Dal Nordest del Brasile un missionario fidei donum propone un nuovo rapporto tra chiesa e mondo, tra la vita cristiana e il tempo che si definisce "postmoderno". È un’altra prospettiva per riflettere sulle domande che stanno a cuore ai cristiani responsabili: è realizzabile una parrocchia dal volto missionario? Quali sono i "poveri" da evangelizzare? Quali i presupposti per una pastorale giovanile? È possibile e giusto concepire la parrocchia come rete di comunità? E che fare, con la penuria di ministri ordinati? Esiste uno spazio per la contemplazione?
I suggerimenti dell’Autore si articolano a partire dall’interdipendenza tra preghiera e opere di promozione umana, tra contemplazione e azione.
Il Vangelo è annunciato per trasformare le coscienze e anche le strutture della società dei consumi e prendere una posizione per la giustizia e per le cause dei più deboli.
La chiesa brasiliana ha ovviato alla scarsità di sacerdoti con la valorizzazione dei laici e delle piccole comunità. Affinché, insieme alla Parola, possa essere presente l’eucaristia, l’Autore sostiene anche una nuova configurazione del ministero sacerdotale.
Autore:
Cugini Paolo
Nato a Reggio Emilia nel 1962, si è laureato in pedagogia a Parma e in filosofia a Bologna. È sacerdote diocesano e dal 1999 fidei donum in Brasile. È parroco di Pintadas (Bahia) e professore di filosofia nella Facoltà teologica di Feira de Santana. Si è occupato di temi legati alla filosofia francese del Novecento e ultimamente i suoi interessi si sono rivolti alla cultura postmoderna in relazione, soprattutto, al problema della Nuova Evangelizzazione. Su questi temi ha pubblicato vari articoli in riviste italiane e brasiliane.
Autore:
Serge Bilé
Giornalista, documentarista, scrittore, musicista. Nato in Costa d’Avorio e residente in Francia, i suoi lavori di divulgazione mettono in luce aspetti inediti o sottaciuti della storia degli africani e della diaspora nera.
Contenuti:
Il continente africano è stato per secoli una fucina di civiltà. È africano infatti il Kurukan Fuga del 1222, una vera e propria "dichiarazione dei diritti umani" ben anteriore a quelle che conosciamo nella storia europea.
L’autore lancia uno sguardo sui tre principali imperi che si sono succeduti nell’Africa occidentale (Ghana, Mali, Songhai).
Personaggi, documenti e modi di vita sono proposti al lettore in chiave divulgativa.
E' la lettera pastorale che mons. Luis Infanti ha dedicato all'oro blu e ai "profondi motivi e interessi sociali, etici, politici, religiosi, culturali, economici" che si intrecciano attorno all'acqua.
Il seme è l’immagine della povertà perché vive di aria, sole e acqua, è il segno del tempo perché ci proietta dal passato al futuro ma è anche il segno di una profonda ingiustizia, perché pur essendo elemento principe della nostra alimentazione il suo valore di mercato è irrisorio. Al mercato alimentare industrializzato e globale delle grandi multinazionali che si arricchiscono con la trasformazione alimentare, si contrappone infatti quello dei produttori e piccoli agricoltori che lavorano ancora per la sussistenza. In questo libro troviamo la proposta di un’azione veramente concreta e solidale: condividere i semi con gli ultimi, diventando co-produttori e trasformandoci da consumatori ad agricoltori a distanza. Trasferire concretamente i semi dalla loro terra alla nostra tavola. Il cibo naturale intero, che ormai da tempo abbiamo dimenticato, potrà diventare così uno strumento di solidarietà.
Un giovane prete ruandese prende la via dell’esilio sotto la bufera del genocidio in Ruanda.
Ma nemmeno nell’Est dello Zaire, l’odierna Rd Congo, trova pace. Da Bukavu, dove continua ad essere braccato, deve riprendere la fuga.
Una fuga che dura anni e si fa sempre più angosciosa, come questo libro documenta passo passo.
Attraverso la personale vicenda dell’Autore assistiamo all’infinita serie di massacri che hanno insanguinato quelle contrade ricche di materie prime.
L’esercito del nuovo potere insediatosi in Ruanda ha continuato infatti per anni la sua "controffensiva" oltre frontiera, ben al di là delle invocate ragioni di sicurezza. Da allora, la regione non ha più avuto pace fino ad oggi.
"Un vero dramma umanitario che assomiglia a un genocidio silenzioso", hanno denunciato i vescovi congolesi.
Sagahutu Joseph
Nato nel 1963 a Mugali, nell'allora prefettura di Gikongoro, in Ruanda. Ordinato nel 1992 iniziò il suo ministero sacerdotale come viceparroco di Muganza, diocesi di Gikongoro. Esiliatosi in Zaire (Rd Congo) in conseguenza del genocidio del 1994, viene accolto dal vescovo di Bukavu, Mons. Munzihirwa. Dopo cinque anni di prove e peripezie di ogni sorta - per lunghi periodi anche in foresta - riesce a raggiungere il Belgio nel 1999. È in possesso di un diploma di specializzazione in teologia presso l'Università Cattolica di Lovanio.
Attraverso varie testimonianze il libro racconta gli aspetti più significativi dello sviluppo di due grandi progetti di cooperazione internazionale in Sud Sudan realizzati dal Servizio Civile Internazionale di Protezione Civile. Prefazione di Guido Bertolaso.
Il libro racconta l’esperienza di Anna Piatti, laica missionaria che ha vissuto trent’anni come volontaria nella Repubblica Centrafricana. II suo lavoro di animatrice rurale l’ha portata a vivere nelle capanne, a lavorare con la gente nelle piantagioni di cotone o nella costruzione di pozzi, case e scuole. Lontano da letture e discussioni “impegnate”che si mantengono in un ambito teorico, l’incontro e il dialogo raccontati in questo libro sorprendono ad ogni pagina perché sollecitano, per non dire costringono, a ripensarsi nella quotidianità.
Il primo numero di Ad Gentes del 2010 sul tema della formazione. Con un contributo speciale sul II Sinodo africano.
La testimonianza di una laica comboniana nella difficile Repubblica Centrafricana. Un'esperienza di missione che non solo diventa scuola quotidiana ma impegna tutta la persona, a volte fino ai limiti della resistenza.
Rosanna condivide tutto, la gioia, la sofferenza, il lutto, la grazia, la speranza e il rinnovamento.
Un viaggio per gli “altri” che diventa un percorso dentro se stessi, alla ricerca della vera natura umana, nella sua bellezza, nella sua fragilità, nella sua immagine divina.
«L'esperienza della missione era stata per me una scuola quotidiana che impegnava tutta la persona, a volte fino ai limiti di resistenza. Avevo condiviso tutto, la gioia, la sofferenza, il lutto, la grazia, la speranza e il rinnovamento.
In missione ci spogliamo di ciò che siamo nel nostro mondo, ci liberiamo delle nostre strutture mentali che impediscono al nostro spirito di volare e diventiamo quello che siamo nella nostra natura.
Incontriamo noi stessi, incontriamo quella creatura che Dio ha pensato e cui ha dato vita, incontriamo la natura umana nella sua bellezza, nella sua fragilità, nella sua immagine divina.
Il mal d'Africa, in fondo, penso sia questo; noi siamo nel mondo ma non siamo del mondo, e il nostro spirito che si alza al di sopra del mondo trova nella dimensione più naturale lo spazio di libertà per essere più vicino a Dio.»