Hamin viene dall'Afghanistan e l'ultima parte del viaggio l'ha fatta aggrappato a due tavole di legno tra le ruote di un Tir. Anche Mehdi è arrivato dentro un camion, nascosto per due giorni tra la frutta e la verdura. Tarik, che viene dalla Tunisia, è approdato a Lampedusa dopo la traversata su un barcone, dove è stato attento a non addormentarsi per paura di essere gettato in mare. Sono viaggi pieni di paure e di sofferenze quelli raccontati dagli adolescenti stranieri che giungono da soli nel nostro paese, in fuga dalla povertà e dalla guerra.
«Nelle pagine di questo breve ma straordinario libro - scrive Romano Prodi - leggiamo le impronte delle tragedie del mondo contemporaneo impresse nel corpo e nell'anima degli adolescenti fuggiti dai paesi dove l'umanità è più rischio».
Sommario
Prefazione (G.A. Stella). Presentazione (G. Rigon - G. Mengoli). LE STORIE. Ahmed (dal Marocco). Alì (dalla Somalia). Arif (dall'Afghanistan). Bledar (dall'Albania). Hamin (dall'Afghanistan). Irina (dalla Romania). Mehdi (dal Marocco). Mohamed (dal Marocco). Mudassar (dal Pakistan). Tarik (dalla Tunisia). I COMMENTI. Alessandra Ballerini. Amelia Frascaroli. Graziella Giovannini. Maria Cecilia Guerra. Gad Lerner. Raffaella Milano. Romano Prodi. Vincenzo Spadafora. Postfazione (S. Zampa).
Note sugli autori
GIANCARLO RIGON, medico specializzato in Psichiatria e Neuropsichiatria infantile, è autore di oltre novanta pubblicazioni scientifiche. Ha diretto l'Unità operativa complessa di neuropsichiatria dell'infanzia e adolescenza della Azienda USL di Bologna e ha coordinato la Sezione Psichiatria della Società italiana di neuropsichiatria infantile.
GIOVANNI MENGOLI, religioso dehoniano, è presidente della cooperativa Elios di Bologna, che gestisce comunità per minori, e dell'opera «Villaggio del Fanciullo». Volontario al carcere minorile del Pratello, è capo scout AGESCI, organizzazione con la quale collabora come formatore in campi scuola organizzati dalla Regione Emilia-Romagna.
«Riguardo al libro di Mazzolari, mi hanno dato di lui informazioni così impressionanti, che non desidero pronunciare a riguardo della sua dottrina giudizio alcuno. Mi si dice che faccia parte d'un gruppo di modernisti». Queste allarmate e lapidarie parole inviate il 17 luglio 1943 dal cardinal Ildefonso Schuster al vescovo di Cremona Giovanni Cazzani pongono una pietra tombale sulla possibilità di pubblicare il saggio Della fede che don Primo aveva concluso nel marzo dello stesso anno, ma che potrà vedere la luce soltanto sulle pagine del quindicinale Adesso nel 1955.
Il vescovo Cazzani, in una lettera al parroco di Bozzolo rinvenuta di recente nell'Archivio Colla e pubblicata in appendice del volume, si mostra comprensibilmente preoccupato per le reazioni che il libro può suscitare sia nei lettori che negli occhiuti censori romani. Della fede, infatti, possiede all'ennesima potenza lo stigma mazzolariano della parola che comunica, quasi senza mediazioni, le urgenze dell'animo. Fin dalle prime pagine l'autore prende le distanze da un cristianesimo conformista, dalla «dimissione» dei propri principi in cambio di falsi privilegi - trasparente il rimando all'abbraccio «costoso» con il fascismo - e individua i possibili interlocutori nei «cercatori di ogni strada, i sofferenti d'ogni piano, le anime semplici d'ogni categoria, che si sono liberate dalle strutture libresche per rigustare il sapore di un discorso umano».
Sommario
Introduzione (M. Maraviglia). Nota alla presente edizione. Della fede. Humanus sermo. Humana plenitudo. Vox vitae. Il travaglio dell'uomo di fede. La grammatica della fede. Il mistero dell'incredulità. «Credi tu questo?». Lettera inedita del vescovo di Cremona Giovanni Cazzani (16 giugno 1943).
