
Erasmo e Voltaire hanno attirato il nostro interesse in virtù del ruolo che hanno avuto nei momenti di svolta della cultura occidentale. Finora non era mai stato proposto uno studio esaustivo che delineasse un ampio confronto tra queste due importanti figure, alla luce delle diverse fasi delle loro carriere filosofiche, dei loro testi e della loro rilevanza storica. In questo saggio Ricardo Quinones dimostra che questi autori contribuirono in modo rilevante al cambiamento nelle loro epoche, e chiarisce perché essi possono essere considerati dei maestri del moderno liberalismo.
In questo volume Bion approfondisce e sviluppa i temi cruciali già affrontati in "Apprendere dall'esperienza" e in "Gli elementi della psicoanalisi". Bion propone di applicare in psicoanalisi quella teoria delle trasformazioni già utilizzata da molto tempo in geometria, in geografia e in altre discipline. Lo scopo di Bion è quello di tradurre e formalizzare l'esperienza analitica nei termini della teoria delle trasformazioni. Da questo punto di vista, tutto ciò che diventa conoscibile in analisi appare il risultato di tre tipi fondamentali di trasformazioni.
Ancora oggi è presente una viva inquietudine tra i genitori e gli insegnanti, uniti a far fronte a certi giovani i cui comportamenti provocano una sorta di malessere comune più o meno diffuso. I giovani spaventano quando non sono il riflesso delle proiezioni degli adulti, quando osano mettere in atto quelle pulsioni che gli adulti hanno rifiutato. Pierre G. Coslin guida i lettori alla scoperta della diversità dei comportamenti di questi adolescenti che sbandano e aiuta a comprenderli meglio, stimolando la riflessione sui modelli di riferimento che la società potrà proporre loro.
Gli psicologi, i neurobiologi, gli antropologi, i filosofi, nonché gli studiosi delle religioni, si sono sempre sforzati di capire l'uomo. Ognuno di essi ha però necessariamente avuto un punto di vista specifico rischiando di perdere il senso della totalità. Questo saggio vuole essere un tentativo di vedere l'insieme: il pensiero mistico primitivo e il pensiero arcaico prelogico. Tali mentalità, viste attraverso la formazione del rito e del mito a partire dai testi più antichi dei poemi assiro-babilonesi e delle varie altre mitologie, ci offrono le prospettive primitive del rapporto uomo-mondo.
Federico II di Svevia è stato sempre considerato uno dei personaggi più affascinanti della storia europea e uno dei principi medioevali che ancor oggi suscitano ammirazione.
Al di là della sua grandezza come precursore dello Stato moderno, Federico II fu celebre per il suo interesse per la cultura e per la natura. Dalla corte siciliana, infatti, nacque la poesia in lingua volgare, riconosciuta da Dante come un fenomeno di eccezionale portata. Pur fra i disagi della guerra, l'Imperatore svevo non dimenticò mai di coltivare i suoi interessi relativi alla scienza, alla poesia, all'astrologia, alla filosofia, alle religioni e alle leggi del buon governo.
Lo hanno chiamato "Stupor Mundi", lo stupore del mondo. Stupefacente, infatti, fu la pace con l?islam, da lui voluta nel 1229, dopo il sistematico rifiuto delle crociate. Per la sua tolleranza nei confronti dei musulmani Federico subì molte scomuniche papali, ma dimostrò che con l'Islam la pace era possibile.