La santa messa è ciò che di più grande vi è nella Chiesa. La ragione di questa centralità è la presenza reale e vivente di Gesù Cristo e del mistero di redenzione che egli ha preannunciato nell'ultima cena, ordinando ai suoi apostoli di perpetuarlo nei secoli. Dicendo «fate questo in memoria di me» Gesù ha voluto donare se stesso, nel gesto sublime di amore col quale ha portato a compimento l'opera della redenzione. La santa messa è la Pasqua di morte e resurrezione che Gesù ha celebrato come Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo e che continua a celebrare nella Chiesa, perché l'umanità attinga a questa fonte inesauribile di grazia e di salvezza ogni volta che è possibile, anche quotidianamente. Nulla più della santa messa unisce a Cristo, trasformando i partecipanti in membra viventi del suo mistico corpo. Il rinnovamento spirituale della Chiesa passa attraverso la riscoperta della centralità dell'eucaristia, a cui attingono vitalità tutti gli altri sacramenti. La cura che i sacerdoti dedicheranno alla celebrazione della santa messa, educando i fedeli alla partecipazione piena di fede e fervore, rinnoverà la Chiesa intera, rendendola sale della terra e luce del mondo.
Il fulcro della nuova rivoluzione culturale globale è la deliberata confusione delle norme sessuali: uno slittamento delle fondamenta sulle quali abbiamo costruito la nostra civiltà. Gabriele Kuby prende in esame l'ideologia gender, con la dissoluzione dell'identità dell'uomo e della donna, e le rivendicazioni LGBT, gli effetti devastanti della pornografia e dell'educazione sessuale nell'età precoce, gli attacchi alla libertà di opinione e alla libertà religiosa, la corruzione del linguaggio e molto altro. Dai precursori del movimento di rivoluzione culturale alla sentenza della Corte Suprema che impone il riconoscimento del matrimonio omosessuale a tutti gli Stati Uniti, l'autrice documenta dettagliatamente come i tentacoli di un nascente regime totalitario stringano il mondo in una morsa insidiosa attraverso le tecniche di ri-educazione adottate dalla nuova rivoluzione permanente, che si è spostata dalla politica all'economia, al sesso. L'autrice invita a intensificare gli sforzi per preservare la libertà di religione, di opinione e la libertà dei genitori di educare i figli secondo le proprie convinzioni, così che la famiglia possa costituire il fondamento di una società sana.
Chi è il diavolo? Come esercita la sua attività nel quotidiano? Nel fitto dialogo con Pasquale Demurtas, don Gianni Sini, esorcista, riporta la sua testimonianza e ci accompagna in un viaggio affascinante e profondo nel mistero del male raccontandoci gli incontri con le vittime del demonio, i momenti faccia a faccia con il diavolo e i fatti realmente accaduti alle persone possedute.
Un viaggio che ci accompagna dentro il male dell’uomo, l’odio del mondo e il riverbero della misericordia di Dio. Che diviene occasione per riflettere sul fenomeno delle possessioni e sul perché Dio le permetta. Sull’azione subdola di Satana che istiga a comportamenti disumani, crea insicurezza, falsi piaceri, terrore nelle vite dei popoli e delle nazioni. Comprese quelle dei sacerdoti, i primi a essere colpiti dall’azione del Maligno, come ha affermato il diavolo stesso durante un esorcismo: «Io godo a far cadere i sacerdoti in peccato, perché quando sono in peccato io posso fare quel che voglio». Una presenza di Satana nel mondo che trova un sicuro ancoraggio nella Sacra Scrittura e nella tradizione della Chiesa.
In viaggio con l’esorcista ci conduce dentro questo mistero e ci racconta come il Male intraprenda ogni giorno la sua battaglia contro il Bene, in una lotta spirituale che si svolge fin dalla notte dei tempi.
Se qualcuno dubita ancora dell’esistenza di Satana, dopo aver letto questo libro si ricrederà.
I due autori navigano nel mare, piuttosto agitato, dei «disagi dell’anima», affrontando una serie di malesseri allarmanti.
Don Silvio Zonin – parroco, docente di teologia liturgica e da qualche anno «ministro della consolazione» nella diocesi di Verona – racconta le prime scoperte che un prete post-conciliare fa addentrandosi nel mondo sconosciuto dell’esorcismo, un ministero a cui si fa sempre più ricorso e richiede impegno e competenze poliedriche. L’autore lo inquadra anzitutto in una concreta storia e tradizione e lo rivede alla luce della prassi liturgica della Chiesa. Questo permette il ridimensionamento di un’antropologia eccessivamente dualistica e la correzione di una religiosità segnata da un certo razionalismo, con la conseguente riscoperta del valore della Parola e dell’esperienza sacramentale.
