Autore:
Gusmeroli Fausto
È ricercatore presso la Fondazione Fojanini di Studi Superiori di Sondrio, città in cui vive. Collabora con il Dipartimento di Produzioni Vegetali dell'Università degli Studi di Milano e ha svolto attività di docenza in Master di primo e secondo livello. Ha pubblicato su riviste scientifiche nazionali e internazionali sui temi della biodiversità; è autore di libri e articoli divulgativi sugli stessi temi e sulla cultura alpina.
Contenuti:
Crisi. Ossia krísis: trasformazione.
Siamo alle soglie di una svolta epocale, paragonabile a quella che diecimila anni fa rese i raccoglitori-cacciatori una società rurale, o a quella che nel Settecento introdusse la società industriale. Come allora, il sistema appare oggi al collasso.
Il cambiamento, un vero sovvertimento, comincerà da un altro modo di guardare alla vita, al domani. Con gli occhi della cicala, è la provocazione di questo libretto. E se fosse lei ad avere ragione, invece della formica di Esopo? Nella favola, la formica è accumulo, crescita a tutti i costi, competizione, fretta... Egoismo.
La cicala è utopia.
«Chiedo scusa alla favola antica,
se non mi piace l'avara formica.
Io sto con la cicala,
che il più bel canto non vende,
regala»
(Gianni Rodari)
Autore:
Bosio Roberto
Nato ad Acqui Terme (AL), laureato in Economia con una tesi di geografia sul Sud del mondo, è insegnante di sostegno a Torino. Ha scritto diversi libri tra cui, per la EMI: Oltre il capitalismo (2010) e Lo scomodo profeta della Bassa (2011). È autore di due seguiti blog sulla piattaforma Blogosfere: economiaefinanza. blogosfere.it e contintasca.blogosfere.it
Contenuti:
Ma come diavolo avremo fatto a precipitare dentro a questa crisi infinita?
Noi lavoravamo, compravamo e vendevamo, amavamo... vivevamo, insomma. Con alti e bassi, più o meno come sempre. Poi, parole come spread, derivati, subprime hanno fatto irruzione nei nostri telegiornali. E nella nostra anima. Vorremmo capirci qualcosa almeno.
Questo opuscolo prova a spiegare con chiarezza cos'è avvenuto, e come si potrebbe uscirne. Lo fa con le parole di un autore competente ma dalla parte della gente comune (fa l'insegnante di sostegno - precario, avete indovinato).
Sono temi difficili, è vero. Ma che riguardano la nostra vita.
Piccole grandi storie di persone che le circostanze hanno gettato nelle "discariche" della società. "Il matto", "un piccolo fascista", il profugo iraniano, il Guido della banda di Vallanzasca? Dodici vite raccontate con partecipazione e con penna sicura, che fanno cambiare il nostro sguardo sui "relitti umani" che incontriamo per le vie delle città.
L'umiltà non è una virtù per deboli, ma l'unico cammino possibile per creare comunione con gli altri, con sé stessi e con Dio. Non è un sentimento innato, esige invece un continuo lavoro su di sé, fatto di autoesame e perfino di "autoaccusa", per porsi in rapporto con gli altri in posizione di servizio e non di superiorità.
Alcuni anni fa, parlando ai fedeli della sua diocesi di Buenos Aires, il futuro Papa Francesco sceglie di commentare un testo di un Padre della Chiesa, Doroteo di Gaza, e scrive questa profonda, a tratti vibrante, meditazione sulla virtù dell'umiltà.
Un piccolo, grande e prezioso libro che ci introduce alla spiritualità di Francesco, il pontefice della semplicità, al suo amore per la tradizione della Chiesa e alla sua cura per un'interiorità della persona sempre più umanizzante. Enzo Bianchi offre una sua attualizzazione del testo di Doroteo per i nostri giorni sulla scia dell'insegnamento di Papa Francesco.
Per il peccato esiste il perdono. Per la corruzione, no. Questa ha bisogno, prima di tutto, di essere curata.
Possono stupire queste parole in bocca a Jorge Mario Bergoglio, già arcivescovo di Buenos Aires, oggi Papa Francesco. La sua disamina morale, non moralistica, è perentoria: la corruzione non rappresenta una somma di peccati, per quanto gravi, e neppure uno dei tanti vizi del cuore.
È un male qualitativamente diverso. Il corrotto non si rende conto del proprio stato. Diventa contagioso per la società. La corruzione è una ragnatela che tende a espandersi. Imponendo complicità.
La corruzione costituisce l'erba cattiva del nostro tempo. Infesta la politica, l'economia, la società. Minaccia anche la Chiesa.
