«“L’ultimo romantico”. Con questa significativa espressione, colta dalle labbra di san Josemaría, Mariano Fazio ci ricorda che il fondatore dell’Opera è stato un appassionato difensore della libertà. Nei suoi insegnamenti, “il rispetto della libertà altrui non fu mai indifferenza, bensì conseguenza dell’amore, della carità, che sa valorizzare ogni uomo nella sua concreta realtà”. Applicandosi l’appellativo carico di nostalgia di “ultimo romantico”, san Josemaría desiderava in primo luogo interpellare i suoi ascoltatori, per suscitare in loro lo stesso amore per la libertà che aveva nel cuore: “Non lasciatemi solo come l’ultimo romantico. Questo è il romanticismo cristiano: amare davvero la libertà degli altri, con tra sporto”»
(Dalla Presentazione di Fernando Ocáriz, Prelato del l’Opus Dei).
Guadalupe Ortiz de Landázuri è sempre stata un’anticipatrice. Unica ragazza tra gli allievi del Colegio di Tetuán, una delle cinque donne che nel 1933 si iscrissero alla facoltà di Chimica dell’Università Centrale di Madrid e una delle prime che affiancarono san Josemaría Escrivá nel suo impegno di diffondere la chia mata universale dei cristiani alla santità.
Attraversò l’oceano per portarne il messaggio in Messico. Tornata in Spagna, discusse la tesi di dottorato e si occupò di insegnamento e di ricerca.
Un decreto di papa Francesco l’ha designata a essere la prima donna dell’Opus Dei che sale agli altari.
In tempi, come quelli attuali, di ardua armonizzazione fra lavoro e vita famigliare, ma anche di grandi opportunità per la donna, la sua vita si offre come esempio per trovare una via verso la santità.
Nato ed educato in un clima familiare intriso di solida fede cristiana, Gianfranco Chiti, di cui è in corso il processo di beatificazione, fin da giovanissimo era entrato nell’esercito coltivando, insieme alle virtù militari, una maturità spirituale che lo avrebbe gradualmente portato, attraverso le vicende della guerra, della prigionia e della responsabilità di comandante e di stratega-educatore delle nuove leve, alla scelta della vita religiosa tra i frati cappuccini e al sacerdozio. L’esperienza dolorosa dei campi di internamento ne affinò lo spirito e lo condusse a una graduale “amicizia” e intimità con Dio, in particolare con la passione di Cristo, al quale riferiva i suoi compagni di sventura e nel quale andò scoprendo il senso positivo delle sue sofferenze. Ne fanno prova le lettere, qui pubblicate per la prima volta, che egli scrisse a padre Edgardo Fei, il suo cappellano militare (autore di un Diario di guerra, qui raccolto, che ne dà viva testimonianza) dopo la resa del suo battaglione a Baldissero Canavese il 4 maggio 1945 e il successivo internamento nei campi angloamericani di Tombolo, Coltano e Laterina in Toscana.
Non è vero che siamo nel caos. È vero tuttavia che siamo in una difficile situazione. In tale quadro diventa perciò interessante allungare lo sguardo anche al là dei limiti dell’attuale ordine costituito. Mettendosi su questa via la prima e più imponente realtà in cui ci si imbatte in Italia è la visione del mondo cristiana, oggi in larga misura tagliata fuori dalla vita pubblica del Paese. Che cosa da essa può saltar fuori di buono per tutti? Vale certamente la pena di domandarselo.
«Vivere una vita lunga e umanamente ricca con la persona di cui ci si è innamorati rimane un profondo e costante desiderio del cuore. Ma la vita insieme è qualcosa che non si improvvisa: oggi più che mai è necessario in primo luogo comprendere in che cosa consiste questa specialissima relazione uomo-donna, che contiene in sé il progetto del per-sempre; è necessario riflettere su quali sono le sue inevitabili difficoltà, ma anche su quali possono essere i pensieri-guida che aiutano a nutrirla, a rinnovarla e quando necessario anche a ripararla. Sono necessari pensieri di buona manutenzione, ma anche pensieri che aiutano a gestire gli inevitabili conflitti per poterli superare. L’autore non si rivolge alle coppie in crisi ma a tutte le coppie, in ogni fase del loro percorso, per aiutarle a riscoprire il valore della loro relazione e il suo significato pienamente vocazionale, toccando punti che è indispensabile conoscere: la scoperta dell’identità specifica di ogni coppia, la centralità di un buono scambio sessuale, l’importanza del concetto dei «Punti di vista», che ci aiuta ad uscire dalle contrapposizioni sterili e a rinunciare alla questione impossibile su chi ha «oggettivamente» ragione in un conflitto. Si tratta di riflessioni che hanno una forte ricaduta operativa nella vita della coppia e che, se ben assimilate, possono rendere davvero migliore la vita insieme».