Note sull'autore
Primo Mazzolari (1890-1959), prete dal 1912, dopo essere stato cappellano militare al tempo della prima guerra mondiale, trascorse la sua vita come parroco di piccoli paesi di campagna. I suoi scritti e le sue predicazioni lo imposero all'attenzione pubblica, ma attirarono su di lui anche molte misure disciplinari della gerarchia. Don Primo si sforzò di vivere e di proporre il vangelo nella sua integralità, anticipando molte acquisizioni del concilio Vaticano II. Di grande rilievo furono le sue riflessioni sulla parrocchia, sui «lontani» e sui poveri, sulla pace e la giustizia sociale.
Note sulla curatrice
Mariangela Maraviglia (Pistoia), pubblicista e saggista, si è occupata di figure del cattolicesimo contemporaneo impegnate in ambito sociale e nel dialogo ecumenico. Membro del Comitato scientifico della Fondazione «Don Primo Mazzolari», al prete cremonese ha dedicato alcuni volumi: Chiesa e storia in «Adesso» (EDB, 1991); Primo Mazzolari. Nella storia del Novecento (Studium, 2000); Don Primo Mazzolari. Con Dio e con il mondo (Qiqajon, 2010). Ha inoltre curato il carteggio tra Maria di Campelloe Primo Mazzolari, L'ineffabile fraternità (1925-1959) (Qiqajon, 2007); con Marta Margotti, L'ecumenismo di don Primo Mazzolari (Marietti 1820, 2009) e l'edizione critica del volume di Primo Mazzolari Tempo di credere (EDB, 2010).
Jorge Mario Bergoglio, figlio di emigrati italiani in Argentina, è il primo papa della storia nato in America, un continente con oltre duemila diverse popolazioni indigene, storicamente segnato dal cattolicesimo spagnolo e portoghese. Quale esperienza personale, spirituale e pastorale maturata in America Latina porta con sé a Roma il nuovo Papa? Per scoprirlo, l'autore si è recato in Argentina al fine di ricostruire la vita di Bergoglio negli anni del peronismo, del golpe e della dittatura di Videla, della presidenza dei Kirchner, ma anche il ruolo di primo piano svolto alla Conferenza generale dell'episcopato latinoamericano di Aparecida e il profilo di un arcivescovo di Buenos Aires che si sposta in metropolitana, vive con estrema sobrietà e visita abitualmente le baraccopoli. "Ciò che si attende da papa Francesco auspica nella prefazione José Oscar Beozzo, teologo e storico dell'America Latina - è che consacri il diritto di cittadinanza alle teologie latino-americane, che sono nate sotto il segno della liberazione, ma anche alle teologie che sono fiorite in Africa sotto l'impulso della decolonizzazione e dell'inculturazione del vangelo; alle teologie dell'Asia, attente alle grandi religioni del continente, al loro contributo salvifico e al necessario dialogo del cristianesimo con le stesse. Che la Chiesa sia una grande sinfonia, nella quale si accolgono tutte le diversità, nell'impegno per i poveri e nella sequela di Gesù". Postfazione di Victor Manuel Fernández.
Che la si professi o la si neghi, la fede investe l'uomo di molti interrogativi e scelte problematiche. Credere, infatti, è soprattutto affidarsi a qualcuno la cui parola e la cui presenza sembrano dare alla vita un senso o, ancora meglio, proporre una strada da percorrere con fiducia. La fede, che nel rapporto con la libertà, la felicità e la realizzazione di sé non stabilisce sempre e in modo automatico relazioni feconde, può sembrare talvolta una proposta di mortificazione della personalità, una via di rinuncia e di privazione per conquistarsi l'aldilà. Eppure la speranza della vita che supera la morte, non solo non nega, ma rivaluta l'importanza dell'esistenza terrena, la fedeltà alla terra non scalfisce la pregnanza dell'eternità, ma la rende possibile. Gesù, del resto, non ha parlato di vita eterna se non per rispondere a domande di altri e nelle sue risposte pone l'accento su un'esistenza piena e carica di possibilità. Il libro, che nasce dalla riflessione e dall'esperienza pastorale dell'autore, affronta il tema della fede in modo efficace, comprensibile e adatto a tutti. Prefazione di Ermes Ronchi.
