
"Nel corso della mia pratica professionale di medico di malattie nervose mi ha da tempo colpito il fatto che, accanto alle molte diversità individuali della psicologia umana, esistono anche "differenze di tipi": più specialmente mi hanno colpito "due tipi", che ho denominato "introverso" ed "estroverso"..." L'opera, forse la più famosa di Jung, non descrive soltanto quella polarità caratteriale alla quale può essere ricondotta ogni altra diversità del comportamento umano, ma si presenta come un trattato di psicologia junghiana, prodigo di informazioni, di casi clinici, di una cultura sterminata. Dunque un libro di grande respiro, che è anche una storia del pensiero umano.
Il libro si colloca nell'ambito della "prospettiva interpersonale": non esistono menti isolate, ma solo soggettività in dialogo e in interazione fra di loro, dunque i fenomeni psicologici possono essere compresi (e i disturbi possono essere curati) solo se si tengono presenti i "contesti intersoggettivi", le "relazioni tra persone" in cui i fenomeni avvengono. Si tratta di uno degli indirizzi più attuali e più seguiti del pensiero psicoanalitico, e in quest'ottica gli autori riconsiderano argomenti fondamentali della psicoanalisi classica, quali i processi inconsci, l'origine traumatica della psicopatologia, il ruolo delle fantasie. La seconda parte del volume è dedicata ad aspetti clinici: l'alleanza terapeutica, le situazioni di "blocco".
Ridere è veramente importante per tutti noi e in qualsiasi momento della vita. Non dobbiamo perdere occasione di farci una risata o, comunque, di affrontare gli eventi quotidiani con un sorriso sulle labbra o nel cuore. Contro i rischi dell'ansia e dello stress, sostiene l'autore, dovremmo leggere ogni sera prima di addormentarci qualche pagina di un libro umoristico. Perché ridere fa bene? Il libro sintetizza le conclusioni a cui sono giunti psicologi e psicoanalisti riguardo ai meccanismi dell'umorismo e riporta i risultati di una serie di ricerche svolte negli Stati Uniti e in Italia: la risata ci permette di liberarci dei nostri impulsi inibiti in un modo che è piacevole e non danneggia gli altri.
Secondo l'autrice un certo ottimismo cristiano e la fede di stampo illuministico nella necessità del progresso ci hanno reso inermi di fronte al male. Il quale però, oggi, ci si presenta ormai come una realtà irriducibile. Ed è proprio su questo terreno che la saggezza realistica e disincantata delle fiabe può offrire un contributo significativo alla formulazione di una psicologia antropologica dell'Ombra, il lato oscuro del carattere umano.
Rivolgendosi a chi lavora con gli anziani e li assiste, l'autore afferma che, come per l'analista è importante riflettere su ciò che prova nei confronti del paziente, così il senso più vero del parlare di psicologia e invecchiamento agli operatori e alla gente comune sta nell'attribuire importanza ai vissuti personali e collettivi, più o meno chiari e coscienti, attivati dai vecchi, nella convinzione che questi vissuti abbiano un forte valore dinamico e orientino i nostri pensieri, le nostre attese e i nostri comportamenti.
Verso la fine degli anni venti Jung scopre singolari affinità tra antichi simboli cinesi e i sogni dei suoi pazienti: inizia così a studiare i testi alchimistici. Dopo quindici anni di lavoro pubblica questo volume. La tradizione alchimistica e la pratica analitica hanno in comune il tentativo di creare una realtà nuova e superiore: da una parte l'oro, la pietra filosofale, dall'altra la "presa di coscienza" della psicologia moderna. L'alchimia in sostanza è espressione di una pulsione a trasformare la materia prima dell'esperienza in conoscenza. Jung allarga la sua indagine alla saggezza orientale e a esperienze culturali che hanno una radice comune, mostrando come le scoperte scientifiche possano in realtà essere il ritrovamento di universali esperienze.
A partire dalle scoperte di Freud, la psicoanalisi come teoria della mente ha attinto i suoi dati a due fonti principali: la clinica degli adulti e l'osservazione del bambino. Stern parla in questo senso di "bambino osservato" e "bambino clinico" e già Bowlby considerava essenziale per il progresso della teoria psicoanalitica una tale dialettica tra indagine "retrograda" (la clinica) e indagine "anterograda" (l'osservazione). Allo stesso ambito di riflessione appartiene tutta l'opera di Pine, come appare dalla struttura di questo volume, diviso in due parti: "Aspetti dello sviluppo da una prospettiva clinica" e "Aspetti del processo clinico da una prospettiva evolutiva".
Ebraismo, cristianesimo e islam affermano di avere in Abramo lo stesso padre: ma i miliardi di loro seguaci in genere lo ignorano. Questo volume si propone di ricordarlo affiancando passi della Bibbia ebraica, del Nuovo Testamento e del Corano, alla ricerca di quanto le tre religioni dicono sugli stessi temi nel loro testo di fondazione, cioè nel loro momento iniziale, prima che teologi e chiese ne trasformassero lo spirito originario. Il libro non dà giudizi e non intende rispondere alla domanda che sembra implicita in un confronto di tal genere: quale sia la religione migliore, la più giusta, la più profonda.
Dodici capitoli principali costituiscono l'ossatura dell'opera: sono trattazioni di tutte le principali scuole di terapia della famiglia, scritte da esponenti di primo piano di ciascun orientamento. La sezione clinica è preceduta da un'introduzione storica e concettuale e seguita da una sezione dedicata a particolari aspetti della professione, quali la formazione e la supervisione, il trattamento dei casi di divorzio e gli aspetti etici e legali. L'edizione italiana, condotta sulla seconda edizione americana, è arricchita da una sezione dedicata alla ricerca in terapia della famiglia, da una trattazione dell'approccio familiare nei Servizi pubblici e una sezione dedicata alle scuole italiane di terapia della famiglia
"Per dare un futuro alla democrazia, si deve rifondarla fino in fondo e, per prima cosa, nella relazione fra l'uomo e la donna dove l'identità naturale non ha ancora raggiunto uno status civile. Cambiare le relazioni fra l'uomo e la donna nella coppia, nella genealogia, in tutti gli incontri privati e pubblici sarebbe un cammino per rendere più democratiche le famiglie culturali, religiose, politiche. Tale via è d'altronde indispensabile per permettere all'Europa di diventare un'Unione fra cittadini e cittadine e non un gran mercato dove ciascuno(a) gioca alla competizione con ciascuno(a). La democrazia che incomincia a due si propone di iniziare la strada, e di scoprire un nuovo alfabeto e una nuova grammatica politici."