
Nella storia dei concili la ricezione del loro magistero è una fase oggi considerata attentamente. Essa trova nei libri liturgici una delle sue espressioni più significative. Anche l’insegnamento del Vaticano II sul ministero ordinato vive, nella riforma dei riti di ordinazioni, un importante momento della sua ricezione. Per individuarne i criteri ispiratori e quindi la teologia, questo saggio analizza, in modo diacronico e sincronico, l’iter di revisione dei riti di ordinazioni, iniziato negli ultimi mesi del Concilio, e conclusosi (editio typica) nell’agosto 1968. Il rapporto esistente tra lex orandi e lex credendi trova qui un interessante equilibrio tra la liturgia come fonte e la liturgia come frutto dell’insegnamento della Chiesa. Le scelte operate dal gruppo di lavoro sui riti di ordinazione (Coetus XX), in sinergia con il Consilium ad exsequendam Constitutionem de Sacra Liturgia e nel costante dialogo con la Sede Apostolica, sono un importante contributo per la teologia del ministero: esso è interpretato come servizio alla Chiesa, nella comunione tra vescovo, presbiteri e diaconi. Questo affinché la Chiesa possa essere apostolica anche grazie al carisma della successione, trasmesso sacramentalmente al vescovo unito al presbiterio e con i diaconi. Sarà così possibile, anche alla luce della editio altera (1989), trovare indicazioni preziose per interpretare il ministero oggi.
In appendice vengono riportati gli Schemi, curati dal Coetus XX, che precedono i nuovi riti di ordinazione e costituiscono una importante testimonianza della riflessione teologica postconciliare.
Davvero Dio è Buono con i buoni e punisce i cattivi? Talvolta sembra esattamente il contrario. La domanda, velata di accusa, attraversa la fede contraddetta dell'orante alla ricerca del vero volto di Dio e del modo misterioso di attuarsi della sua giustizia. Superata la crisi il salmista canterà la lode di Dio anche nella sofferenza o in prossimità della morte (dalla Prefazione di Donatella Scaiola).
ll tema della violenza di genere è di bruciante attualità e dolorosa realtà per troppe donne che, prima di essere vittime di violenza, sono vittime del silenzio, dell'invisibilità e della cultura dominante, fondata sulla negazione delle donne come soggetti, sul dominio dell'Altro e sul "consumo" dei corpi femminili e degli esseri umani in generale.
ll nostro impegno come professionisti della psicologia e della psicoterapia, oltre che nel campo clinico, nelle case di accoglienza per le vittime di violenza e nei centri di ascolto, si colloca anche nel produrre stimoli culturali e nuove chiavi di lettura del rapporto tra i generi, per lavorare alla radice del fenomeno della violenza sulle donne.
Piangere è un'esperienza che attraversa e accompagna l'esistenza di ogni persona. Seguendo le tracce delle nostre lacrime esploriamo infatti un paesaggio nel quale si intrecciano momenti inaspettati e sorprendenti, situazioni dolorose o sovrabbondanti di gioia che segnano i nostri volti. Piangere significa gridare ed esultare, invocare e lamentarsi, pentirsi e gioire. Le nostre lacrime raccontano di noi stessi e di quel Dio che le ha condivise di persona e le considera così preziose da raccoglierle tutte con tenerezza.
Il passaggio dall'uomo "animale" a quello "spirituale" in Cristo rappresenta il pilastro fondamentale su cui Paolo ha costruito il proprio pensiero antropologico. Questo volume, partendo dagli insegnamenti dell'Apostolo, si propone di descriverne le principali linee direttrici. Si rivolge innanzitutto agli studenti di teologia e può rappresentare un'agile sintesi per chi è già impegnato nella ricerca biblica. Ma è utile anche per quanti vogliono dedicarsi all'approfondimento di una tematica centrale per la fede cristiana.
Il Vangelo di Matteo non è destinato a nutrire una curiosità. Esso invita il lettore a lasciarsi sedurre dalla persona che presenta e dalle parole che riporta; vorrebbe questa seduzione così forte da indurre a lasciare tutto per seguire Gesù e trovare in Lui la salvezza e la felicità. Colui che sedotto da Cristo entra nella sua comunità attraverso il battesimo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, trova nel Vangelo di Matteo anche le regole della vita secondo il Regno, «un giogo dolce da portare e un fardello leggero» per chi dimora nella scuola di Gesù.
