Fin dalle età più remote la bellezza ha sedotto lo spirito umano. La vicenda dell’uomo, infatti, è contrassegnata dalla ricerca del bello, manifestantesi sotto tutte le latitudini e in tutte le epoche e coinvolgente, in forma crescente, ogni ambito dell’umana esistenza. A ciò si aggiunge che l’interesse per il fenomeno artistico ha determinato ai nostri giorni il sorgere di approcci teoretici molteplici: approcci di na­tura psicologica, sociologica, etnologica, fenome­nologica, che, tut­ta­via, a motivo delle precomprensioni loro sottese, lasciano sovente inevasa la questione concernente la definizione dell’arte e l’essenza del bello. Scopo di questo volume è pertanto offrire uno studio in chiave filosofica della problematica estetica che, sen­za pretese di esaustività e in dialogo con le soluzioni più rilevanti maturate nel corso dei secoli, pervenga a una definizione dell’arte che ritrovi nella bellezza la ragion d’es­­sere più profonda e, nel pulchrum, una dimensione trascendentale dell’essere e un anelito ineliminabile di ogni esistente. È inoltre convincimento dell’autore che, se è eccessivo affermare che solo la bellezza può salvare l’uomo, un’esistenza, in cui il vero, il bene e il bello non siano armoni­camente correlati tra loro, è radicalmente inadeguata a colmare le ambizioni dello spirito umano.
L’accattivante riflessione su Archivi e memorie di santità nasce dalla collaborazione tra Centro Studi sulle Figlie di Maria Ausiliatrice della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium” e Archivio Storico dell’Ispettoria Piemontese delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA) di Nizza Monferrato. Un contributo più generale sulla santità uciale introduce ad altri sui caratteri specifici salesiani, sugli archivi in cui si devono custodire le tracce di un vissuto educativo multiforme. Le attività di ricognizione e ordinamento del prezioso archivio storico della Casa madre delle FMA manifestano, in tal senso, l’intenzione di aprirsi all’interesse della vasta comunità di studio e sociale, anche grazie all’adesione al sistema informativo di CEI-AR. Dalla lettura emerge come la memoria di un’identità sia sempre condizionata da chi conserva o disperde documentazione che ritiene significativa o meno, come pure che la santità, anche quella feriale, ha una componente di originalità che supera gli schematismi virtuosi in cui si è tentati di circoscrivere il vissuto. Per questo il volume, muovendo dagli archivi delle FMA, intende offrire spunti di riflessione a chiunque abbia interesse alla memoria quale germe e “chiave di accesso” al futuro.
Il volume offre al lettore i frutti della accurata indagine sulle testimonianze del Processo canonico di S. Maria Domenica Mazzarello, confondatrice con don Bosco dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. La conoscenza e l’approfondimento della figura spirituale dei fondatori e delle fondatrici è di grande importanza per la comprensione dell’identità dei membri di un Istituto religioso. Per la specifica missione ricevuta da Dio, i fondatori diventano insostituibile punto di riferimento, “regola vivente” e modello di santità, per i discepoli. La ricerca si concentra sulla santità, elemento che riteniamo radicale e centrale nella vita di Maria Domenica Mazzarello. La fecondità della sua vita e della sua missione ecclesiale nasce esattamente dal peculiare tipo di santità che ella ha realizzato: si tratta di scoprire non ciò che Maria Domenica ha fatto per Dio, ma ciò che Dio ha realizzato nella sua via e come ella si sia lasciata abitare e trasformare dalla grazia, diventando riflesso della bontà di Dio, vangelo vivente per le sorelle e le giovani del suo tempo e oltre il suo tempo. Cogliere teologicamente la missione e la forma di santità è dunque compito di straordinaria importanza, non solo per la comprensione personale della Santa mornesina, ma anche per la retta interpretazione ed attuazione della sua eredità spirituale.
Questa terza ricerca di filosofia morale porta a compimento le due precedenti: elabora una proposta di filosofia secondo l’impostazione difesa nella prima ricerca e secondo il programma epistemico difeso nella seconda ricerca.
La ricerca s’inserisce nella tradizione tomista di pensiero morale e sviluppa quella filosofia morale che la teologia tomista suppone e usa, ma che Tommaso non ha elaborato. Lo sviluppo è opera dell’Autore ed è aperto alla discussione.
L’Autore focalizza la sua proposta sulla virtù introducendo alcune innovazioni che meglio la spiegano:
1) Distingue “virtù” nel senso di eccellenze e nel senso di habitus; in questo modo può dare la ragione per cui le virtù sono eccellenze e per cui l’attore umano deve possederle a modo di habitus per poterle praticare con saggezza.
2) Cura il procedimento epistemico che permette di definire le specie di virtù e di classificarle con coerenza, ma non come sistema chiuso. Con questo procedimento spiega le virtù cardinali ed introduce alcune virtù sovrane, che mettono l’attore umano in relazione con Dio e che sostengono le virtù cardinali.
