Oggi, alle generazioni dallo smartphone sempre in mano, si può ancora parlare di Vangelo? Si può proporre una preghiera digitale? Si può comunicare in modo efficace la fede? La risposta dell'Autore è decisamente: «Sì!». Ed è da questa certezza che nasce la proposta di una serie di laboratori digitali da attivare negli ordinari percorsi di catechesi. Non si tratta, in realtà, semplicemente di un modo per rendere più vivace e accattivante l'incontro. Il punto è un altro: occorre imparare a comunicare la fede con i linguaggi nuovi, offerti dai media digitali. Su questo primo volumetto - agile e concreto - don Marco mette al centro il Vangelo e la preghiera. Facciamo scorrere una serie di titoletti dei diversi laboratori per avere almeno un'idea di ciò che si avrà tra le mani: Ti «posto» il Vangelo; Short message: sei il mio Signore!; Il videoproiettore: risorsa ancora inesplorata; «Blended»: l'approccio misto; La preghiera digitale; La Bibbia dei tablet.
Il libro si presenta come una sorta di ricerca o di viaggio fra diverse tradizioni culturali e spirituali, con variazioni su un tema di fondo: l’amicizia. Nelle diverse sezioni in cui l’antologia è strutturata, trovano posto brani tratti dal patrimonio di tutta l’umanità, senza confini geografici o cronologici. Il repertorio delle citazioni spazia dagli autori classici ai contemporanei: da Cicerone a Ermes Ronchi, da Dante a Pessoa, da Francesco d’Assisi a Leo Buscaglia. Non si tratta di un elogio dell’amicizia scontato e monocorde, ma di uno sguardo sfaccettato sulla complessità dei rapporti umani, da cui la relazione emerge come la modalità nella quale l’esistenza umana assume il suo senso più profondo.
Eusebio, autore della celebre Storia ecclesiastica, agli inizi del IV secolo compose un’opera esegetica intitolata Domande e risposte sui Vangeli: parzialmente perduta – ma diversi tipi di florilegi ne riportano lunghi frammenti –, essa ha il merito di affrontare problemi spesso incontrati dal lettore attento dei Vangeli senza reticenze. Le domande sono precise ed Eusebio non le elude, di fatto offrendo al lettore un’autentica lezione di esegesi, data da uno dei più grandi studiosi dell’antichità cristiana.
"Un sussidio nato dall’esperienza pastorale e finalizzato a sostenere e incentivare la devozione e la spiritualità del Sacro Cuore di Gesù, soprattutto come fattore di crescita nella fede all’interno delle famiglie. Il testo si suddivide in quattro parti: una prima parte è dedicata agli elementi essenziali della tradizione biblica e all’origine storica della devozione al Sacro Cuore; segue una presentazione sommaria della devozione al Sacro Cuore, accompagnata da alcune riflessioni sulla consacrazione della famiglia e sulla preghiera al Sacro Cuore; la terza parte propone i testi della novena in preparazione alla festa del Sacro Cuore di Gesù; la quarta parte riporta una decina di preghiere dedicate al Sacro Cuore, da valorizzare personalmente o comunitariamente in diverse occasioni."
Prima opera esegetica di Ambrogio (difficoltà e soluzioni nell'interpretazione di Gen 2,8 - 3,19) che si rivela capace di utilizzare l'allegorismo di Filone in maniera originale, ed elabora una antropologia fondamentalmente serena. Prelude al dibattito agostiniano su grazia e opere, ma non guarda tanto al danno prodotto dal peccato sulla natura umana, ma piuttosto alla imago Dei, l'elemento divino. Satana non ha il potere di abbattere il nostro spirito, a meno che noi non lo vogliamo. Emerge il tema del felix culpa: il peccato ha provocato la risposta divina di un più grande amore. Il testo non è solo la riedizione economica del volume pubblicato nel 1982: è stato arricchito di un nuovo commento e aggiornato secondo le più recenti ricerche.
C'era una volta un paese in cui tutti gli abitanti avevano un cuore bene in vista. Tutti eccetto uno: il signor Pum. Ognuno poteva far vedere il proprio cuore, ma lui no. Era buono, ma era nato così: strano!
