
«Siamo abituati a considerare la storia quale storia dei potenti: attraverso la biografia di un uomo vediamo l’altra faccia della medaglia. Di qui l’importanza del romanzo e della poesia, della testimonianza dell’arte. (...) Credo che in ogni individuo ci sia tutto un universo. Gli avvenimenti sono distinti, e fanno parte dell’esperienza individuale, ma hanno ripercussioni anche negli altri uomini, nella natura e persino sulle cose, così come gli avvenimenti esterni hanno un influsso sull’uomo.»
Da bambino il cielo è il romanzo di una vita: perché la biografia di Franco Loi è un racconto che scorre come un fiume, dagli anni Trenta a oggi, passando per il fascismo, la guerra e la liberazione, le profonde trasformazioni sociali e tecniche, il passaggio dall’industria meccanica alla tecnologia, il Sessantotto e la nascita del terrorismo.
La memoria s’intreccia con la storia e illumina il presente, i destini individuali – a cominciare da quello del narratore-protagonista, si riverberano in un percorso collettivo, nelle speranze e nelle delusioni di una famiglia, di una città, di un popolo.
Nelle parole del poeta milanese, i ricordi diventano la chiave per capire il mondo. Spesso si condensano in immagini esemplari, a volte tragiche a volte buffe ma sempre vere: la madre sdraiata sul tavolo da cucina con le sanguisughe sulla schiena, oppure i giocatori del Genoa che corrono sull’erba, là sotto, lontani. O, ancora, il pugile che trova un libro di Niezstche su una bancarella, lo compra e abbandona la boxe per diventare poeta...
Sono tanti i personaggi che s’incontrano in questo libro: gli umili e i potenti, i vincitori e i vinti, i poeti e i calciatori, la portinaia e il filosofo... E sono mille le immagini di folgorante forza poetica che Franco Loi, «eterno ingenuo costantemente mosso dal bisogno di giustizia e di verità», condensa in questo autoritratto ricco di emozioni, pensieri e avvenimenti. Al centro ci sono, naturalmente, la parola e la poesia, la politica e gli affetti familiari, la storia e la psicologia, la religione e il lavoro. Ma al cuore di questa esperienza di lettura c’è un’idea vera e profonda della cultura, che emerge attraverso tutte le esperienze e le unifica: una cultura che fa crescere l’uomo e lo educa al rispetto e all’amore per la vita e per il mistero della creazione.
«Avati sembra a volte l’erede di Piero Chiara, il narratore nato che fra ricordi e invenzioni scrive beato come un rubinetto aperto. Ho lavorato con Chiara, conosco Pupi e posso assicurare che si assomigliano. Ho frequentato molto Fellini e di nuovo posso garantire che le affinità elettive ci sono e come.»
Tullio Kezich, «Corriere della Sera»
Il figlio più piccolo ruota intorno alla figura di un «faccendiere», un personaggio chiave della nostra moderna commedia dell’arte. Luciano Baietti è un imbroglione cinico e senza scrupoli ma dalla simpatia irresistibile. Scaltro e attivissimo, megalomane e gran seduttore, è un uomo di successo che vive sempre sull’orlo del fallimento: con le donne, negli affari, nei rapporti con i media e con la politica... Quando tutto sembra perduto, grazie anche ai suggerimenti del suo diabolico consigliere e al clan dei suoi complici, riesce sempre a tirarsi fuori da guai. Uno come lui si salva sempre, a qualunque costo: magari coinvolgendo nei suoi traffici il figlio più piccolo, un ragazzo di vent’anni che ha abbandonato a una madre ingenua e protettiva...
Da decenni Pupi Avati guarda l’Italia – quella di oggi e quella di ieri – con il lucido distacco dell’intelligenza ma anche con la partecipazione affettuosa di chi nel nostro paese ha le radici e gli affetti. Da questo paese ora buffo ora tragico, Avati ritaglia personaggi e storie che divertono e al tempo stesso ci fanno capire meglio chi siamo davvero.
