In questo volume Francesco Ventolino raccontava la storia del suo incontro con il fondatore di Comunione e Liberazione, e della amicizia fedele che ne era generata. Proponendo ad esso questo libro, come seconda arcata di un portico. egli tenta un passo ulteriore: indagare le coordinate fondamentali del carisma di Comunione e Liberazione, ormai depositato nella Chiesa.
Il volume raccoglie per la prima volta le prose che Chesterton ha pubblicato su riviste italiane fra il 1919 e il 1938. Tredici testi comparsi rispettivamente su La Ronda, L'Italia letteraria, Il Frontespizio e L'Illustrazione Toscana. Scritti in anni decisivi per la sua formazione, essi non possiedono solo un valore documentario o storico, ma assolvono anche a quella funzione eminentemente educativa che egli ha sempre riconosciuto alla letteratura.
Un libro sull'arte e sugli artisti che sceglie di parlare l'unica lingua adatta: la poesia. In testi in versi e in prosa uno dei più significativi poeti italiani contemporanei viaggia attraverso l'arte del passato e del presente. Da Michelangelo a Lotto, da oscuri maestri del Trecento all'avvelenamento di Elisabetta Sirani, fino ai contemporanei, da Bacon a Testori e da Palladino a Guccione, a Pignatelli e Manfredini, una galleria d'arte vista in modo vivo. E ne vengono cose inaudite, da una vita resa veggente.
La paternità è un'esperienza sintetica: essa svela la grandezza e la limitatezza dell'uomo. Laddove non si riconosce un padre, non si diventa padri. E per questo, non si è pienamente uomini. Un figlio sarà creativo nella misura in cui accoglie il tesoro che riceve. Così Dante si poggia su Virgilio, e lo supera; Frodo porta a termine l'opera di Gandalf. Nessuno genera se non è generato. Per diventare adulto, un figlio deve conoscere e perdonare il proprio padre. Da questo perdono nasce la speranza. È un'esperienza che si può vivere già nella giovinezza. Ed è un'esperienza bellissima.
Al centro di "Arcobaleni" è Elia e il suo papà, con il loro rapporto intenso e sfaccettato. Elia capelli rossi, tutto intelligenza, sensibilità e fantasia, con i segreti che i piccoli custodiscono. Elia che misteriosamente percepisce "sopramondi e sottomondi", con la sua immaginazione creatrice. E il suo papà, guida discreta e affettuosa. Nel romanzo l'infanzia s'intreccia con l'età adulta, l'incanto con le problematiche della vita dei "grandi", la narrazione con la riflessione saggistica e filosofica, in fitta policromia.
La rappresentazione sociale delle emozioni che attraversano un gruppo umano è la chiave interpretativa per cercare di comprendere le dinamiche più profonde. Nella società liquida del mercato globale dilaga la paura di massa, l'altra faccia della corsa sfrenata verso il godimento ed il consumo compulsivo di merci. Se si va più a fondo, oltre il velo della paura, si scopre che l'umanità è attraversata da una diffusa angoscia di morte, determinata da uno sviluppo economico che priva il mondo della sua realtà.
La dissoluzione della realtà e lo scioglimento di ogni vincolo affettivo sono il "lutto" negato dalla paura di superficie, che può essere ritrovato indagando per riscoprire le dinamiche profonde della psiche umana, la cui rimozione ha spento la speranza che consentiva la trasformazione dalla crisi alla progettazione di un nuovo futuro.
Si è cancellato il nesso crisi-speranza perché di è cancellata ogni idea di trascendenza.
Affinché emerga la speranza è necessaria un'elaborazione del dolore, in una ricerca di alternative al presente, che ricostruiscano un legame tra persona, mondo e trascendenza.
"L'uomo da solo può resistere al potere? Perché possiamo tradire ogni valore e affetto? L'intelligenza è una barriera contro l'ideologia? Lo sono forse la fede, l'amore, l'amicizia?" Due pièce teatrali, due diverse ambientazioni, una sola tragica dinamica, quella dell'ideologia e del potere di fronte alla libertà del singolo uomo.
La vicenda si svolge in Italia verso la metà degli anni trenta. Una serie di inspiegabili esplosioni si verificano in un laboratorio scientifico in cui si svolgono ricerche biologiche di natura indecifrabile cui si accompagna la successiva sparizione di tre scienziati. Di fatto, i tre scienziati sono stati rapiti dagli uomini di un altro pianeta con il probabile intento di studiare la Terra e i terrestri. Nei tre anni di permanenza nel pianeta si sviluppa il difficile tentativo di stabilire un rapporto con una civiltà tanto diversa. Così, la "scoperta della Terra" non è soltanto quella degli extraterrestri ma anche quella dei rapiti, costretti a un continuo confronto tra la loro esperienza e le forme di vita e di espressione con cui sono entrati a contatto. Questo turbinare di vicende rappresenta l'altra faccia della "scoperta della Terra". Questo non è un tradizionale romanzo di fantascienza, ma la storia di un complesso di vicende narrate in alternanza tra i due pianeti come in un gioco di specchi.
I testi raccolti per la prima volta in questo volume raccontano un aspetto essenziale, ma fondamentalmente sconosciuto, del grande storico dei Due corpi del re e dei Misteri dello stato.
L'avvento del Terzo Reich costrinse Kantorowicz - ebreo e soldato decorato della prima guerra mondiale - a rigiocare contro il regime nazista la propria posizione politica di conservatore e di appartenente al Circolo del poeta Stefan George, portandolo ad accettare l'esilio negli Stati Uniti all'indomani della Notte dei cristalli. Questo esilio, da cui non farà più ritorno, non implicò solo una cambiamento in senso esistenziale. Esso avrebbe segnato una svolta decisiva anche nel modo di concepire, leggere e raccontare la storia. Non a caso proprio in quegli anni tormentati e drammatici prese forma una riflessione sul senso della cultura europea, di cui Kantorowicz seppe essere un grande rappresentante e a cui offrì il suo sguardo lucido e intransigente.
"C'è un'aria tesa, di rischio. La poesia qui non è dopo, non è al riparo. È nel vivo della questione. È nell'oscurità chiara del vivente e del senso che non si spiega ma si presenta. Ci sono poeti che puoi sforzarti di seguire, e altri che devi seguire quasi come un cieco. Accettando la cecità che dapprima ti impongono. Chiuchiù è di questa seconda razza. Il suo nome stesso è un misterioso richiamo, come Pascoli volle fermare in suoi versi. Un visionario come lui sospeso tra il sempre morire e il lampo della verità. Questo libro non è addomesticabile. Non finirete dicendo: 'interessante'. Perché prende alla gola, e avvicina una fiaccola alle pupille. E vede se siete ancora vivi". (Davide Rondoni)