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I Mechanica appartenenti al Corpus Aristotelicum costituiscono il più antico trattato greco di meccanica che ci sia pervenuto. Essi hanno avuto un ruolo determinante nello sviluppo della scienza antica e moderna, almeno fino a Galileo, che ben conosceva questa opera. Il testo greco è riprodotto ... secondo l’edizione di Immanuel Bekker, tranne in alcuni punti in cui la curatrice se ne discosta.
“Io non sono uno storico della letteratura, bensì un lettore-critico militante interessato soltanto ad alcune manifestazioni della nostra più recente narrativa: trascuro tutte le altre che, per alcuni, ne costituiscono la parte più preponderante. Dunque non una (pur piccola) storia: mi sono ... limitato a stendere un filo in cui ho appeso, sapendo che sapeva sostenerle, le novità della narrativa in lingua italiana quali si sono manifestate negli ultimi sessant’anni. Tutte? Non lo so: certo le più significative. Ripeto che questa qui abbozzata non è la storia della narrativa italiana degli ultimi sessant’anni, ma solo un ramo di essa. Dal gomitolo aggrovigliato e confuso ho colto un filo che spuntava nervoso e l’ho tirato servendomene come anima in cui inanellare i narratori scontrosi.” Guglielmi traccia un originale bilancio della letteratura italiana contemporanea, dal 1950 a oggi, riflettendo sul rapporto tra realtà e rappresentazione artistica – un rapporto che chiama in causa categorie complesse come quelle di realismo o di imitazione. Contro la tesi facile di un contemporaneo “ritorno alla realtà” (in autori come Ammaniti, Lucarelli, Saviano, Scurati), Guglielmi oppone la convinzione che il reale sia orizzonte e obiettivo obbligato della scrittura. Dalla realtà il romanzo non può fuggire.
“Dopo che l’esperienza
mi ebbe insegnato come fossero vane
e futili tutte quelle cose
che capitano così frequentemente
nella vita quotidiana, decisi infine
di cercare se ci fosse qualcosa
che mi facesse godere in eterno
di una continua e somma letizia.”
...
Il volume offre al lettore italiano le opere complete di Baruch Spinoza, per la prima volta presentate con testo a fronte, secondo l’ormai storica edizione critica di Carl Gebhardt, opportunamente adattata. Vissuto nel pieno della rivoluzione scientifica e nel clima di fervore religioso e politico dell’Olanda del Seicento, Spinoza rappresenta uno dei pensatori più importanti della storia del pensiero Occidentale. La sua riflessione si forgia alla confluenza di molteplici tradizioni, unificando in una sintesi di straordinaria ricchezza tanto suggestioni tipicamente ebraiche quanto i risultati più avanzati della nuova filosofia cartesiana. Destinato dapprima a un’unanime condanna dai suoi contemporanei, immortalato poi nell’immagine dell’“ateo virtuoso”, Spinoza è oggi al centro del dibattito filosofico internazionale, per l’estrema rilevanza sia storiografica che intellettuale ricoperta dai suoi scritti. Se il Trattato teologico-politico può ben dirsi uno dei manifesti del liberalismo seicentesco, i cui valori di tutela della libertà di pensiero e di culto costituiscono senz’altro uno dei fondamenti della nostra civiltà, dalle pagine dell’Etica emerge un sistema metafisico, epistemologico e morale con cui i grandissimi nomi della filosofia successiva – da Leibniz a Hegel, da Marx a Nietzsche – hanno sempre avvertito l’esigenza di confrontarsi. Ma il lettore potrà meglio destreggiarsi tra le pagine dei due sommi capolavori spinoziani grazie alle altre opere qui pubblicate, di non certo minor rilievo: il Trattato sull’emendazione dell’intelletto e il Breve trattato costituiscono infatti i prodromi essenziali per comprendere le linee guida dell’Etica, così come i Principi della filosofia di Cartesio e Pensieri Metafisici offrono un materiale prezioso per valutare il rapporto di Spinoza con il suo grande maestro Cartesio. Ma è altresì dal Trattato politico che emerge più compiutamente l’idea spinoziana della scienza politica intesa come architettura delle istituzioni, così come è dal Compendio di grammatica ebraica – qui per la prima volta offerto in traduzione italiana – che si rileva la straordinaria attenzione dedicata dal filosofo alla lingua santa. L’Epistolario costituisce invece il luogo privilegiato non solo per seguire gli importanti rapporti di amicizia e scambio culturale con i suoi contemporanei (tra cui Leibniz), ma anche per vedere discusse le principali difficoltà sorte intorno alle opere che il filosofo andava elaborando. Il volume è infine corredato dai due brevi trattatelli Sull’arcobaleno e Sul calcolo delle probabilità – anch’essi per la prima volta tradotti in italiano – che danno un’idea dell’attenzione di Spinoza per le conquiste più avanzate della scienza moderna. La Prefazione, tratta dagli Opera Posthuma, conclude quindi offrendo una testimonianza del modo in cui le opere del pensatore olandese erano state offerte per la prima volta al pubblico nel 1677. L’ampio saggio introduttivo, le note esplicative, gli indici, nonché l’amplissima bibliografia ragionata, che dà conto in modo esaustivo degli studi apparsi su Spinoza tra il 1978 e il 2008, offrono al lettore altrettanti strumenti per agevolarlo nello studio di un corpus di opere tanto complesso quanto affascinante.