Potremmo incontrare gli eroi casalinghi del Figlio più piccolo al bar sotto casa o all’uscita di scuola, e ritrovarli il giorno dopo sui rotocalchi o al telegiornale, come protagonisti del gossip o di un fatto di cronaca. Le loro vicende regalano una parabola esemplare sull’Italia di questi anni: sgangherata, divertente e feroce, improbabile e vera.
I racconti più belli del grande scrittore yiddish raccolti a cura di Claudio Magris
«La sua poesia era un miracolo che egli non controllava, e fluiva inattesa dalla sua mano che scriveva e dalla sua persona che viveva.»
Claudio Magris
Introducendo alla lettura di questi 23 racconti tra i più belli di Singer, Claudio Magris scrive: «Il Narratore che regge le file delle novelle di Singer si dissimula nelle voci più varie dell’esperienza collettiva: parla per bocca dei demoni della tradizione, dipana le vicende dai proverbi popolari e dai detti sapienziali, afferra al volo le confidenze dei vagabondi sul ciglio della strada e dei vecchi ricoverati all’ospizio, raccoglie le chiacchiere mormorate nel tempio e nella bottega. Per questo Narratore, le storie e la vita non finiscono mai; è grazie alla sua voce che a Singer riesce l’imperturbabile rappresentazione della totalità: egli ritrae il caos e l’ordine, la tenerezza e la perversione, la luminosa presenza del senso e l’acre putredine del nulla».
Quando il segreto di una donna uccide
È sera. Sally Thorning ha appena messo a letto i bambini. Sta guardando la televisione con il marito quando all’improvviso riconosce un nome che non avrebbe più voluto sentire: Mark Bretherick. La notizia è dell’ultima ora. L’uomo ha appena perso la moglie e la figlia. Sono state trovate morte, si sospetta un omicidio-suicidio. Un brivido le percorre la schiena: Sally conosce Mark Bretherick. Quell’uomo è il suo unico segreto, l’unica macchia nella sua vita di moglie e madre perfetta. Con lui ha tradito, ma ha giurato a sé stessa di non farlo mai più. Sullo schermo scorrono le foto della donna e della bambina, la voce fuori campo racconta i dettagli della vita di Mark. Tutto corrisponde, tranne un particolare fondamentale: il suo aspetto. Sally è senza parole... quell’uomo dal viso stravolto non è Mark Bretherick. Ne è sicura, non è lui. Ma allora con chi è stata veramente Sally? Chi è il vero Mark Bretherick? E come è possibile che la moglie di Mark le somigli così tanto? A occuparsi del caso è il detective Simon Waterhouse, che, giorno dopo giorno, diventa sempre più scettico riguardo all’ipotesi del suicidio. E mentre le domande si rincorrono l’una dopo l’altra, Sally sente di essere in pericolo, ma ha paura a rivolgersi alla polizia: il suo tradimento verrebbe scoperto, la sua famiglia si sfascerebbe.
Ma quando nel giardino dei Bretherick vengono trovati altri due corpi, Sally capisce di dover raccontare tutto. Anche se forse è davvero troppo tardi…
Balzato in cima alle classifiche a poche settimane dall’uscita, Non è lui ha venduto oltre 200.000 copie in un mese, riconfermando la fama di Sophie Hannah come l’unica nuova stella del giallo inglese. Proclamato dalla stampa come il suo romanzo meglio riuscito, Non è lui è una storia di menzogne e di identità nascoste, segreti e ossessioni, che esplora le radici del male umano.
«L’avevamo elevata nell’olimpo dei grandi con Non è mia figlia, ma ora con Non è lui ha raggiunto davvero livelli clamorosi. La tensione non molla mai fino all’ultima pagina e alla rivelazione finale, scioccante, disturbante, terrificante.»
«Daily Express»
«Sophie Hannah non tradisce la sua reputazione: ormai è lei la più grande scrittrice di thriller in Inghilterra. Inquietante e geniale: non riuscirete più a separarvene.»
