L’idea del libro era inizialmente di una intervista a mons. Bettazzi sulla sua vita. Alla fine ciò che l’autore e l’intervistato si sono ritrovati per le mani è invece una lunga e articolata chiacchierata, un dialogo ma anche un incalzare reciproco di riflessioni e rimandi e di citazioni di grandi autori. La vita di mons. Bettazzi fa da sfondo a questo dialogo sui temi del Concilio, svolti seguendo un alfabeto tematico, per parole chiavi e suggestioni. Dalla A alla Zeta il confronto tra il monsignore, che giovanissimo prese parte ai lavori del Concilio, e il professor Budaci coglie le attese e le speranze che oggi animano la Chiesa di Francesco, che a 50 anni dal Concilio è chiamata a fare i conti sul tanto che resta ancora da avviare piuttosto che da portare a termine. Alla fine il lettore sarà sommerso da pensieri aperti, da domande ancora possibili, dalla certezza di aver dialogato anche lui con un vescovo, ora emerito, ma di certo audace e singolare interprete da sempre di una Chiesa prossima all’umanità e per questo “più umana” nel suo incarnare il divino.
Se fino a qualche anno fa era concezione comune parlare di crisi del settimo anno riferendosi al matrimonio, ora le crisi – ci dicono le statistiche – arrivano prima e le unioni, anziché durare una vita, non vanno oltre i tre anni. Sono cambiati i rapporti familiari e i ruoli nella famiglia e nella coppia.
I cambiamenti sociali ed economici degli ultimi decenni fotografano realtà diverse tra loro e differenti dal passato.
Affidarsi alla nostalgia di ciò che fu o recriminare ciò che non è, non aiuta le coppie ad attraversare le crisi e a maturare nel sentimento che le ha portate a scegliersi.
La vita di coppia che gli autori narrano in questo libro è ben lontana da quella lineare e semplice che abitualmente viene rappresentata, per questo l’analisi proposta avviene secondo molteplici angoli visuali.
Il risultato complessivo è un’opera piena di suggestioni e provocazioni, seria e insieme vivace, apparentemente lieve, ma piena di riflessioni profonde. Gli autori affrontano l’argomento da più punti di vista: quello individuale e di coppia, quello dei gruppi e della collettività, sia in chiave di lettura positiva, con particolare riguardo al “romanzo dei sentimenti”, che nelle manifestazioni patologiche. Discutono con chiarezza e competenza di temi in genere di pertinenza di linguisti, sociologi ed etno-psicologi, aiutando il lettore a riflettere sulla differenza esistente tra parole come “fedeltà” e “lealtà”, “sincerità” e “segreto”, “libertà” “post-freudiana” e “post-moderna”, se non addirittura “post-umana”, soffermandosi anche a riflettere su cosa vuol dire essere genitori oggi.
Un libro intriso di una morale laica, reso prezioso dalla leggerezza delle vignette di Giuliana Maldini e dalle citazioni tratte dalla letteratura, dalla musica leggera e dai film.
Questo libro è una risposta del perché, del come e del cosa è stato fatto per arrivare ad affermare che invece "si può fare". Si può facilitare il naturale sviluppo di ciascuno, si possono non usare libri, voti, compiti e schede, si può rompere quel sempiterno sodalizio che purtroppo lega l'apprendimento alla noia. Insomma si possono fare molte cose se, innanzitutto, si crede che sia importante farlo. Dopo questa esperienza possiamo asserire che l'unica cosa che non si possa fare nella scuola è insegnare senza apprendere dai bambini. È un appello a tutti coloro che si occupano o hanno a cuore i temi dell'educazione: costruiamo una scuola più competente, vicina agli esseri umani che la abitano, ai loro bisogni e sogni, a partire dal bisogno/sogno di felicità.
L'aziendalizzazione delle strutture ospedaliere rappresenta un cambiamento formale e sostanziale che non solo coinvolge le strutture territoriali di gestione sanitaria, ma incide anche profondamente nella mentalità del medico e nel suo rapporto col paziente. Sono entrati nel linguaggio e nei comportamenti dei sanitari vocaboli, atteggiamenti e parole estranee alla pratica medica (budget, controllo di gestione, dirigente, costi, ricavi, clienti, domanda, offerta, eccetera) mentre la sofferenza del malato rimane sempre identica a se stessa. Si sta arrivando al paradosso che il modello industriale, basato sulla domanda e l'offerta, è accettato come il modello ideale e unico possibile di relazione tra richiesta di prevenzione, cura o assistenza ed erogazione di un servizio medico assistenziale. Le domande cui i medici sono chiamati a rispondere nell'esercizio della loro professione si fanno più profonde. Questo libro è il risultato di un lavoro di formazione e approfondimento tra l'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia e Bari e l'associazione Cercasi un fine. Un percorso con l'obiettivo di salvaguardare il rapporto di fiducia che lega il medico al cittadino come strumento di garanzia del diritto alla salute in un paese democratico. Hanno contribuito alla stesura del libro Tommaso Fiore, Bernard Ars, Paolo Livrea, Corrado Germinario, Ivan Cavicchi, Ignazio Grattagliano, Silvestro Scotti, Michele Quarto, Corrado Allegretta.
