"Aut aut" è una rivista bimestrale di filosofia fondata da Enzo Paci nel 1951. Attraverso la pubblicazione di materiali, saggi e interventi fornisce un quadro aggiornato del dibattito filosofico e culturale di oggi. La rivista si rivolge in modo speciale agli studenti e agli studiosi di cose filosofiche, ma anche a coloro che si occupano di problemi connessi con la psicologia, e a tutti gli operatori del mondo culturale, letterario, artistico e politico, che hanno a cuore una riflessione sulle loro pratiche.
Nel novembre 2011, dopo un anno tormentato per l'Italia e per il mondo, Silvio Berlusconi cedeva la leadership politica a Mario Monti, nuovo capo del governo. Una svolta, nel bene e nel male. È stato allora che negli atteggiamenti pubblici e privati degli italiani si è imposta una nuova sobrietà, in opposizione alla consolidata barbarie. In "Un velo di sobrietà", Pier Aldo Rovatti rielabora gli editoriali scritti per "Il Piccolo di Trieste" più di sessanta "scene" suddivise in quattro sezioni tematiche: "La cattiva politica e quella buona", "Capitale umano", "Dentro la vita quotidiana", "Quale cultura". Con l'arma affilata della critica filosofica, Rovatti commenta gli eventi che dal maggio 2011 all'ottobre 2012 hanno segnato la realtà italiana e non solo. Dalla vittoria elettorale di Giuliano Pisapia a Milano alla spending review, al rigore dei ministri-professori; dal caso Lusi al neopopulismo di Beppe Grillo. E ancora, il naufragio della Costa Concordia; il corteo degli indignati a Roma nel 2011, sfociato in guerriglia urbana; i terremoti geologici e quelli finanziari; il limbo dell'università riformata; la medicalizzazione come modello diffuso; le nuove sfide della genitorialità; l'immagine femminile a lungo mercificata e svilita. Affrontando temi come questi, Rovatti promuove un uso non disciplinare della filosofia, che si concretizza in una pratica di lettura e scrittura per frammenti, a creare pause di riflessione nel flusso concitato della cronaca.
Quale ragione ha spinto diversi giornali ad attribuire la strage di 77 norvegesi a non meglio precisati estremisti islamici, finché non è stato chiarito che l'esecutore era un terrorista xenofobo autoctono? Perché la Svizzera, un paese con quattro minareti, indice un referendum per proibire questi simboli religiosi? Per quale motivo la proposta di costruzione di un centro culturale islamico nel Lower Manhattan, vicino a Ground Zero, accende un dibattito politico incandescente negli Stati Uniti? Nella Nuova intolleranza, Martha C. Nussbaum esamina alcuni casi esemplari di islamofobia per raccontare la pericolosità delle reazioni dettate dalla paura. Attingendo alla grande tradizione umanista della filosofia, della storia e della letteratura, indica un percorso che va oltre le ristrette risposte offerte dall'Occidente, verso un modello di società più equa, inventiva e libera. La paura, scrive Nussbaum, è la più narcisistica delle nostre emozioni. Manipolando le ansie legittime si producono leggi e politiche contro chi è diverso. Per superare l'intolleranza è necessario applicare con costanza il rispetto delle coscienze e la capacità di comprensione. Nussbaum ci sfida ad abbracciare la libertà di religione per tutti, estendendo agli altri quello che chiediamo per noi.
Si spengono le luci, cala il silenzio, si apre il sipario. Entra in scena una donna: ha il passo stanco, il corpo scarnificato, lo sguardo arreso. È il nostro paese. È Italia. Non si può più raccontarla, questa Italia. Non bastano più le parole. Servono le immagini. Serve un regista. Il regista si chiama Massimo Bucchi. E dunque ecco l'Italia vera, così com'è. Massimo Bucchi la plasma, la deforma, la sfregia. L'Italia di Piazza Fontana, della stazione di Bologna e dell'Italicus ; l'Italia del valzer e del caffè; l'Italia dei coffee break di Pisciotta e Sindona, di Alfredino, dell'omicidio Lima; l'Italia del divo Giulio, del Cavaliere, di Padre Pio; l'Italia delle parate, dei governi sinistri, delle riforme del tempo perduto; l'Italia di Bartali e Togliatti, Craxi e Ratzinger. L'Italia davanti a tutto. Ma come ostaggio. Questa non è una raccolta di vignette, ma un saggio in immagini, create per questo libro e montate in un flusso inarrestabile: così Massimo Bucchi rilegge la storia d'Italia. Ne emerge un'opera illuminante che ci mostra, con lo sguardo lucido e sovversivo di uno dei più geniali vignettisti italiani, come stanno le cose. Con questo libro scopriremo l'Italia come non l'avevamo mai vista: il nostro passato e il nostro presente ci appariranno sotto una luce diversa, una luce impietosa che tutto svela; che poi diviene fioca, e che si spegne, accompagnandoci nel mondo dei sogni, sogni dolcissimi e tremendissimi.
