
Erasmo inizia con la ricerca del culmine della filosofia cristiana. Poi parla della morte. Il cristiano non deve aver paura della mort; chi la teme ha una fede debole e dimostra attaccamento alle cose terrene, deperibili, passeggere. Siamo stati creati per contemplare e lodare Dio, creatore e verità eterna. Tutti morirono: santi, profeti, la stessa madre di Cristo si addormentò. Questo è per noi un esempio incoraggiante perché la morte è la porta del cielo.
In occasione della nuova edizione della Storia dell’educazione nell’ antichità delle Edizioni Studium, il grande testo del 1948, in una versione arricchita da una densa prefazione di Giuseppe Tognon, nell’ottobre del 2006 si è svolta all’Università degli studi di Bergamo, presso il Dipartimento di scienze umane e sociali, una giornata di studi dedicata ad Henri-Irénée Marrou. Il volume che proponiamo ne raccoglie gli atti, che ora vengono accompagnati da un saggio introduttivo del curatore, Adolfo Scotto di Luzio. Questo volume si propone di portare un contributo alla comprensione di alcuni dei temi cruciali e degli snodi attorno ai quali si organizza la sua biografia di studioso e di uomo di cultura.
Questo libro studia le questioni etiche che insorgono nel trattamento di esseri umani malati, nell’immediata “vicinanza” alla nascita, cioè nella fase prenatale e immediatamente postnatale. Il titolo potrebbe dare l’impressione che tutta l’attenzione si concentri su ciò che è eticamente corretto fare con il neonato al quale rimangono poche ore di vita. Questa, però, è solo la parte più appariscente del problema che, in realtà, riguarda anche la tendenza, abbastanza comune, a disfarsi del feto portatore di malattie o disfunzioni, vere o supposte tali.
«L'interlocutore, nel dialogo, non è un nemico da vincere. Non è neanche un ingenuo da persuadere, né un ignorante da istruire, e nemmeno un adulatore di cui si sia andati alla ricerca. E il compagno di strada con cui si impara a sincronizzare il passo, giorno dopo giorno, verso la meta che l'uno fa intravedere all'altro. Con cui si cerca pazientemente un punto in comune, solido, che tenga, che consenta l'abbandono del solipsismo e la mutua comprensione. Che è un cercante, una persona reale, colta e avvicinata nella sua realtà. È colui mediante il quale la nostra vita interiore si illumina e si fa vera, per cui il nostro agire, e primamente quello interiore, attinge vigore e si dispiega. Questo richiede anzitutto che si impari ad essere attivi interiormente, che si restringa lo spazio della passività, indicato dal ricevere da fuori, dallo sperimentare quello che il diverso da noi ci invia, e che noi avvertiamo come un nostro mutamento provocato. Diventare attivi portando (o riportando) al vivo le fibre del proprio essere, vinta l'innata pigrizia, e vinta anche la paura di quell'irrepetibilità scritta in queste stesse fibre» (E. Ducci, "Approdi dell'umano. Il dialogare minore").
Saggi: Il cervello musicale, sociale e narratore; Coscienza di sé e educazione all'altruismo; Neuroscienze, sviluppo e apprendimento; Cervello, mente, educazione: da Montessori alle neuroscienze. Articoli: Neuroscienze, antropologia, educazione. Verso la definizione di un paradigma relazionale; La relazione educativa tra fenomeno empatico e sintonia sinergica; Il Cervello sensibile. Riflessioni sulla mente matematica silenziosa, tra plasticità cerebrale e sistema educativo; Alla ricerca della persona: l'apporto delle neuroscienze.
"Il volume collettivo Roma e i georgiani è dedicato al XXV anniversario delle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e la Georgia. Il materiale presentato ripercorre una storia plurisecolare di relazioni tra Roma e la Georgia che, pur nella eterogeneità del percorso, data almeno dal II secolo a.C fino ad oggi. [...] Nella percezione dei georgiani, storicamente Roma è apparsa sotto vari profili. Il volume comprende episodi della lunga storia delle relazioni tra Roma e il popolo georgiano che vede la storia di Roma attraverso due prismi: l'impero romano e la cattedra episcopale di Roma, collante religioso-culturale della civiltà occidentale. Il volume mira a portare alla conoscenza di un vasto pubblico temi specifici emersi nelle relazioni tra l'impero romano o il patriarcato romano e il popolo georgiano durante i secoli" (dalla Premessa di Tamar Grdzelidze).