3) Definisce le specie di virtù considerandole come articolazioni dell’ordo rationis, l’ordine che la ragione pratica stabilisce tra beni/fini in vista del Bene divino, vero fine ultimo. Questa considerazione si basa sulla monografia di Marco Panero, “Ordo rationis”, virtù e legge. Studio sulla morale tomista della “Summa Theologiae”. Prefazione di Giuseppe Abbà (Roma, LAS 2017).
Questa focalizzazione sulle virtù l’Autore la ricava dall’esame della condotta umana, esplicitandone i principi, la logica pratica ed il processo di autodeterminazione che conclude alle scelte. Da questo esame risulta il ruolo del fine ultimo (l’Autore chiarisce il processo con cui l’attore opta per un fine ultimo concreto tra le possibili alternative ed esamina la composizione della vera felicità) e risulta la funzione della ragione pratica, della quale l’Autore definisce la praticità e lo sviluppo nella regola morale in termini di virtù prima che di norme e con valore di legge naturale.
La ricerca approda alla praticabilità delle virtù, sia come impresa personale sia come impresa comune, nella fragilità della condizione umana. Vi include la fallibilità morale nel vizio, la necessità ed il procedimento dell’educazione, la sensatezza della pratica virtuosa nonostante la fragilità dei beni e della felicità, l’influsso delle diverse forme di comunitarietà sulla pratica virtuosa. Il tutto per sostenere la pratica virtuosa contro la corrente dell’ethos moderno e secolarizzato.
Giuseppe Abbà, sacerdote salesiano, nato nel 1943, è professore emerito di filosofia morale presso la Facoltà di Filosofia dell’Università Pontificia Salesiana di Roma. Ha pubblicato: Lex et virtus. Studi sull’evoluzione della dottrina morale di san Tommaso d’Aquino, Roma, LAS 1983; Felicità, vita buona e virtù. Saggio di filosofia morale, Roma, LAS 1989, seconda edizione ampliata 1995; Quale impostazione per la filosofia morale? Ricerche di filosofia morale – 1, Roma, LAS 1996; Costituzione epistemica della filosofia morale. Ricerche di filosofia morale – 2, Roma, LAS 2009.
Il volume, intitolato Evagrius Magister. Summa grammaticae Latinae. Exercitia explicata. Lexica, è il naturale accompagnatore del manuale di latino Evagrius Magister. Scholae Latinae (2018), composto di tre parti.
La prima parte contiene le norme essenziali di grammatica latina trattata nel testo Scholae Latinae.
La seconda parte riporta le soluzioni degli esercizi (exercitia explicata) proposti per i singoli paragrafi.
La terza e ultima parte, più sostanziosa, riporta i vocabolari (lexica) con la traduzione delle parole latine nelle lingue che sono più usate dagli studenti dell’Università Pontificia Salesiana (italiano, inglese, spagnolo, francese, portoghese, polacco e cinese).
L’autore, il prof. Miran Sajovic, sacerdote salesiano, con questo manuale cerca di rispondere ad una richiesta venuta non solo dai discenti autodidatti, ma anche da alcuni professori che hanno cominciato ad usare il manuale nei loro corsi di lingua latina.
«Entrare dentro» la Scrittura è l’obiettivo che si propone questo manuale: conoscere la Bibbia, la storia che contiene e la storia che l’ha prodotta, riflettere sull’Ispirazione divina e la trasmissione degli scritti, fino al loro utilizzo nella Pastorale della Chiesa. Il testo è diretto ai corsi di base di Teologia e a quanti desiderano iniziare, con consapevolezza, a leggere, studiare e pregare la Sacra Scrittura. Il titolo «Incontrare la Parola» è preso dal titoletto posto al n° 72 dell’Esortazione apostolica Verbum Domini di papa Benedetto XVI, documento scaturito dalla XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, celebratasi in Vaticano dal 5 al 26 ottobre 2008, che ha avuto come tema La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa.
Guido Benzi. Sacerdote della chiesa di Rimini. Licenziato in Scienze Bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico nel 1992, ha conseguito il Dottorato in Teologia Biblica presso la Pontificia Università Gregoriana nel 2004. È docente stabilizzato di Antico Testamento presso la Facoltà di Teologia dell’Università Pontificia Salesiana (Roma) e docente di Sacra Scrittura presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Alberto Marvelli” di Rimini. È membro ordinario dell’ABI (Associazione Biblica Italiana), dell’EABS (European Association of Biblical Studies) e della RBS (Società internazionale per lo studio della Retorica biblica e semitica). Tra le sue monografie: Paolo e il suo Vangelo (Brescia 2011); Ci è stato dato un Figlio. Esegesi retorica e interpretazione teologica del Libro dell’Emmanuele (Is 6,1-9,6) (Bologna 2007); Quindici passi nella Dei Verbum. Guida alla lettura della Costituzione dogmatica sulla divina rivelazione (Bologna 2015).