Su questo cancro morale, che ha avviluppato l'Argentina (e che affligge anche il nostro paese), l'allora cardinale di Buenos Aires offre qui una riflessione sferzante, che va alla radice del fenomeno facendo parlare la sapienza delle Sacre Scritture.
Per concludere con un invito eloquente: "Ci farà bene tornare a ripeterci l'un l'altro 'Peccatore sì, corrotto no!'".
La scuola odierna, riflettendo le tendenze di buona parte della società umana, è centrata sul mito della velocità, dell.accelerazione e della competizione, come criterio di selezione al quale i bambini vengono educati fin dai primi anni di vita. Dal contatto quotidiano e continuato con la realtà scolastica nasce la riflessione de "La pedagogia della lumaca". Siamo nell'epoca del tempo senza attesa. Questo ha delle ripercussioni incredibili nel nostro "modo di vivere". Non abbiamo cioè più il tempo di "attendere", non sappiamo partecipare ad un incontro senza essere disturbati dal cellulare, vogliamo "tutto e subito. in tempo reale. Le teorie psicologiche sono concordi nel pensare che una delle differenze fra i bambini e gli adulti stia nel fatto che i bambini vivono secondo il principio di piacere (tutto e subito), mentre gli adulti vivono secondo il principio di realtà (saper fare sacrifici oggi per godere poi domani). Oggi gli adulti, grazie anche alla società del consumismo esasperato, vivono come i bambini secondo le modalità del "voglio tutto e subito". È necessario intraprendere un nuovo itinerario educativo. Genitori, insegnanti e tutti coloro che ruotano attorno al mondo della scuola, sono stimolati dalle suggestioni offerte dalla pedagogia della lumaca e possono ricominciare a riflettere sul senso del tempo educativo e sulla necessità di adottare strategie didattiche di rallentamento, per una scuola lenta e nonviolenta.
Chi è questo papa venuto "dalla fine del mondo"? L'arcivescovo di Buenos Aires, gesuita, è conosciuto in Argentina per la sua sensibilità pastorale, il suo stile semplice di vita, l'attenzione ai poveri e alle questioni sociali. Autore di incisivi testi di spiritualità e preoccupato, tra i suoi interventi pastorali recenti si ricorda anche una decisa presa di posizione in favore del battesimo dei figli di madre single. Ha promosso l'evangelizzazione nelle periferie. Il libro di Gianni Valente ci introduce nel passato e nell'animo del nuovo vescovo di Roma, che non a caso ha scelto di chiamarsi "Francesco".
Una serie di meditazioni, da un lato fortemente contestualizzate nell'era della "globalizzazione di élite", dall'altro profondamente ancorate nel vangelo della Risurrezione. Questa può essere adeguatamente testimoniata solo da comunità profetiche, di speranza e di solidarietà, in un orizzonte missionario e nello spirito della chiesa neotestamentaria.
Il cardinale di Vienna individua tra Europa e cristianesimo un rapporto paradossale: il Vecchio Continente ha sempre meno credenti ma al contempo desidera che i cristiani siano sempre più fedeli al vangelo. Il cristianesimo può offrire all'Europa la libertà da ogni condizionamento; la fede può ricevere dalla cultura laica l'appello ad una credibilità oggi quanto mai urgente. Un cardinale teologo e pastore, allievo di Joseph Ratzinger, aperto alla modernità.
Autore:
Zoratti Alberto, Di Sisto Monica
• Zoratti Alberto - È presidente di Fairwatch. Giornalista freelance, è responsabile del blog "Ri(E)voluzione" di "Altreconomia" e tra i fondatori di "Comune-info.net". È autore di numerosi libri.
• Di Sisto Monica - Vicepresidente di Fairwatch, è giornalista professionista. Collabora con l'agenzia "Asca" e con "Altreconomia"; è fondatrice di "Comune-info.net". Insegna Modelli di sviluppo economico alla facoltà di Scienze sociali della Pontificia Università Gregoriana. Autrice di numerosi libri.
Contenuti:
Finché non si è scoperto che il Ddt è indistruttibile e che si accumula nelle catene alimentari, si è pensato che il capitalismo fosse solo nemico del lavoro. Ma oggi che l'acqua sta calando, che i terreni si stanno impoverendo, che l'aria sta diventando irrespirabile, abbiamo capito che il capitalismo è nemico addirittura della vita.
La sua strategia verso i beni comuni è nota: prima saccheggia, poi, quando li ha trasformati in risorse scarse, se ne impossessa per farne oggetto di mercato. Così le multinazionali, che oggi si presentano col volto pulito della green economy, compromettono la nostra vita e costruiscono un mondo sempre più a misura dei ricchi. Ma noi possiamo fermarle organizzando la denuncia, praticando la resistenza, vivendo l'alternativa. Piccoli granelli di sabbia che possono cambiare il futuro.