Il sistema di welfare italiano è profondamente mutato nell'ultimo trentennio. Nelle pensioni è aumentato il peso del privato ed è diminuita la capacità complessiva di copertura. Nel lavoro è stata pressante la spinta alla flessibilizzazione. Nell'istruzione è stato messo in discussione il ruolo centrale della scuola e dell'università pubbliche. Nell'assistenza sociale si è avuta una regionalizzazione spinta delle politiche, con una conseguente crescita delle disuguaglianze. Complessivamente, emerge un modello di welfare in cui le logiche universalistiche appaiono indebolite. Si configurano ormai due diversi sistemi di cittadinanza sociale: il welfare del Nord e il welfare del Sud.
Nel corso di due millenni la chiesa cattolica ha fatto del diritto canonico uno dei punti di forza per attuare la sua missione religiosa, per incidere sul tessuto sociale e per regolare i rapporti con il potere politico. Questo nuovo manuale traccia la storia del diritto canonico dalle origini ad oggi, secondo diversi piani di analisi: dalle fonti normative alla storia delle istituzioni, dai modelli di Chiesa alle correnti di contestazione o di riforma religiosa, dalla cultura giuridica al più vasto quadro della storia delle società.
È il "comandamento nuovo" che umanizza e dà un significato universale a tutti gli altri che, se assunti nella loro pienezza, convergono verso questo appello unitario. Esso esprime la rottura più importante compiuta da Gesù rispetto al giudaismo: la logica della religione dei Padri si apre a una dimensione "altra", segnando il passaggio dalla Legge mosaica alla legge dell'Amore, come presenza di Dio nella storia umana. Non è legge della Ragione, ma verità che appartiene alla condizione di ogni singolo. Ma a chi mi faccio prossimo? È possibile oltrepassare la solitudine del singolo per aprirsi all'altro? È possibile uscire da se stessi e riconoscere l'altro? Un comandamento difficile e quasi sempre smentito: si può non praticarlo, ma non si può negarlo e non riconoscere che ha cambiato alla radice la storia dell'uomo.
La battaglia di Maratona, una delle battaglie più famose della storia, fu combattuta e vinta nel settembre del 490 a.C. dagli ateniesi contro il potentissimo esercito persiano su una piana costiera a una quarantina di chilometri da Atene. L'episodio, riferito da Erodoto, è stato sempre un rompicapo per gli storici dell'antichità. Come è possibile che gli ateniesi uscissero vincitori da uno scontro così impari? Come è possibile, ad esempio, che essi andassero all'assalto dei persiani correndo, armati, per un chilometro e mezzo, come racconta Erodoto? Krentz ricostruisce pazientemente lo stato originario del luogo dello scontro, la dislocazione degli eserciti, gli armamenti (persino il loro peso), le tattiche, giungendo a quella che si può considerare la più documentata e dettagliata descrizione della battaglia che, ponendo fine all'invincibilità persiana, costituì un punto di svolta decisivo nella storia della Grecia e, alla lunga, dello stesso Occidente.
Fin dalla sua rinascita nel 1859, il Grande Oriente d'Italia ha legato la sua storia a quella del Paese. Pur nella affermazione dei principi della fratellanza universale e del solidarismo umanitario, si è infatti caratterizzato per uno spiccato sentimento patriottico e per la totale identificazione con il nuovo Stato unitario. Non meraviglia che le prime logge del risorto Grande Oriente pensassero di offrire la carica di gran maestro a Cavour, e che dopo la sua morte, nel giugno del 1861, larga parte di quella generazione di patrioti che aveva partecipato alle battaglie risorgimentali decidesse di aderire alla Massoneria. Il volume ricostruisce il ruolo svolto dalla Libera Muratoria durante il Risorgimento e nelle fasi decisive della lotta per l'unità e l'indipendenza. Nello scenario di una Torino che stava per diventare capitale del Regno d'Italia, e in cui era presente una vivace emigrazione politica e intellettuale, il libro delinea il profilo di alcuni protagonisti di quelle vicende che furono ad un tempo patrioti e massoni. E grazie al contributo di studiosi italiani e stranieri getta nuova luce, nell'anno in cui ricorre il 150° dell'Unità, su una pagina decisiva della storia d'Italia.
