I testi raccolti in questo volume testimoniano che le sfide del nostro tempo, la crisi di una società secolarizzata, le opportunità che si aprono alla comunicazione del Vangelo, i problemi della società e della povertà, impegnano in maniera molto concreta ogni cristiano a sentire con passione e grande partecipazione i problemi, le gioie, e i dolori dell'umanità e invitano ad allargare i propri orizzonti di relazioni e di responsabilità nella convinzione che la Chiesa è sempre portatrice, attraverso la comunicazione del Vangelo, del grande disegno dell'evangelizzazione che si irradia sulla vita della società nelle sue varie componenti e comporta l'assunzione di chiare e decise posizioni anche nei confronti della politica, dell'economia e dello sviluppo.
Il presente volume, strutturato in saggi, ha come filo conduttore il tema della complessità sistemica, ora legata all'agire delle organizzazioni formali (parte prima), ora ai contesti di sviluppo locale (parte seconda). Le forme di complessità che emergono sono differentemente coniugabili nella contemporaneità, che vede peraltro sempre di più il declinarsi di una modernità multipla (nel senso proprio di Eisenstadt) sempre difficile da cogliersi nelle sue sfaccettature e problematiche d'insieme. L'unitarietà di questo volume, quindi, può essere solo "concettuale", considerata la ovvia frammentazione di tematiche specifiche e relative modalità di trattazione; è rintracciabile, tuttavia, una dinamica costante di "scomposizione/ricomposizione", insita nella contemporaneità stessa, che ne costituisce, spesso, sia la difficile comprensibilità sia il loro assoluto interesse. L'obiettivo di questo volume è proprio quello di poter contribuire, sia pure in modo frammentario, allo sviluppo negli studenti universitari di una sensibilità sempre crescente nei confronti della complessità sistemica stessa.
Viene qui riproposta in edizione universale la più autorevole biografia scientifica di Popper scritta da quello che probabilmente può essere considerato il suo allievo più brillante: Dario Antiseri. Molti i temi del pensiero popperiano trattati: dal Problema dell'induzione alla questione del criterio di demarcazione tra scienza e non scienza, dal- lo storicismo alle funzioni del linguaggio e del problema mente-corpo. Un volume davvero fondamentale per chiunque voglia approcciarsi allo studio del pensiero del grande filosofo austriaco.
“La via della schiavitù” è probabilmente l'opera di Hayek che ha fatto più parlare di sé, Un libro tornato di recente di gran moda, basti pensare che in America, dopo essere stato citato dal giornalista radiofonico Glenn Beck è improvvisamente balzato in cima alle classifiche diventando in breve tempo settimo (il primo era Stieg Larsson). Alla sua prima edizione (nel 1944) apparve a molti come un libro eretico in quanto criticava fortemente e con passione il controllo dello stato sui mezzi di produzione (formulando così una delle più feroci critiche al pensiero comunista). Gli stati liberali che uscivano dalla guerra dovevano dunque fare attenzione perché rischiavano di perdere non solo la libertà economica ma anche quella politica. Ora, dopo la sbornia di intervento pubblico che abbiamo subito negli ultimi due anni, anche noi italiani cominciamo a capire come la lezione di Hayek sia quanto mai attuale.
Un libro destinato a lasciare, anche in Italia, così com'è accaduto in tutti i Paesi in cui è stato pubblicato, un segno indelebile. Un dialogo serrato su temi che toccano il cuore della fede e il senso dell'essere Cristiani o Ebrei di fronte all'immane tragedia dell'olocausto. Perché Dio è rimasto in silenzio di fronte al dolore del popolo eletto? Perché lo stesso ha fatto la Chiesa? E se ad Auschwitz, a morire non fosse stato il popolo ebraico ma l'essenza stessa del cristianesimo? Un libro da leggere e meditare, una riflessione profonda e accorata sul senso della memoria e della sofferenza vissuta alla luce di Dio e con Dio.
