Il cottage di pietra e legno si erge solitario su una spiaggia sabbiosa incuneata nella costiera rocciosa del Maine. È giugno, l'oceano scintilla sotto il sole e, come ogni anno, le donne della famiglia Kelleher si riuniscono a Kittery Point per le vacanze. Ora che la vita le ha divise, questo luogo un po' magico è l'unica cosa che le unisce. Perché nessuna di loro ha voglia di vedere le altre. Eppure non si può mancare. Le Kelleher portano sulle spalle un bagaglio pesante, fatto di silenzi, incomprensioni e invidie. Tornare è solo un dovere per Kathleen, la pecora nera della famiglia, che più di tutti teme il confronto con la madre Alice, il suo sguardo giudicante, le sue accuse velate. Per Maggie, la figlia trentenne di Kathleen, il cottage è invece solo una fuga temporanea, per non dover ammettere, forse nemmeno a sé stessa, di essere incinta. Ad aspettarle lì, immutabile come sempre, nonna Alice, una donna dura fatta di opposti e contraddizioni, dedita alla chiesa, ma anche ai suoi Martini cocktail, che sorseggia di fronte al mare mentre fuma troppe sigarette. Ma quest'anno è diverso, Alice lo sa. Non può più aspettare. Non può più ignorare una notte di tanti anni fa. Una notte che non ha mai raccontato a nessuno, un segreto che le tormenta l'anima e che un vento troppo forte potrebbe tramutare in tempesta, distruggendo tutto, forse anche l'istinto irrazionale che spinge le donne Kelleher a tornare ogni anno a Kittery Point.
Da anni, con puntiglio quotidiano, Marco Travaglio ci racconta quello che succede in Italia, e quello che siamo diventati, e diventiamo giorno per giorno. In apparenza, documenta le beghe e gli scandali del Palazzo, ma in realtà parla sempre di noi: perché i nostri potenti, se non sono lo specchio del paese, in ogni caso possono fare tutto questo perché - in fondo - lo permettiamo. Le ruberie sfacciate e gli strilli da rissa, le bugie continue e clamorose, le bande, le cricche e le cosche, il disprezzo della legge e degli altri, infischiarsene della logica perché è più importante il tornaconto immediato, l'oltraggio alla povera gente e ai cittadini tutti: è questo il teatrino che Marco Travaglio si è assunto il compito di seguire e registrare. "BerlusMonti" raccoglie I corsivi di Marco Travaglio apparsi sul "Fatto" nell'ultimo anno e mezzo ed è un viaggio lucido e istruttivo nell'Italia di questi anni, quello del farsesco logoramento del potere berlusconiano e dell'apertura di un "nuovo corso" che forse è molto meno nuovo di quel che sembra.
Diario immaginario di un bambino di terza elementare, il romanzo narra gli episodi lieti e tristi di un intero anno scolastico, inframmezzati da nove racconti esemplari in forma di dettato, tra cui i celeberrimi Piccola vedetta lombarda, Tamburino sardo, Dagli Appennini alle Ande. Una galleria di personaggi entrati saldamente nella memoria popolare e colta - come Franti, Derossi, Garrone - anima le pagine del romanzo, considerato da Alberto Asor Rosa una storia di iniziazione alla vita. In questo caso, alla vita dura e difficile dell'Ottocento, ma anche alla nuova vita di una nazione nascente, che deve sorgere dal lavoro, dalla fusione delle regioni, dall'accordo fra le classi. Introduzione di Franco Custodi, prefazione di Bruno Gambarotta. Età di lettura: da 10 anni.
