Questo libro racconta un'idea, diventata poi una esperienza, basata sulla convinzione che si possa, anzi si debba, progettare cammini di formazione socio-politica per ragazzi e giovani usando gli strumenti educativi dell'animazione. Sappiamo tutti quanto difficile sia oggi comunicare con i giovani, pertanto solo l'uso di un metodo partecipativo, che renda attori protagonisti gli utenti, può raggiungere l'obiettivo di affrontare le tematiche sociali, soprattutto e anche con i più giovani. Il percorso laboratoriale presentato in questo testo si articola in dieci tappe da proporre a giovani universitari e a giovanissimi di scuola superiore basato su dieci parole della Dottrina Sociale della Chiesa raccontate dalla musica di testi pop, mediate da una serie di attività e giochi consoni agli argomenti trattati. Il percorso tematico prende spunto dall'importanza della partecipazione sociale, della responsabilità civile e, procedendo per gradi sempre più impegnativi, si dirige verso i temi caldi della giustizia e della legalità, passando per cultura, socialità e solidarietà, senza tralasciare i temi del lavoro, dell'ambiente e della pace.
Ci troviamo dentro una vera e propria rivoluzione culturale. Immersi in una realtà "liquida" stiamo trasformando il nostro modo di vedere la realtà e i nostri rapporti. I bambini e gli adolescenti vivono come una "doppia vita" che influenza il processo di sviluppo e di individuazione: una reale dove fanno le esperienze comuni e si confrontano con il principio di realtà e una virtuale che consente altre esperienze e rapporti con se stessi e con gli altri. I "pollicini" cioè quelli che digitano solo con i pollici, altrimenti chiamati "nativi digitali", nati dalla fine degli anni Novanta in poi sono cresciuti con Internet e il nuovo modo di interagire. Comunicano, scrivono, parlano, hanno gesti e ritualità che le generazioni precedenti non conoscevano e che gli adulti di oggi, i "tardivi digitali", non comprendono. Riflettere su questi aspetti è una necessità. Perché è importante cercare di capire cosa sta accadendo a noi e ai nostri figli e interrogarci su cosa serve sapere e fare oggi dal momento che, per i nativi digitali, "on line" e "off line" non sono mondi separati e distinti come rette parallele ma realtà sovrapposte. Questo libro è pensato come una "guida" per i genitori di oggi spesso smarriti di fronte alle emergenze e ai fatti di cronaca. Essere Genitori 2.0 significa saper valorizzare le opportunità e le enormi potenzialità del mondo tecnologico ma soprattutto saperlo governare e non esserne governati. Serve anche per evitare che i nuovi "pollicini", lasciati soli da noi adulti nella scoperta di questi nuovi mondi e modi, si perdano nel bosco e si debbano arrangiare da soli ad uscirne o difendersi dai lupi. Se non ci siamo noi adulti e genitori alla guida di questo viaggio è partita persa per loro e per noi! Buon lavoro!
Scienza medica e diritto sono due mondi conciliabili? Se pensiamo alla gestione del caso Stamina, la prima risposta è sicuramente no. In Italia, mentre la FNOMCeO elaborava il nuovo Codice deontologico, associazioni, personaggi dello spettacolo, politici, giornalisti della stampa e della televisione, opinionisti valutavano l'efficacia del cosiddetto protocollo Stamina e proponevano piani terapeutici mentre molti magistrati lo imponevano ai medici a forza di ordinanze. Una vera e propria sfida! La salute affidata non ai medici ma alla legge o addirittura oltre la legge! Il "caso Stamina", al netto delle eventuali conseguenze giudiziarie sulle quali non esprimiamo alcuna opinione, rappresenta il punto di non ritorno per tutti quelli che credono nella libertà ed indipendenza della professione medica, ispirata ai principi e alle regole della deontologia professionale. Il "caso Stamina" rappresenta un momento di divisione e di contrasto tra le varie articolazioni dello Stato e della società civile. Una frattura che dobbiamo risanare, soprattutto tra professione medica e potere giudiziario. Questo libro prende in esame il rapporto medico-paziente così come disciplinato dalle norme, partendo dalla Costituzione sino al Codice deontologico del 2015. Luci e ombre, consonanze e dissonanze, propositi e carenze.
