
Il volume propone l'esito di un insieme di ricerche, condotte lungo quasi un decennio, rispetto alla possibilità di un allargamento dello sguardo semiotico: a oggetti e problemi di taglia culturale più vasta di quelli al centro di una tradizionale analisi del testo verbale o visivo; nella dimensione specifica delle pratiche, cioè dei comportamenti significanti, inquadrati in una prospettiva "etnosemiotica". Per il primo aspetto, il volume intende presentare le potenzialità degli strumenti semiotici davanti a fenomeni regolati, a vario grado, da strutture significanti di tipo socionormativo. Problemi di solito considerati sociologici, come la raccolta dei rifiuti, vengono posti in evidenza come in realtà anche semiotici, perché questi fenomeni esemplificano una strutturazione profonda del senso delle nostre azioni, di tipo non psicologico, e dal carattere superindividuale. Per il secondo aspetto, misurarsi con le pratiche significa interrogare una teoria semiotica della narratività, ponendo in dialogo le radici antropologiche e linguistiche della disciplina. Per questo, il volume è un'indicazione forte verso una semiotica "in azione", con "osservazione partecipante". Postfazione Francesco Marsciani.
The Mediterranean, both sea and a a theatre, has served throughout history as a fundamental crossroads for the political-religious dynamics and international tensions that characterize the various worlds, east and west, south and north, that meet in this basin. Starting from these premises, the present work examines within a chronological span that goes from the conclusion of the Second World War to the end of Pius XII's pontificate - the contribution offered by the Holy See and by Catholics from different national contexts in deciphering the role of the Mediterranean Sea within the wider global context. As such, constitutes a a reflection on this geographical space with its peculiar cultural, economic, political, and religious realities by highlighting the role played by the Mediterranean in the elaboration of visions and projects of civilization.
This work is the fruit of a wider research programme called Occidentes - Horizons and projects of civilization in the Church of Pius XII. It brings together the work of seven historians from different European Universities.
Trattare della amicizia nella Bibbia è impresa certamente non facile per svariati motivi. Anzitutto per l'abbondanza dei riferimenti che si incontrano in ambedue i Testamenti, ma anche e soprattutto per la varietà delle situazioni alle quali si allude. Dovremo essere pronti a cambiare registro ogni volta che ce n'è bisogno per non far violenza al testo sacro. Inoltre resta ben presente la delicatezza del tema scelto perché l'amicizia è un sentimento che difficilmente può essere descritto in tutti i suoi risvolti; eppure essa merita sempre di essere esaminata per filo e per segno. Con questa ricerca mons. Ghidelli, biblista, vuole andare incontro all'attesa di non pochi fratelli e sorelle e aiutarli nel loro cammino di fede, augurando loro soprattutto di progredire sempre di più nel rapporto di amicizia con il loro Signore e pensando che nessun libro meglio della Bibbia possa aiutarci in questa impresa: «In essa infatti troviamo non solo svariate esperienze di amicizie umane, una più interessante delle altre, ma anche e soprattutto l'amicizia che il Dio di Israele e il Dio e padre del Signore nostro Gesù Cristo ha voluto intessere con i suoi figli e figlie» (dall'Introduzione).
Oggi non è più possibile affidarsi a una teologia e a una pastorale del matrimonio come quelle praticate fino ad ora. Occorre avere il coraggio di percorrere altre strade a partire dall'esperienza etica e spirituale delle coppie, delle famiglie e degli operatori pastorali coinvolti nel loro cammino. Tale percorso può fondarsi sul cammino sinodale che sta vivendo la Chiesa in tutto il mondo. In questo libro stimolante, Philippe Bordeyne mette a fuoco il contesto sociale e culturale in cui le persone costruiscono le loro relazioni affettive e familiari, per individuare le opportunità di una proposta credibile del messaggio cristiano sull'amore umano. In questa direzione vengono messe in luce le risorse pedagogiche delle famiglie, le risorse liturgiche di cui dispongono le comunità cristiane e infine le risorse spirituali che i battezzati, e tutti coloro che sono alla ricerca di Dio, possono fare proprie nel tessuto quotidiano della vita familiare.