Xavier Matoses. Sacerdote salesiano, è professore straordinario di Nuovo Testamento nella Facoltà di Teologia dell’Università Pontificia Salesiana (Roma). Laureato in Teologia Biblica nella Pontificia Università Gregoriana di Roma (2005), con uno studio sulla parabola del Padre Buono (Lc 15). Dottorato in Teologia Biblica nella Facoltà di Teologia di Catalogna, Barcelona, con una tesi sull’ascolto nel vangelo di Marco: «Quien tenga oídos…». Estudio teológico-narrativo del «escuchar» en el evangelio de Marcos (Barcelona 2016). È membro dell’«Associació Bíblica Catalana», dell’Associazione Biblica Salesiana e dell’Associazione Biblica Italiana. È stato professore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose Don Bosco, del Centro di Studi Teologici Martí-Codolar e dell’ISCREB, in Barcelona. È autore di studi e articoli sui vangeli e sulla pastorale biblica e di programmi informatici per lo studio del greco del Nuovo Testamento.
Il sinodo è una grande occasione per l’integrazione dei giovani nella vita ecclesiale. Perché si realizzi bisogna avvicinare e incontrare i giovani nelle loro attuali situazioni esistenziali. La grande opportunità che non si deve sprecare è quella di sintonizzarsi sui bisogni nuovi che stanno emergendo e che evidenziano una crescente necessità di interiorizzazione e di ricerca di valori umani spirituali contro l’asfissiante prevalenza di valori materiali. Bisogna riuscire a intercettare queste esigenze e aiutarli a fare scelte significative che possano facilitare l’esperienza di Dio nella vita quotidiana.
Solo intercettando la ricerca di Dio “nascosta nelle domande di senso, di pienezza, di intensa umanità” si potrà cogliere la sensibilità umana aperta alla trascendenza. Se con i giovani si riuscirà ad avere fiducia, attenzione, ascolto e “uno sguardo profondo per scrutare l’animo giovanile dietro un’apparenza che nasconde tesori di interiorità e un’inedita attesa di Dio”, si potrà educare alla fede.
Mai come prima il messaggio del Papa per Giornata Mondiale della Comunicazio­ne sociale appare così urgente e aderente alla situazione che sta vivendo la comu­nità umana. L’avvento di Internet e dei media sociali ha “cambiato” il modo di fare informazione e di usare i big-data per il controllo degli utenti della rete. Per di più, la sovrabbondanza delle informazioni ha reso più difficile identificare la qualità delle notizie e spinto verso un confronto in cui sospetto e acredine stimolano il meccanismo del fascino e della accettazione o al contrario del rigetto apriori. Tempestività e istantaneità della pubblicazione hanno inficiato il dovere della ve­rifica soprattutto per chi pubblica, ma anche per chi legge. Il fruitore stesso, lettore o spettatore che sia, si trova a volte di fronte alla sospensione del giudizio sulle informazioni ricevute rischiando di cadere nel paradosso della credibilità: le noti­zie cioè sono valutate incredibili, ma probabili o possibili. In questo clima prolifi­cano le notizie false o menzognere il cui obiettivo è quello di creare distorsione della verità e conseguente disinformazione, e reconditamente di montare il so­spetto, il complotto, la violenza verbale e il conflitto. Perciò l’appello alla “respon­sabilità personale di ciascuno nella comunicazione della verità” appare più che mai opportuno. Solo la veridicità delle notizie può contribuire a un giornalismo di pace, non “buonista”, ma a servizio dell’interesse di tutti poiché genera fiducia e apre “vie di comunione e di pace”.
In un tempo nel quale si avverte l’emergenza educativa e la comunità cristiana è impegnata a riflettere sul grande tema della educazione, è necessario mettersi in ascolto della Parola di Dio, che è il massimo esperto di questo campo. La Bibbia non propone una teoria dell’educazione né offre le indicazioni metodologiche che spettano alle scienze dell’educazione, ma è ricca di una saggezza pedagogica, che sarebbe un peccato trascurare.
Questo libro presenta cinque percorsi biblici. Il primo delinea come, secondo le Scritture del Primo Testamento, “Dio educa il suo popolo”. Il secondo è dedicato ai maestri di sapienza, il cui insegnamento è trasmesso negli scritti detti appunto “sapienziali”. Il terzo invita a guardare a Maria e Giuseppe “educatori” di Gesù. Nel quarto osserviamo il cammino educativo che Gesù maestro fa compiere ai discepoli. Il quinto capitolo è dedicato a san Paolo, pastore ed educatore delle giovani comunità che ha fondato.