L'Africa subsahariana vive anni cruciali. Continua a essere la regione che presenta tassi di crescita più bassi e maggiori livelli di povertà, quella con il maggior numero di conflitti irrisolti, con il loro tragico corollario di profughi e rifugiati e del ricorso agli aiuti umanitari. Tuttavia, si possono intravedere i primi significativi passi verso la pacificazione di alcune aree chiave del continente e, in alcuni paesi, si assiste a fenomeni di crescita economica e al lento affermarsi di pratiche democratiche e di una società civile che sembra in grado di stimolare il progresso sociale. Questi progressi sono comunque una testimonianza del fatto che le società africane non sono statiche, né predestinate al fallimento.
Questo volume contiene una raccolta di storie medievali incentrate sulle figure dei grandi eroi del tempo. Vengono narrate le gesta di personaggi come Carlo Magno e i suoi paladini, re Artù e i suoi cavalieri, Tristano e Isolde, ma si scoprono anche numerose altre storie meno conosciute, dalle versioni medievali delle avventure di Alessandro il Grande ed Enea alla parodia dell'eroismo in Robin Hood, dalle imprese di Attila e di Teodorico ai racconti del Cid. Nel testo vengono esplorate le diverse culture dalle quali il Medioevo trae ispirazione: il mondo celtico, l'epica greca, la lotta all'impero romano contro i barbari. Ogni voce fornisce il profilo della storia narrata, la sua diffusione in Europa e le sue manifestazioni nell'arte.
Diversamente da quanto il titolo potrebbe far intendere, questo non è un libro contro il digitale, anzi: le nuove forme tecnologiche odierne sembrano poter amplificare alcune delle potenzialità della fotografia tradizionale, basti pensare al formidabile utilizzo delle fotocamere dei cellulari nella produzione e archiviazione di "oggetti" di memoria. L'avvento del digitale, l'affermazione di una tecnologia che fa della manipolazione la sua arma migliore, sembrano aver dissipato le critiche mosse a teorici, artisti e operatori di epoca analogica, secondo le quali la fotografia di prima generazione veniva considerata un mezzo di duplicazione della realtà, incapace di "mentire" e, quindi, di produrre forme culturali. Ma con il passaggio dall'analogico al digitale, definito da molti epocale e dirompente, la fotografia ha veramente cambiato modalità e filosofia di rappresentazione? Andando oltre la querelle tra gli "apocalittici" e gli "integrati", tra coloro che rimpiangono i prodotti a traccia chimica e quelli che ne annunciano l'inesorabile tramonto celebrando i fasti del nuovo sistema, l'autore propone un confronto originale delle due tecnologie per tornare a riflettere su questioni fondamentali, etiche ed estetiche, dell'identità fotografica, sul ruolo e la responsabilità dell'autore, sull'arte e la comunicazione più in generale.
Ora che il comunismo è stato gettato alla polvere della storia, diventa più urgente che mai ponderare il corso futuro del suo apparente conquistatore: il capitalismo. Con l'intento di esaminare la possibile direzione del capitalismo, come prima cosa l'autore di questo libretto identifica la natura della sua preda, facendo una veloce panoramica su cosa il capitalismo non è. Una volta stabilito il modo in cui capitalismo e mercato lavorano in contrasto con gli altri meccanismi di coordinamento nella società, propriamente tradizione e comando, Heilbroner esplora il capitalismo come un sistema economico e, allo stesso tempo, come ordine politico e dimostra come i due piani siano assolutamente interrelati.
Uno dei più grandi storici dell'arte del Novecento ripercorre in questo libro le fasi più significative della storia della pala d'altare, dalle origini al Cinquecento. Protagonista indiscussa della pittura italiana nell'arco di tre secoli, la pala d'altare rappresenta un genere a sé, e come tale merita di essere indagata e analizzata. E proprio cimentandosi con questo particolare veicolo espressivo che pittori del calibro di Masaccio, Mantegna, Piero della Francesca e Tiziano hanno definito il loro stile e sancito l'immortalità delle loro opere. Prendendo spunto dal problema teorico della pala d'altare, l'autore ne rintraccia le origini nelle produzioni artistiche del 1100-1200, per dedicarsi infine a un'analisi storica della pala italiana attraverso l'esame di alcuni esempi fra i più significativi. Un libro per esperti e meno esperti, per chi intende approfondire un tema appassionante e per chi vi si avvicina per la prima volta.
Il volume ricostruisce il significato complessivo dell'itinerario intellettuale arendtiano che trova la propria continuità in una ridiscussione del tradizionale rapporto tra filosofia e politica, tra theoria e praxis. La riflessione di Hannah Arendt può essere compresa nei suoi aspetti politici, se si parte da quelli filosofici: ovvero la critica alla filosofia esistenzialista. La centralità di queste assunzioni filosofiche viene fatta emergere, soprattutto, nella parte del libro dedicata all'esame delle interpretazioni arendtiane, elaborate in scritti editi e indediti, delle filosofie di Platone e Aristotele, di Hobbes e Rousseau, di Hegel e Marx. Chiudono il testo le riflessioni dell'Arendt sul giudizio.
Una notizia di cronaca, un film di cassetta, un romanzo di successo. Possono artefatti come questi contribuire alla riflessione di una disciplina filosofica come l'estetica? Possono giungere a mutarne radicalmente concetti portanti come quelli di gusto o di bellezza? Che ne è dell'estetica quando il regno della bellezza e dei simboli è diventato una fonte diretta di valore economico? Da questi interrogativi prende spunto il libro, nella convinzione che un pensiero del presente debba essere in grado di mettere alla prova i concetti filosofici della tradizione con il dominio della comunicazione, dei media e delle merci.
"Lo Stato è un corpo": dal medioevo all'età moderna lo sforzo di comprendere la complessità di entità astratte come lo Stato e il potere si concretizza spesso in questa metafora conoscitiva. Tre snodi fondamentali della storia di questa metafora politica e cioè il Medioevo e Marsilio da Padova, Machiavelli, Hobbes mostrano come la solidarietà tra corpi celesti, corpi umani e corpi politici filtri da un'epoca a un'altra, consentendo di spiegare le ragioni della comunità, per cedere poi il passo ad una visione diversa, in cui lo Stato diventa una seconda natura, capace di creare autonomamente la propria materia, ovvero i cittadini. Il passaggio al moderno si illumina anche in questo passaggio di metafore.