Il libro intende reagire all'attenzione quasi esclusiva che è stata accordata alla figura di don Lorenzo Milani come insegnante innovativo e socialmente impegnato, a discapito di una riflessione più meditata sull'autentico significato del suo sacerdozio. Al cuore dell'indagine dell'A. troviamo la svolta religiosa che il giovane Lorenzo Milani imprime alla sua inquieta esistenza di borghese insoddisfatto di se stesso e del mondo, e il cattolicesimo verticale e assoluto di cui egli si appropria, interpretandolo con eroica coerenza e obbedienza, oltre che con intelligente creatività, poco o punto compreso dalla maggioranza dei suoi superiori e colleghi. Lo scoglio interpretativo è che dopo la sua morte questa incomprensione di fondo non è di per sé migliorata per il fatto di essersi tramutata in ammirazione. A prevalere infatti è stato il mito del prete progressista e schierato in difesa del popolo, anticipatore del Concilio Vaticano II che si è svolto negli anni centrali del suo esilio a Barbiana. Ma da un'analisi obiettiva e libera da preconcetti emerge un quadro alquanto diverso. Al pari di un personaggio manzoniano, don Milani si è originalmente impadronito dell'idea di sacerdozio e di Chiesa uscita dal Concilio di Trento, che egli rivisita dall'interno con radicalità evangelica e "rivoluzionaria", rifiutando quel compromesso col mondo che è invece emerso dalle applicazioni del Vaticano II. Il prete che voleva essere "signore assoluto" dei suoi allievi non ha nulla a che vedere coi preti smaniosi di inserirsi nella società del nostro tempo: è una figura inattuale, inclassificabile, il memento di una direzione a cui la Chiesa attuale sembra non guardare.
Con la cosiddetta "rinascita della filosofia pratica" (o "riabilitazione", per i suoi detrattori), che ha caratterizzato buona parte della riflessione etica della seconda metà del Novecento, è tornata di moda la "saggezza", indicata come virtù dianoetica per eccellenza da Aristotele, ma poi criticata da Kant come abilità tecnico-pratica e quindi quasi completamente accantonata dalla filosofia dell'Ottocento e della prima metà del Novecento. Ed è di saggezza, di etica, di intelligenza, di ragione, di libertà e di felicità che parla questo nuovo libro di Enrico Berti, uno dei massimi filosofi italiani, scomparso poco dopo averlo consegnato a Studium.
Francesco Bonini, L'ermeneutica dialettica di Benedetto XVI
SEZIONE MONOGRAFICA
Innamorato di Cristo e del mondo Don Luigi Giussani a 100 anni dalla nascita A cura di Massimo Borghesi Massimo Borghesi, Introduzione Don Giussani nella biografia di Alberto Savorana Alessandro Banfi, Don Giussani e Il Sabato. Ricordi di un ex direttore Lucio Brunelli, Giussani come l'ho conosciuto io Monica Della Volpe, Da CL al monastero trappista di Vitorchiano. Il mio incontro con don Giussani Alver Metalli, La terra del futuro. Don Giussani in America Latina (1973-1984) Don Giacomo Tantardini, Ricordando don Luigi Giussani. Memoria di incontri
Filosofia
Leonardo Messinese, Una discussione con Carlo Rovelli su scienza e filosofia Luigi Magarotto, Il concetto di verità nella povest' Kotlovan di Andrej Platonov
Storia
Marta Busani, Pio XII e il laicato internazionale cattolico
Arte
Valerio Ciarocchi, Musica e liturgia. Il fondamento teologico e le ricadute operative di questo rapporto
Anniversari
Massimo Borghesi, Dio nella letteratura. Ricordo di Charles Moeller
Rassegna bibliografica-teologia
Pasquale Bua, La riforma sinodale della Chiesa interpella la teologia
Risultato di uno specifico percorso di studio e di ricerca svolto in merito al paradigma dell'ecologia integrale dalla comunità docenti dell'Area di Pedagogia dell'Istituto Universitario Salesiano di Venezia, il volume raccoglie una serie di domande e spunti di riflessione sull'educazione alla luce del grande tema della conversione ecologica. Un cambiamento che oltrepassa le coscienze dei singoli, nella consapevolezza che i rischi prodotti da un modello pervasivo di società consumistica senza etica e senza senso sociale ed ambientale possono essere affrontati solo attraverso uno sforzo di rigenerazione dei legami comunitari. I saggi raccolti, di fronte alla domanda su quale postura può assumere l'educatore per confrontarsi con questa sfida, definiscono un poliedro di significato, propongono pratiche, articolano le questioni, in un processo condiviso di costruzione di saperi orientato da uno sguardo transdisciplinare.
