La civiltà cristiana europea è stata fondata da gente che credeva in Cristo e la loro fede è stata ed è fattore di inclusione non omologante e non di esclusione. Eppure oggi l'Europa è "malata di cristianesimo": perché sostengono i laicisti - la cultura e la morale cristiane sono dannose per l'uomo; al contrario perché - sostengono i credenti e alcuni non credenti - il cristianesimo non è più l'anima d'Europa. Dalla "cura" di questa malattia dipendono identità e futuro d'Europa: un volto oggi ancora tutto da decifrare e da costruire. Gli Atti del V Convegno nazionale del Progetto "Filosofia ed esperienza religiosa", contenuti in questo volume, aiutano a comprendere tale problema e propongono l'ipotesi di una "buona utopia".
Travolti dall'onda della personalizzazione della politica e dai ritmi della società dello spettacolo, i partiti hanno ormai modificato il loro volto e sono irrimediabilmente distanti dalle macchine politiche novecentesche. Oggi i partiti sembrano a molti soltanto maschere che celano, maldestramente, interessi di piccole e grandi consorterie, presenze fantasmatiche senza più consistenza, destinate a rimanere tra le memorie di un mondo definitivamente perduto. Ci sarà, dunque, una democrazia senza partiti? Saranno direttamente i cittadini a incidere sulle scelte politiche senza l'intermediazione di strutture organizzate? O, piuttosto, dovremo fare i conti con una nuova modalità di partito, più leggera e fluida, in grado di intercettare i mutamenti nelle domande della società e dei suoi settori? Sono gli interrogativi che muovono le riflessioni di Damiano Palano. La sua ricostruzione del processo di trasformazione delle 'gabbie d'acciaio' del XX secolo verso i partiti 'liquidi' odierni e futuri porta in primo piano il cuore del problema: dare sostanza reale a quell'oggetto misterioso e inafferrabile che siamo soliti chiamare 'democrazia europea'.
Il volume presenta i risultati di una ricerca volta a ricostruire l'interpretazione di alcuni dei più importanti organi di tutela dei diritti umani delle Nazioni Unite riguardo ai diritti culturali. In occasione dell'elaborazione del diritto di partecipare alla vita culturale, sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo e dal successivo Patto Internazionale per i diritti economici, sociali e culturali, si fece riferimento a una concezione 'materialistica' di cultura, secondo cui questa sarebbe riconducibile esclusivamente alle espressioni più nobili ed elevate dell'attività artistica e intellettuale dell'uomo (arte, letteratura, musica). A fronte di questa limitata definizione, la dottrina giuridica ha sviluppato un'intensa riflessione giungendo a elaborare una nozione particolarmente estensiva di diritti culturali che si fonda su una concezione 'antropologica', secondo cui la cultura ricomprende tutte le attività che caratterizzano il modo di vivere di una persona o di un gruppo e che risultano strettamente connesse alla loro identità. Attraverso un'analisi della prassi di alcuni degli organi di tutela dei diritti umani delle Nazioni Unite, il testo cerca di evidenziare che, sulla scorta della riflessione dottrinale, tali organi - e in particolare il Comitato per i diritti economici, sociali e culturali - sono giunti ad accogliere una nozione antropologica di cultura...
Le epidemie da sempre suscitano nell'immaginario collettivo la paura della catastrofe imminente. Soprattutto quelle di origine virale. I virus, infatti, sono più imprevedibili e pericolosi di batteri e microbi, e per giunta non disponiamo per combatterli di un'arma come gli antibiotici, efficaci contro i batteri. Non restano che i vaccini, benché la loro preparazione non sia facile né la loro somministrazione immediata. E infatti le diverse agenzie sanitarie nazionali e internazionali lanciano continue campagne di invito alla vaccinazione e avvertenze sui comportamenti di prevenzione e profilassi, appoggiate e rilanciate dalla cassa di risonanza dei mezzi di comunicazione. Le cose però sono più complicate di quanto appaiano, e questo libro mette in luce proprio i punti caldi del problema. Dati recentissimi alla mano, prendendo in esame i casi dell'Aids e di Ebola, ma anche dell'influenza suina, della Sars e dell'aviaria, svela con grande lucidità i 'pasticci' creati dagli allarmismi drammatizzanti della comunicazione pubblica, quando non dagli interessi economici che muovono la produzione farmaceutica. E sfata molti luoghi comuni, primo fra tutti quello secondo il quale la globalizzazione ci ha ancor più indeboliti nei confronti delle epidemie rendendo più estesa la possibilità di contagio. Al contrario, la globalizzazione può essere una formidabile arma a nostra disposizione...
