Sono raccolti gli interventi più significativi del magistero del Patriarca ecumenico di Costantinopoli, dal suo discorso inaugurale – autentico documento programmatico per un servizio di comunione – fino alla Via crucis composta per papa Giovanni Paolo II e da questi celebrata al Colosseo il Venerdì santo del 1994, passando per tematiche vaste e profonde quali l’ecumenismo, il dialogo con gli ebrei e le grandi religioni del mondo, l’ ecologia e la pace. È la testimonianza di un servizio reso a tutta l’umanità attraverso quello strumento della volontà di Dio che è il ministero del Patriarca ecumenico e, nello stesso tempo, un segno della gratitudine del Monastero di Bose verso Bartholomeos I per la paterna benevolenza e l’amicizia mostrata a più riprese, in particolare in occasione della sua visita a Bose il giorno di Pentecoste del 1994.
Bartholomeos I (Dimitrios Archondonis, nato a Imbros il 29 febbraio 1940), dopo essere stato Metropolita dapprima di Philadephia e poi di Calcedonia, nonché segretario del Santo Sinodo, il 2 novembre 1991 è stato eletto a succedere a Dimitrios come Arcivescovo di Costantinopoli e Patriarca ecumenico.
˛ˇ I l t r a t t a t o S h i r t a d e l l a M e k h i l t a d i R a b b i J i s h m a ˛ e l , q u i t r a d o t t o e p r e s e n t a t o p e r l a p r i m a v o l t a i n i t a l i a n o d a A l b e r t o M e l l o , Ë n o r m a l m e n t e c o n o s c i u t o c o m e i l c a n t i c o d e l m a r e . I n r e a l t ‡ Ë i l c a n t i c o p r e s s o i l m a r e p e r c h È n o n Ë i l m a r R o s s o a d a v e r l o d a t o i l S i g n o r e p e r l a l i b e r a z i o n e d a l l E g i t t o , b e n s Ï M o s Ë e M i r i a m l a p r o f e t e s s a e , c o n l o r o , i f i g l i e l e f i g l i e d i I s r a e l e . S e c o n d o l a t r a d i z i o n e e b r a i c a , q u i s p l e n d i d a m e n t e t e s t i m o n i a t a , a n c h e g l i a n g e l i a v r e b b e r o v o l u t o f a r l o , m a n e f u r o n o i m p e d i t i : i l S a n t o , b e n e d e t t o s i a , d i s s e l o r o : L e o p e r e d e l l e m i e m a n i a n n e g a n o n e l m a r e , e v o i v o r r e s t e c a n t a r m i u n a c a n z o n e ? . U n i n v i t o a r i l e g g e r e l e m e r a v i g l i e o p e r a t e d a l S i g n o r e n e l l a t t e s a c h e g i u n g a l o r a i n c u i s i p o t r ‡ c a n t a r e q u e s t o c a n t i c o i n s i e m e a g l i a n g e l i , l o r a i n c u i t u t t i i F a r a o n i s a r a n n o s p r o f o n d a t i n e g l i a b i s s i , m a n o n c i s a r a n n o p i ˘ e g i z i a n i m o r t i s u l l a r i v a , l o r a i n c u i i l m a r e o s t i l e n o n c i s a r ‡ p i ˘ . L a M e k h i l t a d i R a b b i J i s h m a ˛ e l Ë i l p i ˘ a n t i c o c o m m e n t o r a b b i n i c o s u l l E s o d o e f o r s e l a p i ˘ a n t i c a o p e r a e s e g e t i c a d i t u t t a l a l e t t e r a t u r a r a b b i n i c a , u n a d e l l e s u e f o n t i p i ˘ r i c c h e e p i ˘ o r i g i n a l i , c u i s i s o n o i s p i r a t i t u t t i i c o m m e n t a t o r i s u c c e s s i v i .