Come si sviluppano la femminilità e la maschilità? Come si definiscono i confini tra maschile e femminile? Quali sono e come funzionano i modelli di genere nella società contemporanea? Le identità di genere sono stabili? Come cambiano i ruoli di genere nell'era della globalizzazione? Sgomberato il campo dai molti pregiudizi, miti, silenzi, nonché dalle falsità vere e proprie che infestano questo terreno, il volume offre un'informazione accurata e una riflessione aperta sulle tematiche della sessualità e del genere, in particolare là dove intersecano problemi di identità, pari opportunità, giustizia sociale.
Il libro illustra in chiave comparativa il pensiero di alcuni autori classici della sociologia urbana e di altri sociologi e studiosi che si sono confrontati con il tema della città e più in generale dello spazio. L'obiettivo fondamentale è introdurre studenti di diversa formazione e livello ai temi cruciali della città così come sono stati affrontati nel corso del '900. Con ciò si intende anche "mettere ordine" nella sociologia urbana, che nel corso del secolo ha prodotto una grande quantità di teorie, ricerche e modelli, oggi bisognosi di essere re-inquadrati per ridefinire l'identità della disciplina e i suoi rapporti con gli studi contigui.
La cultura europea della Restaurazione è caratterizzata dalla necessità di rimediare alla rottura rivoluzionaria dell'Ottantanove e dell'esperienza napoleonica, e di integrarne alcuni principi all'interno dell'ordine politico. Il libro riflette sul problema della democrazia così come fu percepito dal liberalismo francese d'inizio Ottocento e sul tentativo sperimentato in Francia di governare e, anzi, di addomesticare la democrazia, intesa non come forma di governo, ma quale tendenza ineludibile all'uguaglianza e alla desovranizzazione della politica. Sulla scorta delle categorie interpretative fondate da Michel Foucault, l'autore svolge un serrato confronto con il pensiero e gli scritti di Chateaubriand, Ballanche, Guizot e Tocqueville, e ricostruisce la fisionomia nuova e moderna che da questa esperienza derivò ai dispositivi del potere.
I modi in cui è avvenuta l'unificazione italiana hanno fatto sì che il nuovo stato abbia dovuto affrontare in rapida successione sfide che altrove sono state diluite nell'arco di secoli. Questo ha lasciato segni evidenti sullo sviluppo politico successivo, sulle architetture istituzionali e sul loro rendimento, nonché sulla percezione della loro legittimità. La prospettiva di lungo periodo - dall'Unità a oggi - con cui l'autore ha scelto di descrivere il funzionamento del sistema politico italiano e la sua evoluzione, sottolinea le radici lontane di molti dei problemi d'oggi e individua con chiarezza gli elementi di discontinuità. In particolare gli anni '90 hanno visto per la prima volta prendere forma un assetto bipolare competitivo, con implicazioni potenzialmente positive per l'intero sistema, anche se la legge elettorale del 2005 rischia di interrompere tale processo.
Nella formazione dell'Europa moderna, la stampa e la censura hanno svolto un ruolo cruciale nello sviluppo dell'opinione pubblica. L'autore ripercorre criticamente la storia del libro, soffermandosi su un tema come la nascita della libertà di stampa, rilegge l'evoluzione della censura valutandone le conseguenze culturali e civili, ed esponendo il processo di formazione di un'opinione pubblica in Europa si interroga sulle ragioni della prolungata assenza della stampa nel mondo arabo-musulmano. Una sintesi illuminante anche per capire le trasformazioni odierne della sfera pubblica.