All'alba del II secolo d.C. con due successive campagne militari l'imperatore Traiano vinse e conquistò la Dacia (un dipresso il territorio dell'attuale Romania). Fu l'ultima conquista duratura dell'impero; una conquista importante per il radicamento romano nell'area danubiana e anche per il rafforzamento politico del suo artefice, Traiano. Il ricordo dell'impresa è eternato nei bassorilievi della Colonna Traiana, che costituisce la fonte maggiore per la sua conoscenza. Il volume racconta lo svolgimento delle guerre daciche collocandole nel più ampio contesto della storia sia dell'area danubiana, sia dell'impero romano, seguendo le vicende della Dacia sino a quando essa venne abbandonata dai romani alla fine del III secolo.
Nel 2013 Angela Merkel è stata consacrata tra i capi di governo più popolari e longevi nella storia della Repubblica federale tedesca. Dopo un lungo negoziato, i cristiano-democratici e i socialdemocratici hanno formato un governo di grande coalizione. Le elezioni federali e la nascita del nuovo governo sono avvenute all'ombra della più grave crisi europea dal 1929 e, in parte, ne sono state condizionate. L'ingresso sulla scena politica di un nuovo partito anti-euro, "l'Alternativa per la Germania", ha fatto emergere un progetto di sfida al consenso europeista dell'elite tedesca. A farne le spese finora è stato soprattutto il Partito liberaldemocratico, che per la prima volta dal 1949 è rimasto fuori dal Bundestag. Sullo sfondo di un'apparente stabilità, la Germania sta attraversando una fase di importanti cambiamenti che potrebbero avere implicazioni sia sul funzionamento del suo sistema politico, sia sul ruolo del paese in Europa e nel mondo. Grazie al contributo di alcuni dei più qualificati esperti italiani ed internazionali, il volume analizza il voto tedesco del 2013, il contesto nazionale ed europeo in cui si è svolto, le strategie dei partiti e dei leader, prima e dopo le elezioni.
I numeri sono protagonisti di una grande avventura che ha inizio migliaia di anni fa nella civiltà babilonese, in quella egizia, in Cina, e poi nella cultura inca e maya. Numeri che esprimono rapporti indicibili per i seguaci di Pitagora. Simboli per il nulla e cifre arcane che dalle regioni dell'India vedica si diffondono in Occidente e nel resto del mondo. Astratti interpreti di una storia al tempo stesso sacra e profana, dove la perfezione della Creazione si coniuga con i libri mastri dei mercanti medioevali, e i loro numeri "falsi" con i numeri reali e immaginari creati dalla fantasia dei matematici.
Algoritmo è una strana parola. Un poeta che le dedicasse un sonetto si troverebbe a combinarla nei suoi versi con ritmo, bioritmo, monoritmo o logaritmo. Ma gli algoritmi si usano al computer e tanto basta ad accreditarli. Possiamo intenderli come sinonimo di procedura o programma, a indicare una serie di istruzioni per trovare soluzione a un dato problema. Ci accompagnano sin dagli albori della civiltà, assistendoci in questioni piccole e grandi dell'esistenza e confermandosi oggi utilissimi, anche perché, appunto, combinati con la potenza dei computer. Possono fallire, ma perfino le loro goffaggini riescono provvidenziali e contribuiscono sorprendentemente al nostro benessere. Le benemerenze degli algoritmi sono dunque così diffuse e disparate da suscitare molte curiosità che questo libro cercherà di soddisfare.
Quello qui affrontato è un tema di enorme rilevanza nella storia della Chiesa e in generale dell'Italia moderna. Il saggio disegna infatti la parabola che ha portato la Chiesa della controriforma a proibire la lettura personale delle sacre scritture, un atto che ha molto influito sulla spiritualità cattolica, e contribuito ad approfondire la divisione fra Europa cattolica e protestante, facendo sì che tuttora gli italiani non leggano la Bibbia. L'autrice studia l'atteggiamento della Chiesa italiana rispetto alle traduzioni della Bibbia fra il 1471 (anno della prima edizione in volgare) e la definitiva condanna ai primi del Seicento. Nel corso del Cinquecento, di pari passo con la minaccia luterana, crescono le riserve sull'uso democratico della scrittura, che giungono alla proibizione con gli indici promulgati tra il 1559 e il 1596.
