Terzo e conclusivo tomo di quella che è stata definita "una magnifica esposizione e illustrazione di tutte le maggiori problematiche dei primi quarant'anni di cristianesimo" (D.C. Allison), nelle pagine di questo volume si affrontano gli ultimi tempi della vita di Paolo e le due altre grandi figure del cristianesimo delle origini: Pietro e Giacomo. Queste personalità non marginali sono approfondite nel contesto tragico della Galilea di quegli anni, e anche forniscono il destro a utili considerazioni su come si debba pensare il rapporto fra i primi cristiani e la predicazione di Gesù, quale sia insomma la natura del cristianesimo alla fine della prima generazione. La grande opera di James Dunn - messa in valore anche dagli estesi indici editi in questo terzo tomo - combina visione generale, sensibilità per questioni specifiche e per la documentazione pertinente con una padronanza impareggiabile della ricerca odierna e con uno stile che non cessa di sorprendere per la sua gradevolezza.
Nell'ottica di Harnack il dogma è considerato dalla prospettiva dell'incontro della predicazione cristiana con la cultura ellenistica, e la sua storia come storia della concettualizzazione e della sostanziazione metafisica della figura di Gesù. Scritto di portata rivoluzionaria, la Storia di Harnack è la messa in discussione della legittimità di un cristianesimo fondato sui dogmi. Quest'opera - per dirla con Yves Congar - è il risultato felice del concorso di una serie di doni eccezionali: potenza di lavoro, chiarezza di vedute, unione di erudizione del dettaglio e di visione d'insieme, sensibilità per gli sviluppi e le differenze, e tutte queste capacità unite a uno stile brillante e alle qualità del conferenziere. Il quarto volume approfondisce i misteri della somiglianza di natura del Figlio incarnato di Dio con la natura umana e dell'unione personale della natura divina e di quella umana nel Figlio incarnato di Dio.
Opera di uno dei protagonisti dell'odierna ricerca sul Gesù storico, questo volumetto espone le considerazioni e sovente i dubbi di uno studioso che pur avendo sempre scritto da storico per storici, qui indossa l'abito del cristiano che scrive per cristiani. La domanda che guida le riflessioni di Dale Allison è di quale utilità possa risultare il cosiddetto Gesù storico per la teologia cristiana, anche alla luce dell'atteggiamento che grandi e piccoli teologi hanno tenuto e tengono nei confronti della ricerca storica. Tra questi non è raro incontrare chi nega che la proclamazione del vangelo possa mai trovare una base sicura nei risultati provvisori della ricerca storica. Ma a dire dell'autore la ricerca del Gesù storico ha qualche importante lezione da dare anche alla teologia, e se è lecito chiedersi se dove due o tre storici sono riuniti insieme il Cristo biblico possa trovarsi tra loro, certo è che un Gesù non indagato neppure merita d'essere posseduto.
Il secondo tomo del vol. 2 degli "Albori del cristianesimo" è dedicato interamente a Paolo. A un capitolo iniziale che fissa per quanto sia possibile la cronologia della vita e della missione paoline, segue una parte dedicata alla figura del Paolo missionario: alla sua identità di apostolo e di apostolo dei gentili, con la strategia e le tattiche sue proprie per acquistare alla nuova fede - anche grazie a una nutrita schiera di collaboratori - nuove terre e nuove comunità. In questa parte James Dunn non perde mai di mira quale sia l'idea di chiesa di Paolo e come di fatto si presentino le comunità sia fondate da lui sia con cui egli entra in rapporto. Sullo sfondo così delineato in tutti gli aspetti storici, culturali e sociali, vengono illustrate le varie fasi della missione di Paolo nell'Egeo e al tempo stesso si approfondiscono le lettere inerenti ai diversi periodi e ai diversi luoghi dell'impresa di Paolo. Conclude questo secondo tomo un capitolo dedicato espressamente alla lettera ai Romani e al testamento dell'apostolo riportato negli Atti degli Apostoli, entrambi testi con cui si chiude la grande avventura di quello che spesso si è tentati di chiamare "secondo fondatore del cristianesimo".