Dall'epoca dei grandi specialisti beethoveniani come Wilhelm Backhaus a quella più recente di musicisti poliedrici come Alfred Brendel e Maurizio Pollini, le 32 sonate per pianoforte di Ludwig van Beethoven rappresentano una sfida titanica e un'attrazione irresistibile per tutti i grandi pianisti: il "Nuovo Testamento" del pianoforte, come le definì Hans von Bulow. Se il confronto con i grandi del passato è inevitabile, una nuova interpretazione può fondarsi solo su un lavoro autonomo e certosino sui testi. Stimolato dalle domande di Martin Meyer, Andràs Schiff svela tutti i segreti del suo approccio alle sonate, guidando il lettore lungo l'evoluzione straordinaria del linguaggio musicale beethoveniano, dalle giovanili sonate op. 2, già svincolate dal modello di Haydn, alle ultime, visionarie realizzazioni della maturità. Da questa analisi storico-critica discendono immediatamente, in maniera nello stesso tempo personale e non arbitraria, scelte di regia, tempo, suono, dinamica, timbro. Questa guida, un viaggio inedito dietro le quinte del lavoro interpretativo, offre tutti gli strumenti per un ascolto consapevole dell'esecuzione dal vivo delle sonate da parte di Andràs Schiff e di ogni loro interpretazione passata o futura.
Alessandro Manzoni è stato uno degli artefici che più profondamente hanno contribuito al processo costruttivo della nazione italiana moderna, per quanto lontano dall'attivismo politico e dall'impegno militante, e tuttavia presente senza incertezze nei momenti chiave del mutamento storico. Da sempre fedele all'idea di unità, ha espresso tale convinzione in testi emblematici (i cori delle tragedie, l'ode "Marzo 1821"), ha rivoluzionato una letteratura elitaria introducendovi il genere moderno del romanzo e facendo rispecchiare in esso un'intera società, ha costruito con rigore e pazienza estremi i presupposti perché nascesse la nostra lingua comune. Oggi, nel mondo globalizzato in cui siamo immersi, la storia della nostra e delle altre nazioni sollecita nuove riflessioni. La vicenda di Manzoni permette di cogliere come si sia sviluppato il processo di "immaginazione" del diverso spazio politico creato con la nazione moderna, in cui tanti intellettuali italiani si sono proiettati, sovrapponendolo e sostituendolo ad altri ambiti di relazioni precedenti, spesso superati. Questa raccolta di saggi intende ripercorrere anche secondo tale prospettiva l'impegno di Manzoni nella costruzione della nuova Italia, a conclusione dei festeggiamenti del Centocinquantesimo della nascita dello Stato unitario, nel segno di un omaggio della sua città al grande scrittore italiano.
Rulli di tamburi. Esplosioni di cembali. Dzemal-Edin e i suoi compagni a cavallo scalpitano ai bordi della piazza d'armi a Krasnoe Selo. È il maggio 1848, il giorno della parata delle scuole militari. Dzemal-Edin sfila davanti alle tribune, elegante nella sua uniforme verde e rossa. Fiero. Nobile. Integro. Rivive l'emozione di un tempo, quando da piccolo cavalcava insieme ai murid sulle montagne del Dagestan. Allora gli sembrava di appartenere al più grande esercito del mondo. Oggi è un ufficiale della Santa Madre Russia. Il ribelle ceceno ora è il pupillo dell'imperatore. La sua è una vita a metà. È ancora un bambino quando il padre Shamil, imam guerriero, dopo un conflitto decennale lo consegna ai russi come amanat, garante di pace. L'ostaggio non sarà più restituito. Dzemal-Edin viene segregato a San Pietroburgo, alla corte di Nicola I, che lo adotta e, fatto eccezionale, gli concede di mantenere la fede islamica. Al Palazzo d'Inverno Dzemal-Edin diventa il cadetto più promettente, il cavaliere più ammirato. E si innamora di una nobildonna russa. Per sposare Elizaveta Petrovna Olenina è pronto a macchiarsi del peccato supremo per un musulmano: l'apostasia. Quando sarà richiamato al ruolo di soldato di Allah, l'amore per Lisa si scontrerà con il dovere di salvare il suo popolo. Attingendo a documenti d'archivio e mano-scritti inediti, Alexandra Lapierre riporta alla luce la vicenda finora ignota del figlio dell'imam cresciuto alla corte dei Romanov.