L'Annuario Scienza Tecnologia e Società 2015 propone, in forma sintetica e accessibile, una raccolta aggiornata dei dati e delle informazioni provenienti dalle più accreditate fonti nazionali e internazionali, utili a comprendere lo stato e le trasformazioni della ricerca e dell'innovazione nella società. Giunto all'undicesima edizione, il volume si caratterizza per la particolare attenzione riservata ai temi del cibo e della salute. La prima parte presenta i risultati di tre delle ricerche più recenti realizzate da Observa Science in Society: le evoluzioni nel rapporto tra scienza, tecnologia e opinione pubblica in Italia, rilevate con l'Osservatorio Scienza Tecnologia e Società; gli atteggiamenti degli adolescenti italiani verso scienza, tecnologia e cibo; le prospettive dell'innovazione agroalimentare a livello europeo. La seconda parte, come di consueto, si struttura in tre sezioni. La prima è dedicata alle politiche della ricerca; la seconda concentra l'attenzione sugli orientamenti dell'opinione pubblica verso scienza, innovazione e cibo, la tecnologia e la vita quotidiana, consumi e gli stili alimentari, le colture biologiche e transgeniche. L'ultima parte offre una cronologia dei principali eventi del 2014, i volumi pubblicati nell'anno sul rapporto tra scienza e società, le fonti dei dati e un glossario dei termini usati.
È qui affrontato, indagando per la prima volta su ciò che accade realmente all'interno delle fabbriche, il tema del confronto tra le relazioni di lavoro adottate da una multinazionale americana nel settore della fornitura automobilistica a Torino e Detroit. L'autore sviluppa la comparazione attraverso un'analisi originale e approfondita, resa possibile dalla permanenza in entrambi gli stabilimenti, con l'opportunità di raccogliere e combinare numerosi dati, sia quantitativi, tramite questionario, che qualitativi, attraverso interviste a manager, rappresentanti sindacali e operai. Il confronto riguarda tutti gli aspetti più importanti delle relazioni di lavoro in prospettiva comparata. Si evidenziano così le peculiarità istituzionali e sociali del modello industriale italiano e americano, nonché le loro prospettive future derivanti anche dall'integrazione dei due sistemi automobilistici nazionali attraverso la fusione Fiat-Chrysler.
I Greci nostri antenati e dell'Occidente in generale hanno trovato in Sicilia un luogo di elezione dove hanno messo alla prova le loro idee sulla città, la democrazia, la natura, il senso del limite e del sacro. Un antropologo siciliano - si è messo sulle loro tracce on the road, scoprendo la magnificenza dei luoghi da loro fondati e ricostruendone il rapporto con il paesaggio dell'isola. Seguendolo, il lettore potrà respirare passo passo un'eredità che ancora ci interroga.
Agli inizi degli anni Sessanta, la famosa "apertura a sinistra", giudicata dalle gerarchie ecclesiastiche contraria sia alla disciplina sia alla dottrina cattolica, sta invece giungendo a compimento. In tale contesto viene organizzato nel 1962 un convegno di studi sui rapporti tra stato e Chiesa il cui sostanziale obiettivo è comporre le posizioni. Da Dossetti ci si attende che dia un contributo al rilancio della presenza dei cattolici in politica, senza che ciò metta in discussione il magistero ecclesiastico. Ma l'ex costituente, ormai divenuto monaco e sacerdote, spiazza tutti con un discorso radicale in cui afferma che il compito primario del cristiano non è la costruzione della sfera politica, né la difesa in quell'ambito di verità cattoliche generali, ma è la ricerca della via della testimonianza evangelica dell'alterità della fede. Fino a oggi inedito, quel fondamentale discorso dossettiano è ora riproposto per la cura di Alessandro Barchi che con acribia filologica ne illumina la genesi. Due saggi di Fabrizio Mandreoli e Paolo Pombeni lo inquadrano rispettivamente sul versante teologico e su quello storico, aiutando il lettore a comprendere a fondo questo singolare documento che segna il distacco di un leader del cattolicesimo politico dal mito novecentesco del rilievo e della possibilità di una "democrazia cristiana".
Docente per circa trent'anni di Storia del Cristianesimo e, per lungo tempo, di Storia delle Religioni all'Università di Torino, studioso di fama internazionale, animatore instancabile di centri di ricerca e di iniziative editoriali volte alla promozione e alla diffusione degli studi religionistici, direttore responsabile dal 1965 al 2001 della "Rivista di storia e letteratura religiosa", voce autorevole della cultura italiana e nella comunità cattolica, Franco Bolgiani (1922-2012) ha dedicato molta parte della sua esistenza ad esplorare il terreno impervio dei rapporti tra cristianesimo e culture. Lo ha fatto - come documenta l'Introduzione di Francesco Traniello - attenendosi rigorosamente ad una metodologia storico-critica, ancorata in primo luogo all'analisi dei testi e dei documenti, ma non chiusa nel puro filologismo, perché animata sia dai profondi impulsi di natura esistenziale che lo sospingevano a quel genere d'indagine, sia dalle sue considerevoli aperture alla dimensione socio-antropologica del fatto religioso e dei fenomeni culturali, sia dal puntuale confronto con le grandi scuole di pensiero che avevano alimentato e continuavano ad alimentare gli studi di storia del cristianesimo (a partire dai suoi rapporti con il mondo ebraico e con la classicità greco-latina). Mai tuttavia Bolgiani si è curato di conferire una struttura organica agli innumerevoli prodotti del suo lavoro di ricercatore, pur appartenenti ad un medesimo e coerente discorso...