John Henry Newman (1801-1890) ha sviluppato una riflessione filosofica originale circa la questione della certezza nel suo "Essay in Aid of a Grammar of Assent" (1870), con il quale si inserisce nella britannica tradizione filosofica di riflessione sulla gnoseologia e l'atto d'assenso. Il volume presenta uno studio sulla genesi dell'opera, offrendo una ricostruzione del pensiero newmaniano attraverso l'intera sua produzione, la corrispondenza e gli scritti in cui vengono rielaborate le tesi contenute nel saggio. Inoltre, ripercorrendo la riflessione sulla certezza, in ambito britannico, si fanno emergere, per paragone, i fattori di originalità del Saggio di Newman: lo specifico realismo fondato sul primato della persona e una diversa e più ampia concezione moderna della razionalità, elaborata dinamicamente, come attestano le riflessioni sulle nozioni di real, notional, probability.
Il problema di Dio costituisce uno dei temi centrali dell'intera speculazione metafisica del filosofo roveretano. Le ricerche afferenti le problematiche metafisico-teologiche, dagli anni giovanili sino alla maturità del capolavoro della Teosofia, rivelano la genialità di un pensatore che ha saputo esprimersi sistematicamente attraverso uno stile patristico e moderno al tempo stesso. Rosmini, infatti, propone un autentico 'rinnovamento nella tradizione' del pensiero cristiano, in pieno dialogo con la modernità, i cui precedenti storici e teoretici trovano conferma nella speculazione di sant'Agostino e san Tommaso. Lo sviluppo del pensiero giovanile rosminiano, in relazione al problema di Dio, ci pone di fronte all'esigenza fondamentale di una Teologia naturale, perfettamente inquadrata nel contesto di una rinnovata filosofia cristiana, la quale occupa un posto rilevante nel 'sistema della verità'. Seguendo il solco tracciato da Rosmini scopriremo che solo un'Ontologia aperta alla trascendenza, che detiene pure una funzione propedeutica per poter accedere a una compiuta Teologia naturale, permetterà di comprendere a fondo le dimostrazioni dell'esistenza di Dio e dei Suoi attributi, alla luce di un sistema 'ontoprismatico' aperto alla Verità.
Nel solco della decennale esperienza delle Settimane Internazionali della Mendola. Nuova Serie, questo volume offre una riflessione quanto mai attuale sui fondamenti del modello di uomo, realtà antropologica che ha segnato tutto il secondo millennio, mettendo in luce come, a partire dai secoli XI-XIII, il principio della responsabilità personale e lo slancio creativo individuale connotarono il nuovo volto dell'Occidente medievale. Questa complessa metamorfosi si riverberò non solo nella riflessione filosofica, ma anche nella rinnovata percezione dell'umanità di Cristo, legata con una altrettanto innovativa considerazione dell'uomo e della donna e della loro possibilità di proiettare l'intraprendenza individuale nella realtà sociale, politica e religiosa. Ne derivò un modo inedito di porsi verso gli uomini da parte di tutte le istituzioni sociali e religiose, che adattarono pratiche e linguaggi diversi rispetto al passato, assecondando così questa rilevante trasformazione.
