Come comportarsi con un figlio che non si stacca mai dal cellulare e dai videogiochi? A che età si può consegnare il tablet a un bambino? E poi: siamo così sicuri che tutti i giochi elettronici e le app facciano “male”? Senza ricette precostituite, questo volume risponde alle domande che più assillano le famiglie dei “nativi digitali”, i bambini e i ragazzi nati dopo il 2000. Con un’ampia gamma di esempi tratti da situazioni reali che riguardano età, contesti e device differenti, l’autore fornisce le coordinate per orientarsi in un universo, quello delle nuove tecnologie, in costante evoluzione.
Questo volume ci accompagna alla scoperta delle strategie migliori per avvicinare bambini e ragazzi alla “cultura”. Dalle fiabe della buonanotte agli ultimi casi editoriali, dalla scoperta dei classici alle visite ai musei, tutte le tappe di un percorso fondamentale non solo per l’apprendimento ma per la costruzione dell’identità. Ricordando che quella delle “storie” è un’esperienza antica, per la quale siamo tutti intimamente predisposti: si tratta di accendere una fiamma, sperando che basti solo una scintilla.
Il genitore perfetto fortunatamente non esiste, ma si può essere genitori “sufficientemente buoni”, capaci di rispondere con efficacia alle sfide di quest’epoca e alle inevitabili domande che comporta crescere un figlio. Senza imporre regole e ricette, Il primo volume della collana “Genitori si diventa. Cavarsela con i figli 0-18”, offre alle famiglie, ma anche agli insegnanti e a tutti gli adulti coinvolti in questa “avventura”, una bussola per orientarsi nei momenti importanti e nella vita quotidiana, dall’arrivo del bebè fino agli anni tumultuosi dell’adolescenza. Uno strumento per scoprire i meccanismi delle emozioni e della crescita, spiegati con rigore scientifico e chiarezza.
Come suggerire lo sport più adatto? Esiste un’età giusta per cominciare? Ed è meglio imparare bene uno sport o provarne tanti? Ma poi non sarà tutto tempo rubato allo studio? A queste e ad altre domande risponde questo quarto libro della collana. Con l’aiuto della testimonianza di grandi atleti (Diana Bianchedi, Ottavio Bonincontro, Luca Cantagalli, Mauro Checcoli, Josefa Idem, Gianni e Pino Maddaloni, Arturo Mariani, Eddy Ottoz, Honey Thaljieh, Hristo Zlatanov e Andrea Zorzi), l’autore accompagna le famiglie sui campi di calcio e sulle piste di atletica, nelle palestre e in piscina, con suggerimenti e spiegazioni, ma senza prescrizioni. E ricordando che i primi movimenti “sportivi” dei nostri figli cominciano nella culla.
Una prima, corposa, sezione del numero è dedicata poi all’impunità di cui, nel nostro paese, hanno goduto e godono politici, imprenditori, mafiosi, appartenenti alle forze dell’ordine... Impunità che, minando la fiducia nello Stato e nella giustizia, rappresenta un vero e proprio vulnus alla democrazia del nostro paese. Luca Tescaroli ci parla del caso dei colletti bianchi, forse quello che maggiormente esprime la profonda disuguaglianza della nostra società. Checchino Antonini ripercorre alcuni dei casi più celebri di ‘malapolizia’, evidenziando come spesso lo spirito di corpo prevalga sulla tutela dei diritti. Marco Lillo ci racconta l’impunità della mafia, da sempre capace di annullare o attenuare l’azione repressiva dello Stato entrando in rapporto con la politica. Gianni Barbacetto e Marco Maroni ci portano per mano in un viaggio nel mondo dei condoni tra Prima e Seconda Repubblica, mentre Paolo Ielo illustra la difficoltà di punire i reati contro la pubblica amministrazione, mettendo in luce come a questo scopo serva un deciso intervento da parte del legislatore. E impunità, come ci racconta Caterina Malavenda, è anche quella di cui gode chi, per mettere a tacere un giornalista scomodo, si fa scudo delle cosiddette ‘querele temerarie’ senza andare incontro ad alcun tipo di conseguenza.
