Secondo l'autore lo "spirito del capitalismo" non è stato influenzato solo dall'etica protestante, ma, accanto a questa, seppure in tempi più recenti, è sorta una teologia cattolica del lavoro alla cui elaborazione ha contribuito in maniera particolare l'Opus Dei.
È più solidale una società dove si divide in parti diseguali la ricchezza in un mondo di collaborazione e di pace, o si è più solidali laddove si divide in maniera comunque diseguale la miseria in un mondo di oppressione e di terrore, dove vige il principio per il quale "chi non ubbidisce non mangia"? Se il mercato è il meccanismo che, esigendo la pace e fondando la libertà politica, genera il maggiore e più diffuso benessere, è allora errato vederlo come uno dei mezzi che, per quanto imperfettamente, contribuisce a realizzare il comando evangelico dell'amore? Per tutto ciò, possono ancora i cattolici pensare al profitto come a un furto? L'autore nel testo propone risposte a queste a altre domande che ossessionano le coscienze di molti cattolici.
Il quadro si può leggere in due sensi, la storia raccontata in questo volume è quella vista da rovescio. Il seminatore volge le spalle al sole. La testa ne imita la forma in scala ridotta e vi si inscrive come una ruota dentata fatta muovere da un'altra. Ne riproduce sulla terra la generosità, vale a dire che ne "ha imparato la lezione". Oppure, tutto preso dal lavoro della terra, volta le spalle al gigante luminoso, mostruoso e divorante; o forse prende lo slancio per scagliargli qualche invisibile proiettile.
Se nell'individualismo si insiste a vedere la resa al basso istinto dell'egoismo, il relativismo e il nichilismo sarebbero addirittura il cancro dell'Occidente. Le accuse, dunque, sono delle più gravi. Ma sono esse anche sostenibili e ben fondate? Individualismo si oppone ad altruismo o piuttosto al collettivismo? E non è nei gorghi della teoria e della pratica del collettivismo che vennero e vengono travolte libertà, dignità e responsabilità delle singole persone? Se, poi, con relativismo si intende la constatazione empirica di un pluralismo di concezioni etiche che sfidano la nostra libertà e la nostra responsabilità, questo relativismo è la fisiologia o la patologia dell'Occidente? Su questi interrogativi vertono le considerazioni dell'autore.
Il libro è un diario composto da riflessioni e considerazioni raccolte dall'autore dal 2000 al 2004. A fare da leit-motiv al volume è la difficoltà di essere cattolici e al contempo comunisti all'interno della società odierna. Quasi una sorta di "breviario laico" per riflettere, indignarsi e sperare. Ettore Masina, scrittore, giornalista e politico, è autore di numerosi volumi tra cui ricordiamo: "Il ferro e il miele" (Rusconi, 1983), "II volo del Passero" (San Paolo, 1997), "Il prevalente passato" (Rubbettino, 2000).
Questa biografia intellettuale indaga in particolare la teoria monetaria di Friedman. "Il pensiero di Friedman - spiega l'autore - appartiene alla tradizione liberale classica, da cui si discosta semmai per il carattere 'radicale', coraggiosamente riformatore, delle sue proposte. Tutta l'opera di Friedman è ispirata all'esigenza di 'indicare la direzione' verso cui muovere, di offrire un'alternativa alle tendenze prevalenti".
Il volume raccoglie gli interventi degli studiosi che in un recente convegno promosso dall'Università LUMSA di Roma e dall'Università degli Studi di Perugia hanno riavviato un dibattito sul significato della storia del movimento sindacale per la comprensione delle dinamiche della società italiana. I caratteri del ripensamento avvenuto nella storiografia degli ultimi vent'anni e le sue prospettive sono affrontati nei saggi dedicati al ruolo della storia del movimento sindacale nella storia contemporanea, nella storia della trasformazione del lavoro, nella storia del movimento operaio e nella storia delle relazioni internazionali. L'attenzione di alcuni interventi si è concentrata, sotto diverse prospettive, sul profilo della discussione storiografica delle dinamiche di continuità e rotture nella storia del sindacalismo italiano. La rilevanza dell'evoluzione della recente storiografia sindacale nella cultura della società italiana, infine, è oggetto dei contributi dedicati al recente dibattito pubblico nelle riviste, all'atteggiamento della stampa quotidiana e dei media e alla formazione dell'identità degli stessi soggetti sociali.
Il volume ripercorre le tappe della creazione delle Forze di Pace dell'Unione, a partire dalle novità introdotte dal Trattato di Amsterdam fino alla razionalizzazione attuata dal Trattato di Nizza. Viene preso in esame anche il lavoro svolto dalla Convenzione europea e dalla Conferenza intergovernativa fino alla conclusione della Presidenza italiana (dicembre 2003), dove erano già state delineate le disposizioni del Trattato costituzionale sull'Unione Europea. Particolare attenzione è dedicata alle capacità operative e impiego delle Forze di Pace, al loro comando e controllo, nonché ai rapporti Ue-Nato.
La ricerca è costruzione senza fine, reperimento di problemi, invenzione di ipotesi, realizzazione di strumenti, costruzione di prove, ricerca degli errori, proposta e prova di nuove teorie in un processo senza fine. Nonostante la lunga storia di quella controversia sul metodo che ha visto tutta una serie di tentativi volti a negare l'unità del metodo scientifico, oggi appare sempre più chiaro che le teorie scientifiche si costruiscono, si provano, si confermano o si rigettano attraverso un'unica metodologia. E questa è appunto la metodologia della ricerca, il metodo del tentativo e dell'errore, ossia quella procedura che, partendo dai problemi, mette a prova le ipotesi proposte e ne cerca la soluzione.
Questo volume è il seguito abbastanza lontano nel tempo di quello dedicato or sono più di venti anni a I Vescovi di Gerace-Locri (Chiaravalle Centrale 1981) e precede un altro, o, forse, due, sulle vicende di questa diocesi in età moderna e contemporanea. Esso, infatti, si ferma al 1480, anno in cui, con la mutazione del rito da greco in latino, la nostra Chiesa Locrese impresse alla storia di tutto il suo territorio una svolta riguardante non soltanto la vita religiosa, ma tutto il tessuto della società, quindi la cultura, il modo di pensare e di operare della gente.