Nella storia del Giappone il numero dei cristiani non ha mai superato l'1% della popolazione. Eppure, quella del Cristianesimo in Giappone è certamente una storia affascinante. Dal 1868, con la caduta dell'ultimo shogun e con la modernizzazione del Paese, la fede cristiana fu libera di tornare nell'Arcipelago. Dopo secoli di persecuzioni, se non divenne mai una religione largamente diffusa fra la popolazione, fu in grado tuttavia di conquistare i più alti scranni della società. Con la graduale formazione di uno Stato autoritario e con la proclamazione di un "nuovo ordine" in Asia, il Paese si avviava verso la sua tragica avventura bellica. Nonostante ciò il Cristianesimo non scomparve mai dalla scena pubblica e contribuì in maniera sostanziale allo sviluppo sociale e politico, e, in ultima analisi, alla ricerca della pace. Il testo analizza circa due decenni di storia giapponese quelli del periodo autoritario - attraverso gli occhi dei suoi cristiani.
Quando si festeggia un compleanno, di solito durante il brindisi ci si rivolge al festeggiato e gli si augura "Cento di questi giorni!". Il riferimento, per lo più simbolico, è a una vita piena di soddisfazioni e di bene, nel ricordo di un giorno speciale, quello della nascita. E quando si festeggia il compleanno di una persona con disabilità intellettiva, qual è lo sguardo con cui si considera il suo futuro? "Cinquanta di questi giorni" è una provocazione a riflettere sul fatto che talvolta il nostro modo di pensare alla vita delle persone con disabilità intellettiva è limitato, .dimezzato.. "Cinquanta di questi giorni" è il titolo del cortometraggio scritto e diretto dai registi Matteo Maffesanti e Davide Pachera - con la supervisione scientifica di Angelo Lascioli - e prodotto da Paolo Filippini. Il volume "Cinquanta di questi giorni. Per pensare la sessualità del disabile intellettivo", scritto da Angelo Lascioli in collaborazione con Rosangela Pezzetta, Fabio Tosini e Catya Flori, offre ai lettori una guida ragionata al filmato e un percorso per guadagnare culturalmente il valore e il rispetto del diritto all'affettività e alla sessualità per le persone con disabilità.
Il presente saggio intende rivisitare un testo latino della fine del IV secolo. Viene confermata la non paternità eusebiana. "Amicus Eusebius, sed magis amica veritas" commentò, a suo tempo, Michele Pellegrino! Si tratta di una sorta di "manuale" destinato ai catechisti che avevano il compito di istruire i catecumeni presentando loro i contenuti essenziali della fides nicena.
Il testo si pone l'obiettivo di richiamare l'attenzione sul significato della programmazione sociale e di sollecitare, in specifico, gli operatori sociali a considerarla uno strumento essenziale per il proprio intervento, nel quadro normativo che definisce le responsabilità pubbliche ai vari livelli. Questa sollecitazione scaturisce dalla valutazione che il lavoro sociale ha una sua validità se è parte di un sostanziale disegno di rinnovamento della società o di settori della stessa, o di specifici programmi di sviluppo. Il testo ricostruisce, in sintesi, il cammino politico e culturale per giungere alla prima programmazione nazionale e conseguentemente a porre in evidenza i suoi sviluppi con il decentramento dei poteri a livello degli enti locali. Sarà nelle nuove realtà territoriali che si riconoscerà essenziale lo strumento programmatorio per lo sviluppo delle politiche territoriali. A questo fine assumeranno significato: il territorio quale ambito definito amministrativamente; la funzione politica e la funzione tecnica; le fasi metodologiche per garantire scientificità alla programmazione stessa.
Vengono qui raccolti i saggi, per una buona metà inediti, che per circa un trentennio hanno accompagnato la riflessione filosofica svolta dallo scrivente in margine al mestiere o, se si vuole, alla professione di storico della filosofia, in particolare della filosofia dell'Ottocento e del Novecento. Maurizio Mangiagalli insegna Storia della filosofia presso la Facoltà di Scienze della Formazione della Libera Università Maria SS. Assunta (LUMSA) di Roma, e Filosofia Morale nella Sede di Gubbio della stessa Università.