In un discorso ormai divenuto famoso, del 22 dicembre 2005, Benedetto XVI ha visto nell'interpretazione del Concilio ecumenico Vaticano II e nella lotta tra due ermeneutiche contrapposte - quella "della discontinuità e della rottura" e quella "della riforma, del rinnovamento nella continuità dell'unico soggetto-Chiesa, che il Signore ci ha donato" - uno dei principali problemi del nostro tempo. Secondo l'ermeneutica della rottura - che ha goduto spesso "della simpatia dei mass-media, e anche di una parte della teologia moderna" con il Concilio ha avuto inizio una nuova Chiesa, relegando quella del passato tra i rottami della storia. In realtà quello che il Concilio ha inteso fare è una riforma, in cui il passato continua ad essere rispettato ed amato, e l'immutabile deposito della fede, cioè il Vangelo, viene riproposto in modo rinnovato, purificato, ed arricchito nella sua comprensione e formulazione. Pietro Cantoni affronta questo argomento con il distacco e l'oggettività di una teologia che vuole essere fedele alla Parola di Dio, al Magistero della Chiesa e alla metafisica classica.
Tante storie da raccontare: dall'Islam alla droga, dal Gruppo Bildeberg ai Marò, dalla tragedia dell'euro al carrozzone Europa, dal "sesso per disabili fatto da volontari" alla mercificazione della morte in televisione, dai rom al matrimonio omosessuale, dal "gender" alla Massoneria, dal "Mondo di Mezzo" al Mezzogiorno, dall'industria del calcio alla minaccia del Vesuvio, dai parlamentari cattolici firmatari di appelli a favore di Radio Radicale ai Vescovi che parlano di Costituzione e non di Vangelo, dalle "primavere arabe" alla dilagante corruzione italiana, dal Concilio Vaticano II alle foibe, dal "Patto del Nazareno" alla Chiesa con due Papi. Tanti personaggi: da Silvio Berlusconi a Vasco Rossi, da Marco Pannella a Giorgio Gaber, da Giulio Andreotti a Papa Francesco, da Emma Bonino a Totò Riina, da Erri De Luca a Massimo D'Alema, da Umberto Veronesi a Matteo Renzi, da Angelo Rizzoli a Eugenio Scalfari, da Enrico Letta a Mario Monti, da Romano Prodi a Pier Paolo Pasolini, da Rino Gattuso a Ignazio Marino, da Giorgio Napolitano a Aldo Moro, da Benedetto XVI a George Soros.
La scienza conduce l'uomo lontano dal concetto di "creazione" e dalla sfera della Trascendenza? I presupposti della filosofia scolastica sono crollati dinnanzi al suo progresso? Non v'è più spazio per la ricerca e per il rinvenimento di quel Più, di quell'eccedenza di significato che permea la realtà? Infine, ipotesi cosmologiche come quella del Big Bang e articoli di fede come quello della creazione dell'Universo dal nulla sono stati ormai posti in una contraddizione insolubile? Questi, ed altri, gli interrogativi affrontati nel testo. Sulla base di considerazioni filosofiche nonché con l'ausilio di alcune scoperte della scienza naturale del XX secolo e di geniali intuizioni di alcuni suoi protagonisti, è desiderio dell'autore mostrare come l'uomo non solo non abbia ancora carpito il senso profondo, più misterioso e recondito, della Natura - ammesso che egli possa anche soltanto pretendere di farlo, come nel caso della tanto sospirata "teoria del tutto" (theory of everything) - ma come le molteplici questioni scientifico-naturali ancora (momentaneamente?) insolute...
Alcide De Gasperi fu lo statista politico italiano che, profondamente legato alla fede cattolica, consacrò la sua vita politica all'affermazione della giustizia sociale, all'elevazione morale, culturale ed economica dei lavoratori, alla ricerca di una diffusa solidarietà fra classi sociali. Non è tuttavia possibile comprendere le ragioni profonde che lo spinsero a tale intensa azione senza fare un preciso riferimento alla religiosità e spiritualità che lo contraddistinsero e senza illustrare i grandi avvenimenti politico-economici che in quel periodo sconvolsero tutto il mondo e, in modo particolare, Stati Uniti ed Europa: la "Grande Guerra", le crisi economiche degli anni '20 e '29, il New Deal, il corporativismo, il secondo conflitto mondiale, la fine del fascismo, la ricostruzione italiana e la nascita dell'Unione europea.
La biografia di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio continua a far discutere gli storici. Uno dei temi più appassionanti riguarda la sua appartenenza al Sovrano Militare Ordine di Malta (o Ordine di San Giovanni) e la sua permanenza nell'isola di Malta fino alla condanna per rissa e l'evasione. Come e perché il Caravaggio, condannato e ricercato per l'omicidio a Roma di Ranuccio Tomassoni e noto per la sua vita dissoluta, poté entrare a far parte del più autorevole consesso dell'Europa cristiana della fine del XVI secolo? Chi lo minacciò e perseguitò dopo la fuga da Malta? Furono i Cavalieri di quello che era stato il suo Ordine, oppure i fratelli dell'uomo che aveva ucciso a Roma? A queste domande, cui gli storici hanno fino ad ora prestato poca attenzione, risponde questo libro di Luigi G. de Anna, che si legge come un romanzo di avventure, ma si basa su un solido esame delle fonti storiche.
