Raccolta di preghiere-poesie. Prefazione di Gianfranco Ravasi
La paura di morire, e quella di vivere. La paura di ciò che è precario e insicuro. La paura della nostra fragilità, e di quella degli altri. Don Angelo Casati, prete-poeta milanese, tocca uno ad uno tutti i tasti di quell'affanno che ci fa troppo spesso restare immobili, mentre la vita scorre. Perché vogliamo avere controllo su tutto? Perché non accettiamo la nostra provvisorietà? Le sue parole aprono piccoli squarci di luce nel buio delle nostre ansie. "Non temete!" dice il Vangelo. Ed è in fondo quello che questo suo libro prova a farci sentire.
Angelo Casati, prete, poeta, teologo, Angelo Casati ha dedicato gran parte dei suoi ottant'anni all'ascolto dei cammini della gente e della parola di Dio. Un cammino che restituisce nei suoi libri, nei quali alla delicatezza e intimità del suo stile aggiunge il coraggio e la coerenza del suo cammino di fede.
Non basta andare in Africa. Bisogna tornarci. E ci si torna quando si è capito che di quella sorgente di autenticità non si può fare a meno. Wolfgang Fasser ritorna in uno degli stati più piccoli e poveri dell'Africa, il Lesotho. E questa volta ci porta con lui. Siamo davvero in grado di abitare la nostra vita? Che qualità hanno le nostre relazioni umane? Come possiamo distinguere le pretese inutili da ciò che ci serve davvero per vivere? Attraverso le sue esperienze di cura e le sue relazioni di amicizia profonda con la gente del Lesotho, Wolfgang ci mette a contatto con un'umanità che a queste domande risponde con i gesti del quotidiano. Il suo diario così diventa il nostro. Una riflessione personale e corale su chi siamo e cosa conta davvero per vivere. Per vedere di più, e meglio. Con l'aiuto di chi non vede.
Cosa unisce le riflessioni di un teologo come Vito Mancuso, di un romanziere come Andrea De Carlo, di un campione come Damiano Tommasi? Il libro ci propone cinque modi diversi ma sempre creativi di guardare il mondo: si va dal punto di vista dell'arte a quello dei social network, dalle strade della creatività a quelle dello sport, per concludere lo sguardo dentro a noi stessi.
Da una delle figure di riferimento nel panorama teologico e spirituale italiano, un libro per riflettere innanzitutto su noi stessi e il mondo che cambia, ma anche per imparare a scrutare i nuovi orizzonti e stimolare nell'oggi quell'inedito che germoglia. A cura di Luca Buccheri.
Introduzione
Questa volta ripartire è stato più semplice. Lo doveva essere, per maggiore convinzione e maggiore esperienza, ma anche per tutto quello che negli anni precedenti abbiamo seminato e poi raccolto. Ed è vero, è sempre importante non voltarsi indietro. Ma quante cose che ci confortavano delle prime due tappe del nostro cammino: i tanti ospiti contenti di avere partecipato, le riflessioni che hanno lasciato un’impronta, l’intensità degli incontri e la particolare aria che in essi si respirava…
Tante cose, davvero. Ma questa volta abbiamo anche potuto contare da subito su una parola capace di guidarci per tutti gli incontri del 2009. Una parola – e anche un’azione: ascoltare.
Ascoltare: un’azione umile, raccolta, a volte così timida che in apparenza non è nemmeno un’azione, piuttosto qualcosa che avvicina l’uomo a una ciotola che si riempie d’acqua. E che pure sa fare la differenza. Dono da accogliere, talento da coltivare, arte da svelare. Inizio e conclusione di percorsi di vita. Possibilità di stupore e di condivisione.
Proprio l’ascolto è stato il filo conduttore di quest’anno. Un filo esile, ma nemmeno tanto. Semplice, ma intenso, coinvolgente, mai banale.
Un filo che ci ha permesso di legare esperienze, storie di vita, professioni e culture.
In questo modo ci siamo lasciati accompagnare nel mondo del teatro e nella magia che unisce l’attore al suo spettatore, per poi scoprire le meraviglie della scienza che si interroga sugli spazi infiniti dell’astronomia così come sulle forme più minuscole della vita. Ci siamo interrogati su ciò che davvero ci chiedono i bambini ma siamo anche riusciti a prestare finalmente attenzione alle voci che emergono dalla nostra interiorità.
Questo è l’itinerario che abbiamo percorso con il terzo anno di Le parole e il silenzio, con la convinzione che, a pensarci bene,
né le parole e i silenzi avrebbero per noi alcun significato se non fosse per la nostra capacità di ascolto.
E non finisce qui, ovviamente. Siamo già pronti per una nuova sfida, un nuovo pezzo di strada da fare tutti insieme. Per un 2010 che anche questa volta dedicheremo a una parola della cui importanza per le nostre vite non siamo sempre consapevoli: lo sguardo.
Paolo Ciampi e Massimo Orlandi
Uomo di poche parole, come quelle raccolte in questo libro, distillato genuino della sua sapienza, accompagnate da immagini che evocano il suo orizzonte di Fede, Speranza e Amore. Il libro apre con un ricordo inedito di David Maria Turoldo scritto venticinque anni fa alla morte di Giovanni Vannucci.
L'Autore ha provato a leggere, attraverso l'umanità che incontra ogni giorno, le follie quotidiane di questo presente; ma ha saputo anche trovare, negli stessi sguardi, ciò che è vivo, che cammina, che dà coraggio e che guarda oltre, preparando, inconsapevolmente, il futuro.
Dopo il primo volume dedicato a Tiziano Terzani, ritorna il libro di interviste-incontri con i grandi testimoni del nostro tempo. Curare, Educare, Raccontare, Giudicare e Ritirarsi sono i verbi della vita qui trattati.
Un testo inedito di Padre Giovanni Vannucci pubblicato a 25 anni dalla sua scomparsa. Prefazione di Ermes Ronchi.