Fu il primo dei tribunali della curia romana ecclesiastica, ed è istituito per le questioni di coscienza. Le sue origini risalgono al XIII secolo, quando per autorità di Innocenzo IV i penitenzieri di Roma si costituirono in collegio sotto la presidenza di un cardinale. Il suo potere giurisdizionale variò secondo i tempi, ma è certo che la Penitenzieria si sia occupata e continui a occuparsi di cose oscure, indicibili e pericolose. Come fu in epoca controriformista per le suppliche dei condannati a morte per stregoneria. La Santa Penitenzieria Apostolica è anche altrimenti conosciuta come: il tribunale delle anime. È qui che bene e male giocano la loro partita con il destino degli uomini. Il tribunale infatti si occupa dell'archivio criminale più imponente che esista al mondo, quello delle confessioni dei peccati più gravi. E per questo che esistono i penitenzieri: sono loro la presenza segreta su molte scene del crimine, sono loro che sono alla costante ricerca di ciò che l'occhio di un semplice detective non può scorgere. Un'anomalia.
Winston Churchill disse che la Russia è "un indovinello avvolto in un mistero all'interno di un enigma". La definizione ebbe molto successo e diffuse la convinzione che la Russia fosse un Paese indecifrabile imprevedibile, minaccioso. La crisi ucraina, l'annessione della Crimea e la partecipazione di truppe russe alla guerra degli insorti russofoni del Donbass contro l'esercito ucraino hanno rafforzato questa convinzione, soprattutto nei Paesi dell'Europa centro-orientale. Sergio Romano è invece convinto che la Russia non sia un enigma e in questo libro dimostra come diversi aspetti della politica di Vladimir Putin e molti passaggi delle vicende recenti possano trovare una spiegazione nella storia russa, dalla rivoluzione d'Ottobre alle riforme fallite di Gorbaciov, dalla disintegrazione dell'Unione Sovietica alle sue relazioni con l'Occidente negli anni successivi...
Da quando la sua amatissima moglie, Hazel Bannock, è stata barbaramente uccisa, Hector Cross non ha più pace. Uno solo dei due colpevoli è rimasto in vita: Johnny Congo, psicopatico violento, estorsore e assassino, responsabile dell’inferno in cui è piombato l’ex maggiore dei SAS. Ora che il criminale è stato assicurato alla giustizia, Hector lo vuole morto, e con lui il governo degli Stati Uniti. Congo è rinchiuso in un carcere di massima sicurezza e conta i giorni che lo separano dall’esecuzione. Gli restano poche settimane, e vuole scappare; lo ha già fatto in passato, sa che può farlo di nuovo… Intanto, l’attività della Bannock sembra essere entrata nel mirino di un doppio attacco, dietro il quale si nascondono interessi ramificati e letali. Nel suo ruolo di responsabile della sicurezza della multinazionale, Hector si prepara a intervenire, accompagnato dalla sua squadra. Quello che sembrava un gioco da ragazzi si rivela però una missione che mette a dura prova Hector, costringendolo a fare i conti con i propri limiti fisici ed emotivi, proprio ora che uno spiraglio di luce tornava a illuminare la sua vita sentimentale. Ma Hector non ha intenzione di fermarsi prima di aver preso in trappola la sua preda...
