Una profonda amicizia, quella tra San Giovanni Crisostomo e la diaconessa Olimpia, un rapporto di alta spiritualità fondato su una totale identità di vedute e sulla comunione ecclesiale. Nello scenario della Costantinopoli del IV secolo, caratterizzato da forti tensioni politiche e da deleterie connivenze tra il potere imperiale e quello ecclesiastico, Olimpia e Crisostomo furono uniti dall’amore per Cristo e per la Chiesa, accettando le conseguenze della loro fedeltà con santa rassegnazione. Questo volume, dedicato alle Lettere a Olimpia, mette in luce le sfumature di una sincera e calda amicizia tra due personaggi della Chiesa delle origini, che la lontananza dell’esilio ha rafforzato e svelato nella sua salda base spirituale.
I consigli ai giovani novizi da parte di un maestro dell’introspezione e della mistica medievale.
Con questi suoi consigli ai giovani novizi del monastero, Meister Eckhart si rivela un gigante dell’introspezione nella profondità dell’anima, per realizzare un fecondo rapporto con Dio. Gli insegnamenti di uno tra i maggiori mistici medievali sono sorprendentemente freschi e attuali: solo la contemplazione assoluta del Mistero, di quel Dio che desidera rivelarsi all’uomo ma paradossalmente gli risulta inconoscibile, permette l’incontro vitale che diventa salvezza. Questo avviene nel qui e ora del tempo di ciascuno – dei novizi di allora come degli uomini di oggi – grazie a queste riflessioni dirette e feconde come solo un vero padre spirituale è capace di dare.
L’esperienza della contemplazione e della beatitudine nella pratica della preghiera del cuore.
Quando il monaco Paisij conclude la propria esistenza terrena, verso la fine del XVIII secolo, lascia in eredità al monachesimo orientale una rinnovata forza e un centinaio di uomini che, spinti dal suo esempio, intraprendono e vivono la via dell’esichia, cioè della preghiera del cuore. Cosa possono dire all’uomo contemporaneo il distacco dal mondo e la preghiera interiore? Esiste ancora uno spazio, per scelte così estreme? È possibile esercitarle nel quotidiano? L’esperienza di san Paisij ci è molto più vicina di quanto possa apparire: nel frastuono e nella frenesia del mondo, anche noi avvertiamo la necessità di silenzio e di pace profonda. Se poi questa pratica di distacco e introspezione consente all’uomo di mettersi in relazione con il proprio Creatore, allora la preghiera raggiunge il proprio scopo principale, vale a dire elevarsi al cielo per raggiungere le vette della beatitudine.
In poche parole: Una raccolta di testi ascetici e mistici della tradizione occidentale sull’importanza della preghiera.
La Filocalia (che significa letteralmente “amore per la bellezza”) è una raccolta di testi di ascetica e mistica della Chiesa ortodossa, risalente alla fine del Settecento. Per i lettori occidentali, dotati di una sensibilità diversa, fino a ora mancava però un’analoga selezione di scritti della propria tradizione spirituale. A colmare questo vuoto ecco quest’opera che propone i migliori passi di autori di area monastica occidentale dei primi dodici secoli: questa scelta è stata dettata dalla volontà di mantenere una continuità con il mondo orientale, che entro questi secoli presenta un linguaggio comune a quello occidentale dal punto di vista della ricerca spirituale. Solo il ritorno alla bellezza può infatti dare forma alla nostra vita frenetica e spaesata, facendoci approdare sulle rive di quel mondo di meditazione, introspezione e dialogo con l’Altro che per primi i Padri della Chiesa hanno raggiunto e sperimentato attraverso la preghiera.
In poche parole: Tre esperienze di monachesimo in uscita a favore dei feriti e dei lontani che possono parlare anche al mondo di oggi.
Esiste, nel panorama contemporaneo, un modo di intendere il monachesimo e il ritiro dal mondo come rinnovata possibilità di uscire incontro al prossimo e soprattutto ai lontani? È la domanda che ha mosso il curatore di queste tre biografie di santi monaci dell’VIII secolo, Willibrordo, Lioba e Bonifacio, missionari preoccupati di guarire l’orecchio del non credente, tagliato dall’affilata spada della Parola divina, affinché egli possa ascoltare la Verità che salva. Pur con i modi e le situazioni particolari legate al loro periodo storico, questi tre monaci sono figure di grande attualità perché affrontano e si interrogano sulle nostre stesse sfide ed esigenze: è possibile avvicinarsi a chi è lontano e ferito? Si può testimoniare quanto ricevuto?
La storia dei primi monaci ed eremiti che, per essere più vicini a Dio, abbandonarono tutto andando a vivere nel deserto o sulla cima dei monti.
Il monachesimo primitivo, quello dei primi sette secoli, è un vasto e ricchissimo tesoro di cultura, umanità e santità: lo stesso San Benedetto vi attinse a piene mani. In un periodo in cui la persecuzione era finita ed essere cristiani aveva cessato di essere una proposta contro la mentalità comune, la risposta agli ideali evangelici fu la radicale fuga dal mondo: i nuovi martiri furono i monaci, coloro che per seguire Dio si spogliarono di tutto e mortificarono il corpo, andando a vivere nel deserto o sulla cima dei monti. Questo libro racconta aneddoti, follie ed eroismi di questi primi eremiti, asceti e anacoreti uomini e donne, che hanno contribuito a erigere la civiltà cristiana.
Uomini purificati, riusciti, divinizzati: così sono definiti i protagonisti di questo libro, monaci del Monte Athos vissuti nella prima metà del XX secolo come Gioacchino di Sant'Anna, Atanasio di Grigoriu e Callinico l'Esicasta, che hanno fatto della ricerca del volto di Dio attraverso la lotta ascetica il loro programma di vita. Non si tratta di semplici biografie, ma di esempi e insegnamenti che sono veri e propri percorsi spirituali. Un libro da meditare e distillare con pazienza, che invita a salire con fede le pendici della Santa Montagna per purificare il proprio cuore e contemplare con occhio puro il mistero profondo del Creatore. Introduzione di padre Michele Di Monte.
Dove si compie la Salvezza? Qual è la fonte della nostra felicità? Da sempre queste domande hanno attraversato le comunità monastiche che hanno trovato la risposta nella devozione al Sacro Cuore di Gesù, una pratica di preghiera che unisce l’adorazione alla riparazione, in una spiritualità allo stesso tempo semplice e profondissima. Lo sguardo rivolto a Colui che è stato da noi inchiodato alla croce condurrà l’anima al rifugio, al sollievo e alla felicità perfetti. I testi presentati in questo volume provengono dall’antica sapienza monastica certosina e sono proposti con una cadenza “liturgica” che unisce la meditazione e la devozione alla bellezza della santificazione del tempo.
“Non si può respirare come cristiani, direi di più, come cattolici, con un solo polmone; bisogna avere due polmoni, cioè quello orientale e quello occidentale”: già nel 1980, riprendendo un’immagine del poeta ortodosso Vjaceslav Ivanov, Giovanni Paolo II indicava in questo modo la strada verso una possibile unità della spiritualità cattolica e quella ortodossa. Il mondo orientale racchiude in sé una spiritualità ricchissima, che ha alimentato e suscitato innumerevoli figure di santi, molto apprezzati anche in tempi recenti. Questo volume offre al lettore tutto il tesoro di verità sul quale è fondata la Chiesa ortodossa, per scoprire che davvero ciò che unisce è molto più di ciò che divide, e che possiamo, anzi dobbiamo respirare l’aria pura della fede con entrambi i polmoni della cristianità.