Quando la vita, nostra o d una persona cara, si avvicina al tramonto, riemergono con forza le questioni essenziali - "Per quale ragione vivo? Per quale causa sono pronto a morire?" - e si cerca un criterio per valutare la vita nel suo rapporto con la morte. Risuona così un ultimo appello per imparare a vivere: attendere la morte personale come si attende la persona amata, vivere nell'attesa che la porta si schiuda... Perché, se Cristo è la porta che si apre sull'eternità, allora egli è il passaggio dalla morte alla vita, il pegno della nostra risurrezione, il senso ritrovato per il nostro vivere quotidiano.
Il metropolita Anthony Bloom (Losanna 1914 - Londra 2003) è stato Esarca per l’Europa occidentale del Patriarcato ortodosso di Mosca. Figura tra le più autorevoli del nostro tempo, padre spirituale dotato di raro discernimento e autore di testi sulla preghiera e sulla vita cristiana apprezzati in oriente come in occidente da cristiani di tutte le confessioni.
L’incarnazione e l’incontro con Cristo, “luce senza tramonto”, introducono al cuore dell’ umanità una novità capace di trasformarne il destino in storia. Le feste cristiane, che celebrano la venuta del Dio-con-noi, ordinano il tempo e la vita dei credenti e li introducono in questo spazio di trasfigurazione: celebrare una festa infatti non è solo fare memoria, ricordarsi, ma aprirsi alle energie dello Spirito, sempre presente ed efficace al cuore di ogni esistenza.
Olivier Clément, nato in Francia nel 1923, è docente di teologia presso l’Institut Saint-Serge di Parigi. Uomo delle fonti, sa cogliere con sapienza spirituale i germi di resurrezione disseminati nella storia dell’umanità. Presso le nostre Edizioni ha pubblicato Pregare il Padre nostro, Occhio di fuoco e Il potere crocifisso.
Anche un cristiano non conosce alcuna strada che aggiri il dolore,
ma piuttosto una strada – insieme con Dio – che lo attraversi.
Le tenebre non sono l’assenza ma il nascondimento di Dio,
in cui noi – seguendolo – lo cerchiamo e lo troviamo nuovamente.
Adesso la mia sventura si fa piena, indicibilmente mi fa colma. Sto rigida come lo è nell’intimo una pietra. Dura come sono, una cosa sola conosco: tu crescesti – ... e crescesti, fino a quando totalmente ti trovasti, come dolore immenso, oltre il limitare del mio cuore. Ora giaci attraverso, sul mio grembo, ora te non posso più io partorire.
Rainer Maria Rilke (Praga 1875 - Montreux 1926), poeta di rara forza introspettiva e sensibilità spirituale, ha saputo farsi interprete del mistero grande e terribile della vita e della morte.
Il monaco consideri la cella come necessaria per la sua salvezza e per la sua vita al pari dell’acqua per i pesci e dell’ovile per le pecore. Più a lungo vi abiterà, più vi rimarrà volentieri; se, invece, prenderà l’abitudine di uscirne spesso e per motivi futili, ben presto l’avrà in odio.
Alla fine dell’xi secolo Bruno di Colonia, già maestro rinomato a Reims, e alcuni suoi compagni si ritirarono nella solitudine della Chartreuse, massiccio roccioso e boschivo presso Grenoble, per praticarvi una vita di tipo semi-anacoretico ritmata dalla preghiera e dal lavoro. Con il sorgere delle prime fondazioni, la stesura e l’approvazione delle prime Consuetudini e l’avvio della prassi del capitolo generale, le diverse case che si ispiravano alla vita dei monaci della Chartreuse presero poi a configurarsi secondo la fisionomia di quello che sarà, verso la fine del xii secolo, l’ordine certosino propriamente detto. I testi qui raccolti testimoniano dei momenti fondamentali di tale processo e ne fanno emergere la qualità schiettamente evangelica . Il lettore trova così un prezioso aiuto per cogliere l’ispirazione che ha suscitato e animato la primitiva forma di vita certosina e che per circa un secolo ha orientato i passi dei suoi principali testimoni e custodi.