"Abbiamo tutti bisogno di dosi di innocenza. No, non quella cieca: dico quella dei clown, dei vulnerabili contenti, quelli che hanno conosciuto il dolore eppure non ne hanno fatto il loro dio. Ecco la materia che vale la pena studiare: l'innocenza dei caduti che anziché rallentare si mettono a correre che a credere in Dio non ci vuole mica fatica. La parte più laboriosa è credere negli uomini."
L'attenzione e la consapevolezza che le emozioni di ogni natura giocano un ruolo importante nello sviluppo e nell'apprendimento si scontrano con la difficoltà di modelli e metodologie ancora non in grado di orientare in tal senso l'educazione e, soprattutto, la didattica. Focalizzare la propria azione educativa per sostenere lo sviluppo delle competenze sociali ed emotive in soggetti in età evolutiva - e nei loro educatori - significa predisporre intenzionalmente una serie di attenzioni e di interventi che si armonizzano con le consuetudini e gli obiettivi di apprendimento della vita scolastica. Se è vero che emozione e cognizione agiscono efficacemente quando operano in equilibrio, è altrettanto vero che la base materiale di questo processo è il nostro cervello, e che il nostro corpo agisce in un contesto materiale reale. L'unione di tutti questi aspetti porta dunque a dover mettere alla base dell'esperienza umana e del suo apprendimento un "mediatore" emotivo che, con la sua azione, permette di imparare, pensare e creare. E all'insegnante è chiesto oggi di diventarlo. Le competenze emotive e sociali sono educabili e per renderle concrete e vive nei nostri contesti è possibile utilizzare questo libro come una mappa, una guida che non riporta con precisione assoluta le caratteristiche del territorio che descrive, ma che aiuta a esplorarlo e percorrerlo. Non è, infatti, la lettura del libro il viaggio che vi chiediamo di intraprendere: il vero viaggio è quello che vivrete nelle vostre aule, auspicabilmente in modo sempre più consapevole.
Di fronte al risveglio degli studi di genere, il tema talvolta è di che genere sia Dio padre. Ma Dio non ha sesso. La sua immagine va identificata piuttosto nella relazione. Nella persona umana l'energia affettiva (eros) è primaria. E Dio è Amore. Questo libro nasce dalla consapevolezza che quando l'Italia un giorno sgomenta svegliandosi ha scoperto che tutti parlavano del Gender, la Chiesa e la teologia si sono ritrovate spesso appiattite o ricondotte a posizioni di gruppi fondamentalisti. Il bisogno che ha generato queste pagine, seguite a confronti e dibattiti pubblici, è che la chiarezza dommatica, la spiegazione dei testi biblici, il rendere chiara la dottrina della Chiesa sia un servizio necessario per evitare che l'ignoranza, il non sapere cioè di questioni importanti che attingono all'umano come immagine del divino che è in ognuno, degeneri al punto da proclamare verità ciò che è invece solo confusamente ci viene dato di conoscere. Le questioni principali degli studi di genere a cui la teologia può offrire un contributo prezioso, sono in questo volume affrontate con un linguaggio semplice perché chiaro, supportato da studi sedimentati nell'autrice che ha il coraggio di sostare quando le risposte indicano il bisogno di una ricerca ancora aperta. Pagine che lette fino alla fine ci apriranno il cuore e la mente a una più corretta interpretazione di quell'essere, come creature, immagine del Creatore che sì ci fece maschi e femmine, ma soprattutto ci fece a sua immagine.
"Non è un libro su Paola. Quel libro deve essere ancora scritto. Ho cominciato a scrivere perché non volevo rimanere senza voce davanti al vuoto provocato dal male. Parlare di situazioni traumatiche è difficile perché emotivamente doloroso: si fa di tutto per distogliere lo sguardo. Il trauma abita un non luogo, creargli uno spazio dove fare l'esperienza dell'incontro con l'atrocità, è un'operazione indispensabile, per mettere un confine fra i vivi e i morti. Nel mio lavoro psicoterapeutico mi ero avvicinato a vicende umane dove il dolore che affliggeva gli altri era qualcosa che poteva accadere anche a me. Avevo ingaggiato tanti corpo a corpo con romanzi di stampo biografico che raccontavano storie di perdita e di dolore. Ma quando ti accade qualcosa di assurdo si guarda la vita con meno illusioni e con più gratitudine. Ho scoperto che il tempo del lutto non è fatto solo di vuoto, di mancanza, di desolazione, di nostalgia del futuro, ma anche di tutto quello che l'amore vissuto può continuare a generare nel presente attraverso il rapporto con gli altri, con la bellezza di altri racconti. La mia visione delle cose è cambiata, non posso più prescindere da quello che è accaduto. Qualcuno diceva che Paola non voleva passare su questa vita come un vestito vuoto. Questo libro è un pezzo del suo vestito."