Il sacramento dell'altare è stato costantemente al centro della riflessione di Lutero tanto da diventare il tema a cui ha dedicato più scritti. In un primo momento Lutero è impegnato in una profonda polemica con gli abusi a cui la chiesa cattolica aveva sottoposto il sacramento. Con l'emergere dell'ala più radicale della Riforma (in particolare Zwingli e Ecolampadio) - che sosteneva un'interpretazione simbolica delle parole dell'istituzione e negava che il corpo e il sangue di Cristo fossero fisicamente presenti nel sacramento - Lutero metterà sempre più a tema il realismo della presenza del corpo e sangue di Cristo in forma fisica nel sacramento, la negazione della quale compromette non solo il senso della Cena ma dell'intero evangelo. I testi qui raccolti, tutti inediti in italiano, aiutano a capire la progressiva messa a fuoco del carattere corporeo della presenza di Cristo soprattutto a motivo dello scontro insanabile con coloro che Lutero chiama fanatici, che darà vita ad una frattura nel mondo della Riforma durata molto a lungo. Il volume raccoglie i seguenti testi: Sul ricevere il sacramento sotto entrambe le specie (1522), Sull'adorazione del sacramento (1523); Sermone sul sacramento del corpo e del sangue di Cristo contro lo spirito fanatico (1526), Le parole di Cristo "questo è il mio corpo ... ecc. " restano ancora salde contro i fanatici (1527); Breve confessione sul Santo Sacramento (1544).
Il volume nasce dal desiderio di dialogare con il silenzio, accompagnati dalle riflessioni e dalle esperienze di pedagogisti e filosofi dell'educazione, oltre che dalla voce di chi a vario titolo ha sperimentato la sua ricchezza nella dinamica educativa. Ogni persona è un silenzio, riprendendo un verso del poeta Saramago, perché da esso e in esso si nasce, ad esso poi si ritorna. Inoltre, la persona è silenzio perché non tutto di lei è dicibile, comunicabile, dichiarabile. La ricchezza pedagogica del silenzio è nella gratuità e apparente inutilità della sua presenza, che tuttavia descrive il silenzio come "passività feconda", ovvero capacità di farsi ospitali per far germinare altro da sé. Il silenzio allora è incontro con la propria interiorità, affinando la capacità di attenzione quale forma di conoscenza profonda di sé e dell'altro; inoltre, esso rende possibile l'accoglienza dell'alterità nella sua integrità, manifestandosi nella forma dell'ascolto, e dona alla relazione una profondità, ma anche un respiro aperto. Per questo motivo, adulti ed educatori dovrebbero saper rispondere dei propri silenzi quando esprimono forme di assenza, ignavia o indifferenza; dovrebbero saper tessere "presenze presenti", in grado di accogliere e far risuonare le domande silenziose che accompagnano l'umanità