può servire da sprone alle ragazze di oggi, affinché finalmente si affaccino agli studi scientifici senza un ingiustificato senso di inadeguatezza.
Dopo il secolo della chimica e quello della fisica stiamo vivendo nel millennio delle scienze della vita, della biologia. Icona di questo periodo è un’affascinante doppia elica di straordinaria bellezza: il DNA. Dalla descrizione del vivente alla sua sintesi, dalla rivoluzione genomica ai test genetici diretti al consumatore, tutte le scienze (filosofia, giurisprudenza, economia, medicina) ne sono rivoluzionate. Le applicazioni biotecnologiche del DNA sono capaci di cambiare la prospettiva di che cosa sia umano.
Dall'inizio dei tempi la creatività e l'ingegno scientifico si sono sviluppati di pari passo con la capacità dell'uomo di generare orrori. Sono in pochi a ricordare che, durante la Grande Guerra, il massacro sistematico che sconvolse l'Europa dal 1914 al 1918 fu proprio la causa dell'intuizione di Albert Einstein. Il grande fisico formulò infatti la sua teoria rivoluzionaria mentre imbracciava un fucile a Berlino, stremato dalla fame. Alcuni dei più brillanti scienziati dell'epoca erano impegnati a opporsi ai nazionalismi, oppure a diventare pedine nelle mani del potere, che usava la loro conoscenza per sviluppare micidiali armi chimiche. La relatività era una scoperta rivoluzionaria al punto da rimettere in discussione la concezione dell'intero universo e gli scienziati che la sostenevano vennero perseguitati, così come i giornali che ne avevano parlato. L'astronomo americano A.S. Eddington guidò una pericolosissima spedizione per provare la fondatezza della teoria di Einstein durante una rarissima eclissi solare. Il risultato di questa epica impresa rese la relatività celebre in tutto il mondo.