Il volume contiene i canoni e i decreti sia dottrinali che disciplinari di tutti i ventuno concili ecumenici riconosciuti dalla Chiesa cattolica. Viene ora proposto in edizione in brossura, dal prezzo più contenuto.
Sommario
Prefazione (H. Jedin). Introduzione (G. Alberigo). Sigle e abbreviazioni. Abbreviazioni bibliche. Concilio Niceno I. Concilio Costantinopolitano I. Concilio di Efeso. Concilio di Calcedonia. Concilio Costantinopolitano II. Concilio Costantinopolitano III. Concilio Niceno II. Concilio Costantinopolitano IV. Concilio Lateranense I. Concilio Lateranense II. Concilio Lateranense III. Concilio Lateranense IV. Concilio di Lione I. Concilio di Lione II. Concilio di Vienne. Concilio di Costanza. Concilio di Basilea-Ferrara-Firenze-Roma. Concilio Lateranense V. Concilio di Trento. Concilio Vaticano I. Concilio Vaticano II. Indici. Citazioni bibliche. Citazioni di concili. Citazioni del magistero pontificio e di atti delle congregazioni romane. Citazioni della chiesa antica e dei padri. Citazioni dai libri liturgici. Citazioni del diritto canonico. Indice cronologico. Indice dei nomi. Indice degli autori citati. Indice tematico.
Il volume si propone di completare la presentazione delle leggi descrittive della teologia liturgica. L'autore, dopo aver preso in esame in precedenti pubblicazioni la Lex orandi e la Lex credendi, affronta, infatti, altre due leggi, la Lex significandi e la Lex vivendi, articolando la trattazione in due parti. La prima esamina la Lex significandi con una selezione dei principali segni sensibili odierni che caratterizzano la speciale struttura del dettato liturgico. Per ciascun simbolo vengono distinti quattro aspetti: creaturale, veterotestamentario, cristologico e pentecostale-antropologico o ecclesiologico. Sono escluse le figure simboliche poiché già descritte nei vari trattati sistematici della liturgia. La seconda parte affronta il vasto campo della Lex vivendi, cioè quello della spiritualità liturgica, seguendo le tracce del Catechismo della Chiesa Cattolica nelle due grandi componenti della liturgia: i cinque tempi dell'anno liturgico e gli aspetti percepibili dei sette sacramenti.
Per molte persone i vizi capitali hanno oggi un fascino maggiore delle virtù e c'è chi ritiene che, appartenendo ormai al passato, debbano essere aggiornati o sostituiti da un nuovo elenco di «tabù contemporanei» in grado di cogliere l'essenza dell'etica moderna.
Va però riconosciuto che superbia, avarizia, lussuria, invidia, gola, ira e accidia sono comportamenti che negli ultimi decenni sono stati oggetto di una rinnovata attenzione in vari ambiti: non solo da parte della teologia morale e spirituale, della filosofia, della storia e della letteratura, ma anche delle arti figurative, del teatro, del cinema, della psicologia, della sociologia, dell'antropologia culturale. Accade abitualmente che i vizi capitali vengano intesi come una sorta di chiave di lettura o di lente di ingrandimento per focalizzare dinamiche e contraddizioni in ambito sociale, politico, economico o relazionale. Tuttavia, osserva l'autore, non sempre l'approccio al tema è epistemologicamente corretto e le «malattie dell'anima» rischiano di essere sottovalutate nella loro insidiosa capacità di ridurre l'uomo in schiavitù.
Sommario
Abbreviazioni e sigle. Introduzione. Fonti antiche e medievali. I. Vizi e peccati capitali. II. La superbia. III. L'avarizia. IV. La lussuria. V. L'invidia. VI. La gola. VII. L'ira. VIII. L'accidia. Conclusione.