Un'esplosione nucleare, un'epidemia globale, un blackout delle reti elettriche o un collasso dei mercati finanziari. Il mondo ci dimostra che il futuro non è così prevedibile e non tutti i rischi sono controllabili. Abbiamo una sola certezza: la civiltà contemporanea poggia su pilastri precari come un fragile castello di carte. John Casti, teorico dei sistemi complessi, richiama la nostra attenzione sui fatti davanti ai quali voltiamo la testa e ci allerta sulle vulnerabilità a quegli eventi causati dall'uomo, possibili e nello stesso tempo rari e sorprendenti, che mettono a repentaglio la nostra vita quotidiana. Con "Eventi X" Casti esplora i sistemi vitali per la specie umana, sottolinea i pericoli che ci attendono, segnalando le spie di allarme per tenere a bada gli eventi anomali e fornendo consigli per ridurre la complessità dei sistemi umani e adattarsi a ciò che crediamo non possa mai capitarci. Tra gli eventi x presi in considerazione ci sono la possibile messa fuori uso su vasta scala di internet o di tutti i dispositivi elettronici a causa di un impulso elettromagnetico; il crollo delle filiere alimentari, un sistema di produzione e commercio globale altamente instabile; rischi energetici come il verificarsi di altri disastri nucleari e l'estinzione definitiva del petrolio estraibile. Casti, infine, esplora le probabilità di pandemie, di collassi finanziari e, soprattutto, le minacce che potrebbero impedire a tutti di avere accesso all'acqua potabile.
"Aut aut" è una rivista bimestrale di filosofia fondata da Enzo Paci nel 1951. Attraverso la pubblicazione di materiali, saggi e interventi fornisce un quadro aggiornato del dibattito filosofico e culturale di oggi. La rivista si rivolge in modo speciale agli studenti e agli studiosi di cose filosofiche, ma anche a coloro che si occupano di problemi connessi con la psicologia, e a tutti gli operatori del mondo culturale, letterario, artistico e politico, che hanno a cuore una riflessione sulle loro pratiche.
Nell'aprile 2011, senza alcuna accusa formale, la polizia cinese arresta Ai Weiwei e lo tiene recluso per 81 giorni in una località segreta. Il mondo dell'arte si indigna e organizza mostre, petizioni, coinvolgendo i governi per fare pressione per il suo rilascio. Il nome di Ai Weiwei oltrepassa la cerchia degli appassionati di arte e architettura, l'onda del web lo diffonde su scala mondiale: Ai Weiwei diventa il simbolo della lotta per la libertà di espressione in Cina. In "Ai Weiwei parla", attraverso una serie di interviste raccolte tra il 2006 e il 2009, l'artista racconta ad Hans Ulrich Obrist l'infanzia segnata dall'esilio del padre, il poeta Ai Qing, accusato di anticomunismo. L'adolescenza, passata a disegnare nelle stazioni ferroviarie; gli anni ottanta a New York, l'incontro con Alien Ginsberg; il ritorno a Pechino nel 1993 e la determinazione a lottare per la libertà nel suo paese. Artista, fotografo, architetto, curatore, con facilità sorprendente Ai Weiwei passa da un medium espressivo all'altro. Scatta fotografie in continuazione e le pubblica su quel blog che conta centomila contatti al giorno. Il suo blog scatena la reazione del governo, che lo chiude nel 2009. Nonostante i bavagli, Ai Weiwei continua a essere attivo su internet. E all'intrusione della polizia nella sua vita risponde con l'ironia del gesto artistico: quattro webcam che lo riprendono ventiquattr'ore su ventiquattro. Sono state messe off-line il giorno dopo.