Una seconda parte del numero è dedicata al fenomeno mafioso, in grado di passare indenne per 200 anni di storia, grazie a quella capacità di mutare pelle ogniqualvolta necessario, per mantenere inalterata la capacità di infiltrare la società italiana, da Nord a Sud, e non solo, come raccontano Petra Reski (che traccia un quadro della situazione in Germania) e Stefania Pellegrini (che si concentra sulle mafie nel Settentrione). Quello che ci offre Saverio Lodato è invece uno sguardo disincantato sulla questione, che spazza via ogni illusione di essere – o di essere stati – sul punto di sconfiggere definitivamente questa piaga. D’altronde le classi dirigenti italiane non hanno mai affrontato seriamente l’aspetto che rende la mafia così forte: il suo rapporto con lo Stato. Un atteggiamento del quale sono emblematici da un lato il caso Andreotti, ricostruito da Gian Carlo Caselli, dall’altro i decenni di depistaggi, anomalie, ‘distrazioni’ attorno ad alcune delle stragi più sanguinose della nostra storia recente, di cui ci parlano Fiammetta Borsellino e Salvo Palazzolo. E se la politica non è stata capace di fare la sua parte, oggi anche il movimento antimafia è a un bivio, come denuncia Danilo Chirico: o trova il modo di uscire dalle stanche ritualità o è destinato a morire. L’unica vera barriera è rappresentata dall’informazione, quell’informazione che – prima della magistratura – ha svelato il verminaio mafioso di Roma Capitale, qui ricostruito nei minimi dettagli da Lirio Abbate e Giovanni Tizian. E che, per aver svolto con responsabilità il proprio dovere, vive sotto le minacce dei mafiosi, come ci raccontano tre giornalisti sotto scorta: Michele Albanese, Paolo Borrometi e Sandro Ruotolo.
Le eccellenze. 363 ristoranti di Perugia e terni 207 botteghe del gusto; 54 dimore di charme 48 produttori di vino; 84 produttori di olio Itinerari d'autore; il cratere; i laghi; i patrimoni dell'Umbria; Umbria sotterranea; lungo l'ansa del Tevere; Umbria in piazza; golf; erbe spontanee e ricette degli chef; piatti della memoria.
Completamente ripensata e riscritta, questa quarantunesima Guida rappresenta la fotografia di una ristorazione viva, ricca, varia, che consolida e arricchisce i propri punti di forza, ma si aggiorna e si diversifica, anche cambiando connotati e caratteristiche.
Giudicati oltre 2.000 locali; per la prima volta le migliori pizzerie e poi i migliori vini. 800 i locali “top” premiati con i “cappelli”.
Carta di Laura Canali
La testa del serpente
L’editoriale del numero di Limes 7/18, Attacco all’impero persiano.
Carta di Laura Canali
STAVOLTA L’IRAN HA CAPITO CHE DELL’AMERICA NON CI SI PUÒ FIDARE MAI
Il voltafaccia statunitense sul nucleare ha rafforzato la corrente della politica iraniana che vede nel rovesciamento della Repubblica Islamica il fine ultimo di Washington. Risultato: Teheran si attrezza a resistere senza concedere più nulla. In attesa di tempi migliori.
di Fuad Izadi
Carta di Laura Canali
L’ODIO ARABO SPINGE TEHERAN SULL’ORLO DELLA GUERRA
Sauditi ed emiratini puntano a rovesciare il regime della Repubblica Islamica con ogni mezzo. Le cifre del riarmo nel Golfo. Il ruolo di Israele e del terrorismo islamico. Le contromisure iraniane. Se Washington si fa trascinare, il conflitto è dietro l’angolo.
di Abdolrasool Divsallar
Carta di Laura Canali
COOPERAZIONE E DETERRENZA: LA RICETTA DELL’IRAN PER USCIRE DALL’ANGOLO
Pressata da Washington, Teheran riscopre la necessità di riannodare la sua rete in cinque sottosistemi regionali. L’importanza degli scambi energetico-commerciali. La sponda russo-cinese. In attesa che a Riyad si consolidi il potere di MbS.
di Kayhan Barzegar
Soldati iraniani durante una parata militare a Teheran, 2013 Foto: BEHROUZ MEHRI/AFP/Getty Images).