All'evoluzione dello Stato sociale della nostra Repubblica può essere applicata la parabola dei cicli di vita propri di ogni organismo vivente. Dagli inizi alla crescita, fino alla piena maturità ed espansione durante quelli che questo libro definisce i "gloriosi anni '80 e '90". Erano i tempi in cui alla crescente complessità sociale si accompagnava una differenziazione dei Servizi sociali e assistenziali, con il sostegno di una diffusa coscienza sociale che reclamava l'estensione degli stessi diritti a tutti i cittadini. Se è così, che periodo stiamo vivendo oggi? Non vi è dubbio che sia un tempo di declino, non tanto perché sono venuti meno i bisogni, anzi la maggiore consapevolezza dei cittadini ha prodotto un aumento della domanda sociale. La crisi semmai deriva dall'aver sottratto la protezione delle persone in stato di bisogno alla comunità civile cui appartengono, delegando cura e sostegni ai Servizi e ai professionisti. In quello che sembra un vicolo cieco, la proposta di questo libro apre una porta di speranza e di rinnovato impegno per tutti: non solo per gli operatori del sociale ma anche per gli amministratori e, ancor più, per gli utenti dei Servizi socio sanitari. Nulla di miracolistico, sia chiaro, ma la definizione di una possibilità che il Welfare recuperi la propria dimensione comunitaria, che possa avvalersi delle risorse presenti nei contesti locali, in una programmata sinergia fra istituzioni e cittadini, che chiami a corresponsabilità i beneficiari dei Servizi.
La corsa come luogo di incontro e di confronto con se stessi e con i propri limiti, ma anche con i propri talenti. La corsa come relazione che apre all'amore per gli altri che è ad immagine dell'amore di Dio per noi. È proprio dalla corsa che parte don Alessio Albertini per parlare ai giovani. Perché questo libro "non è una conversazione banale, è una 'chiacchierata' che affascina, una stupenda sequenza di storie autentiche, trapuntata da parole sincere, contrassegnata da spontaneità e solidità sapienziale. [...] Un lungo viaggio in poche e agili pagine che "l'autore ha descritto non solo punteggiandolo di grandi attori dello sport, ma ha saputo corredarlo di quelle caratteristiche proprie dell'accompagnatore che ascolta e consiglia, che accetta la provocazione e la sa riversare in risposte chiare, comprensive, accettabili e piene di senso, aderenti alla vita del giovane. Questo accompagnamento permette di toccare temi, suscitare reazioni, esprimere sentimenti, aprire l'anima, la coscienza su tanti problemi della vita che attanagliano i giovani d'oggi.Si parte dal tema dell'amore per sentirsi chiamare per nome, dalle testimonianze al tempo che passa e che sorprende, dal sogno alla finitezza, dal coraggio e dal talento alla resilienza e alle lacrime amare, dal genio femminile al combattente per giungere al traguardo." (Dalla Prefazione del card. Lorenzo Baldisseri)
Questo non è un libro per esperti.
È un libro che parla non di soldi ma di persone. E, come sempre quando parliamo di persone, parliamo di valori, di sogni e bisogni. Quindi qualcuno potrebbe dire che parliamo anche di soldi perché i soldi permettono che i sogni e i bisogni delle persone possano essere soddisfatti. Diciamo allora che questo libro parla del bisogno delle persone di essere felici in un tempo di crisi, in cui il risparmio è una parola che in alcuni genera tristezza e può evocare una pratica che non si connette con la difficoltà di molti, tanti, di arrivare a fine mese. Sempre questi tempi di crisi hanno lentamente sostituito dentro di noi la regola del risparmio con la regola dell’indebitamento: carte di credito, pagamenti rateali, interessi su operazioni tutte lecite e consentite che però agiscono sul nostro stile di vita.
Un tempo il salvadanaio era depositario non solo di monete ma anche di progetti e stili di vita. Si rompeva quando era pieno e solo allora il sogno veniva realizzato. Oggi il salvadanaio si svuota ancora prima di riempirsi perché i nostri progetti e il nostro stile di vita sono avvinti da una catena che ci rende sempre più consumatori e clienti. E troppo spesso debitori.
Questo libro è per tutti coloro che vogliono tornare a risparmiare in maniera consapevole e felice.