Nell'immaginario collettivo gli anni Sessanta sono definiti "favolosi": l'Italia, superato definitivamente il dopoguerra, si lanciava con gioia e ottimismo verso un futuro che appariva radioso. In questo racconto, Alfio Caruso ci fa rivivere in presa diretta l'anno speciale con cui inizia il decennio. E il 1960 vanta una crescita economica impressionante: il Pil tocca il record del +8%, oltre il 50% delle famiglie si avvia a possedere un frigorifero e un televisore (venduti al ritmo di 1500 al giorno) e spopolano le due utilitarie della Fiat, la 500 e la 600. Il sentimento generale è ben rappresentato da Domenica è sempre domenica, il motivetto che conclude Il Musichiere, la trasmissione televisiva di maggior successo. È anche l'anno delle Olimpiadi di Roma, quelle della corsa trionfale a piedi nudi di Abebe Bikila nella maratona e di Berruti nei 200 metri. Per il cinema italiano è un momento straordinario, in cui escono, tra gli altri: La dolce vita di Fellini, prima accolto da polemiche e poi acclamato a Cannes, Rocco e i suoi fratelli di Visconti e La ciociara di De Sica con l'oscar alla Loren. Ma non solo: è l'anno della trasmissione più importante della storia della Rai, Non è mai troppo tardi, condotta dal maestro Alberto Manzi, l'anno delle prime tribune elettorali, dell'elezione di Kennedy... E Il cielo in una stanza, portato al successo da Mina, è la perfetta colonna sonora di un anno caratterizzato da speranza, ottimismo e gioia di vivere. 1960.
Sessantenne erudito e solitario, Jakop è un ex ricercatore dell'università di Oslo, studioso di linguistica. Non ha figli né parenti e ha una moglie che lo ha lasciato ma con la quale ha continuato a vedersi a lungo per il semplice fatto che condividevano una Toyota Corolla. Ha un solo amico, Pelle, che forse non è del tutto estraneo ai fatti che hanno segnato la fine del suo matrimonio. Jakop è un uomo solitario ma non si sente mai solo, perché si tiene occupato con un'attività che gli riempie le giornate e la vita: ama partecipare ai funerali, mischiarsi tra la folla degli amici e dei parenti e raccontare aneddoti e ricordi sulla vita del defunto che commuovono le persone presenti. Finché un giorno, a uno dei tanti funerali cui prende parte, Jakop conosce Agnes...
Barcellona, 1387. Arnau Estanyol, dopo le mille traversie che hanno segnato la sua vita e la costruzione della grandiosa Cattedrale del Mare, è ormai uno dei più stimati notabili di Barcellona. Giunto in città ancora in fasce e stretto tra le braccia del padre, un misero bracciante, nessuno sa meglio di lui quanto Barcellona possa essere dura e ingiusta con gli umili. Tanto che oggi è amministratore del Piatto dei Poveri, un'istituzione benefica della Cattedrale del Mare che offre sostegno ai più bisognosi mediante le rendite di vigneti, palazzi, botteghe e tributi, ma anche grazie alle elemosine che lo stesso Arnau si incarica di raccogliere per le strade. Sembra però che la città pretenda da lui il sacrificio estremo. Ed è proprio dalla chiesa tanto cara ad Arnau a giungere il segnale d'allarme. Le campane di Santa Maria del Mar risuonano in tutto il quartiere della Ribera: rintocchi a lutto, che annunciano la morte di re Pietro... Ad ascoltare quei suoni con particolare attenzione c'è un ragazzino di soli dodici anni. Si chiama Hugo Llor, è figlio di un uomo che ha perso la vita in mare, e ha trovato lavoro nei cantieri navali grazie al generoso interessamento di Arnau. Ma i suoi sogni di diventare un maestro d'ascia e costruire le splendide navi che per ora guarda soltanto dalla spiaggia si infrangono contro una realtà spietata. Tornano in città i Puig, storici nemici di Arnau: finalmente hanno l'occasione di mettere in atto una vendetta che covano da anni, tanto sanguinosa quanto ignobile...
In un serrato confronto, due tra i più noti magistrati del pool di Mani Pulite affrontano da posizioni a volte anche diametralmente opposte i temi più scottanti della giustizia in Italia: è più efficace educare o punire? Il carcere è utile o dannoso? In alcuni casi è giustificabile la pena dell'ergastolo? Quanto è diffusa la corruzione in Italia? Potrà mai essere debellata? La carcerazione preventiva è sempre necessaria? I giudici vengono influenzati dalla pressione mediatica? È giusto che i magistrati diventino uomini politici? Quando la giustizia diventa giustizialismo? In Italia i magistrati hanno pochi poteri o invece rischiano, a volte, l'abuso di potere? A queste, e a tante altre domande, Colombo e Davigo danno in questo libro risposte spesso sorprendenti, dimostrando che la giustizia è un concetto non solo controverso, ma anche in continua evoluzione.
