Il sogno di Dio è quello di tenerci sempre per mano. Il tempo dell'avvento ci aiuta a vedere la mano di Dio nella nostra vita.
Se c'è una caratteristica propria del cristianesimo, questa è la passione per la cultura come luogo di umanizzazione. Nell'attenzione alle domande di ogni uomo e donna, la proposta cristiana ha saputo farsi compagna di viaggio, sperimentando la fatica del senso, ma anche la bellezza di orizzonti dove sono possibili la speranza e la liberazione. Tale compito esige, però, uno sguardo aperto e simpatico nei riguardi di un mondo segnato da processi di globalizzazione e multiculturalità. Non è facile collaborare a una convivialità delle differenze, là dove prevalgono logiche di imposizione culturale, di identità esclusive, di sfruttamento delle risorse umane e ambientali. Tuttavia, è da questi snodi problematici che deve passare oggi la differenza qualitativa della proposta cristiana. La scelta del dialogo, dell'ospitalità culturale, della salvaguardia dell'ambiente, di un'etica attenta alla dignità umana rappresenta la condizione per riavviare un processo di liberazione attenta al bene comune. Il cristianesimo ha le carte in regola per offrire un contributo costruttivo, perché ha nel suo DNA l'interculturalità come stile di vita: critico nei riguardi di progetti che pensano di poter costruire orizzonti di pace, solidarietà, giustizia senza alcuni particolari ingredienti etici e religiosi; attento alla promessa di bene e felicità realizzata nello stile di vita di Gesù.
Il sogno del bambino di diventare "grande" rimane incompleto se egli, da adulto, non decide di diventare bambino. In questo libro vengono analizzati casi concreti di persone in cammino verso questi traguardi e vengono descritti itinerari possibili per raggiungere la meta più impegnativa: "Diventare piccoli per essere grandi".
Negli ultimi decenni lo Stato sociale è al centro del dibattito delle scienze economiche, politiche, giuridiche ed etiche. La cultura liberista ne propone una forte riduzione o addirittura lo smantellamento; la cultura solidarista ritiene urgente un suo radicale ripensamento - e pone l'accento sul recupero di quei valori che, nel passato, l'hanno reso possibile. In questa prospettiva, una significativa convergenza di pensiero si concentra sulla restituzione dello Stato sociale alla società civile nel ricco articolarsi di persone e di libere formazioni sociali (i "corpi intermedi" o le "società intermedie") tradizionali e nuove (la famiglia, il volontariato, il "Terzo settore" e le associazioni non profit). Il ripensamento dello Stato sociale passa, così, attraverso un nuovo rapporto tra comunità civile e comunità politica, nel quale la seconda è al servizio della prima. Superando la logica del controllo statalista e affermando l'esigenza di una gestione dei servizi più "sociale" (o della società).
"L'interrogativo che fa da sottofondo al presente saggio, se cioè il cristianesimo è ancora in grado di indicare la bellezza e la bontà dell'esistenza, trova una sua possibile risposta nella capacità di fare la differenza. [?] Tale istanza richiede l'assunzione di nuovi stili di vita, di uno sguardo profetico e di un linguaggio creativo, perché il cristianesimo porta con sé il paradosso di un progetto audace nella promozione della vita. Come afferma l'autore: 'Anche oggi, ogni volta che i cristiani hanno il coraggio di fare un passo avanti, di impastare la propria identità con i grandi e piccoli eventi della vita, si accende la scintilla del kairos evangelico'." (dalla Prefazione di Carmelo Dotolo)
Durante la cena pasquale, Gesù prega a voce alta davanti ai suoi discepoli ormai rimasti in undici, dopo la partenza di Giuda. Quella preghiera ha il valore di offerta della vita per i seguaci presenti e per quelli futuri. Nel primo capitolo si tenta di capire la psicologia di Gesù in preghiera con riferimenti ai quattro vangeli. Nei capitoli centrali sono esaminate, col metodo dell'esegesi spirituale, le tre parti della preghiera giovannea: Gesù prega per se stesso, per i discepoli e per i futuri credenti. Tutto si conclude con uno slancio di amore al Padre "giusto" che consente a Gesù di rivelare il suo vero nome attraverso gli eventi pasquali che sta per affrontare e che sono la sua glorificazione.
Il volume offre la prima traduzione italiana dell'antropologia filosofica di France Veber, discepolo di A. Meinong che sviluppa i punti nodali della teoria dell'oggetto giungendo a elaborare un'originale antropologia. La traduzione è preceduta da un ampio saggio introduttivo che illustra criticamente l'opera di F. Veber mostrandone la ricchezza e le potenzialità per una riformulazione delle tematiche gnoseologiche, etiche e antropologiche. Egli rileva l'autonoma qualità oggettuale dell'oggetto-dovere, innovando su questo punto la teoria del maestro, e da lì inizia un cammino di riflessione che lo porta ad ampliare lo sguardo filosofico sulla realtà dell'uomo intero, unico essere capace di vissuti eticamente corretti e di cogliere la realtà in quanto tale e non come una mera rappresentazione.
Dalla famiglia alla scuola, fino alle importanti istituzioni della parrocchia e dell'oratorio, i modelli educativi sono coinvolti oggi in un turbinio di importanti trasformazioni. Il cinema, medium dalla forza mitopoietica, si è rivelato negli anni testimone e interprete del nostro tempo, evidenziandone l'emergenza educativa e tratteggiando un quadro preciso del passaggio dall'età del gioco a quella dell'innocenza perduta. Molti sono gli insegnanti ad essere ritratti sul grande schermo, nei loro tentativi - a volte eroici oppure frustrati e imprigionati nella rigidità dello schematismo del sistema scolastico - di avvicinarsi ai giovani. Numerosi studenti, colti nel pieno del loro percorso di crescita, sono stati fotografati nella loro lotta ribelle di sottrazione alla massificazione. Il testo offre un'ampia panoramica di un cinema che, in una terra deserta di sentimenti e di relazioni, ci consente di continuare a guardare il futuro con un atteggiamento di ottimismo.
Chi non crede si scandalizza, chi crede dubita. E Matteo, per incoraggiare il lettore, ricostruisce la figura messianica di Gesù.
In questo libretto vengono riportati due discorsi tenuti nel 1959 dall'allora cardinale Giovanni Battista Montini, Arcivescovo di Milano, divenuto papa col nome di Paolo VI. Sono due discorsi che ricordano il centenario della battaglia di Magenta e il centenario della liberazione di Milano dagli austriaci.