C'è un "Fuoco del Sud" che arde sotterraneo e che potrebbe irrompere proprio mentre si celebrano i 150 anni dell'Unità d'Italia. Un "fuoco" tanto sofferto quanto ignorato. Si alimenta di centinaia di movimenti, associazioni, comitati, gruppi, intellettuali che un secolo e mezzo dopo chiedono ancora rispetto per il sacrificio imposto al Sud nella nascita della nazione, che si battono per liberare il Sud dalla sudditanza subita sull'altare del patriottismo e della retorica. Sono i "nuovi briganti" della comunicazione e dell'indignazione di cui il Sud ha bisogno. E che grazie anche alle moderne armi di Internet raccolgono e diffondono sia un ritrovato orgoglio meridionale, sia la rabbia per la storia taciuta dalle reticenze degli archivi e delle accademie. Con la denuncia delle clamorose responsabilità dei governi nel disegno preordinato e sistematico di un Sud da mantenere arretrato. Il libro è un viaggio giornalistico pieno di sorprese in questo "Fuoco del Sud" che annuncia una insurrezione non soltanto delle coscienze. Un racconto ribollente tra una serie di "non è vero", tutte le stazioni della "Via Crucis" del Sud e finalmente risposte alla domanda: che fare?
Un libro lucido e appassionato che ricostruisce gli anni cruciali per la Democrazia Cristiana, che proprio in quegli anni conosce la fase del tramonto, ma anche per la storia politica e istituzionale del Paese. Una testimonianza vivida di quegli anni che non mancherà di interessare e coinvolgere il lettore.
Dopo Platone, mentre in Europa la filosofia della politica e della storia attendevano ancora un Machiavelli per vedere compiutamente la luce, nel mondo islamico si assisteva alla fioritura di intellettuali destinati a lasciare un segno profondo nella storia del sapere, come al-Farabi (870-950) e Ibn Khaldun (1332-1406). Spirito di corpo, coloritura della mentalità e capacità di integrazione sono alcuni dei fattori su cui maggiormente gli intellettuali musulmani concentravano la loro attenzione. Da ciò emerge una dottrina del pluralismo quale elemento centrale di una originale analisi politica. Gli autori del volume la sviluppano sia in relazione alla storia dei grandi imperi del passato, sia nei confronti di alcune delle più significative e recenti crisi politiche e sociali.
Con la "Caritas in veritate" Benedetto XVI si rivela un innovatore nel solco della tradizione delle encicliche sociali. È un testo dottrinale da mettere in relazione con il "magistero della verità" del Papa, che pone al centro della sua attenzione il rapporto tra fede e ragione, all'interno del quale considerare l'attuale situazione culturale e sociale. Questo volume risponde ad alcuni interrogativi: qual è la natura della enciclica? Quali i temi, gli obiettivi e le prospettive da essa aperti? In quale tradizione si inserisce? Quali i pronunciamenti di Ratzinger su tematiche sociali? La speranza dei popoli che essa invoca vuole essere un invito per il dialogo tra le culture, per la costruzione della civiltà dell'amore. Serve "un nuovo slancio del pensiero" che può provenire dalla carità intellettuale e dal dialogo tra i saperi, in cui deve essere coinvolta anche la teologia, affinché manifesti il realismo della fede e contribuisca ad una comprensione integrale dell'uomo. Prefazione di Mons. Fernando Filoni.
Questo volume ripercorre gli snodi centrali della storia d'Italia dal fascismo agli anni dei primi governi di centro-sinistra tramite il punto di vista e l'attività di Manlio Rossi-Doria (1905-1988). Lo studio - basato su numerosi materiali inediti italiani e stranieri, provenienti dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna - analizza le dinamiche attraverso le quali Rossi-Doria si allontana dal Partito comunista, aderisce al Partito d'azione e poi si dedica alla "politica del mestiere", mentre dialoga insistentemente con i partiti di sinistra per invitarli alla modernizzazione riformatrice e a emanciparsi da una semplicistica visione re-distributiva dell'economia. Quali furono i contenuti di questa proposta, rispetto alla politica delle bonifiche del fascismo e al nuovo Stato democratico in formazione? Quali furono le reazioni dei partiti di sinistra alla proposta riformatrice rossidoriana? Fu il socialismo liberale una prospettiva in grado di incidere sulla difficile realtà del Mezzogiorno? E, più in generale, quale ruolo svolsero i tecnici nel periodo centrale della ricostruzione economica e rispetto alle relazioni internazionali durante la guerra fredda? A questi quesiti il libro risponde focalizzando l'attenzione sui tre fronti principali sui quali Rossi-Doria s'impegnò: il Mezzogiorno, gli Stati Uniti, l'Europa.