Giugno 1994. Roma sta per affrontare un'altra estate di turisti e afa quando ad Angelica viene offerta una via di fuga: la grande villa in campagna di suo nonno, a Borgo Gallico. Lì potrà riposarsi dagli studi di giurisprudenza. E potrà continuare a nascondersi. Perché a soli vent'anni Angelica è segnata dalla vita non soltanto nell'animo ma anche su tutto il corpo. Dopo l'incidente d'auto in cui sua madre è morta, Angelica infatti, pur essendo bellissima, è coperta da cicatrici. Per questo indossa sempre abiti lunghi e un cappello a tesa larga. Ma nessuno può nascondersi per sempre. A scoprirla sarà Tommaso, un ragazzo di Borgo Gallico che la incrocia per caso e che non riesce più a dimenticarla. Anche se non la può vedere bene, perché Tommaso ha una malattia degenerativa agli occhi e sono sempre più i giorni neri dei momenti di luce. Ma non importa, perché Tommaso ha una Polaroid, con cui può immortalare anche le cose che sul momento non vede, così da poterle riguardare quando recupera la vista. In quelle foto, Angelica è bellissima, senza cicatrici, e Tommaso se ne innamora. E con il suo amore e la sua allegria la coinvolge, nonostante le ritrosie. Ma proprio quando sembra che sia possibile non aspettare la notte, la notte li travolge...
È la notte del 14 febbraio del 1983. Dovrebbe essere una sera di festa, ma Albino Buticchi è da solo nella sua grande villa di Lerici. Attorno a lui tutto è silenzio, ma dentro la sua mente i pensieri si affollano, e finiscono per correre tutti verso una sola direzione: la pistola che stringe in mano. L'arma che presto si punterà alla tempia. Ma cosa ha spinto un uomo abituato al successo a compiere quel gesto estremo? La vita di Albino Buticchi è stata tutta all'insegna delle passioni. Quella per la velocità e per le auto da corsa, innanzitutto, che lo porta a diventare un pilota di fama, al volante di alcune tra le più titolate vetture da competizione della sua epoca. Quella per il calcio, che lo fa diventare, poco più che quarantenne, presidente del Milan. E quella, dalle conseguenze tragiche, per il gioco d'azzardo: una passione divorante che lo costringe ad accumulare perdite via via sempre più ingenti. Una vita straordinaria la sua, costellata di avventure - dalle esperienze difficili durante la seconda guerra mondiale alla legione straniera fino alla vertiginosa ascesa economica e sociale durante gli anni del boom. Un'esistenza sempre al limite tra l'ambizione e l'eccesso e piena di accadimenti che, visti oggi, hanno quasi il sapore di un favoloso romanzo d'avventura. Eppure, sono state persone uniche come Albino Buticchi a fare l'Italia quando dell'Italia restavano solo macerie.
Africa orientale, seconda metà del diciassettesimo secolo. Hal Courteney incarna la quintessenza di una vita vissuta pericolosamente: ha per moglie una nobile guerriera etiope che combatte al suo fianco, ha da parte un cospicuo tesoro e ha un ancor più cospicuo numero di nemici. Hal è convinto di aver seppellito per sempre il peggiore di questi, l'Avvoltoio, il responsabile dell'ingiusta condanna di suo padre. Ma l'uomo è invece sopravvissuto e, benché sfigurato e mutilato, è più combattivo che mai: l'unico scopo della sua vita ormai è uccidere Hal e la moglie.