L’IRAN IN ARMI
L’apparato bellico della Repubblica Islamica privilegia Esercito e Difesa antiaerea. L’articolazione delle Armi e delle polizie. Il ruolo di clero e servizi. L’universo dei pasdaran e la galassia delle milizie. Hizbullah come profondità strategica.
di Walter Posch
Carta di Laura Canali, 2016
A CHE PUNTO SONO MISSILI E BOMBA DELL’IRAN
Se l’accordo sul nucleare salta definitivamente, Teheran può riprendere ad arricchire uranio. L’Iran punta sull’imponente arsenale missilistico per compensare la vetustà delle sue Forze armate. Grazie alla Corea del Nord e a Saddam.
di Paolo Cotta-Ramusino e Alberto de Sanctis
Carta di Laura Canali - 2018
L’ARTE DELLA DIFESA PERSIANA
L’Iran si considera sotto crescente minaccia da parte di Usa, Israele e Arabia Saudita. L’evoluzione del suo pensiero strategico. Forze armate regolari e rivoluzionarie sono addestrate a infliggere danni intollerabili agli invasori. Ma dispongono di mezzi scarsi e vetusti.
di Nicola Pedde
Carta di Laura Canali
L’AMERICA ALL’ASSALTO DELL’IRAN
Trump ha deciso di chiudere la parentesi tattica di Obama, stringendo Teheran nella morsa di sanzioni durissime. Necessità imperiale per impedire agli ayatollah di estendere la propria influenza fino al Mediterraneo, dominando la Mesopotamia.
di Dario Fabbri
Carta di Laura Canali
L’ODIO INNEGOZIABILE DEGLI STATI UNITI PER LA REPUBBLICA ISLAMICA
Burocrazie e opinione pubblica americane coltivano una radicata repulsione per il regime iraniano, emblema del Male. L’oltraggio dell’occupazione dell’ambasciata Usa a Teheran non è dimenticato. Le componenti ideologiche ed emotive dell’ostilità.
di Federico Petroni
carta di Laura Canali
ABU DHABI, IL NEMICO DISCRETO DELL’IRAN
All’ombra del clamore anti-iraniano di sauditi e israeliani, gli Emirati contrastano Teheran ovunque possibile. L’intervento in Yemen. La corsa al riarmo. Il ruolo di MbZ e il lobbismo a Washington. Il sabotaggio del Jcpoa potrebbe essere una vittoria di Pirro.
di Rachid Chaker
Carta di Laura Canali
PER I SAUDITI, L’IRAN È IL NEMICO NUMERO UNO
Il solipsismo americano detta a Riyad le nuove parole d’ordine: revisione delle alleanze, riarmo e contrasto all’espansionismo sciita. La lezione dello Yemen. I moniti al Libano su Hizbullah e le mosse in Iraq. Gli errori non mancano, ma indietro non si torna.
di Ali Shihabi
Carta di Laura Canali, 2015
PIÙ DELLA BOMBA, ISRAELE TEME L’IRAN ALLE PORTE
Lo Stato ebraico percepisce Teheran come principale minaccia alla propria sicurezza. Con apprensione la osserva disporre basi e truppe in Siria, provando a replicare quanto fatto con Hizbullah in Libano. Le garanzie di Trump e Putin come ultima speranza.
di Emily B. Landau
Carta di Laura Canali
IRAN-TURCHIA, I GEMELLI CHE NON SI CONOSCONO
Gli Stati turco e iranico si sono plasmati a vicenda in secoli di lotte, ma solo da poco avevano cominciato a riscoprirsi. Ora il collasso della Siria e le pressioni israelo-saudite incrinano il rapporto bilaterale. Erdogan cederà alle lusinghe di Trump?
di Daniele Santoro
Carta di Laura Canali
MOSCA? UN BUON PIANO B
Malgrado una storica diffidenza, lo schiaffo di Trump sul Jcpoa costringe Teheran a cercare la sponda russa. La difficile convivenza in Siria. La spina di Israele. L’Unione Economica Eurasiatica non sarà l’Ue, ma è meglio di niente.
di Mauro De Bonis
Carta di Laura Canali, 2016
PERCHÉ LA CINA SOSTIENE IL NUCLEARE DI TEHERAN
Pechino vuole ostacolare i piani Usa in Medio Oriente, mandare un messaggio alla Corea del Nord e blandire l’Iran in quanto snodo essenziale delle nuove vie della seta. Perciò dà manforte agli ayatollah sul Jcpoa. Ma il dialogo con Washington viene prima.
di Giorgio Cuscito
Carta di Laura Canali - 2018
QUANTO IRANIANO È L’IRAQ?
