Giunto al suo XI numero l'Annale dell'ISSR di Rimini, Parola e Tempo, si propone come di consueto nella sua raffinata veste editoriale, con un'accurata scelta di materiali (operata dal direttore N. Valentini, insieme alla redazione). Pensato originariamente come strumento di formazione e confronto culturale, ma anche di elaborazione e ricerca nelle Scienze Religiose, il corposo volume pubblicato dall'Editore Pazzini, raccoglie materiali di particolare rilevanza teoretica e spirituale, quasi interamente frutto di esperienze concrete di formazione e ricerca promosse nel corso dell'ultimo Anno Accademico.
Chiamiamoli Atti e non se ne parli più. Al termine di un convegno, di un simposio, di una "Tre giorni" che si rispetti, vengono raccolti e pubblicati gli interventi principali: servono non solo per la "memoria documentaria" di qualcosa di importante, ma anche per allargarne e prolungarne i benefici effetti. È quanto abbiamo fatto con i Festival Francescani del 2009 e del 2010 e quanto intendiamo fare ora per quello del 2011 che conclude il "ciclo di Reggio Emilia". Con "Francesco d'Italia", questo il claim del Festival Francescano 2011, ci siamo inseriti nelle celebrazioni del 150° dell'Unità d'Italia, con pubblico riconoscimento della Presidenza della Repubblica e con motivazioni sempre più vaste e profonde emerse chiaramente negli interventi programmati per ricordare il rapporto tra Francesco e i francescani da una parte e l'Italia e gli italiani dall'altra.
Questo piccolo libro contiene il commento di Luisito Bianchi ad un brano del Vangelo di Giovanni: il dialogo tra Gesù e la Samaritana che l'evangelista colloca intorno a mezzogiorno (l'ora sesta) presso il pozzo di Sychar. Il testo fu pubblicato nel 1967 - con lo pseudonimo di Aurelio Maria Marchi - da un gruppo nato con l'apporto determinante di Luisito, allora vice assistente nazionale delle Acli. Il gruppo si chiamava "Ora Sesta", in diretto riferimento a quel dialogo.
Conoscere Gesù vuol dire incontrarsi con Gesù attraverso la lettura e la conoscenza personale del Nuovo Testamento.
Etty illesum, questa giovane donna ebrea alle prese con la violenza nazista, ci dice con la sua vita che in ogni situazione è possibile salvare l'umanità che ci abita e il divino che ci visita, e che in ogni storia personale si può costruire un frammento di vita buona.
La Risurrezione di Gesù è la spiga che cresce dal seme della sua Passione, e si dilata nel frutto della redenzione universale dell'umanità peccatrice. È questa la verità fondamentale della fede cristiana, l'evangelo (la 'buona novella") che la chiesa deve portare al mondo con la testimonianza della parola e della vita.
I romani praticano l'uccisione dei neonati deformi, ritenendo normali aborto, infanticidio e contraccezione nei casi stabiliti dal capofamiglia. La cultura ebraico e giudeo-ellenistica non esita a considerare la disabilità e chi ne soffre elementi impuri la cui "impurità" è eliminata soltanto dall'azione misericordiosa di Jahweh o in un quadro escatologico, la rivoluzione cristiana rende importanti malati e infermi agli occhi di Dio attraverso l'azione risanatrice di Gesù Cristo: così lebbrosi, sordi, storpi, ciechi e zoppi, un tempo "ultimi" divengono adesso "primi" nel progetto divino. Con il progressivo diffondersi del cristianesimo sono poi costruite strutture assistenziali simili ai nostri ospedali, che a poco a poco sostituiscono i santuari di Asclepio ai valetudinaria romani.
Sulla scuola italiana sono stati scritti molti libri, negli anni fra il 70 e l'80. Io li ho letti quasi tutti.Alcuni mi sono piaciuti, altri meno, altri per niente. Mi rendo conto, comunque, che in questo momento, nessuno sente il bisogno di un altro libro sulla scuola italiana. In realtà, questo libro non aggiunge nulla a ciò che è stato detto: presenta solo un'altra esperienza umana vissuta nello stesso contesto. Tuttavia, c'è qualcosa che lo differenzia nettamente dagli altri: almeno da quelli che ho letto io.
E cioè il fatto che questo libro è tutto impastato di Dio. Non già perché io lo volessi impastare; ma Dio s'è impastato da sé. Non so se questo è successo quando è morto Robert Kennedy e io ho partecipato per la prima volta a un'assemblea non autorizzata; o se è stato quando sono andata a vedere con i miei alunni una favolosa edizione di una commedia di Shakespeare.
Clara D'Esposito è nata a Roma nel 1934 da una famiglia borghese napoletana. Laureata in lettere classiche all'Università di Roma nel 1956, ha insegnato lettere nei licei statali dal 1961 al 1990. Nel 1971 ha emesso la professione nell'Ordine Francescano Secolare e in esso è stata maestra di formazione a livello locale e regionale, vicepresidente nazionale e ministra di fraternità.
La simbolica del Graal, con al centro la vicenda del puro Parzival/Parceval, dà immagine ai motivi fondamentali dell'ultima riflessione della Weil sulle condizioni dell'assimilazione a Dio attraverso la contemplazione del Logos Alogos. Nella leggenda del Graal, Oriente e Occidente comunicano nella salvezza nel segno della Croce del Cristo. È convinzione profonda della Weil che tale comunicazione debba realizzarsi in pienezza proprio nella nostra epoca, attraverso l'educazione alla forma più intensa di attenzione: quella di Dio che si comunica al creato nel sacrificio.