“‘Gnosi’ è ‘conoscenza di chi eravamo,
di ciò che siamo diventati; da dove eravamo,
dove siamo stati gettati; dove ci affrettiamo,
da dove siamo redenti; che cosa è nascita
e che cosa è rinascita’ (Excerp. ex Theod. 78, 1).
Qui si trova [...] una completa
schematizzazione ... del mito gnostico.
Dobbiamo solo attenerci a essa per ricevere
una guida sicura nell’intera molteplicità
della mitologia e della speculazione gnostica.”
Che la tarda antichità possieda una propria unità intrinseca, che sia guidata da un principio spirituale originale e che questo coincida con lo spirito gnostico, sorto in Oriente intorno alla nascita di Cristo e diffuso poi in tutto l’Occidente greco-romano, questa è la tesi di fondo che anima Gnosi e spirito tardoantico e che l’Autore si sforza di dimostrare con puntuali analisi contro ogni giudizio di decadenza, di mero sincretismo su quest’epoca o ogni tentativo di ricondurla a tradizioni passate. Miti gnostici, culti misterici, apocalittica giudaica, primo cristianesimo, letteratura ermetica, filosofia neoplatonica e mistica monastica: tutte mostrano di condividere una stessa cornice storico-spirituale che articola un senso assolutamente nuovo del sé, del mondo e di Dio e della loro relazione: questa è “gnosi”, conoscenza della verità sulla condizione umana, rivelazione di un radicale dualismo tra sé e mondo che orienta verso una dinamica di fuga demondizzante nell’aldilà, quale unica via di ritorno all’origine divina e dunque di salvezza. In questo quadro si sviluppa un’opera che è, da un lato, sintesi magistrale delle ricerche storico-religiose sul tema mediante l’uso dell’ermeneutica demitizzante di Bultmann e della fenomenologia esistenziale di Heidegger, entrambi maestri di Jonas, dall’altro tentativo fecondo di descrivere una forma di esistenza qualificata dal rifiuto del mondo e ricorrente variamente nella storia. Da qui Heidegger, l’esistenzialismo, che gli avevano permesso di interpretare la gnosi, sono ora essi stessi letti in senso gnostico: in un affascinante rispecchiamento tra passato e presente, la gnosi non è dunque chiusa in un tempo lontano, ma è una possibilità esistenziale tuttora viva – e per Jonas non priva di pericoli.
“Non sarei mai arrivato al romanzo se non mi si fosse presentato dinnanzi il commissario Kostas Charitos. Quale che sia il mio successo come romanziere, lo devo innanzi tutto a lui. Ci sono personaggi che ti balzano davanti all’improvviso quando non ne avevi neanche mai sospettato l’esistenza. ... Mi è sbucato davanti nell’autunno del 1993. Era il terzo anno della serie televisiva Anatomia di un delitto, di cui, svogliatamente, scrivevo la sceneggiatura, braccato dalle scadenze. All’improvviso, si è materializzata nel mio studio una famiglia formata da tre persone: padre, madre e figlio. Una tipica famiglia greca, di quelle che si possono incontrare in qualunque quartiere piccoloborghese di Atene. Il mio primo pensiero è stato quello di mandarli tutti al diavolo e buonanotte. Ecco come è andato il mio primo contatto con Charitos. Entravo nello studio e lo trovavo lì, pronto a martellarmi il cervello. In capo a un mese la sua presenza si era trasformata in una tortura quotidiana. Non riuscivo a concentrarmi, e ogni sforzo per farlo sloggiare – con le buone o con le cattive – falliva miseramente. Una mattina, ebbi un’illuminazione: per tormentarmi così, questo tale non poteva che essere un dentista o uno sbirro. Fu la prima volta che pensai che Charitos potesse essere un poliziotto.”
Petros Markaris
Questo secondo volume completa la pubblicazione degli scritti autobiografici di Fernanda Pivano, dopo il primo volume che copriva gli anni 1917-1973. La scrittura riprende dal 74 - anno del "Grande Gatsby", del referendum per il divorzio - e si chiude pochi mesi fa, poco prima della scomparsa. ... Attraverso il ricordo di questi anni, emergono i volti della narrativa americana contemporanea, da Bret Easton Ellis a Jay Mclnerney, da David Leavitt a Barry Gifford, da Don de Lillo a Jonathan Safran Foer, Gore Vidal, Chuck Palaniuk, Kurt Vonnegut, David Poster Wallace... E, insieme a loro, grazie all'inesausta curiosità di Fernanda, le testimonianze di alcune personalità della cultura italiana, letteraria e musicale, da Fabrizio de André a Pier Vittorio Tondelli, da Andrea De Carlo a Ligabue e Vinicio Capossela.
