Storie della Chiesa e monachesimi (secc. IV-VI), a cura di A. MONACI CASTAGNO
- Introduzione (A. MONACI CASTAGNO)
- ‘Primus in primis’: Gerolamo, storico del monachesimo (A. MONACI CASTAGNO)
- Présence du monachisme dans l’ Histoire ecclésiastique de Rufin d’Aquilée (F. THELAMON)
- Cronache e monachesimi (O. ANDREI)
- Verus Israhel, id est monachorum plebs: la genealogia monastica di Cassiano (R. ALCIATI)
- Gregorio di Tours: scrittura della storia e storie di monaci (S. BOESCH GAJANO)
- D’Eusèbe à Sozomène: la place du monachisme dans les nouvelles Histoires ecclésiastiques (A. MARTIN)
- Monaci e monachesimi nella Storia ecclesiastica di Evagrio Scolastico (M.C. GIORDA)
- L’autocoscienza delle origini nella tradizione monastica bizantina: il caso di Giorgio Monaco (R.M. PARRINELLO)
DESCRIZIONE: Queste pagine inedite di Maurice Blondel dedicate alla mistica donano freschezza alla sua stessa “filosofia dell’azione”: un pensiero che va a definirsi in un duplice gesto, per un verso attingendo alla pratica e per l’altro illuminandola, perché investe la vita e il destino etico-religioso dell’uomo e dà loro orientamento. Qui la filosofia sconfina nella mistica, perché «compito essenziale della filosofia non è di abbandonarci ad essa, come se avesse il monopolio di ciò che c’è in noi; ma di metterci in condizioni di fare il passo al di là». Il concetto di mistica si pone fra mistero e filosofia: con quale metodo la mistica è accessibile all’esame della ragione? Quale può essere il contributo specifico della filosofia? Che corrispondenza v’è fra lo sguardo filosofico, pur sempre umano, e l’oggetto mistico che rinvia al divino? Come si coniugano ciò che è acquisito con ragione e ciò che è invece infuso per grazia? Queste sono le domande con cui Blondel pone la mistica come luogo in cui la filosofia mette in discussione se stessa, al crocevia tra il finito e l’infinito.
COMMENTO: Un testo inedito di Blondel che introduce ai temi della mistica, come via di ricerca della verità e della trascendenza, una dimensione necessaria alla elaborazione di una filosofia cristiana. Una assoluta novità.
MAURICE BLONDEL (1861-1949) è stato uno dei maggiori filosofi del Novecento. Tra le sue opere ricordiamo: L’azione. Saggio di una critica della vita e di una scienza della prassi (1893), San Paolo 1998.
DOMENICO BOSCO insegna Filosofia morale all’Università degli studi di Chieti e Filosofia della religione all’Università Cattolica di Milano. Su questo tema ha recentemente curato per Morcelliana: M. De Certeau, Sulla mistica (2010).
Nel genere dell'epistolario si rivela l'intensità argomentativa dei grandi pensatori. Qui due maestri della filosofia come 'dialogo' - Rosenzweig e Buber - mettono a nudo l'intima corrispondenza come esercizio filosofico. Un esercizio all'insegna dell'amicizia e della reciproca discepolanza: aver cura delle proprie radici ed essere l'uno maestro dell'altro, nel solco della tradizione di Israele, significa anche essere condiscepoli nell'avventura di una nuova traduzione tedesca della Bibbia ebraica - che Buber dovrà continuare da solo dopo la scomparsa dell'amico. Il dialogo è talmente 'vivo' da dissolvere lo schema che concatena una missiva con la sua risposta: sfugge ai nostri occhi fino a oscurarsi il rapporto io-tu, ma pure se invisibile rivela il profondo intreccio con l'Alterità: "Perché, come potrebbero essere i gomitoli aggrovigliati l'uno all'altro, se quell'altra Mano non li avesse legati insieme per una estremità'". Le lettere si inanellano in una ideale conversazione che riproduce le pause e le accelerazioni, la condivisione e il dissenso concettuale, l'armonia e le fratture di cui si alimenta il legame dell'amicizia.
La dimensione religiosa nella società italiana - in primo luogo il ruolo del cattolicesimo romano, ma anche quello delle altre forme religiose - è uno degli aspetti più intensamente indagati dagli studiosi di storia. Le proposte interpretative - come i terreni d'indagine, spesso luoghi di sperimentazioni innovative - sono state molteplici e talora contrastanti. Un tratto generale ha accumunato questo ricco dibattito: la persuasione che sul lungo periodo - e dunque ben al di là dell'opposizione cattolica allo Stato unitario e della ricomposizione concordataria del dissidio in età fascista e poi repubblicana la spiegazione dei caratteri fondamentali della penisola trovi un fattore decisivo nelle sue vicende religiose. Tuttavia assai poco è stato fatto per ricostruire questo corposo indirizzo dell'indagine storiografica. L'obiettivo del volume è proprio questo: descrivere per temi e figure l'itinerario dipanato dagli storici italiani del '900 - da Benedetto Croce a Renzo De Felice, passando per Ernesto Buonaiuti, Arturo Carlo Jemolo, Giovanni Tabacco etc. - nel delineare i volti assunti dal paese alla luce del ruolo svolto dalla religione.