Persona nel linguaggio cristiano dice che autonomia e relazione sono inscindibili ed esprime così ciò che di più profondo hanno in comune Dio e la creatura umana. Nella «lingua speciale dei cristiani» persona è entrata per affermare che ciascuno dei Tre della Trinità è l'Assoluto nel suo essere relazione. Nell'incarnazione di uno dei Tre, Dio chiama ogni uomo a riconoscere e ad accogliere di essere «relatività verso il totalmente altro».
In principio, in Maria, atto puro della creazione, il Creatore si crea una natura umana nella quale supera l'infinita distanza che lo separa dalle creature e si fa uomo. È questa, in sintesi, l'interpretazione del mistero di Maria che si intravede nei manoscritti di Wilhelm Klein, gesuita tedesco nato a Traben (Mosel) nel 1889 e morto a Münster (Westfalen) nel 1996 alla bella età di 107 anni. Una singolare figura di filosofo, teologo e maestro spirituale che non ha mai pubblicato una riga durante tutta la sua vita. Solo verso la fine degli anni '90 del secolo scorso, in Germania, sono apparsi pro manuscripto quattro densi volumi di commenti biblici, liturgici e spirituali. Questo libro è un invito a conoscere meglio l'autore e ad avviare una ricerca critica sulla radicalità del suo pensiero cristologico e mariologico. In esso vengono pubblicate, per la prima volta in Italia, alcune pagine scelte dei suoi manoscritti.
Un breve itinerario sul "dispositivo di blocco", che mira a proteggere la Chiesa da ogni possibile dinamica. Tale "dispositivo" ha indotto la Chiesa ad una progressiva autoreferenzialità, cui ha reagito prima il Vaticano II e ora papa Francesco, con il suo magistero "in uscita". Presentazione di Humberto Miguel Yáñez.
Il volume raccoglie gli atti del VII seminario specialistico in teologia sacramentaria promosso dall'Istituto Teologico Marchigiano e svoltosi a Fonte Avellana dal 29 al 31 agosto 2018. La vocazione al ministero ordinato ha visto nel corso dei secoli dilatarsi, fino a prevalere, il peso della natura-cultura nelle stoffe dei ministri ordinati (mi faccio prete!). Nella vocazione al matrimonio la natura e la cultura entrano originariamente nella storia di ogni coppia, cristiana e non, favorendo l'isolamento del valore sacramentale nell'ambito etico-giuridico. Ne è prova il fatto che abitualmente la teologia del sacramento del matrimonio è affidata agli insegnamenti di teologia morale e di diritto canonico. Solo dovendo affrontare le nuove situazioni familiari e con la riforma liturgica post-conciliare il matrimonio, pur nella sua specificità ed unicità, ha acquistato una evidente configurazione liturgico-sacramentale aprendo così la possibilità di percorsi nuovi di ricerca anche sulle modalità di questo dono-chiamata di Dio. Il seminario di studi, partendo da una prospettiva liturgico-teologica investigata anche nella storia, ha tentato di approfondire tale chiamata per offrire un contributo all' attuale ricerca sul legame tra chiamata (e quindi fede) e matrimonio.
Lucia Panzini è docente incaricato di Diritto canonico presso l'Istituto Teologico Marchigiano e I'ISSR Redemptoris Mater delle Marche.
Coniugata con tre figli, ha conseguito la licenza in Diritto Canonico nel 1992 presso la Sezione Romana dell'Universidad de Navarra, oggi Pontificia Università della Santa Croce, e il dottorato in Diritto canonico ed ecclesiastico presso l'Università La Sapienza di Roma nel 1998. È avvocato del Foro di Ancona e si occupa in maniera prevalente di Diritto di famiglia; è avvocato accreditato presso il Tribunale Ecclesiastico Regionale Piceno; è stata direttore del Consultorio Familiare diocesano della Diocesi di Ancona-Osimo, presso cui ha collaborato per oltre quindici anni. Collabora attualmente con la pastorale familiare nei corsi per i fidanzati.