La facilitazione ha a che fare con i gruppi e le comunità, con le dinamiche che normalmente accadono quando le persone si mettono insieme per realizzare qualcosa e sperimentano la fatica del progettare e giungere alla fine di un processo. Interviene non sul cosa fare ma su come fare, perché tutti siano partecipi e protagonisti fino alla fine del processo deciso e avviato. In questo senso trova campi di applicazione ampi: è facilitazione ciò che supporta la naturale evoluzione di un processo, sia personale che collettivo. Forse è un'arte, forse una disciplina, forse una scienza sociale. Di certo è un metodo che rende fluida la comunicazione e i processi decisionali, integrando le capacità di ognuno: testa, cuore, mani ed energia! Questo manuale, e le carte della facilitazione, sono dunque uno strumento per imparare a stare insieme affrontando le difficoltà e i conflitti, costruendo spazi sicuri di dialogo e confronto collettivo dai quali possano emergere soluzioni condivise e innovative. Un progetto che nasce dalla convinzione della necessità di diffondere la facilitazione in Italia oggi: nelle scuole, nei gruppi informali, al lavoro, all'interno di associazioni e istituzioni.
Gli esseri umani si desiderano, cercano, incontrano e amano. Prima o poi vivono insieme e procreano. Costruiscono allora una famiglia per sostenersi reciprocamente. Questo comportamento, immutabile dalla notte dei tempi, rappresenta la risposta emotiva ai bisogni affettivi e sessuali degli uomini e delle donne. Lasciarsi ufficialmente tra marito e moglie rappresenta invece un costume relativamente recente. Molte persone non sanno come affrontare la fine del loro progetto di vita insieme. Vi giungono impreparate e perciò soffrono e fanno soffrire. Fili spezzati affronta il tema dell'amore coniugale e del suo dissolversi sia per rassicurare i genitori che si separano civilmente sia per proteggere i figli nati dall'unione di persone irrisolte, fragili e confuse. Propone le tappe che conducono dall'amore al divorzio e successivamente aiutando i lettori ad entrare nel complesso meccanismo dell'unione e della disunione tra un uomo e una donna. È un testo che può aiutare i consulenti familiari a dare sagge indicazioni a genitori in fase di separazione e che può far trovare agli psicoterapeuti della coppia l'atteggiamento mentale, la strategia terapeutica e le parole per sancire la separazione tra due coniugi arrabbiati tra di loro. Fili spezzati sollecita una rivisitazione del senso dell'amore coniugale da cui genitori, operatori, educatori, psicologi, psicoterapeuti e tutti i professionisti possono e devono partire per conoscere se stessi, per proteggere i figli di coppie infelici...
Il Vangelo è un libro di religione o la storia di un conflitto mortale con la religione? Lungo tutta la vita di Gesù, i conflitti con i sacerdoti, i dottori della legge e i farisei, il tempio, le osservanze e le norme religiose, sono stati sistematici. Dunque, può pensare seriamente a un cristianesimo "non-religioso"? Il Vangelo non è "un libro di religione", è un insieme di racconti che spiegano come Gesù di Nazareth ci offra "un progetto di vita". Tuttavia, Gesù è stato un uomo profondamente religioso, a causa della sua intensa relazione con Dio come Padre e del suo frequente ricorso alla preghiera. Ma la religiosità di Gesù non è stata legata al tempio, ai riti sacri, ai sacerdoti e alla sottomissione alla legge religiosa. Al contrario, Gesù è vissuto in maniera tale che, quando ha iniziato ad agire e a parlare in pubblico, è entrato in conflitto con i responsabili della religione (i sacerdoti, i teologi ed i più stretti osservanti). Il Vangelo è il grande racconto di questo conflitto, che è terminato drammaticamente nel processo, nella condanna e nella morte di Gesù. Per questo resta cruciale la domanda: come ha potuto fondare una religione un uomo la cui vita è finita in uno scontro mortale con la religione? L'aspetto centrale della vita di Gesù non è stato il religioso e la religiosità, ma l'umano e l'umanità. E poiché Gesù si è posto dalla parte della vita e della felicità degli esseri umani, il Vangelo incentra la sua attenzione sulla salute dei malati, sulla convivialità...
