
Il presente volume ha il pregio di riunire due tra i più famosi scritti di von Balthasar, che l'autore stesso definiva programmatici. Il primo, "Abbattere i bastioni", venne pubblicato in tedesco nel 1952. A distanza di dieci anni seguì "Solo l'amore è credibile", pubblicato mentre era in pieno svolgimento il Vaticano II. Il concilio, dunque, è come lo spartiacque che separa le due parti di un'unica composizione. La prima vuole contribuire ad abbattere i bastioni, ogni artificiosa costruzione che impedisce la visione della fonte dell'amore. La seconda lascia intravedere le origine divine, remote e tuttavia possenti, che ancora possono estinguere la sete dell'uomo alla ricerca di Dio e di se stesso. Pur con accenti diversi, le due opere formano un unico proemio alla grande costruzione di Gloria, Teodrammatica, Teologica. Di qui la decisione di pub blicarle insieme come possibilità offerta al lettore di leggere in continuità i prodromi del grande affresco balthasariano.
Questo lavoro risponde a un'esigenza dei lettori degli scritti di Teilhard de Chardin. Le prima difficoltà che essi incontrano nel comprenderli derivano dall'utilizzo di un vocabolario originale, fatto di neologismi interamente inventati dall'autore, o semplicemente di termini tecnici o anche del linguaggio comune che egli riveste di un significato particolare. La seconda parte dell'opera è un dizionario dei nomi di persone che sono o corrispondenti di Teilhard o persone di cui egli parla, per la maggior parte poco conosciute o addirittura sconosciute ai nostri contemporanei. All'autore è parso importante dare tale complemento biografico, poiché la comprensione dell'opera di un pensatore non può prescindere dalla società nella quale è vissuto e dai personaggi che ha incontrato e che l'hanno in qualche modo segnato. L'insieme costituisce uno strumento prezioso - che non ha eguali - per penetrare nell'universo teilhardiano.
San Vincenzo de' Paoli non è entrato - immeritatamente - nella storia della letteratura, neanche religiosa, per le "conferenze" alle Figlie della Carità. È entrato però nella storia della Chiesa per quello che esse hanno sortito: la struttura spirituale delle Figlie della Carità e la diaconia della carità resa possibile anche al genio femminile. Difficile pensare a san Vincenzo come a un maestro di metodo o di comunicazione; eppure le sue "conferenze" corrispondono alle più moderne metodologie di comunicazione oggi attuate in ambiti diversi. Esse hanno radici lontane, rinvenibili in tradizioni patristiche o monastiche, ma del tutto originali nel loro genere per la concretezza e il coinvolgimento dei destinatari. A tali "conferenze" o incontri, che si svolgevano a Parigi presso la Casa Madre delle Figlie della Carità, le partecipanti venivano preparate, magari con appunti, conoscendo in anticipo il soggetto della conferenza stessa. Al termine veniva fatto un lavoro redazionale, sottoposto alla revisione dello stesso Vincenzo. Quanto ai contenuti, emergono i temi tipici della spiritualità vincenziana: l'incontro come dato provvidenziale; la vita come vocazione; l'amore di Dio e il conseguente amore del prossimo; l'amore affettivo e quello effettivo; il servizio spirituale e materiale; l'umiltà, la semplicità e la carità come virtù basilari; la vita di comunione e di consacrazione. (Prefazione di Richard Mc. Cullen)
Questa terza edizione italiana di uno dei libri più famosi dello storico e studioso del cristianesimo antico Henri-Irénée Marrou (1904-1977) esce, dopo oltre trent'anni dalla seconda, intercettando una svolta epocale quanto mai opportuna. Se la teologia della storia trova il suo brodo di coltura nel cristianesimo occidentale a partire dal mondo tardoantico, Marrou va alle origini e usa Agostino per parlare al cristiano moderno e tardo moderno. In teologia della storia, sembra dire Marrou, si deve sempre presupporre, benché non impregiudicatamente, che vi sia una commistione tra la città che si edifica nel bene e l'altra che si sgretola, forse inavvertitamente, nel male. Ciò nonostante, le città terrene tendono e tentano di diventare la città di Dio, almeno nella misura in cui si concepiscono come un ideale che incarni dei valori, partecipanti a quelli eterni, negli uomini e nelle cose. Secondo il nostro Autore, in conclusione, la città di Dio non apparirà in essere tutto a un tratto, creata in un istante dalla volontà di Dio. Al contrario, egli vuole che si costruisca lentamente, strato per strato, pietra (viva) su pietra per tutta la durata della storia umana. La svolta epocale che la riedizione di questa opera intercetta riguarda il fatto che la storia, mito costituito dall'Occidente secondo Raimon Panikkar, nel momento in cui se ne mette in ipotesi la fine, ha però fatto il giro del mondo divenendo parte di un linguaggio traducibile in molti idiomi.
