Il volume raccoglie le meditazioni tenute da Giuseppe Dossetti a Ramallah (Cisgiordania) nel 1990. Il testo descrive il magistero di san Benedetto, lo spirito della grande tradizione monastica e la centralità di Gesù in tutta la sua regola. Non mancano meditazioni sul valore dell'obbedienza, l'umiltà, il silenzio monastico e la famiglia. Lo sguardo del monaco parte da Benedetto per proporre una riflessione generale sul cristianesimo di un'attualità anche oggi spiazzante.
Un manuale agile, ricco di schede da completare per la Lettura Popolare della Bibbia. "Siamo Popolo nella fede in Gesù il Cristo di 13 in 13 lune. Un tempo speciale perché significato e sorretto, nella nostra semplice fede che si fa azione misericordiosa quotidiana, da questo respiro a cui papa Francesco ci invita: LA SINODALITA'. Papa Francesco ed io veniamo dalla "fine del mondo", da quel pezzo di terra afroamerindia che spesso viene chiamata America Latina. Tra quel Popolo amato abbiamo vissuto e compreso alcuni valori semplici ed essenziali della Vita, avremo modo di condividerli ed ascoltare il vostro respiro di Vita." dall'introduzione dell'autrice
«Si, cari lettori, sentirete che queste pagine sono ricche di questo timbro, che è fatto di cuore e di speranza, ma soprattutto di calore e di intensità. Un po' - direte - dipende dal tema. Certo, chi è che non si lascia toccare e trasportare da una tematica come questa, tutta incentrata sui sogni e su quella nostra umana e un po' divina capacità di inseguirli e di realizzarli? Ma la passione che avvertirete di più è quella dell'autore... scrittore, ma prima di tutto educatore. Mentre leggerai ti sembrerà di vederlo, anche se non lo hai mai incontrato. Di vederlo lì, in mezzo ai "suoi ragazzi" tutto preso da loro, attento a scrutare le loro ansie, a spingerli, a motivarli. A soffrire un po'; insieme a loro. Come per far sapere a ciascuno: "Voglio che tu sia felice". Ma cosa c'è di più bello di questo? Noi esseri umani, quando riusciamo a esprimere passione, interesse, vicinanza gli uni con gli altri e in modo particolare verso le giovani generazioni, esprimiamo un'energia che sa di bellezza e di futuro. Ecco, l'autore mi è piaciuto per questo, per questa passione, che traspare in ogni capitolo.» (dalla prefazione di Pierluigi Ricci)
La chiave di lettura dei quattro vangeli canonici si trova proprio nel loro ultimo capitolo. Ecco perché abbiamo quattro memorie totalmente differenti circa la risurrezione di Gesù, fatto centrale della nostra fede. In comune hanno solo che, il primo giorno della settimana, delle donne (una, due, tre o varie) hanno trovato un sepolcro vuoto e visto qualcuno in forma angelica che ha parlato con loro. Per il resto, ogni comunità ha una memoria completamente differente. Il motivo? Gli evangelisti non si sono preoccupati di descrivere che cosa sia avvenuto quel primo giorno della settimana, come se facesse parte del passato, ma hanno annunciato il "Gesù vivo" presente nelle diverse comunità e ci fanno capire come, a partire dalla loro realtà e dalle loro problematiche, le comunità devono vivere per "testimoniare" la loro fede nel Gesù vivo che, come ci dice Marco, ci precede in Galilea, dove lo vedremo (16,7). Per comprendere, allora, ciò che era "Vangelo" per le comunità di Marco dobbiamo partire proprio dall'ultimo capitolo. (dall'introduzione dell'autore).
«Tra la novità e la speranza, tra lo stupore e l'incertezza, con la profonda certezza che Dio sostiene con il suo Spirito le nostre lotte e la nostra resistenza. Sperimentiamo in questi tempi difficili che il nostro Dio continua a camminare con noi perché è il Dio con noi, il Dio che è venuto a condividere la nostra stessa fragilità, il Dio che non ci lascia mai soli. La Parola di Dio è diventata in questi tempi difficili, ancora più "Buona Notizia", facendoci capire che Dio non ci abbandona mai, ma ci accompagna sempre, nel meraviglioso viaggio che è la vita. Se nel secolo scorso il teologo tedesco Johann Baptist Metz aveva iniziato un grande dibattito teologico partendo dalla domanda: "Come parlare di Dio dopo Auschwitz"?, e decenni dopo, Gustavo Gutiérrez della realtà peruviana aveva offerto il suo contributo a partire dalla domanda "Come parlare di Dio da Ayacucho?", ora penso che sia il momento di riformulare la domanda, partendo da cosa ci sta lasciando in eredità questo tempo.» (dall'introduzione)
"Il popolo di Dio: comunione che risana e profezia che costruisce". Il libro tratta il tema del popolo di Dio nella Sacra scrittura dividendolo in tre moduli distinti composti ognuno da altrettanti saggi, per un totale di 9 relazioni: «Non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio dispersi» (Gv 11,52) - prof. Maurizio Marcheselli . Atti degli apostoli: un popolo di Dio capace di essere comunione e profezia" - Ermenegildo Manicardi . Isaia, Geremia ed Ezechiele come evangelizzatori - Marco Settembrini.