Di questa diversità Pum si vergognava e voleva starsene sempre da solo. Scappava da tutti anche se tutti cercavano di coinvolgerlo. Un giorno però, per ringraziarlo di una sua gentilezza, un bambino gli fa un regalo speciale: un cuore.
Da quel momento, grazie a quel gesto piccolo, ma significativo, il signor Pum scoprirà di avere amici speciali ai quali non interessa quello che hai, ma quello che sei.
Come ci sente a essere esclusi sempre da tutti? Cosa succede quando la solitudine ti rende invisibile? Come reagisce un cuore ferito? Isetta, la nuvoletta protagonista della storia, sceglie di farsi notare attraverso i dispetti. Ogni qual volta vede qualcosa di bello o qualcuno felice riesce sempre a trovare il modo di guastare le feste e distruggere l'allegria.
Crede di non piacere a nessuno e pensa che divertirsi rovinando le cose e indispettendo gli altri sia l'unico modo per essere presa in seria considerazione. Eppure un giorno qualcosa cambia. Grazie a Davide e ai suoi amici, Isetta scoprirà che stare insieme è più bello. Giocare invece di distruggere rende tutti felici.
E questa sarà una bella lezione anche per le sorelle nuvole che, fino a quel momento avevano solo saputo giudicarla.
Zefiro è un pangolino che vive nella foresta, con nonna Flora e tanti amici. È il più piccolo del villaggio e, per sembrare grande e coraggioso, inventa strani travestimenti da supereroe. Un brutto giorno, un gruppo di uomini attacca il loro villaggio. Tutti i pangolini vengono presi, chiusi nelle gabbie e portati in città. Tutti, ma non Zefiro. Sarà lui a partire per la città, sfidando i pericoli e imparando che non servono travestimenti per essere coraggiosi. Bisogna solo scoprire la forza che si ha nel cuore. Solidarietà, coraggio, amore familiare, amicizia, autostima: sono i valori messi in campo. Inoltre la storia permette di affrontare con i bambini il rispetto degli animali e dei loro habitat naturali. Pretendere di portare in casa qualsiasi tipo di animale del mondo, non è mai la cosa più giusta. Età di lettura: da 5 anni.
Quali sono le parole che più di altre aprono imponenti sipari nel mondo della comunicazione? Le Autrici del volumetto ne hanno focalizzate dieci, scegliendole tra le più conosciute, le più problematiche, le più ambivalenti. Le hanno rese un ponte per entrare in modo consapevole e critico nel mondo della comunicazione digitale, per capirne i meccanismi, per scegliere chi essere e come essere in rete, per imparare a costruire "uno stare in rete" sensato, positivo e cristiano.
Le dieci parole scelte sono: social, loggare, spam, share, taggare, cookie, fake, selfie, like, virale. Per ognuna di queste parole le Autrici affrontano quattro prospettive: 1. parola alla parola (definizione del significato proprio del termine); 2. parola della rete (il suo senso nell'uso quotidiano in rete); 3. la parola e la vita (le sfide su cui giocarsi); 4. una Parola di vita (possibili input tratti dalla parola di Dio).
Il 2030, secondo gli scienziati, sarà l'anno in cui non sarà più possibile tornare indietro e salvare il respiro della Terra. I cambiamenti climatici sul nostro pianeta diventeranno irreversibili innescando conseguenze disastrose per le nostre vite e soprattutto per quelle dei nostri figli. Cambieranno gli scenari economici e la vita così come la viviamo oggi.
È una denuncia della situazione della Terra oggi per provocare il cambiamento. L'obiettivo è quello di rendere visibile l'invisibile attraverso elementi che permettano a ciascun lettore di cogliere quei piccoli ma sostanziali cambiamenti che sono sotto i nostri occhi, nelle nostre vite di tutti giorni e che, proprio perché ci accompagnano quotidianamente, facciamo fatica a vedere. Una via di mezzo tra il saggio e il racconto: episodi, eventi e... saggi.