Il 14 ottobre 2018 Papa Francesco ha canonizzato il primo santo di origini pescaresi: Nunzio Sulprizio, nato a Pescosansonesco (Pescara) e morto a soli 19 anni a Napoli per tubercolosi ossea. La vita di questo giovane operaio, segnata dal dolore e dalla malattia, è tutta illuminata dalla forte amicizia con Gesù, dal profondo amore per l'Eucaristia e dalla tenera devozione per la Madonna. San Nunzio ci insegna a vivere con amore il presente, ad affidarci al Padre con fiducia e pazienza nelle prove, a vincere il male con il bene, a prestare attenzione alle necessità dei fratelli per essere testimoni credibili nella nostra quotidianità.
La straordinaria storia di Santa Marina è una delle più belle ed edificanti del Monachesimo cristiano antico. Orfana di madre, giovanissima decide di seguire il padre in un monastero maschile, travestendosi da uomo. Conduce una vita irreprensibile ed esemplare, fin quando viene accusata ingiustamente di aver sedotto una donna del vicino villaggio e viene cacciata dalla comunità. La povera giovane affronta tutto con umiltà e mitezza evangeliche; si sistema in una grotta, dove, tra mille difficoltà, cresce il bambino, frutto della presunta tresca, a lei affidato. Dopo alcuni anni Marina e il bambino sono riammessi nel monastero. Solo alla morte della donna, si scopre la sua identità e insieme la sua innocenza. Marina è sepolta con tutti gli onori e ben presto si diffonde la sua fama di santità.
Nei suoi 102 anni di vita, un'età insolitamente lunga per la sua epoca, Jacopo Gratij (1517-1619), chiamato il Caballero de Gracia, fu un fine diplomatico, al servizio di colui che sarebbe diventato Papa Urbano VII; da uomo con una profonda preoccupazione sociale, si dedicò ad iniziative per la cura dei poveri; fondò vari conventi e, divenuto sacerdote a 70 anni, diede inizio alla Congregazione degli Schiavi Indegni del Santissimo Sacramento.
Augusta Costanza Succi (1846-1922) giunge in Salento a 54 anni, dopo un'esperienza matrimoniale finita tragicamente, senza figli, e con tanta voglia di dedicarsi all'insegnamento. Durante la permanenza tra le suore Francescane Margheritine, cambiando il nome in "suor" Valeria, matura nel suo cuore il progetto di realizzare una comunità dedita alla gioventù in difficoltà e dopo tante vicissitudini riesce a fondare le "Oblate di Sant'Antonio di Padova".
Maria Maddalena Maggiori (1686-1771), animata da una fede profonda e molto attenta alla situazione sociale della sua epoca, decide di rimediare alla mancanza di istruzione delle donne e, con spirito profetico, apre ad Albano una scuola gratuita per le giovani sue compaesane. Più tardi darà vita alla nuova congregazione delle Suore Oblate di Gesù e Maria, cambiando nome in Madre Maria Anna Teresa, Superiora della comunità.
Conquistato dall’esempio e dal carisma di Padre Annibale di Francia, fondatore dei Rogazionisti, il sacerdote Pantaleone Palma (1875-1935) divenne suo valido e fedele collaboratore. La storia di fede e umiltà di Padre Pantaleone, che visse le Beatitudini evangeliche fino in fondo, può oggi costituire un grande esempio di sottomissione alla volontà di Dio e un valido e coerente modello per sacerdoti e per quanti si professano cristiani.
La carità come l’espressione più alta di servizio a Dio e all’uomo
Insieme alle attività pastorali, il giovane sacerdote Virgilio Angioni (1878-1947) si impegna in numerose iniziative di carattere sociale nella sua parrocchia di Cagliari. Nel 1923, in un antico convento abbandonato della città inizia la sua opera assistenziale, dedicata al Buon Pastore, a favore delle bambine povere e abbandonate, fondando anche la “Congregazione delle Suore Figlie di Maria SS. Madre della Divina Provvidenza e del Buon Pastore” per assisterle.
La figura e la vicenda terrena del Servo di Dio Dom Emilio Maria Colombo Osb (1920-2000), monaco benedettino virginiano, è tutta inscritta nel primato di Dio e della carità, di cui il fondamento si trova nell'esperienza chiara e intensa dello Spirito Santo. Dopo aver svolto numerosi incarichi di fiducia e di responsabilità, nel 1976 diviene priore della comunità monastica del Santuario di Montevergine.
Italiano di nascita, era diventato russo di cuore. Amava la Russia con tutto il suo grande cuore aperto a tutti: cattolici, ortodossi, credenti e non credenti. Le sue capacità intellettuali e organizzative, la sua profonda spiritualità e preghiera erano a servizio dell'amore per tutti. Speranza contro ogni speranza, instancabile lavoro giorno e notte hanno meritato a lui una grande riconoscenza del popolo russo. Bastava dire "Don Bernardo" e tutti sapevano di chi si parlava.
Questo simpatico racconto, impreziosito da fantastiche illustrazioni, è dedicato a don Luigi Giussani nel centenario della sua nascita. L’Autore sceglie un modo originale per onorare la sua memoria, partendo da quelle “tracce di vita” che sono alcuni canti propri della sua esperienza cristiana carismatica, canti che nel libro sono i protagonisti personificati di un viaggio speciale, rivolto ad adulti e bambini per risvegliare il desiderio di scoprire o riscoprire questo grande educatore. Alcuni dei brani presenti nel racconto sono nati da giovani studenti che hanno incontrato don Giussani, e sono rimasti affascinati dalle canzoni e dalle musiche che lui faceva ascoltare a scuola parlando così, in modo assolutamente innovativo, della vita e del senso religioso. Prefazione di Walter Muto. Età di lettura: da 4 anni.