I passi salienti del Libro Sacro della cristianità resi accessibili ai bambini grazie a una trasposizione nella forma del fumetto filologicamente corretta (tutti i testi sono approvati dalla Conferenza Episcopale Italiana). In più di 150 tavole a fumetto si raccontano i passi più significativi della Genesi, dell'Esodo, dell'Antico Testamento e della vita di Gesù, in un'opera unica nel suo genere. Le due introduzioni di Monsignor Ravasi, una destinata ai bambini lettori e una ai genitori ed educatori, forniscono una garanzia di serietà, qualità e autorità. Età di lettura: da 6 anni.
I suoi primi tredici anni Immacolata, per tutti Imma, li ha vissuti in un paese del profondo Sud dove la legge è quella dettata dal boss locale e le donne sono diritto degli uomini. Testimone, non vista, di un terribile delitto, Imma cresce cercando di dominare la propria indole selvatica e indipendente. In seguito a un suo gesto di coraggiosa ribellione, la famiglia decide di mandarla al Nord nascondendola a casa di una zia sconosciuta. Imma si trova allora a fare i conti con la ragazza che non si era accorta di essere, con la donna che vuole diventare... Nelle lunghe ore solitarie tra le mura dell’appartamento della “zia scaduta”, dietro la finestra, unico contatto col mondo, aspetta la magica ora di pietra, in cui tutto sembra fermarsi e la verità delle cose si rivela nel silenzio. Ma la vita vera non si ferma ed è solo violando la sua prigione che Imma conoscerà il giovane venditore di libri usati e la più meravigliosa delle evasioni: seguendo con trepidazione le vicende di Anna Frank, quelle di Michele Amitrano – il protagonista di Io non ho paura – o di Oliver Twist, Imma troverà ancora una volta il coraggio per un gesto di libertà...
Katrine e Joakim Westin, stanchi di Stoccolma, si trasferiscono con i loro due bambini sull’isola svedese di Öland, in una villa dell’Ottocento. Secondo una leggenda locale, la casa sarebbe stata costruita con il legname proveniente dal naufragio di un vapore tedesco durante una tempesta invernale nel XIX secolo. La nuova vita dei Westin si trasforma presto in tragedia quando Katrine muore annegata in mare. Durante il gelido inverno, Joakim scopre una piccola stanza cieca sulle cui pareti sono stati incisi i nomi delle persone decedute sull’isola nel corso di 150 anni. Le loro tragiche storie sono narrate nel diario di Mirja Rambe, la madre di Katrine anch’ella vissuta per alcuni anni a Åludden. Il passato s’intreccia al presente e i morti tornano a parlare con i vivi attraverso sogni e visioni inquietanti. Mentre si avvicina il Natale e sull’isola incombe il Nattfåk, una tempesta di neve da brivido, Joakim deve affrontare il suo segreto più intimo e nero, la misteriosa scomparsa qualche anno prima della sorella maggiore Ethel, devastata dalla droga e con la quale lui e la moglie avevano avuto un profondo conflitto. Il cadavere di Ethel non è mai stato trovato...
“La Pasqua è una vita passata attraverso la sofferenza e la morte, una esistenza ridonata a chi l’aveva perduta”, un evento tanto straordinario e luminoso quanto misterioso e nascosto, un momento legato profondamente alla figura di Cristo e alla sua sofferenza per un’ingiustizia che“non era forse altro che una sintesi di tutte le ingiustizie e i peccati del mondo”.Carlo Maria Martini ci offre il suo pensiero sulla Pasqua guidandoci nel viaggio “dalla notte oscura allo scoppio di luce”, un percorso che, indipendentemente dalla fede, riguarda tutti. La notte oscura, la sofferenza, la morte o la mancanza di fede sono infatti esperienze universali, sofferenze che bisogna attraversare per conoscere pienamente la vita, mentre lo scoppio di luce è “il giorno che segue la notte”, lo spirito di speranza, di dedizione e di accoglienza che possiamo scorgere, anche se solo a momenti,nella vita di ogni giorno.Meditando profondamente sull’esperienza pasquale il cardinal Martini ci svela che la fede nella resurrezione non è una fuga dalla terra ma qualcosa che ci fa amare il tempo presente e ci fa vivere la nostra esperienza quotidiana nella fedeltà al cielo e al mondo che deve venire.
Adriano Ferreira Pinto è un calciatore brasiliano che gioca nell'Atalanta. Non è famoso come Pato o Milito ma ha una storia personale ben più originale. Nasce in Brasile orfano e povero, insieme al fratello maggiore raccoglie pomodori per mantenere il resto della famiglia. Ha grande talento per il calcio, ma le sue qualità sono soffocate dal bisogno di portare a casa qualche real. Poi, una domenica mattina, il colpo di fortuna: viene scoperto da un osservatore mentre gioca con gli amici in un parco pubblico. Qualche tempo dopo Ferreira Pinto debutta nei livelli inferiori del campionato brasiliano ed è talmente bravo da ricevere una richiesta di provino da parte della squadra italiana del Lanciano. Ma non ha i soldi per presentarsi. A quel punto, il colpo di scena: gli abitanti del suo piccolo villaggio vendono le povere cose che possiedono, chi i pomodori, chi il carretto o la bicicletta, per pagargli un biglietto aereo. Grazie a questa colletta fra poveri Ferreira Pinto arriva in Italia e diventa un calciatore di serie A, dove si afferma e continua a giocare ancora oggi. Una storia edificante, che ha risvolti epici, e che racconta di un calcio come speranza di riscatto.