Note sull'autore
Renzo Gerardi, presbitero del patriarcato di Venezia, ha compiuto gli studi filosofici e teologici alla Pontificia Università Lateranense, dove ha conseguito il dottorato in Teologia nel 1974. Dopo aver insegnato Teologia sacramentaria e Teologia spirituale, attualmente è docente ordinario di Teologia morale speciale nella Facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense. Per EDB ha pubblicato: Teologia ed etica della penitenza. Vita cristiana, vita riconciliata (1993, 32008); Alla sequela di Gesù. Etica delle beatitudini, doni dello Spirito, virtù (1999); Il sacramento del matrimonio, in Sacramentaria speciale. II. Penitenza, unzione degli infermi, ordine, matrimonio (2003, 22009); Storia della morale. Interpretazioni teologiche dell'esperienza cristiana. Periodi e correnti, autori e opere (2003, 22012).
David Sheppard (1929-2005), arcivescovo anglicano di Liverpool e figura di primo piano della Chiesa d'Inghilterra, morì il giorno prima del suo settantaseiesimo compleanno a causa di un male incurabile. In gioventù era stato, tra l'altro, un apprezzato giocatore di cricket ad alto livello. In un commovente diario, la moglie Grace, scomparsa nel 2010, ripercorre gli anni della malattia del marito.
«Siamo privilegiati ad accompagnare due sposi che si amano, mentre convivono con la morte incombente non in maniera cupa, non in modo macabro», scrive nella prefazione l'arcivescovo Desmond Tutu. «Essi ci lasciano intravedere i loro momenti intimi, l'amore, il pianto, il riso, il letto di David posto in modo tale che potesse ammirare dalla sua stanza il bellissimo giardino che avevano piantato insieme».
Sommario
Ringraziamenti. Prefazione (D. Tutu). Introduzione. L'Addio. I. Dalla responsabilità privata alla vocazione pubblica. II. Gli esordi. III. Un quadro più ampio. IV. La nostra Liverpool. V. L'idillio del pensionamento. VI. Notizie non gradite. VII. Attutire il colpo. VIII. Amicizie spirituali. IX. Curve tortuose. X. Qualcosa contro cui inveire. XI. Montagne russe. XII. La preparazione e il modello. XIII. Lasciare andare. XIV. La festa e l'addio. XV. Una nuova alba. XVI. Il potere della gratitudine. XVII. Chiamati per nome. XVIII. Un luogo di tenerezza. XIX. Ritorno a casa. Appendice 1. Poesia. Appendice 2. Lettera ad amici.
Note sull'autrice
Grace Sheppard (1935-2010), moglie dell'arcivescovo anglicano di Liverpool David Sheppard, è autrice dei bestseller An Aspect of Fear e Living With Dying.
Il boom della psicoterapia, nelle sue diverse declinazioni, e il costante incremento dell'uso di psicofarmaci sono indici del malessere che contrassegna la società dei consumi e che si esprime in solitudine, ansia, depressione, vuoto affettivo, conflitti personali e interpersonali, disadattamenti giovanili e problemi di coppia e di famiglia. Non manca, in questo quadro, chi elabora forme di «cristoterapia» che si propongono di coniugare psicologia e religione, facendo ricorso alla fede come via di guarigione. Il fenomeno non è senza significato e tuttavia rimane ambivalente. La categoria può assumere, infatti, almeno due significati molto diversi: un ricorso a Cristo in senso miracolistico, presentando la guarigione come un evento automatico, oppure una più attenta percezione della figura evangelica del Salvatore, riscoprendo la forza della sua grazia sanante, come intende l'autore del volume.
La figura del Christus medicus non può essere confusa in alcun modo con quella di un taumaturgo. La stessa dizione di Gesù psicoterapeuta appare equivoca. Più che un tentativo di modernizzazione, rischia di essere una falsificazione nella misura stessa in cui riduce il suo agire sanante a un miracolismo fine a se stesso o da confondere con una sorta di medicina alternativa.
