
L'emergere oggi del pensiero e della figura di Rosmini in proporzioni esponenziali anche all'estero ne evidenzia la natura e la funzione di "pietra di paragone": di scandalo e di volta. Entro il dominio delle "demitizzazioni" di fede speranza carità come essenziali ad ogni autentico progresso storico, le sue posizioni teoretiche misurano la storia con respiro senza pari ampio e fecondo. Vi acquisiscono le loro più vere proporzioni e articolazioni problemi costitutivi della persona come singolarità e come societarietà: i moti dello spirito e della storia. In un convivio nel quale Rosmini dialoga con protagonisti quali Tommaso d'Aquino, Vico, Leibniz, Hegel, Newman.
Il dubbio sul Potere è forse il più rilevante che gli uomini possano coltivare. Capire i suoi meccanismi significa conoscere quali sono le logiche di selezione e promozione sociale di una nazione, qual è la sua identità. L'imminente fine di un ciclo, in cui coincidono il declino di una forma della politica, di una maggioranza di governo e di un modello economico impone un'indagine su chi comanda davvero oggi in Italia. Questo libro tenta un primo bilancio strutturale della Seconda Repubblica, dominata da Silvio Berlusconi ma non solo. Il risultato è meno scontato di quel che si potrebbe immaginare e conduce a un aggiornamento della mappa dei poteri. Con un testo di Armando Spataro.
Questo libro nasce dalla volontà di restituire il senso della vicenda umana e politica di un uomo molto citato, ma pochissimo conosciuto, e oggi tirato in ballo da più parti senza ritegno. Sotto forma di dialogo, Giorgio Dell'Arti ripercorre la vita del geniale e visionario primo ministro di Casa Savoia portandone alla luce gli aspetti più curiosi e meno noti. La diplomazia, l'arte di governo, ma anche i vizi, gli amori, gli affari e l'atmosfera della società dell'Ottocento. In filigrana un ritratto dell'Italia, in bianco e nero, ma ancora attualissimo. Soprattutto, a emergere è la vocazione patriottica di Cavour, il filo rosso che attraversa tutta la sua vita, da rileggere in questi tempi in cui - scrive Dell'Arti - "è bene rendersi conto che si può essere italiani e avere senso dello stato".
In una Milano agli albori della luce elettrica, negli anni tra due disastri della storia patria - la battaglia di Adua e la rotta di Caporetto - le vicende di una famiglia borghese vengono raccontate dalle voci di Luciano, medico omeopata non molto sveglio ma attentissimo alle cose materiali, e di Alfonso, poeta stralunato e proiettato più verso i sogni che sul mondo reale. Attorno alle voci narranti, da un lato le figure femminili di Maria Rosaria, virtuosa forse suo malgrado, ed Elisa, custode di una verità ingombrante e dedita al peccato con assoluta innocenza; dall'altro personaggi contraddittori e spesso sfiorati da un'ala di follia, autentica o simulata, come il padre di Alfonso, tormentato dal rimorso di una colpa vergognosa eppure buon cliente di un bordello. Il tutto nello scenario storico di un'epoca che ha visto vorticare gli eventi più diversi e che ancora ci coinvolgono: dall'attentato a Sarajevo al volo dei dirigibili, dal socialismo di Mussolini e Nenni alle spedizioni polari, dal naufragio del Lusitania al fulgore e al dramma dell'icona della danza Isadora Duncan.
Risultato del compromesso tra la prepotenza statale, la mania di spesa dei governanti e la vanità che spinge a consumare beni inutili, il capitalismo si manifesta oggi nel suo esito cinese e omologante. Con l'autonomia di giudizio e la libertà d'intelletto che lo contraddistinguono, Geminello Alvi si cimenta nell'impresa di una nuova definizione del capitalismo. Capitolo conclusivo della trilogia iniziata con "Le seduzioni economiche di Faust" e "Il secolo americano", il libro prende le mosse dalla crisi del 2008 e dall'ambigua posizione dell'economia cinese per tracciare le vicende delle varie spiegazioni e restituzioni del capitalismo, gli errori e gli abbagli, e giungere a una descrizione opposta a quella marxista. Dopo averci mostrato perché il Novecento è stato "il secolo americano" e averne messo a nudo i tratti della storia segreta, Alvi ci guida attraverso la lettura di un percorso storico che sembra, inevitabilmente, condurci verso "l'ideale cinese". E spiega perché il dono debba tornare a essere elemento centrale della vita economica.
La voce distorta proviene da un altoparlante piazzato da qualche parte nel buio: "Buon compleanno, Merete. Oggi sono centoventisei giorni che sei qui, e questo è il nostro regalo per te. Lasceremo la luce accesa per un anno, a meno che tu non sia capace di rispondere a una domanda. Perché ti abbiamo rinchiusa?" Merete Lynggaard, giovane parlamentare danese di successo, è a bordo di un traghetto il giorno in cui scompare senza lasciare tracce. I media si lanciano avidamente sulla storia e le ipotesi si avvicendano nei titoli: dal suicidio all'omicidio, dal tragico incidente al rapimento, fino alla sparizione volontaria. La polizia mette in campo tutte le forze, ma senza risultato: la donna sembra inghiottita dalla terra. Merete però non è morta. Chi la tiene segregata in modo tanto disumano in una prigione di cemento? E perché? Cinque anni dopo, Carl Morck, poliziotto svogliato e burbero, una spina nel fianco per tutti i colleghi, decide di riaprire le indagini con la sua Sezione Q, il nuovo reparto speciale per i casi irrisolti. Procedendo a ritroso nel tempo fra trame politiche e drammi familiari, Morck e il suo misterioso assistente siriano Assad si lanciano in una battaglia contro il disegno delirante di un criminale folle.