Il cammino percorso dal movimento liturgico, biblico, patristico e catechetico ha raggiunto il suo vertice nella riscoperta della parola di Dio nella vita della Chiesa. A buon diritto il Concilio Ecumenico Vaticano II, accogliendo le intuizioni non marginali, che hanno accompagnato l'itinerario e la ricerca dei movimenti sopra citati, ha ratificato il termine dell'esilio della Parola di Dio e ha aperto l'orizzonte per una sua ermeneutica; questa trova nella liturgia il contesto più alto di espressione. La celebrazione rituale si presenta, cioè, come il luogo privilegiato delle Scritture, sul versante interpretativo. Ciò costituisce una evidenza che non si può ignorare né polemicamente disattendere. Nemmeno le infondate accuse di un ritorno al biblicismo accademico o di emulazione accondiscendente della tradizione protestante, possono ormai frapporsi come ostacolo alla «corsa della Parola» riconsegnata alla Chiesa. Un criterio fondamentale conduce la proposta di questa riflessione sul rapporto Bibbia e Liturgia nella vita della comunità ecclesiale: la fedeltà alla tradizione biblica, patristica e liturgica, quale testimonianza ineludibile del vissuto della fede dei credenti, permette di approfondire la dinamica della rivelazione di Dio all'uomo nella storia e nel tempo.
La Bibbia è uno dei punti di riferimento della cultura universale e per ebrei e cristiani una radice essenziale della loro fede. Nella nostra epoca l'attenzione ai testi biblici è in fase di evidente incremento anche se in molti ambienti delle Chiese e delle società civili ancora non si è compresa la straordinaria portata umanizzante che può avere un confronto serio ed appassionato con la Bibbia e i valori etici ed estetici che vi vengono proposti. Il saggio che qui viene prospettato vuole essere una riflessione ecumenica ed interreligiosa, radicata nella storia della cultura occidentale senza chiusure verso altre contesti geografici, di genere altamente divulgativo. Questo libro ha lo scopo di aiutare un novero ampio di persone, molto eterogenee, a iniziare o sviluppare un rapporto stimolante e suggestivo con le Scritture della Bibbia ebraica, Primo Testamento e del Nuovo Testamento, cercando di evitare forzature culturali, arroccamenti ideologici e moralismi senza futuro. Tutto questo sarà perseguito tramite un confronto sintetico con tante questioni di ordine storico e di valore contemporaneo, nella consapevolezza, comune a tutte e tutti coloro che collaborano al volume, che i testi biblici possono dire cose importanti anche alla vita delle donne e degli uomini di oggi.
I cinque poemi che compongono il Libro delle Lamentazioni formano un'opera letteraria unitaria e, di conseguenza, i singoli poemi devono essere letti seguendo il filo che li unisce. Anche se è possibile che all'origine dei poemi non vi sia un solo autore e soprattutto che l'autore del capitolo 3 possa essere diverso dall'autore degli altri capitoli, l'opera, come ora si trova nel Canone biblico ebraico, presenta un marcato carattere unitario determinato dall'uso della medesima forma metrica (la qinah, "lamentazione"), dal linguaggio e dalla riflessione sul tema tragico della caduta di Gerusalemme. Lo stesso autore del terzo poema, che è in stretto contatto con la scuola di Isaia, potrebbe essere il curatore della redazione finale del libro. È comunque significativo che le questioni lasciate aperte nel Libro delle Lamentazioni abbiano trovato risposta nel Libro di Isaia, in particolare nei capitoli 40-54. Il Libro di Isaia, nella seconda parte, fornisce una risposta all'aspirazione alla sopravvivenza così evidente nel Libro delle Lamentazioni anche avvalendosi delle stesse formulazioni verbali. Molti rabbini e alcuni esegeti moderni hanno notato una somiglianza di linguaggio e di temi tra il Libro delle Lamentazioni e la parte del Libro di Isaia comunemente attribuita a un anonimo profeta dell'esilio, chiamato Deutero-Isaia, in particolare nell'invito «Consolate, consolate il popolo mio, dice il tuo Dio» (Is 40,1), ma quasi mai e solo in modo indiretto hanno sostenuto che ci sia un vero rapporto tra i due testi.
Mentre scriviamo questo libro le truppe russe bombardano l'Ucraina. L'Europa sta accogliendo milioni di profughi che scappano dalla guerra. Nessuno avrebbe mai pensato che dopo la durissima esperienza della pandemia avremmo dovuto affrontare la situazione drammatica della guerra. Le manifestazioni contro la guerra sono represse duramente in Russia che continua a chiudere ogni forma di libera informazione. Da parte sua l'Ucraina ha scelto di non arrendersi e di difendere la propria terra con le armi, coinvolgendo nella resistenza anche la popolazione civile. Coloro che accennano ad una possibile concreta opzione nonviolenta sono, in tutto il mondo, una minoranza divisa e confusa. Il tema su cui vogliamo riflettere in questo testo è oggi molto attuale e dibattuto da sempre nella nostra cultura. Per questo crediamo sia importante e utile tornare a parlarne. Il libro è rivolto a chiunque sia interessato a capire il presente e come si possa migliorarlo attraverso la visione, la strategia e l'uso delle tecniche della nonviolenza. Una prima parte presenterà la visione della nonviolenza che costituisce il fondamento di tutta la proposta. Una seconda parte svilupperà le strategie applicative della visione nonviolenta, che nelle diverse contingenze storiche sono state elaborate e possono renderla operativa ed efficace oggi. La terza parte presenta le tecniche che la tradizione ha sperimentato e teorizzato. Possono essere lo strumento pratico nei diversi contesti, da quelli semplici e quotidiani, a quelli più complessi e problematici. L'obiettivo fondamentale è quello di aiutare a individuare la risposta più adeguata alle situazioni di violenza e sopraffazione nel rispetto della verità, della giustizia e dell'amore vicendevole. Con il dono di queste pagine vogliamo essere compagni di viaggio nell'itinerario di scoperta, o di ritorno, alla scelta della nonviolenza. La nonviolenza può aiutarci a ritrovare quegli aspetti fondamentali della vita che non devono mai andare perduti. Se li abbiamo smarriti possiamo, con la nonviolenza, riprendere la via del ritorno all'autenticità.