Papa Francesco sta coinvolgendo la Chiesa, quindi tutti i singoli cristiani, in un ripensamento delle modalità di relazione con il prossimo. E fra le modalità di queste relazioni una delle prime è la comunicazione. In questo volume, che ripensa e riscrive alcuni saggi pubblicati e/o discussi in occasioni recenti, Armando Fumagalli tocca alcuni nodi della comunicazione tanto della Chiesa intesa come istituzione, quanto dell'approccio alle dimensioni comunicative e al dialogo culturale da parte dei singoli cristiani: il rapporto fra ragione ed emozioni nella comunicazione, l'uso dello storytelling, l'importanza centrale ancora oggi della comunicazione più ampiamente "popolare" che passa attraverso le forme dell'audiovisivo di massa come il cinema e la televisione, lo stile comunicativo degli ultimi tre Papi. Il volume tocca inoltre alcuni casi concreti particolarmente interessanti: un "nuovo approccio" alla comunicazione pro-life che viene da una fondazione americana e l'esperienza inglese, in rapida diffusione in diversi paesi del mondo, di Catholic voices, un team di laici, persone delle più diverse professioni, a disposizione dei media per spiegare il punto di vista della Chiesa cattolica su questioni dibattute di attualità.
I saggi riuniti in questo volume presentano, attraverso l'approccio filologico caratteristico del loro autore, il volto di alcuni pensatori cristiani del Seicento maturo e del primo Settecento. Sullo sfondo di un'Europa orgogliosa dei frutti della rivoluzione scientifica e delle scoperte geografiche, ma ferita dalla frantumazione della cristianità e in cerca di un'identità culturale che la esprimesse meglio della recente sintesi hobbesiana, emerge la figura del saggio e modesto Locke, difensore delle possibilità e dei limiti della ragione - "humana facultas", "candle of the Lord" - individuata come fondamento di una convivenza civile e fraterna tra uomini di fedi diverse. Agli studi lockiani (dalla giovanile edizione di testi tratti da un manoscritto della Lovelace Collection ai lavori presentati nei Colloqui Internazionali dell'Istituto per il Lessico Intellettuale Europeo del CNR) si affiancano gli studi su Robert Boyle, William Law e Samuel Clarke, che operarono oltre Manica, gli studi su Jean Le Clerc e Pierre Bayle, attivi in territorio olandese, e quelli sul cartesiano Jean-Robert Chouet che insegnò a Saumur e a Ginevra e su personaggi quali Pajon e Papin, a lui in vario modo legati. Unitamente a questi studi, che illustrano dibattiti caratteristici dell'età cartesiana, spinoziana e lockiana, e che contribuiscono a una più adeguata conoscenza dei rapporti tra aristotelismo e cartesianesimo in età moderna, viene riproposta l'edizione italiana della voce Revealed religion...
"Voi avete davanti un uomo come voi; egli è vostro fratello, e fra voi, rappresentanti di Stati sovrani, uno dei più piccoli, rivestito lui pure, se così vi piace considerarci, d'una minuscola, quasi simbolica sovranità temporale, quanta gli basta per essere libero di esercitare la sua missione spirituale, e per assicurare chiunque tratta con lui, che egli è indipendente da ogni sovranità di questo mondo. Egli non ha alcuna potenza temporale, né alcuna ambizione di competere con voi; non abbiamo infatti alcuna cosa da chiedere, nessuna questione da sollevare; se mai un desiderio da esprimere e un permesso da chiedere, quello di potervi servire in ciò che a Noi è dato di fare, con disinteresse, con umiltà e amore" (Paolo VI, discorso all'ONU, 4 ottobre 1965). Le pagine di questo volume rappresentano il compiersi di un percorso di ricerca che ha inteso collegare, nella riflessione giuridica sulla sovranità della Chiesa cattolica, l'Università Cattolica del Sacro Cuore, l'Università degli Studi di Padova e la Libera Università Maria Ss. Assunta di Roma. In esse si pubblicano le relazioni e gli interventi di illustri ecclesiastici e di autorevoli giuristi, svolti in occasione di una serie di Incontri ospitati dai tre Atenei a partire dal 2012. La categoria giuridica della sovranità, riferita alla Chiesa cattolica, è indagata dagli autori nei suoi molteplici connotati e nelle sue differenti implicazioni.