
"Un mistero di croce e di luce": quell'inspiegabile e irriproducibile immagine corporea impressa sul telo è la testimonianza della passione e della morte di Gesù, ma anche della sua risurrezione. Le parole pronunciate da papa Benedetto XVI restituiscono alla Sindone tutta la verità che la ricerca scientifica aveva cercato di ridimensionare. Nel 1988, infatti, con la datazione al carbonio l4, alcuni scienziati stabilirono che la Sindone risaliva all'epoca medievale. Oggi, grazie a un lavoro multidisciplinare promosso dall'università di Padova e durato quindici anni, l'equipe guidata da Giulio Fanti dimostra che quella radiodatazione è stata falsata da una contaminazione ambientale, e va anticipata proprio all'epoca della morte di Gesù; che le tracce di polvere, polline e spore indirizzano verso la provenienza mediorientale; che il corpo raffigurato sul lino ha subito le violenze raccontate nei vangeli della Passione; e che l'immagine è stata prodotta dall'eccezionale radiazione sviluppatasi al momento della risurrezione. Questo libro, scritto a quattro mani da Fanti e da Saverio Gaeta, è il resoconto di una scoperta e la narrazione delle straordinarie vicende storiche della reliquia più preziosa e venerata della cristianità.
Nel 1939 Sultana, detta Susy, ha sette anni, dei bei boccoli neri, e non sa che la vita normale sta per finire. Nell'agosto del 1941 l'intera famiglia si ritrova nel campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia. Nel giugno del 1944, si aprono per loro i cancelli di Bergen-Belsen. Sono anni di paura, fame, violenza. Ed è solo l'inizio. Perché al ritorno a casa, nel dopoguerra, Susy scopre che la lotta per la sopravvivenza non è affatto finita. La aspettano la miseria di una Milano in rovina, i sacrifici per poter studiare, il lavoro febbrile per perseguire un obiettivo difficile per una donna in quegli anni: la carriera medica, nel neonato reparto di pediatria del Fatebenefratelli prima e all'ospedale San Carlo poi. Ma questo è anche il tempo delle scoperte e dell'entusiasmo per i progressi della medicina, del clima fervido di cambiamento sociale, di avventure sentimentali fino alla passione totalizzante e travagliata per quello che rimarrà per sempre il grande amore: Umberto Veronesi. Anno dopo anno, nonostante il lavoro durissimo, i sei figli, i lutti, la malattia, Susy si riappropria della sua vita, tiene alta la bandiera della sua indipendenza, e dà vita a un clan familiare numeroso e vitale, allargato, composito, unito. Sultana Razon ci accompagna nel racconto di un'esistenza densa e drammatica con uno stile secco, ruvido, veloce, capace di attraversare senza alcuna retorica il desiderio e l'orrore, la fatica e il gusto di vivere.
È il 1945. Tre nuclei familiari coabitano in un appartamento: i giovani sposi comunisti Faliero e Bruna, Virginia, vedova di un ex repubblichino, e Lucia, madre vedova del sedicenne Sandrino. Il ragazzo, avviato sulle orme squadriste del padre defunto, seduce Virginia e inizia con lei una relazione fatta di soprusi e angherie. Le tensioni travolgono la casa e i suoi abitanti, inclusi Bruna e Faliero, che tentano di "salvare" Sandrino, prima che tutto precipiti in un acme di violenza. Scritto nel 1947, il romanzo riflette il clima da guerra civile che agitava l'Italia e segna un'evoluzione nello stile dell'autore, pronto per il "salto" alla narrativa di stampo civile. Prefazione di Goffredo Fofi.
Le parole a volte si bloccano in gola e non vogliono più uscire. Viola è appena una ragazzina quando un giorno si alza e si veste, aspettando di sentire la voce assonnata del padre che la deve accompagnare a scuola. Ma quella mattina lui non si sveglia più e qualcosa in lei si ferma: mutismo selettivo, lo chiamano i medici, e sua madre decide che starà meglio in una scuola svizzera, dove sarà seguita. Prima di partire Viola riceve da Fulvio, un vecchio amico di famiglia, un dono prezioso: un pacco di lettere, un libro antico e due agende che riemergono dal passato del padre. Per un intero inverno, nella sua stanza del collegio, le legge e rilegge. Compare più volte il nome di una donna mai sentito prima, Claire: per lei Giacomo, all'inizio degli anni Ottanta, si era trasferito a Londra, con il sogno di iniziare una nuova vita. Viola non riesce a capire perché si siano separati ma avverte che, nella fine di quella relazione, è nascosto qualcosa di più: non solo un segreto custodito da Giacomo, ma forse anche l'antidoto al proprio dolore. In un romanzo intimo e profondo, Daniele Bresciani ci racconta come ognuno di noi si tenga stretto un pugno di frasi, quelle che non riesce a confessare alle persone amate, fino a quando non diventa troppo tardi. E ci dice che la verità, bruciante o dolce che sia, sa percorrere strade tortuose pur di trovarci.