Alberto D’Auria – psicologo, psicoterapeuta e consulente educativo – offre la sua competenza maturata in anni di professione e di collaborazione con il «ministero della consolazione». Nel suo contributo affronta aspetti ormai indispensabili anche nella pastorale ordinaria, quali: la relazione interpersonale tra operatore e «paziente», la comunicazione con le sue diverse componenti, la necessità dell’ascolto attivo e dell’empatia, le tecniche e la struttura del colloquio, l’accompagnamento nel proseguo della vita interiore e la direzione spirituale, in vista di un cammino costante di riconciliazione con se stessi, con gli altri e con Dio.
Una meditazione sulla sofferenza chiude questo lavoro, che viene messo a disposizione di quanti sono attenti e impegnati, in diversi modi, nel difficile compito di curare i disagi dell’anima.
E se tra noi esistessero le presenze silenziose dei defunti?
La paura che i morti possano tornare a tormentare i vivi ha ossessionato gli uomini dagli albori della civiltà, portando alla creazione di rituali, cerimonie e scongiuri. Secondo le credenze popolari, le anime inquiete dei defunti, che infestano luoghi o perseguitano gli sventurati che si imbattono in loro, hanno di solito una morte violenta o prematura alle spalle. Secondo alcune tradizioni sarebbero stati sepolti in modo inadeguato o dovrebbero scontare le colpe di cui si sono macchiati in vita. Si tratta delle cosiddette anime erranti o vaganti, note anche come «presenze» o «fantasmi». Esiste una tradizione millenaria che affonda le proprie radici nell’animismo e nello sciamanesimo che tramanda una realtà completamente diversa da quella a cui l’uomo occidentale crede e che è stata rielaborata anche dall’ebraismo, dall’islamismo e dal cattolicesimo.
Il libro, unico nel suo genere, ricostruisce da un punto di vista antropologico e storico-religioso questo fenomeno delicato e controverso, partendo dall’animismo e arrivando ad analizzare l’esistenza di spiriti intermedi e delle anime vaganti nei tre monoteismi. Un’ampia parte è dedicata al dibattito teologico tra sacerdoti ed esorcisti cattolici, in particolare tra esorcisti «possibilisti» e «negazionisti».
Una bellissima Signora dal manto candido, con il volto dolcissimo e tre rose sul cuore, appare a una contadina coinvolgendola in un’esperienza insieme dolorosa e meravigliosa, benedicendo una fonte a cui ancora oggi persone di ogni età e nazionalità convergono per implorare grazie e guarigioni. Sembra una bella fiaba, ma quella fonte esiste davvero, e in terra bresciana è fiorito un ardente culto mariano a seguito di messaggi celesti che la veggente Pierina Gilli (1911-1991) avrebbe ricevuto in due cicli di apparizioni negli anni ’40 e ’60 del secolo scorso, in cui la Vergine si sarebbe presentata con il titolo di Rosa Mistica e Madre della Chiesa.
Se le apparizioni sono ancora in corso di esame da parte dei Pastori – ma almeno come testimonianza umana costituiscono un valido contributo spirituale –, dal 2001 il culto di Rosa Mistica – titolo peraltro antichissimo – è ufficialmente approvato in località Fontanelle di Montichiari e sin dall’inizio si è andato diffondendo nei cinque continenti.
Ricollegandosi alle precedenti apparizioni di Fatima e di Ghiaie di Bonate, anche a Montichiari risuona l’invito materno alla conversione e alla riparazione, a lasciarsi prendere per mano da Maria e dissetarsi alla fonte della misericordia.
Attingendo ai diari della stessa veggente e avvalendosi di autorevoli contributi, questo libro vuole essere un invito alla scoperta della devozione alla Rosa Mistica e degli straordinari frutti sperimentati dai pellegrini di tutto il mondo, nonché un piccolo vademecum per chi ci è già stato e vuole continuare il pellegrinaggio del cuore.
«Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio» (2Cor 5,20). L’accorato appello di San Paolo ai Corinzi risuona nelle parole e nei gesti di Papa Francesco, il cui pontificato si caratterizza in modo speciale per il ricorrente invito alla confessione. La via della Chiesa è la misericordia e questa si concretizza nel confessionale dove ogni cuore sinceramente pentito sperimenta il miracolo di una nuova creazione. Siamo tutti peccatori, ci ricorda il Papa anche accostandosi pubblicamente al sacramento della riconciliazione, e tutti abbiamo bisogno di lasciarci ricreare dalla misericordia di Dio.