SOMMARIO
ALESSANDRO SAGGIORO, Editoriale
GIULIA SFAMENI GASPARRO, EASR Conference. Introduction
SEZIONE MONOGRAFICA / THEME SECTION
Raffaele Pettazzoni, i suoi interlocutori e le religioni dei mondi lontani
Raffaele Pettazzoni, his interlocutors, and the religions of distant worlds
- GIOVANNI CASADIO, Introduzione: Raffaele Pettazzoni a cinquant’anni dalla morte
- MARIO GANDINI, Il Fondo Pettazzoni della Biblioteca comunale “G.C. Croce” di San Giovanni in Persiceto
- PAOLA SOFIA BAGHINI, Ernesto Buonaiuti e Raffaele Pettazzoni. Alcune lettere inedite, 1916-1930
- ALBERTO LATORRE, La Storia delle Religioni tra «ragioni di prudenza» e ragion di Stato. Uno spaccato della ricerca storico-religiosa al tempo del fascismo e della reazione anti-modernista nella corrispondenza di Israel Zoller con Raffaele Pettazzoni
- GÉRARD CAPDEVILLE, Pettazzoni, Leland e gli Etruschi
- VALERIO S. SEVERINO, Le mur de la laïcité (1961). Histoire des religions et sécularisation de l’histoire en Italie
- FABIO SCIALPI, Raffaele Pettazzoni e le religioni indiane
- MUSTAFA ALICI, The Idea of God in Ancient Turkish Religion according to Raffaele Pettazzoni. A Comparison with the Turkish Historian of Religions Hikmet Tanyu
- SERGIO BOTTA, Le religioni della Mesoamerica nell’opera di Raffaele Pettazzoni
SAGGI / ESSAYS
- CARMINE PISANO, Hermes “dio dell’albero” tra documentazione micenea e tradizione greca
NOTE / NOTES
- ROBERTO ALCIATI, Modernismo fra archivi e riviste. In margine ad alcune pubblicazioni recenti
- GILBERTO MAZZOLENI, Tra omologazione e nuovi etnicismi
- MAURIZIO ZERBINI, A proposito di una recente edizione di testi agiografici
DESCRIZIONE: Queste pagine fotografano lo stato attuale della discussione sul cosiddetto testamento biologico, esaminando la proposta di legge «Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento», riportato in Appendice. Ci si sofferma in particolare su tre nodi fondamentali: il momento in cui le dichiarazioni anticipate di trattamento assumono rilievo; il limite entro il quale sono vincolanti; il problema di idratazione e alimentazione artificiali. Per ciascuno di questi punti la soluzione adottata appare insoddisfacente e l’autore, con un’analisi puntuale del testo, ne spiega il motivo di fondo: se la disciplina dovesse rimanere questa, le dichiarazioni sarebbero meramente orientative e comporterebbero una forte limitazione della libertà di autodeterminazione dei singoli. Andando oltre questo rilievo critico, si offrono qui concrete proposte per migliorare il disegno di legge.
COMMENTO: A partire dalla controversa legge sul testamento biologico una proposta innovativa che può trovare consensi sia tra i laici che tra i cattolici.
PAOLO BECCHI insegna Filosofia pratica e Bioetica all’Università degli Studi di Genova. Tra le sue pubblicazioni, presso Morcelliana: Morte cerebrale e trapianto di organi (2008); Il principio dignità umana (2009); Hans Jonas. Un profilo (2010); ha curato, di Jonas, Morire dopo Harvard (2009).
DESCRIZIONE: Come compiere una ricerca storica su Gesù? A tale domanda cruciale Mauro Pesce cerca di rispondere in queste pagine nel confronto critico con gli studi di J. Dupont, E. Käsemann, D.C. Allison e con la più avveduta ricerca contemporanea. Di qui i due binari su cui si articola il volume: da una parte ricostruire la fisionomia storica di Gesù, dall’altra individuare quali forme religiose scaturiscono dopo di lui fra i diversi gruppi dei suoi seguaci. A fare problema, e ad essere qui messo a fuoco in quanto oggetto di interesse storico, è il nesso tra la figura di Gesù e la nascita del cristianesimo come religione distinta dal giudaismo.