Durante gli anni Sessanta e la prima metà del decennio successivo, le aperture del Concilio Vaticano II sul rapporto Chiesa-mondo e sul tema dei diritti umani, in particolare quello della libertà religiosa, imprimono un nuovo slancio al mondo cattolico nell'affermazione della democrazia in contesti europei dominati ancora da dittature di opposto segno ideologico, comunista a Est e di estrema destra nel Mediterraneo. Sia l'Italia che la Santa Sede si propongono dunque sullo scenario internazionale con una presenza più incisiva, che implica l'assunzione di un ruolo primario tra gli attori della politica mondiale. La recente disponibilità della documentazione archivistica consente di arricchire la conoscenza dell'azione insieme diplomatica, culturale e religiosa di Roma, al di qua e al di là delle due sponde del Tevere.
Settembre 1914. Mentre l'Europa sta precipitando nel baratro di quella che diventerà la Prima guerra mondiale, la Santa Sede fa i conti con un delicato passaggio di pontificato. A papa Giuseppe Sarto (Pio X), morto il 20 agosto, succede il 3 settembre il cardinale Giacomo Della Chiesa, con il nome di Benedetto XV. La Congregazione degli Affari Ecclesiastici Straordinari, preposta alla gestione dei rapporti tra la Santa Sede e gli Stati, viene incaricata di redigere un dettagliato report dell'attività svolta dalla diplomazia pontificia durante il pontificato appena concluso, in diversi Paesi dell'Europa continentale e dell'America Latina. Frutto del lavoro della Congregazione, coordinato dal Segretario mons. Eugenio Pacelli (a sua volta destinato a salire sul soglio di Pietro), sono le «Relazioni presentate al S.P. Benedetto XV sulla situazione delle Nazioni». Il documento, conservato presso l'Archivio Storico della Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato e qui pubblicato integralmente, rappresenta una fonte preziosa per meglio comprendere direttrici, obiettivi e priorità della diplomazia pontificia all'inizio del XX secolo.
Questo lavoro s'inserisce nell'ambito delle finalità del "Centro Studi e Ricerche sul Concilio Vaticano II", volte alla promozione sugli studi e sulla ricerca scientifica di questo importante Concilio Ecumenico, che è stato l'evento più importante nella storia della Chiesa nel XX secolo, confermandone tutta la sua attualità e importanza storica, teologica ed ecclesiale. Nello specifico, vuole rappresentare un contributo per uno studio più approfondito sull'effettivo ruolo che svolse il cardinale Juan Landázuri Ricketts al Concilio Vaticano II, e, in seguito a questo evento, al suo fondamentale e personale contributo per la sua corretta applicazione, nell'Arcidiocesi di Lima e nella Chiesa Peruviana, nel periodo postconciliare. Egli fu capace di accompagnare e guidare i distinti processi di cambiamento all'interno della Chiesa nell'era postconciliare, nello specifico di quella peruviana, e in buona parte di quella latinoamericana.
Nel sottotitolo l'autore anticipa l'esprimersi del misticismo di Mahler attraverso il quintuplice sentimento di morte - risurrezione - dolore - amore - estasi. Nel Prologo riafferma il sentimento mahleriano della morte, della risurrezione, del dolore, dell'amore e dell'estasi, ma nel corso della sua esposizione, ulteriormente approfondendo, egli distingue l'estasi in estasi nietzschianamente lirica e in estasi contemplativa cristiana immaginata e musicalmente interpretata dallo stesso Mahler. Significativa la conclusione cui perviene l'autore: Mahler visse questa vita guardando verso l'altra Vita, l'Unsterblich Leben.