Mariolina Ceriotti Migliarese
«L'antologia dei più importanti lavori pubblicati in campo astronomico tra il 1900 e il 1975 contiene ben sei articoli di Eddington contro i quattro di Einstein e Hubble. Nessuno lo supera e nessuno lo eguaglia» (Patrizia Caraveo, astrofisica italiana). Ma oltre che un grande fisico e un maestro, Eddington fu, come tutti i geni, anche un uomo sensibile al fascino della speculazione filosofica e teologica. Questa meditazione che ci ha lasciato, La Scienza e il mondo invisibile, ne è un saggio d'inossidabile attualità, che si colloca nel solco di una storia più ampia, spesso sconosciuta se non deliberatamente trascurata, che passa da giganti della scienza come Newton, Kelvin, Faraday e che a Eddington fa dire: «Per quanto mi riguarda non ho dubbi, riesco a sentire il pensiero di Dio».
La fragilità dei rapporti coniugali ha raggiunto vette drammatiche: i matrimoni basati solo sull'innamoramento sembrano più fragili persino di quelli combinati. In effetti, il vero matrimonio non si costruisce solo con il sentimento, ma imparando ad amare e cercando la felicità dell'altro (e degli altri...). È importante ricordare che quando ci si sposa si entra in un tessuto relazionale molto più ampio rispetto al binomio «io-tu» dei coniugi. Se la coppia saprà comprendere questo portato relazionale, saprà mettersi alla scuola dell'amore autentico vincendo le sfide del nostro presente così «liquido». Il nuovo libro di don Ugo Borghello, che ha dedicato lunghi anni all'ascolto delle coppie, è una guida preziosa per continuare a credere nel «sogno dell'amore per sempre». E non restarne delusi.
I papi del XX secolo formano una serie continua di personaggi di rara grandezza, anche semplicemente sotto il profilo umano. Nel corso del secolo appena trascorso, la Chiesa ha rinnovato profondamente la propria cultura, ha portato a termine una riforma della liturgia di rara profondità, ha riscoperto la sua più autentica funzione missionaria e si è data le strutture in grado di affrontare le sfide del XXI secolo. Ma soprattutto ha riscoperto che la Chiesa la edificano i santi e non i convegni di pastorale: i papi del XX secolo sono o saranno tutti proclamati santi.
"Le vite dei santi hanno sempre un certo fascino e chi vi si avvicina non rimane mai deluso. Queste pagine, però, hanno qualcosa in più: nel racconto delle loro vite l'autore ci fa riflettere non soltanto su come ogni chiamata ha avuto delle ripercussioni nella società del proprio tempo, ma anche come l'esempio del santo è attuale anche per noi. Con l'acutezza e la precisione del professore di matematica, Joseph Grifone mette in relazione la fede del santo con un aspetto del mondo che viviamo: fede e ragione in Tommaso d'Aquino, fede e impegno nella società minacciata dal relativismo in Tommaso Moro, fede e cultura in Edith Stein, scienza e fede in Jerome Léjeune. Ciò che sorprende, leggendo queste pagine avvincenti, è il carattere attuale, contemporaneo direi, della figura di questi santi e del loro esempio. Nelle loro problematiche, nella fedeltà alla loro vocazione, possiamo scoprire i nostri problemi, le nostre sfide, i nostri compiti" (card. Robert Sarah).
Pubblicato in Francia nell'Anno della Fede, questo libro di Joseph Grifone è in piena continuità con l'esortazione apostolica "Gaudate et esultate" di Papa Francesco, nella quale si ricorda a tutti i cristiani la chiamata alla santità.
Lo smartphone è ormai un regalo quasi scontato alla prima Comunione. Pochi però si chiedono se sia una buona idea mettere nelle mani di un bambino di 9 o 10 anni uno strumento così potente. Eppure, scegliere l'età giusta per dare a un ragazzo un cellulare è una decisione importante, perché spalanca le porte di un nuovo mondo, ricco e complesso, destinato a occupare una parte significativa della vita di chi lo utilizza. Con questa guida breve ma documentata l'autrice invita ogni genitore, insegnante, educatore a valutare attentamente i motivi per cui varrebbe la pena aspettare a regalare uno smartphone più a lungo di quel che il mercato, la moda e «gli altri» tendono a farci credere. Non si tratta di demonizzare uno strumento dalle straordinarie potenzialità, ma semplicemente di usarlo al meglio. I nostri figli, e anche noi.