Isabel ama la luce del faro tra gli oceani, che rischiara le notti. E adora le mattine radiose, con l'alba che spunta prima lì che altrove, quasi quel faro fosse il centro del mondo. Per questo ogni giorno scende verso la scogliera e si concede un momento per perdersi con lo sguardo tra il blu, nel punto in cui i due oceani, quello australe e quello indiano, si stendono come un tappeto senza confini. Lì, sull'isola remota e aspra abitata solo da lei e suo marito Tom, il guardiano del faro, Isabel non ha mai avuto paura. Si è abituata ai lunghi silenzi e al rumore assordante del mare. Ma questa mattina un grido sottile come un volo di gabbiani rompe d'improvviso la quiete dell'alba. Quel grido, destinato a cambiare per sempre la loro vita, è il tenue vagito di una bambina, ritrovata a bordo di una barca naufragata sugli scogli, insieme al cadavere di uno sconosciuto. Per Isabel la bambina senza nome è il regalo più grande che l'oceano le abbia mai fatto. È la figlia che ha sempre voluto. E sarà sua. Nessuno lo verrà a sapere, basterà solo infrangere una piccola regola. Basterà che Tom non segnali il naufragio alle autorità, così nessuno verrà mai a cercarla. Decidono di chiamarla Lucy. Ben presto quella creatura vivace e sempre bisognosa d'attenzione diventa la luce della loro vita. Ma ogni luce crea delle ombre. E quell'ombra nasconde un segreto pesante come un macigno, più indomabile di qualunque corrente e tempesta Tom abbia mai dovuto illuminare con la luce del suo faro.
Anno dopo anno, l'Italia sta retrocedendo in tutte le classifiche relative allo sviluppo economico, alla disoccupazione giovanile, all'educazione e alla ricerca, ai diritti dei consumatori. Mentre sale nelle graduatorie che misurano l'evasione fiscale, la corruzione, l'abusivismo edilizio, la lentezza della giustizia. Tutte queste criticità sono però accomunate da un grave limite, che porta alla degenerazione dell'intero sistema: l'Italia non ha saputo darsi le regole giuste. In genere da noi leggi, norme e regolamenti sono troppo numerosi e troppo complicati, tanto che diventa molto difficile rispettarli. Così chi non li rispetta viene spesso condonato o amnistiato, mentre cittadini e imprese si adattano all'elusione di massa. Per rimediare, vengono emanate nuove regole, sempre più severe, e la situazione peggiora. È quello che Roger Abravanel e Luca D'Agnese hanno definito "il circolo vizioso delle regole", che rende impossibile qualunque serio progetto di riforma. "Regole" dimostra che dobbiamo innescare un circolo virtuoso delle regole in tutta la società: un processo che coinvolga i cittadini, che devono essere informati e partecipare alla definizione e al miglioramento delle regole grazie a una scuola che non deve solo trasmettere nozioni, ma formare le "competenze della vita" necessarie per interagire efficacemente con gli altri; una giustizia civile veloce; un sistema dell'informazione indipendente dalla politica e dagli affari.
Google, nata appena undici anni fa in un garage, ha trasformato il nostro modo di vivere e di lavorare, ha modificato il modo in cui accediamo alle informazioni e ha rivoluzionato la logica operativa di interi settori, dalla pubblicità all'informazione, dalla televisione alla telefonia. Oltre al motore di ricerca più usato nel mondo, offre gratuitamente a miliardi di utenti servizi come Gmail, Google Maps, Google Earth e YouTube. Nel raccontare la velocissima ascesa di una delle più ricche aziende del mondo, "Effetto Google" ne esplora anche i meccanismi interni. Anche se Google ha sempre cercato di mantenere i suoi segreti, Auletta ha potuto contare sulla massima cooperazione mai fornita a un giornalista, compreso l'accesso a riunioni riservate, oltre che interviste ai fondatori Larry Page e Sergey Brin, al CEO Eric Schmidt e a circa 150 dipendenti ed ex dipendenti. Effetto Google non si limita però a spiegare le ragioni del successo. Evidenzia anche le difficoltà che potrebbe incontrare l'azienda, come è accaduto a colossi quali Xerox e General Motors. Mette in luce i conflitti che la attraversano. Oltre alle informazioni di prima mano, ha raccolto molti aneddoti chiarificatori, e le intuizioni e i giudizi di alcuni protagonisti del settore dei new media e di manager dei media tradizionali.