Tonino Guerra sente la vita da novant’anni. E nel sentirla l’ha immaginata oltre ogni umana comprensione. L’ha resa eterea, la vita, con quel diluvio di fantasia e parole che la pazienza, la dedizione e il metodo gli fanno profondere ogni giorno nell’arte. La sua arte è il suo sentire. Le storie, ... i versi e i segni non sono che le differenti forme che assumono i suoi sensi sensibili. Questo libro è il viaggio che per la prima volta, e in forma sistematica, Tonino Guerra compie all’interno di questa molteplicità, un’enciclopedia del fantastico entro cui rifugiarsi per ritrovare la nostra sensibilità, la nostra fantasia, la nostra vita. Dice Tonino: “Se uno siede in un posto dove sedeva un altro finisce per sentirsi in qualche modo quell’altro.” Allo stesso modo leggendo questo libro, anche solo una pagina o per intero, tutto d’un fiato, potremo sperare di trasformarci in poeti, e se non tali, uomini dalle vite sensibili. Questo dicono pure alcuni amici di ieri e di oggi di Tonino, la cui testimonianza abbiamo voluto condividere insieme alle parole del poeta: Pedro Almodóvar, Theo Angelopoulos, Bernardo e Clare Bertolucci, Carlo Bo, Italo Calvino, Gianfranco Contini, Gerardo Filiberto Dasi, Enrica Fico Antonioni, Dario Fo e Franca Rame, Natalia Ginzburg, Andrea Guerra, Elsa Morante, Ennio Morricone, Giovanni Nadiani, Renzo Piano, Nicola Piovani, Juan Piqueras, Giuseppe Prezzolini, Francesco Rosi, Roberto Roversi, Luis Sepúlveda, Vittorio Sgarbi, Alberto Sughi, Ersilio Tonini, Umberto Veronesi, Wim e Donata Wenders.
“All’improvviso, un pensiero una sensazione
compaiono in voi e, con o senza una ragione,
cominciate a credere che da qualche parte laggiù
ci sia un luogo pieno di luce che vi attende.
Se riuscirete a raggiungerlo, ogni cosa sarà perfetta
e troverete la felicita.”
...
Quando la vita si illumina è un romanzo sulla speranza, sull’amore senza condizioni e sul miracolo della vita qualunque essa sia. È la storia di un bambino unico, un po’ speciale, Omero, che trascorre lunghe giornate in mare con la madre e il nonno sul Safa, e che ha un forte desiderio: parlare con il suo Angelo. Il desiderio di Omero sembra però nato a non realizzarsi quando l'incredibile amicizia con un delfino, tenuta debitamente nascosta per evitare la derisione di compagni e maestri, schiuderà al piccolo le porte del Mondo della Luce. Da adulto, in piena crisi, Omero sarà poi costretto a riandare ai tempi della sua infanzia, all’innocenza e alle delusioni di quegli anni, alla sua amicizia interrotta col delfino con cui parlava e a un misterioso libro della Speranza lasciato in custodia dagli Immortali. Dopo il successo mondiale di La timidezza delle rose, tradotto in ventotto paesi, Serdan Ozkan ritorna con un viaggio meraviglioso nel regno della fantasia, dove la speranza ritrovata è in grado di illuminare all’improvviso ogni vita.
Le sezioni della Summa Theologica di Tommaso dedicate al tema della felicità. Con testo latino a fronte.
1848. La rivoluzione infiamma l’Europa. Milano insorge contro la dominazione austriaca. In soli cinque giorni un popolo conquista la libertà, una nazione nasce, un uomo e una donna si amano perdutamente. Per farlo, tradiscono tutti, rimanendo fedeli soltanto a se stessi, alla purezza di un sentimento ... assoluto. 1885. Il senatore del Regno d’Italia Italo Morosini riceve un manoscritto anonimo. Quelle pagine lo sospingono indietro di quarant’anni, quando un manipolo di giovani male armati sconfisse l’esercito più potente del mondo: l’Impero asburgico. Ma quelle righe raccontano anche la passione d’amore che travolse la bella Aspasia, allora musa della rivolta, ora fedele e remissiva moglie del senatore. In un’Europa insanguinata dal terrorismo anarchico, quando tutte le illusioni sembrano perdute e tutte le passioni spente, il destino bussa alla porta. Intrecciato a un potente quadro del nostro Risorgimento e scritto come un grande romanzo ottocentesco,Una storia romantica parla in realtà di noi, di come, straziati da una dolorosa precarietà sentimentale, siamo condannati a vivere tra le rovine di un mondo che sognò ideali e amori assoluti.