I gesti, le parole, gli interventi, le decisioni di papa Francesco conservano tutti una linea conciliare di riforma della Chiesa. La sua è una sfida per tutti: o si entra nello spirito della riforma o non si comprende cosa sta realizzando; o la si condivide, con intelligenza e sana criticità, oppure ci si oppone a lui e si vanifica il suo sforzo. Ce la farà Francesco? È una domanda che ricorre spesso. Affiora sulle labbra di credenti e non credenti, tutti interessati a comprenderne l'esito delle sfide che il nuovo pontefice sta affrontando. Una cosa è certa: la riforma di Francesco richiede tempo, pazienza, costanza. Tra scandali e infedeltà papa Francesco non ha il timore di affrontare tutto ciò che non va nella Chiesa cattolica. Tuttavia questa, come ogni istituzione, in alcuni casi, resiste all'innovazione e ora resiste al suo innovatore Francesco. Ma la posta in gioco qui non è la semplice sequela di un leader, ma l'attuazione del Vaticano II. La prospettiva dal basso di Bergoglio invita a prestare più attenzione a temi quali: i poveri, un nuovo slancio missionario, la sobrietà nella vita ecclesiale, l'impegno per la giustizia e la lotta contro la corruzione di tutte le istituzioni (Chiesa cattolica inclusa), il debellare la piaga della pedofilia, la collegialità episcopale, la promozione del laicato, l'attenzione ad alcune prassi familiari, un rinnovato impegno ecumenico, la cura della natura.
Gesù muore ancora nel Salvador degli anni Settanta fra le urla dei disperati. E il monsignore urla lo scandalo mentre la città brucia. Dice, ammonisce, avverte, condanna. Nella solitudine più totale. È così che Romero inizia un lungo, profondo, travagliato dialogo con se stesso, fino al martirio." I martiri sono germi di vita che disseminano speranza e rinsaldano i cammini della fede. Rendono la terra feconda attraverso la forza delle parole e il coraggio di una vita vissuta insieme con la Chiesa, popolo di Dio. Le loro voci echeggiano per il continente latinoamericano e per il mondo. Anche in Salvador, un Paese dove la violenza causò 70mila morti, oltre a esiliati e perseguitati, emerse una voce che seppe denunciare gli abusi ed esigere rispetto per la vita e la dignità di un popolo, vittima della guerra civile e della dittatura militare. Quella voce era di monsignor Oscar Arnulfo Romero, che si convertì e abbracciò, come diceva San Paolo, il cammino della croce. Romero subì le incomprensioni di una Chiesa che si rifiutava di prestare ascolto alle sue richieste e alle sue denunce. Posizioni ideologiche e informazioni fuorvianti su ciò che stava effettivamente accadendo in Salvador produssero una distanza tra lui e il Vaticano. Era cosciente delle minacce di cui era oggetto, ma la forza del Vangelo e il suo impegno verso il popolo salvadoregno erano per lui un imperativo morale. Sono trascorsi molti anni e il Santo d'America, Oscar Romero, illumina il cammino della Chiesa.
Di genitorialità omosessuale si parla tantissimo, ma se ne parla molto spesso attraverso prospettive discorsive inquinate in partenza, da cui si fanno discendere o derivare concezioni che rinforzano o confermano visioni distorte. Se la genitorialità è una dimensione che implica il rimando a precise competenze, che in linea generale ineriscono la dimensione della cura, secondo quali criteri è possibile pensare che le persone omosessuali possano non avere o non abbiano tale competenza? Perché a livello sociale e culturale sembra persistere e resistere una visione di omogenitorialità come contesto disadattivo e deviante per la crescita dei bambini e delle bambine? Lo scopo di questo volume è quello di inaugurare nuovi saperi che diano adito ripercorrendo simbolicamente un noto paradigma foucaultiano - a nuove forme di potere. Un potere che non è quello negativo legato all'esercizio della forza, al predominio, al controllo, alla coercizione, ma potere positivo della relazione, dell'incontro, dell'apertura e dell'ampliamento degli orizzonti di senso; dell'integrazione dei diversi punti di vista attraverso cui si può guardare alla complessità del reale; potere come abbattimento di chiusure comunicative, confronto dialettico e costruttivo, condivisione di vissuti ed esperienze, destrutturazione del pregiudizio, della discriminazione, della stigmatizzazione, dell'esclusione.