Grazie alla liquidazione di Saddam per mano americana, Teheran ha potuto stabilire nei territori iracheni un’influenza pervasiva e strutturata. Teoria e prassi del caos controllato. L’uso dei partiti milizia. Ma fra i persiani cresce l’insofferenza per i costi dell’impresa.
di Giovanni Parigi
Carta di Laura Canali
LA RETE DI HIZBULLaH CONTROLLA IL LIBANO E SI DIFFONDE NEL MONDO
Il Partito di Dio, alleato dell’Iran, è egemone nel Paese dei Cedri. Le roccaforti a Beirut, nel Sud e nella Valle della Biqa‘. Il sofisticato sistema di potere e l’intesa con Hariri. L’intervento militare in Siria continuerà. La formidabile ragnatela dei traffici.
di Lorenzo Trombetta
Carta di Laura Canali
I libanesi ci dicono: ‘Non ve ne andate’
Appendice
Conversazione con il generale Enrico Paolo Fabbri, comandante della brigata alpina Julia in Libano.
a cura di Roberto Roggero
Carta di Laura Canali - 2018
PER TEHERAN LA SIRIA È IRRINUNCIABILE
Puntando di nuovo a rovesciare i mullah, Trump accentua il (frainteso) carattere difensivo della strategia iraniana, che ha in Damasco e Hizbullah i suoi pilastri. Con la guerra, l’Iran ha conquistato spazi siriani e iracheni che non cederà.
di Daniel Brumberg
Carta di Laura Canali
‘Grazie a Damasco, Hizbullah ha vinto’
Appendice 1
Conversazione con Halil ‘Abd al-Amir al-Risq, responsabile Esteri di Hizbullah.
a cura di Roberto Roggero
Carta di Laura Canali - 2015
‘La guerra per lo Stato palestinese è solo questione di tempo’
Appendice 2
Conversazione con Abu Hasan, comandante di Hizbullah a Beirut.
a cura di Roberto Roggero
Carta di Laura Canali
IN ASIA CENTRALE, TEHERAN PROVA A CONTARE DI PIÙ
Malgrado radici e interessi comuni, l’Iran sconta la diffidenza delle repubbliche centroasiatiche, refrattarie agli ayatollah e timorose di alienarsi l’America. I progetti energetico-infrastrutturali. Il nodo delle sanzioni. Rohani punta su Turkmenistan e Tagikistan.
di Fabio Indeo
Carta di Laura Canali
ERaNSAHR: L’IRAN TRA IMPERO E NAZIONE
Uno scavo nel tempo lungo e nello spazio, alla ricerca dell’identità geopolitica iraniana. Quanto imperiali erano gli achemenidi e i sasanidi? La statualità safavide e la ‘tradizione inventata’ dei Pahlavi. La strategica ambiguità della Repubblica Islamica.
di Marco Lauri
Carta di Laura Canali
EDUCAZIONE E IMPERO
L’Iran coltiva il senso della storia e un’alta idea di sé sin dai banchi di scuola. Un’antologia dei manuali in dotazione agli studenti suggerisce la continuità con Ciro e Dario, la superiorità culturale sugli arabi e la rivendicazione di un’autorità suprema regionale.
a cura di Michele Marelli
Mohammad Taghi Mesbah-Yazdi, membro dell'Assemblea degli Esperti (destra) insieme a Ahmad Jannati (centro) capo del Consiglio dei Guardiani e, dal 2016, anche dell'Assemblea degli Esperti (Foto: BEHROUZ MEHRI/AFP/Getty Images).
CHI COMANDA L’IRAN?
L’Occidente ha una visione stereotipata della struttura istituzionale iraniana che ne perde di vista i caratteri informali, flessibili. Tre generazioni, tre ideologie e tre correnti politiche. La Guida non è il duce. La crisi del Jcpoa rilancia pasdaran e ultraconservatori.
di Nicola Pedde
Carta di Laura Canali - 2018
QOM-KARBALA-NAJAF, IL TRIANGOLO SCIITA
Dalla fatwa di al-Sistani del 2014, la storica rivalità tra le due città sante irachene e lo ‘sciismo di Stato’ dell’Iran ha fatto un salto di qualità. Le origini della dottrina persiana. Il mosaico del clero iraniano. Teheran perseguita i sufi perché si sente debole.
di Alessandro Cancian
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LA NATURA HEGELIANA DELLA RIVOLUZIONE ISLAMICA
Con l’avvento della Repubblica Islamica, democrazia teocratica, si è prodotta in Iran una sintesi estranea ai canoni occidentali ma perfettamente coerente alla dialettica di Hegel. La Persia vista dal filosofo di Stoccarda come patria del popolo originario.