Qual è il tempo della misericordia? Oggi stesso, ci dice Papa Francesco, ogni momento è prezioso per non lasciare che il peccato prenda dimora fissa nella nostra anima, indurendo il cuore e trasformandoci da peccatori in corrotti. È il demonio che ci fa rimandare la confessione, mentre Dio non vede l’ora di riabbracciarci come il Padre della parabola, di restituire l’innocenza al nostro cuore macchiato dal peccato e trasformarci a immagine del Figlio, che si è fatto mettere in croce per noi affinché noi potessimo diventare come Lui.
Se è vero che nella storia non esistono facili determinismi, crediamo sia riconosciuto da chiunque che viviamo un’epoca di avversione profonda nei confronti della famiglia, sia a livello ideologico sia soprattutto a livello della vita vissuta. Si tratta di un’avversione che tocca il piano culturale, anzitutto, ma anche politico e giuridico. Questo libro racconta la storia di un’aggressione culturale, politica e giuridica alla famiglia, cominciando dal Sessantotto e in particolare dall’introduzione della legge sul divorzio, per arrivare al gender e alle unioni civili, grazie alle quali si permette di definire famiglia ciò che famiglia non può essere.
Nella prima parte, Marco Invernizzi esamina il processo politico e culturale che ha progressivamente eroso la centralità della famiglia in Italia fino all’esplicita avversità e al considerarla come una delle possibili espressioni affettive, da famiglia a famiglie. Nella seconda, Giancarlo Cerrelli affronta il percorso legislativo e giuridico con il quale la cellula fondamentale della società è diventata una semplice somma di individui.
L’analisi realistica dei fatti non induce tuttavia alla perdita della speranza. La famiglia fondata sul matrimonio rimane un desiderio di ogni persona, anche se non sempre espresso in maniera consapevole.
Nelle schiere angeliche c’è un arcangelo scomparso, di cui è rimasto unicamente il nome: Uriele. Uriele non fa quindi parte del canone ufficiale cattolico riguardante gli angeli da venerare liturgicamente, ma è presente nei testi giudaici e negli scritti apocrifi e dei Padri della Chiesa.
Nel 745, per stroncare l’abuso del sedicente vescovo Adalberto che invocava « i sette arcangeli che stanno davanti a Dio » con pratiche superstiziose e formule magiche, papa Zaccaria decretò di astenersi nella preghiera pubblica di nominare angeli al di fuori di quelli esplicitamente menzionati nella Sacra Scrittura: Michele, Gabriele, Raffaele. Cosa è veramente accaduto? A cosa si deve una decisione così drastica? Una risposta si trova nella vasta documentazione qui presentata.
Uriele, il cui nome significa «Dio è la mia luce » o « Fuoco di Dio », fu compagno di viaggio e speciale protettore di molti santi e beati di ogni epoca: da Santa Martina a Santa Teresa d’Avila, a Sant’Annibale Maria di Francia, come possiamo leggere in un apposito capitolo.
Gli autori di questo libro sono un sacerdote cattolico, don Marcello Stanzione, e un laico, l’avvocato Carmine Alvino, accomunati da un grande amore per gli angeli e che da anni cercano di diffondere tra i cattolici la vera devozione cristiana agli spiriti celesti e quindi far chiarezza su un tema dove la New Age, l’esoterismo, l’occultismo e la Kabbalah ebraica creano grande confusione tra gli stessi fedeli.
Padre Livio ci conduce a penetrare in tutta la sua complessità il mistero del male. Si ricompone un mosaico di urgente drammaticità: quelli che stiamo vivendo sono gli anni della prova, i tempi del combattimento spirituale tra i figli della luce e i figli delle tenebre. È il tempo che Dio ha concesso al diavolo per mettere alla prova l’umanità e il mondo. È l’ora dell’attacco del male. Due certezze ci accompagnano però nella lotta. La prima è che Cristo ha già vinto, in modo definitivo, e chiama ogni uomo a partecipare di questa vittoria sul diavolo e sulla morte. La seconda è che l’Immacolata è al fianco di ogni uomo che quotidianamente è impegnato nel duro combattimento spirituale contro il male. «Quanto piacerebbe che tutte le confessioni religiose dicessero: uccidere in nome di Dio è satanico!» (Papa Francesco, 14 settembre 2016).