390 a.C. Le mura che per secoli hanno protetto Roma sembrano destinate a cedere sotto la furia dei guerrieri celti. Dalla cittadella del Campidoglio, il tribuno Quinto Fabio Ambusto assiste con orrore alla strage in cui, con la sua vigliaccheria, ha trascinato la città. L'ira del nemico barbaro si placherà o segnerà la fine della potenza più temuta al mondo, prostrata dal lungo assedio? Brenno, il valoroso condottiero dei Galli, è arrivato alle porte di Roma in cerca di giustizia per il suo popolo e, adesso che è riuscito a braccare il suo nemico, non si fermerà fin quando la sua vendetta non sarà compiuta. Nemmeno Iulia, la bella prigioniera romana che lo ha stregato, riesce a convincerlo a cessare il massacro: insieme ai suoi guerrieri migliori, Brenno è deciso a compiere un'impresa senza eguali. E soltanto il dictator Furio Camillo, prima calunniato e poi adorato dai Romani nel momento della disperazione, può arrestarne l'avanzata. E mentre fra gli assediati del Campidoglio c'è chi trama perché la missione di salvataggio del dictator si risolva in un'incredibile disfatta, sulla tomba di Romolo, il mitico fondatore, si consuma uno scontro all'ultimo sangue in cui solo l'onore e il ferro delle spade decideranno le sorti del grandioso dominio romano.
Il sesso nell'epoca della sua riproducibilità tecnica - ovvero del Viagra e della giovinezza artificiale. È il tema della breve opera a cui sta lavorando P., in un autoironico gioco intellettuale, quando arriva il fulmine che sconvolge la sua vita: alla compagna, Silvia, viene diagnosticato un tumore non operabile. I quindici mesi che seguono sono un corpo a corpo spossante con la malattia, che ribalta priorità, ruoli, senso. Gli inevitabili, temporanei cedimenti alla disperazione non fiaccano la resistenza coraggiosa di Silvia, che assapora con avidità straziante momenti e sensazioni quotidiani: una passeggiata, una cena con gli amici, un film, una mostra. Fino all'ultimo dei suoi giorni. E mentre P. si confronta con l'universo simbolico e reale della malattia, teso tra scienza e pensiero magico, sprazzi dell'abbandonata ricerca sul sesso si intromettono nei suoi pensieri. Tormentandolo con la frivolezza del dramma estetico dell'invecchiare male mentre Silvia fa i conti con un destino ben più crudele: non poter invecchiare affatto. Dal cortocircuito tra queste due dimensioni, dallo scandalo di questa vicinanza indicibile, eppure inevitabile, tra sesso e morte nasce questo libro. In quest'opera singolare, Pierluigi Battista si confronta con un nodo cruciale della contemporaneità: la tensione tra desiderio e pensiero della fine, tra narcisismo e accettazione del limite. Ed esplora con lucidità appassionata la realtà inesorabile della perdita e la profondità dell'amore.
Uganda settentrionale. Un corpo speciale di Navy Seals dell'esercito americano viene paracadutato nel mezzo della giungla: l'obiettivo è Caleb Bahame, il signore della guerra che sta decimando villaggio dopo villaggio la popolazione locale. Ma qualcosa nella missione non va come previsto, perché quella squadra di sceltissimi soldati americani, addestrati a uccidere in ogni condizione e a dileguarsi senza lasciare tracce, viene sterminata da una folla di uomini, donne e bambini disarmati. Solo il tenente Craig Rivera si salva, ma una volta rimpatriato si toglie la vita sotto lo sguardo impotente del colonnello Jonathan Smith, medico microbiologo e membro della squadra top-secret Covert-One. Le immagini videoregistrate della mattanza mostrano un gruppo di contadini invasati, macilenti e coperti di sangue, capaci di muoversi con incredibile velocità e apparentemente insensibili alla paura e alle ferite. Giunto in Africa per indagare, il colonnello Smith scopre che la causa di tanta ferocia e resistenza è un parassita che l'intelligence iraniana progetta di impiegare come arma biologica in una serie di attentati terroristici su vasta scala. Smith deve impedire che il piano diventi realtà. Ma il vero nemico si annida molto più vicino di quanto possa immaginare.
Un'inchiesta storica Corrado Augias ricostruisce l'incredibile piano ideato dai servizi segreti tedeschi per spingere il nostro Paese a non intervenire nella Prima guerra mondiale: un progetto, semplice e ambizioso allo stesso tempo, che puntava a corrompere parlamentari e ad acquistare la proprietà di giornali come "La Stampa" e "Il Tempo" per organizzare una grande campagna in favore della neutralità. Attingendo a cronache, documenti della polizia e atti processuali, Augias racconta un oscuro intrigo che intreccia i destini di avidi faccendieri, donne equivoche e giornalisti prezzolati, e i cui contorni appaiono tragicamente simili agli scandali che colpiranno l'Italia a un secolo di distanza. E nell'indagare i retroscena di un sistema politico e giudiziario che - allora come oggi - si dimostrò del tutto inadeguato alla gravità dei fatti, ci riporta alle origini della corruzione che avvelena il nostro Paese.
In questo libro, Vittorino Andreoli si rivolge alla famiglia nel suo complesso, l'organismo fondamentale all'interno del quale si pongono le basi di un sereno sviluppo personale o da cui possono trarre origine conflitti, lacerazioni e traumi destinati a segnare intere esistenze. Il tono scelto da Andreoli non è quello del saggio specialistico: questa lettera comunica pensieri e sentimenti rivolti alla sensibilità di ciascun membro della famiglia. Ognuno è chiamato a mettersi in gioco, a esaminare i propri atteggiamenti e giudizi e le loro conseguenze sugli altri familiari, a riflettere con serenità sulle dinamiche e sui valori che, in modo esplicito o implicito, caratterizzano ogni famiglia.