Piero Dorfles appartiene a una generazione che è cresciuta e si è formata prima dell'avvento dei computer. Per certi versi è un dinosauro, anche se non è certo un passatista, o un oppositore del progresso. Tuttavia osserva come il declino del valore della cultura, che trova un terreno fertile nell'espansione delle nuove tecnologie, ha avuto un'enorme influenza sui processi della comunicazione e dell'istruzione, oltre che sulla nostra identità e sui rapporti personali. Prendendo spunto dal cinema, dalla televisione e dai fumetti, Piero Dorfles ci aiuta a capire come le contraddizioni della modernità rischiano di impoverire la nostra vita interiore e il nostro ruolo sociale. Quello che propone "Il ritorno del dinosauro" - illustrandoci dall'interno il funzionamento delle istituzioni del nostro paese - è una prospettiva in cui la cultura può rappresentare un'antidoto all'involuzione in corso. Perché in un contesto in rapidissima mutazione, solo la cultura ovvero saper progettare il futuro senza perdere il contatto con le nostre radici - può aiutarci a compiere scelte consapevoli e dare un senso e una direzione alla nostra esperienza.
Uscita in prima edizione nel 1974, da quasi 40 anni la Garzantina della Musica è l'opera di riferimento per gli appassionati, per gli studenti e gli insegnanti dei conservatori e per chiunque voglia avere un repertorio di informazioni sistematiche sull'universo del sonoro. Il dizionario alfabetico abbraccia musica colta, jazz, danza, balletto, musica etnica. Compositori, interpreti, teorici, critici, librettisti: profili biografici e critici dei grandi protagonisti della musica di ogni tempo e paese. Danza, balletto, coreografia: i passi e i grandi nomi, da Balanchine a Petit. Le forme, i generi, gli strumenti, dalla musica antica alle civiltà extraeuropee. Le schede di approfondimento offrono curiosità e divagazioni e mettono a fuoco i legami tra la musica e gli altri saperi (filosofia, mitologia, scienza, arti figurative ecc.).
Apparso nel 1934, questo libro riassume nel modo più completo i principi letterari maturati da Pound in quasi trent'anni di attività letteraria. Si presenta come un testo abbastanza impersonale da poter essere usato come manuale; in questo senso vanno interpretati il proposito di rifuggire dalla polemica diretta e la dovizia di documenti poetici scelti e commentati. Tuttavia in questa introduzione alla letteratura, dai fini apparentemente scolastici, l'autore non ha potuto, o non ha voluto, astenersi da quella battaglia per una letteratura decente che, con le sue intimazioni e i suoi gesti, offre i connotati ormai quasi leggendari della sua figura di protagonista letterario. La critica letteraria di Pound, un unicum nella cultura contemporanea, si mostra qui "incredibilmente vivace, intelligente e sopraffina" ("The New York Times"). Prefazione di Marzio Breda.
Richard David Precht, che insegna filosofia in Germania e negli USA, accompagna il lettore in un entusiasmante viaggio filosofico: 35 località per 35 domande. Si parte con "Che cos'è la verità?", l'interrogativo che riecheggia a Sils Maria, al quale si risponde sulle note di Lucy in the Sky with Diamonds (ma anche con l'aiuto di Nietzsche...). L'itinerario geografico-filosofico si conclude (provvisoriamente) con un'altra domanda, "La vita ha un senso?". Il quesito risuona all'interno della macchina di Matrix e mobilita il sapere dei fratelli Wachowski e Stanislaw Lem, di Platone e Tolstoj, di Cartesio e Luhmann, Douglas Adams e Lewis Carroll... Richard David Precht conosce i maestri del pensiero, ascolta i Beatles e il rap, è fanatico di cinema, ama le fiabe e la fantascienza, è aggiornato sulle più recenti scoperte scientifiche. Soprattutto, è in grado di fare capire, in termini chiari e spesso divertenti, senza alcuna pedanteria, le grandi questioni che da sempre si pongono gli esseri umani, le stesse domande alle quali, da sempre, i filosofi hanno cercato di dare una risposta.