Dopo essere scampate per due volte all'incendio andarono perdute intorno al 1536 - come conseguenza della Riforma - le reliquie di Sunniva - unica santa della chiesa norvegese, di cui Sigrid Undset nel 1934 delineò un mirabile, struggente ritratto in prosa. Era innamorata di Gesù, la giovanissima regina irlandese del X secolo costretta a fuggire in Norvegia. Oggi la sede ufficiale del suo culto è Bergen, ma è l'affascinante isola di Selje il luogo dove lei approdò e lodò Dio fino al martirio. Pari per importanza ai più noti sant'Olav e sant'Halvard, questa santa che si nascose in una caverna all'arrivo dei pagani ha la grazia di giungere a noi per consegnarci il pathos immacolato di una trepidazione femminile che non conosce mode né epoche. Purezza per purezza, la cattolica novecentesca Undset doppiò la sua memoria, mirò alla quintessenza della descrizione del paesaggio nordico e di una parola fortemente pittorica pur di svelarci come in fondo la grande letteratura è la gemella oggi dimenticata dell'ascesi.
Si possono concedere i sacramenti ai "divorziati risposati"? Rainer Beckmann è divorziato con rito civile ma non risposato. Vive secondo l'insegnamento della Chiesa cattolica in materia di indissolubilità del matrimonio. Dalla sua analisi del volume del Card. Walter Kasper, Il Vangelo della famiglia (2014), Beckmann trae la conclusione che quel testo è privo di sostanza argomentativa: "Il Card. Kasper non dice neanche una parola che spieghi per quale motivo i divorziati risposati dovrebbero poter ricevere il Sacramento della Penitenza, benché manchino di convertirsi. Pur mentre ribadisce l'indissolubilità del matrimonio, il Cardinale vorrebbe che, in pratica, ai divorziati risposati fosse accordato esattamente lo stesso trattamento riservato ai coniugi rimasti fedeli. Le due cose sono incompatibili. L'argomentazione del Cardinale contiene in sé una profonda contraddizione."
Lo scenario della Chiesa di oggi, riformata secondo le applicazioni del Concilio Vaticano II, presenta un mosaico di "criticità" che non sfuggono ai fedeli ed agli studiosi più coinvolti. Esse non hanno risparmiato - anzi vi trovano il loro focus - la Liturgia, culmine e fonte della vita di fede nella sua espressione sacramentale (Sacrosanctum Concilium, 10), funzione primaria della Chiesa santificante oltre che docente e guida per i fedeli. In vista dell'annuncio e della testimonianza di Cristo al mondo. Nel presente saggio viene analizzato sul piano filosofico e teologico lo status quaestionis, in ambito liturgico, della crisi che viene da lontano ma caratterizza l'ultimo cinquantennio. Vengono quindi sviluppati in termini essenziali alcuni dei punti rilevanti di un dibattito ancora aperto, da diffondere ed allargare, al fine di alimentare una "pastorale" secondo la Tradizione che è vita e giovinezza della Chiesa.
Il "Manualetto di filosofia contemplativa" di Ran Lahav, che viene qui pubblicato per la prima volta in italiano a cura di Silvia Peronaci, è il copione originario di un intenso laboratorio di vita filosofica tenutosi nel 2005 in Spagna, dove l'autore organizzò, come si legge nella Premessa alla presente edizione, il Primo Ritiro Internazionale di filosofia contemplativa. Se meditare in occidente è pratica ormai sfruttata per tenere in corsa quei clienti che la modernità mette a dura prova, prevenire lo stress stando alla finestra sembra però una proposta troppo comoda. Contemplare, tradizionalmente, rimanda all'idea dello spettatore disinteressato. Nella filosofia contemplativa di Ran Lahav, invece, volta a elevare il senso della nostra esistenza ordinaria, significa l'esatto contrario. Questo Manualetto, quasi un biglietto con le istruzioni scritte a penna per la casa che l'amico ci ha prestato, contiene quelle rare chiavi levigate che aprono bene. Pochi istanti e capiamo, con gradita meraviglia, che l'interno silenzioso dove siamo entrati non è una casa altrui ma il luogo da sempre ricercato, quello di cui siamo protagonisti indiscussi - la nostra stessa vita.
Con san Tommaso il pensiero medievale ha toccato veramente una profonda sintesi fra Filosofia e Teologia, scrivono H. Fiers e G. Kretschmar e può continuare ad esercitare grande fascino, sempre nuovo, anche oggi. Queste parole motivano il presente lavoro, tra l’altro molto limitato, su una questione di non poco rilievo all’interno degli scritti del dottore d’Aquino: il concetto di persona. Tale concetto, all’interno della tradizione cristiana, è stato, per così dire, prodotto dal “dogma”. Essa ha definito il valore della persona umana, basandosi sul fatto che egli, l’uomo, è il destinatario della Rivelazione di Dio.
Il dottore angelico presuppone tutto ciò, anzi la sua definizione è ricavata — come ho cercato di evidenziare —, alla luce della teologia, gli scritti di San Tommaso rilevano però una grande armonia tra fede e ragione, Teologia e Filosofia. In base all’Index Thomisticus, è stata fatta una selezione che — pur nella brevità — permette di chiarire il pensiero di Tommaso, e allo stesso tempo di collocare le sue affermazioni nel presente, grazie all’ausilio di ricercatori contemporanei di studi tomistici, come R. Pasnau, J.F. Wippel, G. Basti, C. Fabro, F. Russo, J.A. Lombo, V. Possenti, S.L. Brock ecc.
Infine, dove risiede l’attualità dell’Aquinate? A ciò risponde lo stesso San Tommaso, il quale colloca l’uomo davvero al centro del mondo: solo la persona umana è voluta per se stessa nell’universo, mentre tutte le altre sono volute da Dio per l’uomo. Solo l’uomo si distingue dagli altri esseri viventi per l’intelligenza, che non si esaurisce solo alla comprensione della realtà finita, ma si allarga anche alle cose che trascendono l’essere dell’uomo “e quanto di più nobile c’è in tutto l’universo”.