Nell'ottica di Harnack la storia del dogma è considerata dalla prospettiva dell'incontro della predicazione cristiana con la cultura ellenistica, e la sua storia come storia della concettualizzazione e della sostanziazione metafisica della figura di Gesù. Scritto di portata rivoluzionaria, la Storia di Harnack è la messa in discussione della legittimità di un cristianesimo fondato sui dogmi. Frutto di un sapere vastissimo, quest'opera - per dirla con Yves Congar - è il risultato felice del concorso di una serie di doni eccezionali: potenza di lavoro, chiarezza di vedute, unione di erudizione del dettaglio e di visione d'insieme, sensibilità per gli sviluppi e le differenze, e tutte queste capacità unite a uno stile brillante e alle qualità del conferenziere. Il terzo volume è dedicato alla vittoria definitiva della speculazione teologica nella sfera della regola di fede ed è l'illustrazione dei presupposti e dei concetti di Dio salvatore e dell'uomo oggetto di salvezza. Chiude il volume un'appendice dedicata al manicheismo.
Il volume tratta del periodo compreso tra il 30 e il 70 d.C., molto più esteso dei (probabili) tre anni della missione di Gesù. Questi due periodi e due argomenti - la missione di Gesù e la prima generazione del movimento che ebbe inizio con Gesù - sono probabilmente i periodi e gli argomenti più approfonditi di tutta la storia delle origini cristiane. In quest'opera James Dunn dà ancora una volta prova delle sue capacità di dominare pienamente sia le fonti primarie anche non cristiane sia la sterminata letteratura secondaria dedicata alle origini della chiesa, attento al particolare senza per questo perdere mai di vista l'insieme. Senza mai essere presi in uno stile pedantesco, in questo primo tomo si viene di pagina in pagina condotti attraverso gli episodi e le figure salienti delle origini cristiane: dalla pentecoste ai dodici, a Pietro, Giovanni e Giacomo, dalle credenze riguardo a Gesù agli ellenisti e a Stefano, fino alla comparsa di Paolo e alle basi della sua missione.
Nell'ottica di Harnack la storia del dogma è considerata dalla prospettiva dell'incontro della predicazione cristiana con la cultura ellenistica, e la sua storia come storia della concettualizzazione e della sostanziazione metafisica della figura di Gesù. Scritto di portata rivoluzionaria, la Storia di Harnack è la messa in discussione della legittimità di un cristianesimo fondato sui dogmi. Frutto di un sapere vastissimo, quest'opera - per dirla con Yves Congar - è il risultato felice del concorso di una serie di doni eccezionali: potenza di lavoro, chiarezza di vedute, unione di erudizione del dettaglio e di visione d'insieme, sensibilità per gli sviluppi e le differenze, e tutte queste capacità unite a uno stile brillante e alle qualità del conferenziere. Il volume secondo (di sette) si apre con uno sguardo storico generale sulla formazione della chiesa apostolica per proseguire con la storia dell'ellenizzazione del cristianesimo in quanto sistema di dottrina.
Le Esposizioni di Afraate sono uno dei testi più importanti della letteratura siriana. Composte tra il 336 e il 345 d.C., rappresentano la più antica opera datata prevenuta in questa lingua e forniscono un interessante e variegato panorama della chiesa in Persia nel IV secolo. L'autore appartiene a un particolare gruppo ecclesiale, tipico di questa regione, denominato "membri del patto" e composto da consacrati che vivono solitari o in piccole comunità, senza che per questo siano staccati dal resto della chiesa, ed è a questi che egli rivolge le sue esortazioni alla preghiera, al digiuno, alla perseveranza e alla carità. Tratto tipico dell'opera sono le frequenti citazioni sia dall'Antico sia Nuovo Testamento, a dimostrazione della formazione eminentemente biblica di un autore che d'altro canto non mostra il minimo interesse né per la filosofia greca né per le controversie cristologiche che travagliavano la sua epoca.
Il secondo volume, con cui l'opera è conclusa, comprende le esposizioni 11-23, dedicate, tra l'altro, alla circoncisione, alla Pasqua, al Sabato, al Messia, alla persecuzione, ecc.
Il volume si chiude con utili indici parziali
Le sure del Corano sono fitte di citazioni bibliche e di digressioni sulla fede sia giudaica sia cristiana. Su che cosa basa le sue affermazioni il testo coranico? in concreto, a quali gruppi giudaici e cristiani pensava Muhammad quando parlava della "gente del Libro"? Ecco le domande che guidano Joachim Gnilka in questo volumetto. Punto di partenza delle sue considerazioni è la constatazione che il Corano conosce i cristiani unicamente sotto il nome di "nazareni", denominazione che è un'indicazione di gruppi cristiani di orientamento giudaico, noti anche al Nuovo Testamento. Di passo in passo Joachim Gnilka mette in luce e dipana le radici giudeo-cristiane del Corano, mostrando come la classificazione dell'islam come eresia cristiana non sia affatto peregrina.