Prioritaria è una osservazione di metodo su come impostare la questione Gesù/cristianesimo: assumere questo nesso nella sua continuità – come per lo più fa l’esegesi cristiana – è una posizione apologetica, orientata a giustificare una fede. Ma lo sguardo distaccato dello storico deve esaminare tutti gli elementi disponibili per ricostruire l’individuo Gesù e il suo ruolo prima di formulare un’ipotesi. Qui nello specifico si affronta la trasmissione delle sue parole (ciò che realmente ha detto) e la sua ebraicità, vale a dire la sua differenza rispetto al cristianesimo primitivo. Si evidenzia anche la necessità di una ricerca antropologica su Gesù: analizzare la sua pratica di vita, di un leader immerso fra la gente. Quando poi ci si chiede come è nato il cristianesimo, è necessario tener conto della pluralità dei cristianesimi: di quale cristianesimo si parla? Si giunge quindi al delicato problema del rapporto fra ricerca storica e presupposti della fede: come conciliare l’autonomia dello storico e la tradizione della Chiesa?
Questioni quanto mai attuali perché investono dall’interno il mestiere dello storico e l’identità della storia del cristianesimo. Se l’indagine su Gesù consta ormai di più modelli di ricerca – la storiografia la divide in Old, New e Third Quest –, né può ritenersi compiuta né può ritenersi archiviata. Ogni tassello ha la funzione di far progredire il dibattito scientifico su quella storia, e ha in sé bisogno tanto del passato – dell’esegesi dal XVI secolo ad oggi – quanto di nuove piste future.
COMMENTO: Il libro che sta alla base dei successi editoriali di Pesce sul Gesù storico. Qui l'autore ripercorre le tesi principali del suo studio su Gesù, che hanno aperto il famoso dibattito sulle origini del cristianesimo nel suo confronto con Corrado Augias.
MAURO PESCE è ordinario di Storia del cristianesimo all’Università di Bologna. Fra le sue più recenti pubblicazioni: Le parole dimenticate di Gesù (2004); con Adriana Destro, L’uomo Gesù (2008) e Forme culturali del cristianesimo nascente (Morcelliana, 2008); con Mara Rescio, La trasmissione delle parole di Gesù nei primi tre secoli (Morcelliana, 2011).
Sono raccolti in questo volume i saggi più significativi della controversia filosofica - apparsa su diverse riviste tedesche tra il 1904 e il 1909 - che ebbe come protagonisti Ernst Cassirer e Leonard Nelson. Nei due pensatori, se comune è l'intento di adeguare l'eredità kantiana allo sviluppo raggiunto dalle scienze, opposto è il metodo attribuito alla filosofia. Abbandonando ogni concezione a priori, Nelson propone di rilevare i principi della conoscenza ricorrendo alla psicologia empirica: così facendo ogni nostra riflessione appare dipendente da una conoscenza immediata, sulla base del principio che ognuno si fida della propria ragione. Cassirer, cercando di superare la cieca fiducia nel dato scientifico, riabilita il metodo trascendentale kantiano: il criticismo si caratterizza come filosofia della riflessione, dove il primato va alla 'funzione' conoscitiva. Oltre a rendere fruibili le singole e analitiche argomentazioni, queste pagine hanno il respiro lungo delle serie indagini filosofiche: occuparsi della teoria della conoscenza e dell'autonomia del dato conoscitivo significa avere per oggetto lo statuto stesso e la finalità della filosofia. Temi che sono all'origine dello stesso dibattito contemporaneo su pensiero e realtà.
È difficile circoscrivere in un volume la ricchezza di un dialogo da sempre oggetto di dibattito, qual è la "Repubblica" di Platone. Ferrari intende presentare i nodi fondamentali di quest'opera discutendola nella sua interezza, intrecciando tematiche e passi anche tra loro apparentemente assai lontani, e vi riesce individuando due linee compositivo-argomentative come filo rosso di tutti i libri del dialogo. La prima è il ruolo storico e drammaturgico assunto dai due fratelli di Platone, Glaucone e Adimanto; un ruolo messo a fuoco nella Lettura prima, che fa da introduzione alle tre restanti, soprattutto con riflessioni originali che inquadrano i due giovani nello scenario politico-sociale del loro tempo. La seconda è l'analogia anima-città che, a partire dalla Lettura seconda, diventa la sua stessa chiave interpretativa della Repubblica. A emergere è l'importanza di questo dialogo non soltanto come testo politico ma anche e soprattutto morale: nell'analogia anima-città si scorge l'asimmetria tra l'umano e il divino, la condizione degli uomini tesi a imitare un modello pur sapendo che esso realizza una perfezione mai del tutto raggiungibile. La perfezione, che è solo della condizione divina, viene ribadita dall'ordine di ubbidire al 'nous', alla nostra anima immortale, sia per la sfera pubblica sia per quella personale.