di Dario Fabbri
Carta di Laura Canali
IL PESO DELLE SANZIONI SULLA STABILITÀ DELL’IRAN
Il ritorno delle misure punitive Usa preoccupa Teheran. Il popolo chiede posti di lavoro e si scaglia contro la corruzione. L’economia non è solo petrolio, ma il dualismo fra pubblico e privato riflette un dissidio fra Guida suprema e presidenza. Urge una riforma bancaria.
di Thierry Coville
Carta di Laura Canali
QUANTO SCOTTANO LE PERIFERIE DELL’IRAN
La grande diversità geografica, etnica e linguistica costringe l’Iran a mantenere accentrato il potere politico ed economico lungo l’asse Teheran-Qom-Mashhad. A farne le spese, le province al confine con Iraq e Pakistan. Gli investimenti sulle posizioni strategiche del Sud.
di Luciano Zaccara
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TEHERAN È L’IRAN
Un misto di accidenti e volontà ha reso la più recente e meno bella tra le città iraniane il fulcro geopolitico del paese. L’evoluzione storica. Le caratteristiche geografiche, urbanistiche e socioeconomiche. Il bazar resiste, ma il potere è al Nord.
di Alessandra De Cesaris
Carta di Laura Canali
AZERI, LA PORTA DI ANKARA SULL’IRAN
Malgrado i forti legami storico-culturali, un’ipotetica annessione dell’Azerbaigian iraniano andrebbe contro l’interesse turco. Le influenze azere su Teheran. Le similitudini con la questione curda. Più della Siria, è la spocchia persiana a creare problemi.
di Daniele Santoro
Carta di Laura Canali
NEL SISTAN-BALUCISTAN SI GIOCA UNA PARTITA REGIONALE
Storicamente i baluci d’Iran non ambiscono all’indipendenza, ma oggi il sostegno pakistano-saudita ai gruppi locali rischia di cambiare la situazione. La guerra dei porti. Gli interessi di India e Cina. Washington non sta a guardare.
di Francesca Marino
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Autori
Gli autori del numero di Limes 7/18, Attacco all’impero persiano.
Fonte carta 1: N. Sanson, R. Blome, particolare da A Mapp of the Empire of the Sophie of Persia, with its Severall Provinces, London 1670.
La storia in carte
Le carte storiche del numero di Limes 7/18, Attacco all’impero persiano.
a cura di Edoardo Boria
Questo volume si apre con un saggio del grande fisico italiano Carlo Rovelli che, con una chiarezza esemplare, spiega il concetto di certezza nella scienza (e nella vita). Un altro luminare della ricerca italiana, Alessandro Rossi, descrive le ultime acquisizioni delle neuroscienze che danno finalmente una risposta scientificamente fondata alla classica domanda della filosofia: chi siamo? Sulle acquisizioni delle neuroscienze anche un contributo di Sossio Giametta, mentre il concetto di scienza in generale è oggetto del lungo saggio di Edordo Boncinelli.
Il cuore del volume è però un grande “iceberg” dedicato all'atteggiamento antiscientifico che ormai caratterizza gran parte delle persone che si definiscono “di sinistra”, pregiudizialmente sospettose per tutto ciò che sa di 'manipolazione' e altrettanto pregiudizialmente inclini ad accogliere come salvifico tutto ciò che è 'naturale', 'alternativo', soprattutto non 'occidentale': dall'omeopatia al rifiuto dei vaccini, dalla sperimentazione animale alla moda del biologico. Silvia Bencivelli, Telmo Pievani, Antonio Pascale, Silvio Garattini tracciano un quadro desolante.
Eppure Carlo Bernardini ricorda che c'è stato un periodo, nel secondo dopoguerra, in cui la politica in generale e la sinistra in particolare avevano colto il potere progressista della scienza, per poi rassegnarsi invece a una via di declino. Dalla quale sarebbe ancora possibile uscire, cambiando però decisamente rotta e investendo in ricerca, come suggerito da Pietro Greco. In questo progressiva deriva della sinistra verso un atteggiamento antiscientifico una non piccola colpa ce l'hanno alcune filosofie molto in voga nel Novecento che hanno ridotto la realtà a mera interpretazione, come spiega Carlo Augusto Viano.
In chiusura del volume un lungo e articolato saggio dell'economista Wolfgang Streeck sulle contraddizioni del capitalismo.