«Elle»
«Libro dopo libro Sophie Hannah diventa sempre più brava: le trame sono completamente imprevedibili.»
«The Guardian»
«I gialli di Sophie Hannah sono costruiti in maniera così ingegnosa che è davvero impossibile intuire come andranno a finire.»
«Daily Telegraph»
Il pittore Basil Hallward ha ritratto il giovane Dorian Gray, di eccezionale fascino. Questi, ossessionato dall'idea di invecchiare e perdere la sua avvenenza ottiene, grazie a un sortilegio, che ogni segno che il passare del tempo e i vizi potrebbero lasciare sul suo viso compaiano solo sul ritratto. Avido di piaceri e sregolatezze, si abbandona agli eccessi e ai delitti più sfrenati senza che nulla del suo splendore vada perduto. Il volto del ritratto si trasforma così nell'atto di accusa più spietato per Dorian che, al colmo della disperazione, lo squarcia con una pugnalata. Ma è lui a cadere morto. Le fattezze del ritratto tornano quelle del giovane puro di un tempo, mentre a terra giace un vecchio ripugnante.
"E' triste sapere che non puoi dare ad un figlio tutto quello che vorresti. Non puoi sognare - si legge in uno dei suoi racconti dalla Palestina - che un giorno diventi una persona importante, o semplicemente utile. A volte ci si accontenta che sopravviva...", spiegava Fatima con un lungo sospiro. "Prendi questi dolcetti", mi esorto' gentilmente, "e dimmi...perche' i bambini muoiono in guerra?".
Il volume presenta un dizionario completo sul vino: vitigni, viticultura, produttori e vini d'Italia e del mondo, la vinificazione, le modalità di conservazione, la degustazione e i modi per servire i vino, la storia. Completano il volume gli indici geografici.
Nello "Scontro delle civiltà" Samuel Huntington aveva previsto che, dopo la guerra fredda, a originare la maggior parte dei conflitti non sarebbero state divergenze ideologiche o economiche, ma scontri culturali. In "Geopolitica delle emozioni" Dominique Moïsi dimostra che dopo l'11 settembre il mondo è diviso da fratture ancora più profonde. Oggi, spiega Moïsi, la situazione geopolitica è segnata da uno "scontro delle emozioni": a plasmare il mondo contemporaneo sono la paura, l'umiliazione e la speranza. In questi anni, sia gli Stati Uniti sia l'Europa sono stati dominati dalla paura dell'"altro", dal timore di perdere la propria identità, dalla mancanza di un progetto. I due pilastri dell'Occidente, invece di ritrovare unità per superare queste difficoltà, si sono scontrati duramente sulla maniera migliore per combatterle. I paesi arabi, e in generale il mondo musulmano, continuano a recriminare per le ingiustizie subite nel corso della storia, si sentono esclusi dai benefici della globalizzazione e soffrono per le dispute e per gli scontri civili e religiosi che dai loro paesi raggiungono la diaspora musulmana: quella che era una cultura dell'umiliazione rischia di trasformarsi in una cultura dell'odio. Nel frattempo, l'Asia è riuscita a concentrarsi sulla costruzione di un futuro migliore: rilevando il testimone da un Occidente dominato dall'America, si fa portavoce della cultura della speranza.
Tra gli elementi che negli ultimi anni hanno influenzato l'evoluzione del nostro ordinamento giuridico vi è stata la ridefinizione dei rapporti tra amministrazione centrale e governi locali e tra i poteri dello stato (parlamento, governo, magistratura); vanno ricordati l'importanza crescente assunta dal processo di integrazione europea e dal legislatore comunitario, nonché fenomeni come la globalizzazione, che ha posto in competizione gli ordinamenti giuridici nazionali, l'intensificarsi dei flussi migratori, la flessibilità del lavoro, le riforme del welfare, le iniziative per il controllo della concorrenza e la tutela dei consumatori.
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