1943-1993: per cinquant'anni la storia della Democrazia Cristiana ha coinciso con la storia dell'Italia e della sua Repubblica. Luigi Sturzo, Alcide De Gasperi, Amintole Fanfani, Aldo Moro, Francesco Cossiga, Ciriaco De Mita e Giulio Andreotti sono solo alcuni dei protagonisti di un partito oggi rimpianto da molti e allo stesso tempo pressoché sconosciuto alle nuove generazioni. Senza nostalgia gli autori ricostruiscono la memoria di un passato recente per immaginare un futuro prossimo diverso da ciò che è stato e magari differente da ciò che è. Prefazione di Giulio Andreotti.
Al largo di Fjällbacka, nella nassa di un pescatore a caccia di aragoste rimane impigliato il corpo senza vita di una bambina. Nei suoi polmoni ci sono tracce d'acqua dolce e sapone: qualcuno l'ha annegata in una vasca da bagno prima di gettarla in mare. Mentre Erica, mamma da poche settimane, è completamente assorbita da una neonata che tutto le offre fuorché le "gioie deliranti della maternità" che si aspettava, Patrik guida le indagini. Ma chi può aver voluto la morte della piccola Sara? Il paese è alla ricerca di un capro espiatorio, la gente bisbiglia, i conflitti nutriti negli anni si fanno più aspri: dentro le case dalle facciate perfette affiorano drammi famigliari che il tempo non ha saputo placare. Al terzo romanzo della sua serie pubblicata in trentadue paesi, Camilla Làckberg, con occhio attento agli esseri umani e alla loro psicologia, intreccia le colpe del passato agli effetti devastanti sul presente, tracciando il ritratto lacerante di una psiche femminile sfrenata, affascinante, e mostruosa.
Roma, 11 luglio 1982. La sera della vittoria italiana al Mundial spagnolo Elisa Sordi, giovane impiegata di una società immobiliare del Vaticano scompare nel nulla. L'inchiesta viene affidata a Michele Balistreri, giovane commissario di Polizia dal passato oscuro. Arrogante e svogliato, Balistreri prende sottogamba il caso, e solo quando il corpo di Elisa viene ritrovato sul greto del Tevere si butta a capofitto nelle indagini. Qualcosa però va storto e il delitto rimarrà insoluto. Roma, 6 luglio 2006. Mentre gli azzurri battono la Francia ai Mondiali di Germania, Giovanna Sordi, madre di Elisa, si uccide gettandosi dal balcone. Il commissario Balistreri, ora a capo della Sezione Speciale Stranieri della Capitale, tiene a bada i propri demoni a forza di antidepressivi. Il suicidio dell'anziana donna alimenta i suoi rimorsi, spingendolo a riaprire l'inchiesta. Ma rendere finalmente giustizia a Elisa Sordi dopo ventiquattro anni avrà un prezzo ben più alto del previsto. Balistreri dovrà portare alla luce una verità infinitamente peggiore del cumulo di menzogne sotto cui è sepolta, e affrontare un male elusivo quanto tenace, che ha molteplici volti uno più spaventoso dell'altro.
Benito Mussolini è un ventenne, un infuocato estremista di sinistra, un mangiapreti. Fa il maestro in una scuola elementare di Tolmezzo, cittadina del Friuli ancora intrisa di Mitteleuropa. È l'anno 1907, tempi in cui i pedofili divorano l'infanzia quasi impunemente. Il mostro si accanisce con ferocia solo sui bambini poveri, le prede più facili. La città subisce. Si chiude in se stessa. Tocca al maestro Mussolini incitare alla rivolta i suoi seguaci politici. "Catturiamo questa bestia!" La vicenda è raccontata in ogni dettaglio in due diari, uno scritto da una delle tante amanti del maestro Mussolini, l'altro dallo stesso Mussolini. Il primo manoscritto è scoperto nel maggio 1936, per caso: mentre il Duce sta annunciando a Piazza Venezia la nascita dell'Impero, ascoltandone la voce alla radio, un antiquario di Tolmezzo e la sua amante, ardente fascista, trovano il documento nel cassetto di un secretaire acquistato in una fiera. Comprendendo che esiste anche il diario di Mussolini, come presi da un vortice, l'antiquario e la sua amica ne vanno alla ricerca e, rischiando la vita, lo trovano. Il thriller si sdoppia con l'incalzare del presente sul passato. Il Duce non vuole che la sua cronaca sul mostro riaffiori. Non può vantarsi della conclusione. La morte ormai insegue gli incauti scopritori dei manoscritti. E mostro di Tolmezzo ha la sua vendetta.