Walter Burkert è uno dei più autorevoli studiosi viventi delle religioni, sicuramente quello con il più vasto orizzonte di esplorazioni e di indagini. "La religione greca di epoca arcaica e classica", da lui scritta negli anni Settanta, costituisce una originale e personalissima sintesi della corrente storica tradizionale e delle correnti avanguardistiche di quegli anni di fermento. Oggi è entrata nella storiografia del Novecento, ma anche per gli anni Duemila rappresenta un necessario e solido punto di partenza. L'Italia, dopo Raffaele Pettazzoni, non ha avuto che trattazioni sintetiche sulla religione greca. "La religione greca" di Burkert - già pubblicata in prima edizione italiana dalla Jaca Book nel 1984 in due volumi con il titolo "I Greci", poi in seconda edizione aggiornata nel 2003 - viene di fatto a colmare questa lacuna (pur fermandosi alla fine del IV secolo), costituendo il manuale di riferimento per specialisti del mondo classico, ma anche in genere per coloro che amano la religione greca coi suoi miti e soprattutto i suoi numerosissimi riti, di cui Burkert è appassionato informatore e interprete.
Da alcuni anni padre Antonio Sicari racconta vite di santi. Il volume, che qui presentiamo, è il terzo di una serie che, rispondendo alle aspettative dei lettori è già arrivata al nono titolo. Ma padre Sicari non ha abbandonato la teologia per la storia della Chiesa o per un più accattivante genere biografico. I suoi ritratti sono come l’ordito di un’unica trama, come i sentieri molteplici che si dipartono e nello stesso tempo portano al cuore aperto di Cristo. Questo intreccio di vite forma e sostiene la Chiesa, il corpo nel quale avviene l’incontro tra Dio e la sua creatura in continuazione di quell’evento che noi chiamiamo incarnazione. In questo senso i Ritratti di santi di padre Sicari sono opera di teologia viva, sono il racconto di come Cristo si è avvicinato ad un uomo per condurlo al Padre e di come la Chiesa ha colto e proposto questo incontro come esemplare per il cristiano.
"Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi?". Un po’ del calore che provarono i discepoli di Emmaus emana anche dalle pagine di questo volume che ricrea l’atmosfera per lasciarsi prendere dall’amore di Cristo.
Un resoconto diretto e vivace dell’evoluzione di una straordinaria selezione di poster e fotogrammi di film vintage, accompagnati dalle descrizioni delle star e dei film rappresentati. Su quattro decadi della storia del cinema, Ira M. Resnick ha organizzato una superba collezione composta da 2000 locandine di film vintage e 1500 fotogrammi, sino ad oggi inedita. Hollywood: i manifesti del cinema nell’età dell’oro presenta il meglio della ricerca di Resnick, con vivide riproduzioni di 258 manifesti tratti dall’età dell’oro di Hollywood, dal 1912 al 1962. Guidando il lettore attraverso celeberrime locandine e fotogrammi della sua collezione, Resnick lo accompagna in un viaggio attraverso la storia del cinema, che ha inizio nell’età del cinema muto e continua sino a "Colazione da Tiffany" (1961). Un libro imperdibile per ogni collezionista e cinefilo, per i grafici e per il mondo della comunicazione.
I giardini cinesi sono sovente considerati delle astrazioni intellettuali, troppo esclusivi per essere compresi da chi normalmente si occupa di giardini. Troppo cerebrali per scalfire la sensibilità occidentale. Tuttavia essi costituiscono un insieme di brillanti soluzioni per quasi tutti i principali problemi riguardanti i giardini: vi sono regole formali, ma che a volte possono essere disattese; vi sono varietà di stili, ma essi possono essere adattati e diversamente combinabili a seconda delle necessità. Anche se molti di questi giardini infatti sembrano cristallizzati in un passato eccessivamente lontano, essi sono in realtà in continua evoluzione e rinnovamento. Per non continuare a guardare ad essi come a dei "pezzi da museo" occorre quindi cambiare atteggiamento e liberarsi da alcuni preconcetti riguardo a ciò che un giardino dovrebbe essere. A cogliere la loro modernità può aiutare la consapevolezza che proprio il giardino cinese ha profondamente influenzato le avanguardie nel campo della progettazione di giardini: Charles Jenks e Maggie Keswick Jenks, così come I.M. Pei, risentono della sua influenza e cercano nelle loro opere di declinarne le caratteristiche in modo da trovare un equilibrio tra la filosofia sottesa al giardino cinese e l'estetica occidentale. Partendo dunque da questa convinzione, il volume presenta una immersione totale in questa affascinante arte.
Siamo di fronte ad un classico della "sipiritualità cristiana" del '900. Catherine de Hueck Doherty è una figura che per l'impegno sociale e la profondità spirituale si accompagna a Madre Teresa, Dorothy Day e Suor Emmanuelle. Ma Catherine ci lascia anche un'opera, Pustinia, che è divenuta appunto un classico contemporaneo di riferimento per lo spirito di carità e per la dimensione mistica. Pustinia, in russo, significa deserto, e proprio al deserto richiama l'esperienza delle pustinie create da Catherine, prima in una casa di campagna dove sperimentare nel silenzio, nel digiuno e con solo una bibbia sul tavolo, il rapporto con Cristo, poi anche in città. In questo libro Catherine ci spiega il paradosso e l'esperienza concreta dei deserti nelle metropoli odierne, ci spiega come vivere il silenzio e l'accoglienza nell'assordante mondo contemporaneo.