Da Esopo a La Fontaine, da secoli le fiabe di animali sono uno degli strumenti usati dai grandi scrittori per ritrarre le fauna più bizzarra e stupefacente che ci sia: quella umana... Tutto il colorito e inesauribile universo dei molti vizi e delle (pochissime) virtù umane è stato rappresentato alla perfezione da storie come quelle della cicala e della formica, o della volpe e dell’uva. E allora chi meglio di David Sedaris, l’umorista principe negli Usa e in Europa, poteva mettere alla berlina i mille comportamenti miserabili, assurdi o puramente stupidi che fanno parte del desolante (e irresistibile) panorama delle relazioni personali di oggi? Diete, ossessioni, fobie, amicizie che si rompono, rapporti familiari pieni di problemi e guai: un quadro gioiosamente sconfortante. Come tutti i migliori umoristi Sedaris è un profondo conoscitore dell’animo umano e i suoi racconti non si limitano ad essere una sulfurea condanna delle nostre molteplici follie ma diventano una spassosa discesa alla scoperta degli inferi che ciascuno di noi porta dentro di sé. Corredata dalle fantastiche illustrazioni di Ian Falconer, questa raccolta di storie è un piccolo capolavoro nel suo genere.
Questo volume conclusivo – curato come i precedenti da Bruno Falcetto – è un’ampia antologia. La sua prima sezione, “Viaggi”, presenta, oltre al capolavoro America primo amore, Un viaggio a Lourdes (un’opera a cavallo tra reportage e pamphlet, racconto autobiografico e saggio di psicologia sociale), Fuga in Italia (racconto della fuga da Roma a Napoli durante l’occupazione tedesca), e articoli tratti dalle raccolte Fuori (resoconto di viaggi compiuti negli anni Sessanta, dalla Grecia alla Libia, dall’Italia all’URSS), Vino al vino (attraverso l’esperienza del viaggio si valorizza la produzione vinicola italiana), Addio diletta Amelia (racconto del ritorno in America dopo quarant’anni) e L’avventura in Valtellina. La seconda sezione raccoglie tematicamente (Società, Letteratura, Arti figurative e musica, Cinema, teatro e tv) pagine di diario, saggi, recensioni. L’ultima sezione contiene, oltre alla produzione poetica e di canzoni, una scelta tratta da copioni teatrali, tra cui l’inedito giovanile Nerone.
Antonietta Potente è una suora domenicana, ma non bisogna immaginarsela nel chiuso di un convento, immersa tutto il giorno nella tranquillità della preghiera. Vive in Bolivia, insieme a una famiglia indigena, e ha sviluppato una riflessione teologica tra le più profonde e originali, che parte da un ripensamento totale della vita religiosa alla luce di una spiritualità ancorata al presente, capace di unire la mistica alla politica e all’impegno per la salvaguardia dell’ambiente. In questo libro, accostando i temi dell’etica all’immagine familiare di una casa e delle sue stanze, l’autrice avvicina tutti, credenti e non, ai grandi quesiti che ci pone la contemporaneità.
Enzo Mari è probabilmente il designer italiano più geniale e innovativo del Novecento: cresciuto nella Milano prebellica, ha vissuto a lungo in condizioni di povertà prima di iniziare nel primo dopoguerra il suo percorso artistico all’Accademia di Brera. Negli anni del boom economico ha rivoluzionato il concetto di design, realizzando quella che lui stesso chiama un’utopia democratica: disegnare e produrre oggetti belli e utili per le persone comuni, fi no ad allora escluse da un’arte considerata di lusso. Divenuto celebre, negli anni seguenti ha realizzato progetti in tutto il mondo, collaborando con i più grandi artisti e architetti, e si è dedicato all’insegnamento, portando sempre avanti coerentemente la filosofia originaria senza cedere alle tentazioni del marketing, colpevole a suo avviso di aver trasformato il designer da filosofo creativo a semplice interprete del mercato. Questa sorta di autobiografia del guru del design italiano non è solo un tagliente manifesto artistico e architettonico, ma anche una riflessione intellettuale sulla vita e sul degrado della civiltà contemporanea.
La raccolta di tutta la sua opera in forma di libro (nove titoli, dal libro cult Il più mancino dei tiri del 1995 fino al postumo severo testamento di L’economia giusta) compone uno straordinario ritratto, in diretta, tra politica, cultura e costume, dei nuovi italiani: i post italiani, in bilico tra una psicologia arcaica e comportamenti post-moderni. Berselli descrive un’Italia deideologizzata, demoralizzata, un Paese da talk show confusionario, in cui sentimentalismo e ferocia, le caratteristiche di sempre, vengono proiettati in una dimensione che non è vera e non è falsa, è iperreale. Senza moralismi, perché la fenomenologia è più interessante delle prediche. Un po’ come il Roland Barthes delle Mitologie. Dentro c’è “quel gran pezzo dell’Emilia”, la sua terra, fatta di comunisti, miliardari, motori, cucina grassa e rock star, la catastrofe politica della sinistra sinistrata, l’allegria dei capelli lunghi, delle minigonne e delle chitarre prima del ’68 e il gran cabaret di Venerati maestri, davvero un libro da ridere su una cultura da piangere. La nostra.