La malia che sempre esercita un’edizione critica recente (la Leonina), la lusinga di inserire un pensatore autorevole (Tommaso d’Aquino) in una collana seria, sono le occasioni per la presente edizione del de magistro.
Le motivazioni di fondo, che spiegano la riproposta, si raccolgono in una, nella convinzione cioè, che il testo non rappresenta un reperto archeologico, e neanche un documento storico datato, anzi di impone per la vigorosa presas d’atto di istanze inamovibili e mai risolte circa il rapporto dell’uomo alla realtà, alla comunicazione giusta, alla verità, e circa il più squisito evento umano: la trasmissione da mano a mano, da generazione a generazione dei vertici raggiunti.
Per il testo a fronte, oltre ai motivi che solitamwente inducono l’editore, c’è un motivo proprio affidato allo stile della traduzione: rendere invogliante e gustoso il passaggio alla lingua in cui il soggetto é stato pensato e detto, perché l’eterno problema del rapporto maestro discepolo si avvale dell’apporto prezioso di sfumature delicatissime.
In Maria Montessori, pedagogista e scienziata, personaggio complesso e sui generis, si intersecano positivamente interesse e pratica della scienza, ispirata allo "spirito scientifico" e aperta ai più moderni sviluppi del sapere; spiritualità, legata a un cattolicesimo interpretato a suo modo e alle posizioni della teosofia; azione sociale: a difesa dei carcerati, dei bambini disabili, della donna, dell'infanzia mortificata. Tutto ciò raccordato nella centralità della fiducia nelle infinite potenzialità del bambino, all'insegna dell'ottimismo e della libertà e sostenuto da un'educazione discreta, con un ambiente e materiali appositi, che ne sviluppi l'autonomia.
Tutto quel che riguarda l’educativo, il suo essere in sé ma anche quanto a lui si riferisce o con lui si collega, ha una storia parzialmente ripetitiva, che è facile rilevare. L'educativo è una realtà che si coglie immediatamente, quotidianamente. Implica ogni soggetto umano senza nessuna distinzione. Si intranea in tutti gli eventi umani, perché tutto ciò che ha significanza umana a lui si riferisce direttamente o indirettamente. Nessuno, al sentirlo nominare, pensa che sia cosa non saputa, o che, tanto meno, esiga specifiche informazioni o una particolare cultura. Chi però si ferma a riflettervi, chi non è distratto di fronte a esiti positivi o ad esiti negativi (sovente tragici), chi tenta di approfondire anche un elemento minimo di quelli essenziali, prende coscienza di una personale ignoranza, che sembra allargarsi man mano che qualcosa viene acquisito.