Dovete leggere e ascoltare le Scritture divine con desiderio tale che nelle vostre case e dovunque siate possiate parlarne e istruirne gli altri.
La figura di Cesario d’Arles si staglia tra le più luminose della Gallia meridionale nel travagliato periodo della prima metà del vi secolo. Presbitero a Chalon-sur-Saône, poi monaco a Lérins, abate ad Arles e infine vescovo della prestigiosa sede della prefettura delle Gallie, Cesario non si stancherà mai di predicare la Parola a tempo e fuori tempo, preoccupato unicamente che il messaggio evangelico potesse dilatarsi fino a raggiungere uomini e donne di ogni condizione sociale. Profondo conoscitore delle Scritture e delle opere dei padri, si dà cura di sminuzzare il pane della Parola per il popolo di Dio, convinto com’è che il Vangelo sia l’unico cibo solido capace di sostenere l’uomo nel suo pellegrinaggio verso il Padre. Alcuni tra i suoi numerosi sermoni vengono qui ripresentati nella schietta genuinità di un linguaggio che sa toccare il cuore di ciascuno con la sua evangelica semplicità.
“Che ne hai fatto di Cristo?”. Questa semplice, radicale domanda è l’interrogativo che l’arcivescovo Etchegaray poneva esplicitamente a se stesso nel congedarsi dalla diocesi di Marsiglia, ma è anche la sollecitudine che ha attraversato e attraversa tutto il suo ministero di pastore, testimoniato dalle pagine qui raccolte. Ed è una domanda che ogni cristiano deve porsi, perché di questo tesoro prezioso gli verrà chiesto conto. Sarebbe una grande grazia se ci fosse dato di uscire da quest’anno giubilare anche solo con un abbozzo di risposta a questo interrogativo così cruciale.
Roger Etchegaray, nato nel 1922 da una famiglia di origine basca, è nominato vescovo ausiliare di Parigi nel 1969 e l'anno successivo diviene arcivescovo di Marsiglia. Creato cardinale nel 1979, viene chiamato a Roma nel 1984 a presiedere i Pontifici consigli Iustitia et Pax e Cor unum: in quella veste ha svolto un instancabile ministero di pace e di solidarietà evangelica in tutti i continenti. Nel 1994 è stato nominato presidente del Comitato del Grande Giubileo.
Indice Concettuale del Medio Giudaismo
a cura di Paolo Sacchi
L’Indice Concettuale del Medio Giudaismo è stato ideato da Paolo Sacchi ed è da lui diretto in collaborazione con Florentino García Martínez, Romano Penna, Günter Stenberger, Lucio Troiani e altri, per fornire una nuova forma di repertorio che permetta di accedere ai testi di un’epoca cruciale per la storia del giudaismo e del cristianesimo (300 a.C.-200 d.C.). La natura di questi scritti e le varie lingue in cui sono giunti fino a noi, infatti, hanno reso impossibile la redazione di uno dei consueti strumenti di indagine, come concordanze e dizionari. Prendendo in considerazione un tema (sovralemma), se ne analizzano i vari aspetti (lemmi e sottolemmi) in una ricca gamma di testi che, spaziando dagli ultimi scritti della Bibbia ebraica e i Deuterocanonici alla Mishnah, esamina gli Apocrifi dell’Antico Testamento, gli scritti di Qumran, gli scrittori giudeo-ellenistici, Filone, il Nuovo Testamento, Giuseppe Flavio, gli Apocrifi del Nuovo Testamento e gli autori cristiani dei primi due secoli.
In questo primo fascicolo è analizzato il sovralemma Famiglia, che si articola nei lemmi “eredità”, “genitori”, “matrimonio”, “parenti”, “prole”.