Sommario
Introduzione. "Il medico c'è, ed è nascosto dentro il tuo cuore". I. Gesù: il medico per eccellenza. II. Guarigioni cuore del Vangelo. III. Pedagogia del Christus medicus. IV. Compassione sanante del buon samaritano. V. Gesù guarisce l'uomo ridonandolo a se stesso. VI. Gesù guarisce il peccatore dando un senso nuovo alla sua esistenza. VII. Gesù guarisce il matrimonio perché la vita degli sposi sia una festa. VIII. Credere alla parola di Gesù medico. IX. L'amore più forte del peccato. X. Gesù medico è risorto. XI. "Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa". XII. Lasciarsi guarire dal medico Gesù. Conclusione. Lo stile di Gesù medico.
Note sull'autore
Carlo Rocchetta,già docente di Sacramentaria alla Pontificia Università Gregoriana di Roma e alla Facoltà Teologica di Firenze, è socio fondatore della Società italiana per la ricerca teologica e dell'International Academy for Marital Spirituality. Per EDB dirige il Corso di teologia sistematica e ha pubblicato: I sacramenti della fede (1982; 8a edizione, interamente riscritta in due volumi, 32001); Sacramentaria fondamentale (42007); Il sacramento della coppia (52010); Teologia della tenerezza (42005); Viaggio nella tenerezza nuziale. Per ri-innamorarsi ogni giorno (52010); Elogio del litigio di coppia. Per una tenerezza che perdona (62013); Briciole di tenerezza. Per educarsi allo stupore di essere (22008); Gesù Medico degli sposi. La tenerezza che guarisce (32008); Le stagioni dell'amore (2007); Vite riconciliate. La Tenerezza di Dio nel dramma della separazione (2009); Il Rosario della Tenerezza (2010); Teologia della famiglia (22013); Abbracciami. Per una terapia della tenerezza. Saggio di antropologia teologica (Seconda edizione rivista e integrata 2013).
Imprenditore illuminato, "utopista tecnicamente provveduto", sindaco e deputato al Parlamento, Adriano Olivetti (1901-1960) è stato uno degli italiani più originali e lucidi del Novecento. Idealmente inserito nel solco della tradizione di un socialismo consapevole e riformista, ha intuito con anticipo la crisi dei partiti politici e dei sistemi urbani metropolitani.
Uomo intimamente religioso, di padre ebreo e madre valdese, si era convertito al cattolicesimo, leggeva con passione Emmanuel Mounier, Jacques Maritain e Simone Weil e amava costellare i suoi discorsi di citazioni evangeliche. Laureato in Chimica industriale al Politecnico di Torino, Olivetti aveva soggiornato negli Stati Uniti per studiare i metodi produttivi e la struttura organizzativa delle grandi fabbriche americane, un'esperienza che lo aveva portato a rinnovare radicalmente l'azienda paterna di Ivrea - la prima a produrre in Italia macchine per scrivere - trasformandola in una multinazionale. Alla ricerca di un rapporto armonico tra città e campagna, fra industria e comunità - ma senza angustie municipaliste e paternalismi strapaesani - Olivetti aveva rinunciato al sistema a cottimo e aveva modificato la catena di montaggio affinché la sua fabbrica diventasse un modello di socialità e di industrializzazione senza disumanizzazione.
Sommario
Prefazione. L'uomo e le sue idee. Un imprenditore creativo. Politica e comunità. La terza via. Vangelo e rivelazione. Documenti. La Dichiarazione di Ivrea 22 gennaio 1955. L'esperienza sindacale di Ivrea. Il «Fordismo».
Note sull'autore
Franco Ferrarotti, professore emerito di Sociologia all'Università La Sapienza di Roma, direttore della rivista La Critica sociologica, deputato indipendente al Parlamento italiano dal 1958 al 1963, è stato tra il 1948 e il 1960 tra i più stretti collaboratori di Adriano Olivetti. È stato tra i fondatori, a Ginevra, del Consiglio dei Comuni d'Europa nel 1949, responsabile della divisione Facteurs sociaux dell'Ocse a Parigi. Nominato Directeur d'etudes alla Maison des Sciences de l'Homme di Parigi nel 1978, è stato insignito del premio per la carriera dall'Accademia nazionale dei Lincei nel 2001 e nominato Cavaliere di gran croce al merito della Repubblica dal presidente Ciampi nel 2005.